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01/07/2014 - Incontri

Daldoss: nel ddl sulle Comunità di valle anche la partecipazione dei cittadini

Conclusa da un dibattito con molti interventi la conferenza di informazione sulla democrazia diretta

Daldoss: nel ddl sulle Comunità di valle anche la partecipazione dei cittadini

Foto allegate. Le esperienze della Valle D’Aosta, della Toscana e della Svizzera

Daldoss: nel ddl sulle Comunità di valle anche la partecipazione dei cittadini

Le esperienze della Valle D’Aosta, della Toscana e della Svizzera dimostrano che la democrazia diretta è un’opportunità anche per le assemblee legislative e le amministrazioni.

Nella sala conferenze del Consiglio delle Autonomie si è tenuta, il primo luglio scorso, la conferenza d'informazione del Consiglio provinciale dal titolo: "Valorizzazione degli istituti di democrazia diretta e degli strumenti di partecipazione dei cittadini all'elaborazione delle politiche pubbliche". Un confronto tra esperti ed esperienze, per allargare le conoscenze dei consiglieri e degli interessati sulla democrazia diretta e partecipativa. Un "viaggio" per approfondire le basi teoriche e pratiche di un cambiamento che è in atto da tempo e che ha subito un'accelerazione con la crisi della democrazia rappresentativa.

L'incontro è stato aperto dal Presidente del Consiglio Bruno Dorigatti il quale ha affermato che "democrazia rappresentativa, democrazia partecipativa e democrazia associativa vanno considerate come livelli diversi di un medesimo sistema, che devono interagire positivamente, combinando le positività di ognuno ma senza perdere mai di vista la necessità di sintesi politica della rappresentanza istituzionale". Non ci può essere contrasto quindi tra istituzioni e domande di partecipazione popolare.

Lorenzo Baratter (Patt), uno dei firmatari con Alessio Manica (PD) e Gianpiero Passamani (Upt) della richiesta della Conferenza di informazione, ha affermato che non c'è alcuna volontà di mettere in discussione, con questa iniziativa, il valore della democrazia rappresentativa.

Referendum, serve un organismo di controllo sulla correttezza dell'informazione.

 Il professor Roberto Toniatti, ordinario di diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento, ha ricostruito il quadro entro il quale va inserito il dibattito sulla democrazia diretta, in primo luogo quello sui referendum. Una materia complessa, che si è anche prestata, nel caso del Cile di Pinochet, ad esempio, a soluzioni plebiscitarie ben lontane dalla democrazia. Ma anche nella realtà europea la democrazia diretta viene spesso banalizzata nel tentativo, ad esempio, di dare legittimità ai processi di governo e di formazione delle decisioni dell'Unione Europea. La partecipazione, quindi, rischia di diventare semplicemente il mezzo per legittimare la democrazia rappresentativa.

Comunque, ha affermato Toniatti, la democrazia diretta nella zona Euro – Atlantica è scarsamente praticata ad eccezione della Svizzera. Diversa, invece, la situazione delle nuove democrazie della zona dei Balcani che, ha ricordato il professore, per reazione alle recenti dittature comuniste hanno introdotto nelle loro costituzioni (è il caso dell'Albania, del Montenegro, della Croazia) i principi della democrazia diretta.

L'esperienza dei referendum italiani, per molti versi disastrosa, ha mostrato ampliamente che uno dei nodi principali è quello dell'informazione. Per questo Toniatti ha affermato che, nella proposta di legge provinciale, andrebbe prevista la creazione di un organismo di controllo sulla correttezza della campagna elettorale. Soprattutto per quanto riguarda il diritto all'informazione.

L'esperienza del referendum propositivo in Val d'Aosta, difficile ma buona.

 Il professor Roberto Louvin, docente di diritto pubblico comparato all'Università della Calabria, ha parlato dell'esperienza dei referendum propositivi della Valle d'Aosta. Esperienza referendaria, unica in Italia con l'Alto Adige - Suedtirol, che ha attraversato grosse difficoltà, ma che ha dato, alla fine, buoni frutti in termini di partecipazione. Una legge, quella della Valle d'Aosta, varata nel 2003 che ha un quorum del 45%, che venne sperimentata nel 2007, ha ricordato Louvin, su una serie di temi istituzionali: una tornata referendaria che venne contrassegnata da una contrapposizione molto dura tra il Consiglio regionale e i referendari. Uno strappo ricucito con il referendum sul nuovo ospedale che però vide solo il 27% dei votanti. Il quorum (si arrivò al 47%) si superò solo nel 2012 con il referendum sul pirogassificatore. "Ma in questa occasione – ha affermato il docente valdostano – si è evidenziato come i quorum alti spingano alla drammatizzazione e alla spettacolarizzazione del confronto. I quorum alti obbligano allo scontro, mentre dove non ci sono, come in Svizzera, il dibattito si sposta sul ragionamento".

