Giornale OnLine

Giornale Online
15/12/2014 - In aula o in commissione

L’accordo di Roma nella legge di stabilità. Rossi fiducioso, le minoranze no

La comunicazione resa stamen in Consiglio provinciale dal presidente della Giunta

L’accordo di Roma nella legge di stabilità. Rossi fiducioso, le minoranze no

Testo allegato

L’accordo di Roma nella legge di stabilità. Rossi fiducioso, le minoranze no

​​Dopo l'ingresso in aula del neoconsigliere Cia, i lavori in aula sono stati sospesi dal presidente Dorigatti per permettere ai capigruppo di accogliere la richiesta del presidente Rossi di far precedere alla sua relazione al bilancio una comunicazione sulle modifiche alla legge di stabilità per recepire l'accordo di garanzia sottoscritto a Roma il 15 ottobre scorso.

Rossi ha spiegato il subemendamento in materia di revisione dei rapporti finanziari con lo Stato.

Rossi ha ricordato che il 12 dicembre scorso il governo ha presentato un emendamento per recepire l'accordo siglato in ottobre tra lo Stato, le Regioni e le Province. E ha segnalato che per modificare e integrare questo testo stamane è stato prodotto un subemendamento all'emendamento del governo di cui ha evidenziato i contenuti.

La prima modifica, ha spiegato il presidente, prevede la soppressione dei riferimenti alle misure di coordinamento della finanza pubblica stabilite dallo Stato, perché nel nostro territorio "integrato"che comprende oltre alle due province anche gli enti locali e gli organismi strumentali, la competenza in materia di coordinamento interno appartiene alla Regione. E Regione e Province sono garanti nei confronti dello Stato del concorso complessivo agli obiettivi di finanza pubblica.

Secondo: il subemendamento stabilisce il ripristino dei concorsi posti in capo alla Regione e alle Province per il periodo 2018-2022 come previsto dall'Accordo del 15 ottobre nella formulazione da cui è definito il riparto del concorso tra le Province di Trento e Bolzano in proporzione all'incidenza del Pil.

Terzo: l'inserimento di una disposizione che specifica le modalità con cui è assicurato il concorso in termini di saldo netto da finanziare, o mediante contributi da disporre anche attraverso compensazioni su somme dovute dallo Stato, oppure tramite l'assunzione di oneri relativi a funzioni statali, anche delegate.

Quarta "correzione": la disciplina concernente la determinazione e l'introito ai bilanci delle Province delle quote di gettito sulle accise su prodotti energetici ad uso riscaldamento necessaria per rendere concretamente operativa la spettanza.

Rossi ha concluso osservando che sul piano procedurale solo mercoledì si saprà se le modifiche richieste con il subemendamento presentato dalla delegazione senatoriale trentina saranno state accolte o meno e in che misura. In tal senso la delibera sull'intesa potrebbe essere approvata oggi con riserva oppure giovedì.

Gli interventi nel dibattito. Per le minoranze non c'è da fidarsi di questo governo "nemico dell'autonomia". Meglio quindi usare più la leva istituzionale che quella politica.

Fugatti (Lega) ha ricordato che il patto siglato a Roma il 15 ottobre era stato salutato come una pagina storica per l'autonomia. "Oggi emerge – ha proseguito Fugatti – che l'accordo è invece aleatorio, unilaterale e non è una pagina storica dell'autonomia come aveva detto il presidente Panizza. Quanto ai 21 milioni in più previsti nel 2018 a favore dell'Europa e non inseriti nell'accordo di Roma, Fugatti ha osservato che non si capisce perché la Provincia di Trento dovrebbe fungere da "clausola di salvaguardia, un po' come le accise sulla benzina".

Per Borga (Civica Trentina) "l'unica certezza di questo accordo è la decisione della Provincia di ritirare i ricorsi che in buona parte avrebbe vinto". Per il resto secondo vi sono l'incertezza dell'iter parlamentare e l'attesa del 2018 mentre il governo Renzi forse ancora un anno". Vista poi la "sprezzante sicumera" con cui il nuovo presidente della Commissione europea si è rivolto all'Italia richiamandoci alla linea del rigore, secondo Borga quel 20% di ulteriori risorse che la Provincia dovrà versare a Roma e inserito nell'accordo di ottobre, "legittimerà un prelievo automatico ulteriore rispetto a quello previsto".

