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16/07/2014 - In aula o in commissione

Rinviato dall'aula in prima Commissione il disegno di legge sulla democrazia diretta

In Consiglio provinciale dopo un lungo dibattito e su proposta dei presidenti dei gruppi

Rinviato dall'aula in prima Commissione il disegno di legge sulla democrazia diretta

Rinviato dall'aula in prima Commissione il disegno di legge sulla democrazia diretta

Dopo un'altra ora e mezza di discussione il Consiglio provinciale, con 26 voti a favore e un solo astenuto (Bezzi di FI) ha deciso di rinviare all'esame della prima commissione permanente il disegno di legge di iniziativa popolare che propone di adottare strumenti di democrazia diretta. In precedenza gli interventi, iniziati al mattino, sono stati numerosi anche nel pomeriggio.

Il primo, Walter Viola, ha evidenziato che non si capisce bene quale sia la posizione della maggioranza nonostante tutti i capigruppo abbiano sottoscritto gli emendamenti del presidente Rossi. Se l'obiettivo era di evitare il referendum, per Viola non sarebbe stato male arrivare a una consultazione popolare per verificare l'interesse e la partecipazione dei cittadini. A suo avviso non è stata invece rispettata un'iniziativa popolare come questa. Ha comunque condiviso la richiesta di rinviare il testo in commissione per approfondirne gli aspetti più interessanti.

Per Nerio Giovanazzi (AT), stiamo discutendo un disegno di legge che non è sottoscritto da nessuno in quest'aula. E già questo è un punto debole dell'attuale sistema. Quanto al merito, per Giovanazzi non si può trasferire qui da noi un modello da un Paese in cui funziona. Pur condividendo alcune proposte del disegno di legge, per Giovanazzi sarebbe sbagliato approvare questo testo così com'è, perché si farebbe l'interesse di pochi.  

Alessio Manica (Pd) ha sottolineato la proposta responsabile del ritorno del disegno di legge in commissione per tentare di far incontrare due posizioni distanti: gli emendamenti depositati e il testo originario. Vi sono punti sui quali si può cercare una sintesi.

Il presidente Rossi ha espresso "grande apertura al miglioramento anche sostanziale della normativa vigente a partire dagli stimoli contenuti nel ddl di iniziativa popolare – e gli emendamenti vanno in questo senso –, ma anche esigenza di conciliare rappresentatività e partecipazione dei cittadini con certezza, tempi e stabilità delle decisioni". Il senso degli emendamenti è stato quindi aprire una porta sulla riduzione dei quorum, cui si aggancia un innalzamento del numero delle firme da raccogliere e una serie di previsioni per favorire, sostenere e promuovere la raccolta delle firme con costi a carico della pubblica amministrazione per garantire il raggiungimento dell'obiettivo. Il nodo principale della proposta – ha osservato Rossi – è il referendum propositivo, rispetto al quale credo vi possa essere in commissione la disponibilità della Giunta e della maggioranza a ragionare su un assetto diverso di questo strumento. Ma questo tipo di referendum che si sostanzia nella possibilità di proporre ai cittadini due disegni di legge, deve limitarsi a interventi legislativi che stanno fuori alle questioni statutarie, istituzionali, di Pup e di dinamiche di spesa. E' infatti necessario che le decisioni sulla spesa trovino copertura. Altro filone di ragionamento è quello sul referendum consultivo per il quale la Giunta è disponibile a ridurre ulteriormente il quorum, arrivando vicini allo zero.

Filippo Degasperi (M5s) ha notato che anziché parlare di un disegno di legge di iniziativa popolare è stato introdotto con una prova di forza un disegno di legge della Giunta composto da 50 emendamenti il giorno primo della discussione in Consiglio. "Ci dispiace che il ddl torni in commissione per discutere proposte lontane anni luce dai contenuti del ddl di iniziativa popolare". Meglio sarebbe stato a suo avviso che la maggioranza avesse respinto con il voto questo testo "senza sotterfugi per far capire che la proposta sottoscritta da 4000 cittadini non era gradita.

Il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter ha dichiarato di accogliere con favore la proposta di far ritornare in commissione il disegno di legge per un supplemento di analisi. Segno, questo, di rispetto per le istituzioni, e non di supponenza. Baratter ha ricordato che i capigruppo di maggioranza si sono spesi per organizzare una conferenza di informazione e ha ribadito la disponibilità a collaborare con i proponenti.

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha riconosciuto "l'infiacchimento" della democrazia rappresentativa. "Su questo testo – ha aggiunto – dobbiamo confrontarci e la conferenza di informazione è stata un'occasione persa in questa direzione". Si è quindi augurato che il ddl "non sia ritirato ma trovi in commissione questo dialogo per conciliare partecipazione e responsabilità, tenendo conto delle criticità che noi come amministratori dobbiamo segnalare".

Secondo Manuela Bottamedi (M5s) oggi in aula si è svolto un confronto importante, dimostrando rispetto nei confronti dei proponenti della legge di iniziativa popolare perché sono finalmente emerse con chiarezza le posizioni. Questo lascia ben sperare che la commissione possa produrre un testo ancor migliore e condiviso. Ha infine proposto di rivolgersi entro due settimane alla Commissione di Venezia per una consulenza tecnica e giuridica su quel che sta emergendo da questo ddl e dal dibattito di oggi.

Luca Zeni (Pd) si è fatto carico di attivare questa richiesta alla Commissione di Venezia alla quale sarebbe a suo avviso opportuno chiedere il parere sia su questo testo sia su un testo già emendato.

Il presidente Dorigatti ha assicurato il sostegno economico del Consiglio per acquisire questo parere. E ha aggiunto che nessuno in questo dibattito ha cancellato il lavoro fatto dai proponenti. In commissione si potrà dialogare per cercare un compromesso che soddisfi tutte le esigenze.

Borga (Civica) ha preso atto della scelta di riportare il ddl in commissione. Dove a suo avviso, una volta consultata la Commissione di Venezia, si scoprirà che i problemi attuali si ripresenteranno ("la distruzione del testo ad opera degli emendamenti della maggioranza"). Per serietà è opportuno tracciare un percorso molto chiaro su questo tema.

A questo punto il presidente Dorigatti ha convocato i capigruppo che, in base al regolamento, hanno proposto all'aula di sottoporre nuovamente il disegno di legge all'esame della commissione consiliare competente.