In Toscana la legge sulla partecipazione ha sbloccato opere ferme da anni.

L'esperienza della Toscana è stata raccontata da Antonio Floridia, dirigente del settore politiche della partecipazione della Regione. Nel 2007 il Consiglio della Toscana ha varato una legge sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche locali e regionali. Legge che pone al centro il dialogo tra istituzioni e cittadini coinvolgendoli nei processi di formazione delle decisioni e che prevede finanziamenti per i processi di coinvolgimento e consultazione dei cittadini. Una legge che si ispira alla democrazia deliberativa: i cittadini possono proporre ma la decisione spetta alle amministrazioni. Una normativa, ha ricordato il dirigente, che ha permesso di sbloccare situazioni esplosive, come quella della costruzione di un depuratore nel comune di Ponte Buggianese. Uno dei principali poli della lavorazione delle pelli in Toscana. La realizzazione del depuratore, ha ricordato, Floridia, è indispensabile per la tutela di una delle maggiori zone umide del pistoiese, quella di Fucecchio, ed era attesa da anni. Il sindaco del paese aveva in mano due soluzioni, ma sapeva che se si fosse espresso a favore dell'una o dell'altra sarebbe stato travolto dalle critiche. Utilizzando la legge regionale sulla partecipazione ha avuto, da parte dei cittadini, altre sei indicazioni di dove costruire l'impianto, che, al termine di un percorso di confronto, sono state ridotte a tre. Poi il sindaco ha deciso e il depuratore si sta costruendo. Insomma, la legge toscana ha permesso di trasformare le critiche in proposte e i cittadini sono stati responsabilizzati. Ci sono voluti tre mesi per l'iter partecipativo, ma, ha sottolineato il dirigente della Regione Toscana, si è sbloccata una situazione che durava da anni. Inoltre, ha detto Floridia, la partecipazione fa bene alla democrazia rappresentativa. La "bocciatura" dell'ex sindaco di Livorno ne è la controprova: uno dei motivi della sua sconfitta sta nel no all'applicazione della legge sulla partecipazione per la scelta del nuovo ospedale.

Svizzera, la democrazia diretta fa bene anche all'economia.

Infine la Svizzera, la patria della democrazia diretta. Ne ha parlato Leonello Zaquini, bresciano di origine, docente di ingegneria all'Università di scienze applicate della Svizzera dell'Ovest, da anni residente e consigliere comunale nella cittadina (11 mila abitanti) di Le Locle nel cantone francofono di Neuchatel. Un'esperienza diretta quella di Zaquini e una promozione piena del sistema democratico elvetico che, ha ricordato, è stato modellato su quello dei liberi comuni lombardi del medioevo. Democrazia diretta che, ha ricordato, è anche uno degli elementi del successo economico della Svizzera. Paese che non si basa sulle banche (il sistema finanziario è solo il 10% del pil elvetico) ma, contrariamente al luogo comune, sull'industria che mette la Svizzera al primo posto al mondo in termini di produttività. Zaquini ha riportato il parere del fondatore della Swatch, Nicolas Hayek, il quale diceva che la Svizzera è un buon luogo dove fare industria anche per la democrazia diretta che stimola i cittadini a migliorare il senso di responsabilità.

Leonello Zaquini ha spiegato che il sistema di partecipazione svizzero, diverso da cantone a cantone, è comunque d'importanza fondamentale per porre un argine alla degenerazione partitocratica e per ostacolare il potere delle lobby. Inoltre, la legge federale prevede i referendum obbligatori soprattutto nelle materie legate agli interessi diretti dei legislatori. Come, per venire a un tema di grande attualità da noi, i vitalizi dei consiglieri.

Anche in Svizzera, ovviamente, ci sono problemi: prima di tutto la trasparenza sui finanziamenti delle campagne referendarie; l'assenza di una Corte Costituzionale; il fatto che sono sempre più i partiti a promuovere i referendum e i temi troppo spesso emotivi come quello recente sui minareti.

De Biase, Media civici, per una partecipazione costruttiva.

Ultimo dei relatori ad intervenire prima del dibattito, il giornalista Luca De Biase, della Fondazione Ahref di Trento, ha indicato nei "media civici" uno strumento di informazione e di partecipazione costruttiva dei cittadini all'attività delle istituzioni democratiche.