Secondo Bezzi (Forza Italia) "i trentini si convinceranno che la garanzia prevista sulla carta ma messa continuamente messa in discussione da Roma in realtà non esiste, perché a giudicare da quest'altalena di cifre qui i bilanci vengono fatti col pallottoliere".

Degasperi (M5s) ha rilevato che questo accordo ha la stessa fondatezza di quello di Milano del 2009, per cui il governo nazionale potrà continuare a prelevare risorse da noi perché presume che ce ne siano. Il problema per Degasperi è che l'accordo di Roma obbliga la Provincia a ritirare i ricorsi mentre affida al governo Renzi solo impegni aleatori. "I trentini – ha concluso – avrebbero bisogno di capire i rischi, cioè se il governo intende effettivamente smantellare le autonomie delle Province di Trento e Bolzano, dal momento che gli emendamenti alla legge di stabilità ci tolgono sempre più proprio le risorse con cui dovremmo esercitare le nuove competenze a noi riconosciute".

Viola (Progetto Trentino) ha apprezzato l'aggiornamento fornito dal presidente Rossi sottolineando però che "la preoccupazione non è ancora fugata perché bisognerà attendere il voto previsto nella notte tra mercoledì e giovedì". L'accordo, ha proseguito, è sì un passo significativo ma "verso un'autonomia sempre meno speciale. Stiamo scivolando in un'ordinarietà senza più argini".  Fortissima per Viola è la perplessità sulla tenuta dei rapporti con Roma con cui "del doman non v'è certezza, anzi, non ne abbiamo neppure di quel che accadrà tra qualche ora". Se la prospettiva è di "un'autonomia a scartamento ridotto", bisognerebbe "fare un esame di coscienza sullo smantellamento della Regione". "Meglio usare di più la leva istituzionale che quella politica – ha suggerito Viola – perché questo governo vuole ammazzare le autonomie speciali con una riforma assolutamente centralistica dello Stato".

Per Massimo Fasanelli del Gruppo misto "quando si fa un accordo non si dovrebbe poi, come invece accade, dover andare a verificare gli emendamenti del governo per accertarne il rispetto". Secondo il consigliere poi "bisogna smettere di illudere la gente con proclami sui giornali, perché con Roma abbiamo concordato più di 9 miliardi nei prossimi anni"

La replica di Rossi.

A Viola il presidente Rossi ha ricordato che "la Giunta ha sempre ragionato sul piano istituzionale e non politico. Siamo consapevoli di quanto sia periglioso il cammino della nostra autonomia speciale. Non rinunceremo mai a tutelare le nostre prerogative quale che sia il colore del governo nazionale". Replicando poi a Fasanelli, Rossi ha aggiunto che per gli accordi tra Roma e le autonomie speciale non è mai bastata una stratta di mano, ma è sempre servito un gran lavoro istituzionale e in qualche caso anche politico senza cui l'autonomia non avrebbe potuto svilupparsi. Quanto ai toni utilizzati Rossi ha precisato di "non aver mai usato in quest'aula la parola vittoria, epocale, accordo storico, ma solo fornito lo stato dell'arte sui rapporti sempre difficili tra governo e autonomie speciali".

A Fugatti Rossi ha ribattuto che i 21 milioni di euro citati dal consigliere della Lega "sono dentro la legge di stabilità e non saranno oggetto d'intesa perché estranei al testo inviatoci dal governo, e poi perché non sono solo per la Provincia di Trento ma appartengono a una tabella sul contributo che lo Stato attende dalle autonomie speciali". In altri termini quei 21 milioni non sono legittimi rispetto a quanto previsto dal Patto di garanzia "e state tranquilli – ha assicurato – che se dovesse rendersi necessario ricorreremo all'impugnativa".

A Bezzi il presidente ha detto che in effetti dovremmo avere due o tre pallottolieri anche se i numeri, ha detto, sono in realtà sempre quelli. Il concorso previsto dal patto di garanzia a carico della Pat ammonta dal 2015 al 2017 a 593 milioni di cui 413 relativi ad accantonamento IMU. Contributo che scende a 599 dal 18 e a 379 milioni dal 2019 al 2022. "Queste cifre – ha ribadito Rossi – sono contenute nel testo che il governo ci ha inviato e anche ciò che il governo ha emendato va nella direzione dell'accordo di garanzia".

I lavori sono poi proseguiti con la lettura da parte del presidente rossi della relazione programmatico-finanziaria relativa alla manovra di bilancio. 

Allegati
La comunicazione di Rossi sul subemendamento