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21/03/2015 - Incontri

Felice Franceschetti, “Checo”, carabiniere e partigiano trentino, esempio morale per i giovani di oggi

Dorigatti alla cerimonia per ricordare il 24enne di Pieve di Bono ucciso 70 anni fa dai tedeschi

Felice Franceschetti, “Checo”, carabiniere e partigiano trentino, esempio morale per i giovani di oggi

Testi e foto allegati

Felice Franceschetti, “Checo”, carabiniere e partigiano trentino, esempio morale per i giovani di oggi

​​​​​​​​​​​​​Un giovane carabiniere trentino divenuto partigiano, un eroe dimenticato che non ha cercato gloria né riconoscimenti perché era un uomo semplice, che in un momento grave e difficile ha scelto i valori dell'umanità contro i richiami dell'odio e dell'oppressione, e che davanti alla prepotenza delle dittature e alla negazione delle libertà ha detto "no" alla sopraffazione, alla vigliaccheria, al dominio della violenza. 

Il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha ricordato così stamane, a Pieve di Bono, la figura del partigiano Felice Franceschetti, nome di battaglia "Checo", ventiquattrenne nativo del paese falciato dalle mitragliatrici dei soldati nazisti insieme a Ugo Bottacin, detto "Bocia", il 22 marzo 1945 a Zapparè di Trevignano, in provincia di Treviso. "Siamo in un'epoca gonfia di esasperazioni ed inutili enfasi dietro la quale si cela un preoccupante vuoto di valori, idee e ideali – ha proseguito Bruno Dorigatti – un vuoto morale che esempi come quello di Felice Franceschetti possono contribuire a riempire, indicandoci una strada di 'normalità' per costruire un domani diverso e migliore".

​Oggi, a distanza di settant'anni, Felice Franceschetti è stato pienamente restituito alla memoria di Pieve di Bono, della comunità di questa valle e del Trentino. Merito del Comune e della sezione Adamello Collini Valli Giudicarie Tione di Trento dell'Associazione nazionale partigiani, che hanno organizzato stamane una cerimonia partecipata e ricca di voci, per ricordare degnamente il sacrificio di "Checo". Dopo la Messa nella chiesa gremita di Cologna di Pieve di Bono, concelebrata da padre Artemio Uberti e mons. Giuseppe Grosselli, cappellano dell'Anpi, la banda musicale del paese ha guidato il corteo fino al piazzale del monumento eretto dal Comune nel 1995 in memoria di Felice Franceschetti, dove si è svolta la deposizione della corona per ricordate il sacrificio di questo giovane e quasi dimenticato carabiniere e partigiano trentino, al quale, ha rammentato lo storico Enzo Filosi (in allegato, il suo intervento), pare sia stata attribuita una medaglia d'argento di cui però, purtroppo, non si è trovata traccia. La gente, numerosa nonostante il freddo, ha ascoltato e applaudito non solo i discorsi delle autorità, ma anche le letture eseguite dagli alunni dell'Istituto don Milani di Pieve di Bono, intervallate da canzoni e pagine della storia partigiana proposte dal gruppo vocale-strumentale Chimera di Tione, e infine altri brani musicali della banda che ha concluso la manifestazione con la classica "Bella ciao".

Il sindaco di Pieve di Bono Attilio Maestri ha evidenziato che anche oggi la libertà per la quale ha dato la vita Felice Franceschetti è minacciata e va quindi difesa di fronte alla crisi economica, dal malaffare, dal proliferare di conflitti e dal terrorismo internazionale.

Checo era un carabiniere e non poteva quindi mancare l'intervento dell'Arma rappresentata oggi a Pieve di Bono dal Comandante provinciale colonnello Maurizio Graziano, che ha ricordato quanto timore avessero i fascisti e i militari tedeschi dei carabinieri in Trentino, presenti anche nei più piccoli comuni e vicini alla gente, come documenta l'eroica testimonianza di Felice Franceschetti. Non a caso il 7 ottobre del 1943 i nazisti disarmarono e deportarono in Germania 2.500 carabinieri italiani.

Il radicamento dei carabinieri nel nostro territorio, dove l'Arma si affiancò al popolo contro il regime, è stato sottolineato anche dal presidente dell'Anpi del Trentino Sandro Schmid, che ha ricordato in particolare alcuni nomi conosciuti della storia delle Giudicarie, come quelli del maresciallo Clerio Battaglin o dei brigadieri Antonio Gambaretto e Carlo Baldracchi cui è intitolata la stazione a Pieve di Bono. "Libertà, democrazia e giustizia non sono mai conquistati per sempre – ha concluso Schmid -, ma vanno conquistate giorno per giorno. E ora tocca alle nuove generazioni rimanere vigili affinché questa libertà non venga di nuovo calpestata".

Testi e foto allegati​

Allegati
L'intervento di Enzo Filosi alla cerimonia commemorativa
Felice Franceschetti in alta uniforma da carabiniere
Immagini
  • Dorigatti davanti al monumento dedicato a Felice Franceschetti
  • Il corteo a Pieve di Bono per Felice Franceschetti
  • Gli alunni della scuola di Pieve di Bono alla cerimonia per Felice Franscheschetti