Dopo aver ricordato che i social network oggi riescono a manipolare gli umori e le opinioni dei cittadini non meno della  televisione, De Biase ha tuttavia spezzato una lancia a favore del potenziale partecipativo della rete anche in chiave positiva. I media civici, ha spiegato, ne sono un esempio. Perché a differenza dei social network, che tendono ad aggregare chi già condivide le stesse idee, queste piattaforme spingono le persone anche con opinioni diverse ma appartenenti allo stesso territorio, a preoccuparsi del bene comune. Per questo – ha proseguito De Biase – i media civici forniscono innanzitutto un'informazione in merito a questioni di interesse collettivo, attivano l'elaborazione di istanze e proposte che possono contribuire a far crescere le conoscenze e la consapevolezza e formulare progetti e soluzioni ai problemi di tutti. I media civici della Fondazione Ahref hanno già trovato applicazione nella raccolta dei contributi dei cittadini in merito alle 8 proposte di riforma costituzionale elaborate l'anno scorso dai saggi scelti dal presidente della Repubblica.

L'assessore Daldoss: nella riforma istituzionale un capitolo dedicato alle pratiche partecipative.

A prendere la parola per la Giunta provinciale è stato l'assessore agli enti locali Carlo Daldoss, che ha apprezzato l'esperienza di partecipazione dei cittadini promossa dalla Regione Toscana. Per Daldoss il problema è infatti conciliare e non contrapporre la richiesta di partecipazione dei cittadini con la necessità che i rappresentanti eletti prendano alla fine delle decisioni. "Compito della politica – ha osservato – è anche adottare scelte che nell'immediato possono risultate sgradite ai più e tuttavia capaci di rilevarsi funzionali nel futuro". A suo avviso le testimonianze di partecipazione e democrazia diretta portate dalla Val d'Aosta e dalla Svizzera indicano l'opportunità di una "contaminazione" di queste "buone pratiche" all'interno di tutto l'arco alpino. A suo parere "il Trentino ha la possibilità di evidenziare proprio a questo livello la propria specialità". Secondo l'assessore la prossima riforma istituzionale delle Comunità di valle proposta dalla Giunta, offrirà l'occasione di sperimentare nuove forme di partecipazione e democrazia con il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che riguardano i territori in cui vivono. "Le nostre valli – ha aggiunto – devono potersi riconoscere in un progetto di futuro il più condiviso possibile". "Per questo – ha concluso – nel disegno di legge di riforma istituzionale ci sarà un capitolo specifico dedicato alle pratiche partecipative e deliberative perché questi due aspetti trovino il giusto mix".

IL DIBATTITO CON GLI INTERVENTI DAL PUBBLICO.

Ceri: più potere ai cittadini stimola la partecipazione.

Numerosi gli interventi richiesti dal pubblico in sala. Gianni Ceri dell'associazione Quorum Zero ha messo l'accento sul fatto che se ai cittadini vengono dati gli strumenti per poter intervenire direttamente nella gestione della cosa pubblica, questo genera dibattito e partecipazione. Ceri ha lamentato gli scarsi riferimenti informativi registrati durante la conferenza ai contenuti del disegno di legge sulla democrazia diretta che il Consiglio provinciale discuterà a breve e la difficoltà di partecipare all'incontro di oggi. Dorigatti ha precisato che la conferenza di informazione ha risposto a una richiesta dei consiglieri provinciali, è stata pubblicizzata con largo anticipo dal sito del Consiglio e tutti coloro che hanno chiesto di partecipare sono stati invitati.

Fraccaro (M5s): troppo il potere affidato ai politici.

Il deputato del Movimento 5 stelle Riccardo Fraccaro ha stigmatizzato l'eccessivo potere affidato in Italia ai rappresentanti politici. "Abbiamo un potere immenso che a pensarci nessuno delegherebbe neanche a suo fratello sulla pensione, sulla ricchezza e la povertà delle persone. Mentre l'unico potere lasciato ai cittadini è il referendum abrogativo che, come l'esperienza dimostra, è una presa in giro". Venendo al nostro territorio, per Fraccaro è inaccettabile che oggi la Regione approvi una legge sui vitalizi senza chiedere ai cittadini se a loro va bene e dopo averli derubati". Il deputato ha infine chiesto l'opinione dei relatori sui due punti essenziali del disegno di legge di iniziativa popolare che potrebbe porre rimedio a tutto ciò: "siete d'accordo o no che il quorum va eliminato?"; e "condividete la proposta di dare ai cittadini la possibilità di pronunciarsi sulle norme che li riguardano direttamente?".

Fedrizzi: l'Europa chiede agli enti locali più parità.

Simonetta Fedrizzi, da poco rieletta presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità tra uomo e donna, ha richiamato l'attenzione sulla Carta europea per le parità e l'uguaglianza delle donne e degli uomini nella vita locale". Si tratta di un documento che, sostenuto dalla Commissione europea, favorirebbe la partecipazione paritaria dei cittadini ai processi decisionali. E che è rivolto agli enti locali e regionali perché sia sottoscritto e ne venga poi predisposto un piano di attuazione.

Longano: non indebolire il ddl di iniziativa popolare.

Stefano Longano, del Comitato promotore del disegno di legge di iniziativa popolare che il Consiglio provinciale esaminerà entro luglio, ha sottolineato che le richieste di intervento diretto dei cittadini nelle decisioni non toglie che la maggior parte di queste ultime continui ad essere presa dai rappresentanti politici eletti nelle istituzioni. La proposta provinciale di concedere ai cittadini posti di fronte a un provvedimento, la possibilità di esprimersi per approvarne o meno la validità, è un meccanismo di controllo e di armonizzazione che giova agli stessi procedimenti legislativi. "Togliere questa previsione di referendum confermativo e l'iniziativa popolare – ha osservato – limiterebbe di molto la portata del nostro disegno di legge".

Fronza: La Provincia si dia una legge coraggiosa.

Per Lucia Fronza, della scuola di formazione sociale "la partecipazione va promossa e non subita", "la riforma istituzionale della Provincia rappresenta un'opportunità di coinvolgimento dei cittadini sul tema delle Comunità di valle come anche dell'unione e fusione dei Comuni", "la nostra autonomia si difende se diventa un laboratorio di queste innovazioni a livello nazionale e internazionale". Ancora, secondo l'esponente del Pd trentino, il testo di iniziativa popolare sottoposto all'esame del Consiglio offre la possibilità di fare una legge coraggiosa con l'introduzione del quorum zero, ma anche la previsione di finanziamenti indirizzati alla formazione sociale e politica dei cittadini attraverso la scuola, agli enti locali perché promuovano processi partecipativi. E anche a suo parere quando le decisioni pubbliche determinano spese superiori a una certa cifra i cittadini vanno obbligatoriamente consultati.

Marini: la democrazia diretta è complementare.

Soddisfatto della conferenza di informazione organizzata dal Consiglio provinciale il primo firmatario del disegno di legge di iniziativa popolare Alex Marini. A suo parere democrazia diretta e democrazia deliberativa sono in sinergia e non costituiscono un'alternativa ma un elemento complementare rispetto alla democrazia rappresentativa. Dopo aver evidenziato la presenza alla conferenza di informazione di 13 consiglieri provinciali, solo sei dei quali, però, non si sono limitati a "timbrare il cartellino" ma hanno seguito la discussione, Marini ha sollecitato i politici ad accogliere i punti qualificanti del ddl di iniziativa popolare – l'eliminazione del quorum, l'effetto vincolante delle consultazioni referendarie, la possibilità che i cittadini esprimano su tutte le materie – "altrimenti i 4.000 cittadini da cui è stato sottoscritto potrebbero arrabbiarsi".

Stefani: partecipazione operativa per risolvere i problemi.

La condivisione degli strumenti partecipativi introdotti dalla Regione Toscana, perché capaci di far circolare le idee, è stato espresso anche da Armando Stefani, presidente di Circoscrizione, secondo cui queste procedure si dovrebbero adottare anche nel nostro territorio. A suo avviso i cittadini andrebbero coinvolti anche per la loro competenza perché contribuiscano alla soluzione operativa dei problemi.

Benedikter: dove i cittadini hanno potere il dibattito c'è.

L'ultimo intervento dalla sala è stato di Thomas Benedikter in rappresentanza della Provincia di Bolzano, secondo cui una legge sulla partecipazione non deve sostituire un buon regolamento sulla democrazia diretta. Questo perché l'esperienza dimostra che laddove ai cittadini è data la possibilità di prendere delle decisioni, il dibattito e la partecipazione ci sono. A suo avviso anche a Bolzano la Provincia potrebbe promuovere la democrazia deliberativa e al tempo stesso una buona legge sulla democrazia diretta.

Dorigatti: i partiti si muovano sulla partecipazione per non indebolire le istituzioni democratiche.

Nel concludere l'incontro il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha ribadito la necessità di prevedere un cambiamento orientato ad una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. "Per questo stiamo studiando l'introduzione dei media civici (presentati poco prima da De Biase, ndr) che ci consentiranno di coinvolgere la popolazione nelle scelte politiche". Per Dorigatti "il Trentino ha oggi bisogno di una più forte partecipazione e con questa conferenza il Consiglio provinciale ha fatto la propria parte e anche i partiti dovrebbero impegnarsi in questa direzione. Perché se si toglie valore alle istituzioni democratiche si toglie valore anche alla libertà del Paese".

Immagini
  • conferenza di informazione democrazia diretta 1
  • conferenza di informazione democrazia diretta 2
  • conferenza di informazione democrazia diretta consiglieri in sala
  • conferenza informazione democrazia diretta De Biase e altri partecipanti
  • conferenza informazione Marzari Fronza Marini e Degasperi