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Risparmiare energia migliorando l'illuminazione esterna. La scheda

Il disegno di legge 232 di Roberto Bombarda. Con intervista

Risparmiare energia migliorando l'illuminazione esterna. La scheda

Previsti contributi (nella foto, luci stradali, non sempre adeguate)

Il disegno di legge 232 proposto da Roberto Bombarda (Verdi e democratici per l’Unione), “Disposizioni in materia di inquinamento luminoso e risparmio energetico nell'illuminazione per esterni”, presentato il 4 aprile 2007 e affidato all’esame della seconda commissione permanente del Consiglio, impegna la Provincia ed i Comuni a ridurre con appositi incentivi i consumi di energia elettrica negli impianti di illuminazione esterna.

Per perseguire l'obiettivo, il provvedimento prevede che siano uniformati i criteri di progettazione volti a migliorare la qualità luminosa degli impianti, anche per la sicurezza della circolazione stradale, assicurando al tempo stesso la formazione professionale dei tecnici.

GLI OBIETTIVI
Oltre a quelli già enunciati nel titolo, i principali obiettivi del provvedimento sono
- la prevenzione dell’inquinamento ottico e luminoso derivante dall'uso degli impianti d'illuminazione esterna di qualsiasi tipo, comprese le pubblicità,
- azioni di sensibilizzazione sulle tematiche relative all'inquinamento luminoso e del risparmio energetico nell'illuminazione,
- la salvaguardia del cielo notturno stellato, considerato anch’esso un patrimonio naturale da conservare e valorizzare.

COMPITI DELLA PROVINCIA
La Giunta provinciale approva un piano provinciale per la prevenzione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico nell'illuminazione, che comprende le linee guida per la progettazione e la realizzazione degli impianti d'illuminazione esterna, nonché i criteri di adeguamento degli impianti esistenti, forme d'incentivazione economica per l'adeguamento delle strutture d'illuminazione esistenti, programmi di formazione professionale per tecnici e progettisti di impianti d'illuminazione (la partecipazione ai corsi di formazione costituisce titolo di preferenza nell'assegnazione di progettazioni d'illuminazione pubblica, a meno che i professionisti privi di questo titolo non documentino un'adeguata formazione ed esperienza professionale in materia di riduzione dell'inquinamento luminoso e di risparmio energetico nell'illuminazione), l'elenco, da aggiornare annualmente, degli osservatori astronomici pubblici, privati, professionali e non professionali da tutelare, ma anche delle aree naturali protette suscettibili di particolari forme di tutela dall'inquinamento luminoso (gli osservatori sono iscritti nell'elenco previa domanda del soggetto interessato e previa valutazione del programma di ricerca scientifica dell'osservatorio), l'elenco dei siti di osservazione astronomica, le linee guida per la predisposizione dei piani comunali d'intervento per la riduzione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico nell'illuminazione.

COMPITI DEI COMUNI
Dal canto loro i comuni, entro due anni dall'approvazione del piano provinciale, adottano il piano comunale dell'illuminazione, tenendo conto delle linee guida indicate dalla Giunta provinciale, e adeguano il proprio regolamento edilizio alle norme tecniche e di salvaguardia.

CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE
Per le campagne di sensibilizzazione e per la realizzazione dei corsi di formazione dei tecnici e progettisti la Provincia e i comuni si avvalgono della collaborazione delle associazioni che si occupano della protezione del cielo notturno e in generale dell'inquinamento luminoso e del risparmio energetico nell'illuminazione.

I CONTRIBUTI
Stando al disegno di legge, in base al piano provinciale in materia la Giunta concede contributi ai comuni e ad altri soggetti pubblici o privati con questo ordine di preferenza:
a) impianti d'illuminazione stradale con elevata efficienza che, compatibilmente con le norme tecniche e di sicurezza, minimizzino le potenze installate, massimizzano le distanze fra gli apparecchi d'illuminazione e minimizzino costi e interventi di manutenzione;
b) progetti d'illuminazione architettonica di particolare contenuto innovativo e tecnologico, diretti al contenimento dell'inquinamento luminoso e al risparmio energetico;
c) interventi di adeguamento degli impianti esistenti ricadenti nelle fasce di protezione di osservatori astronomici e siti di osservazione, in parchi, riserve naturali o biotopi;
d) interventi di adeguamento degli impianti esistenti in altre zone.

NB
Il dispositivo precisa che “per inquinamento luminoso dell'atmosfera s'intende ogni forma d'irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, in particolar modo se è orientata al di sopra della linea dell'orizzonte. Per inquinamento ottico s'intende qualsiasi illuminamento diretto prodotto dagli impianti d'illuminazione su oggetti che non è necessario illuminare”.

L'INTERVISTA AL PROPONENTE

Consigliere Bombarda, la sua proposta prende spunto da leggi già introdotte in altre ragioni d’Italia?
Certo. Fra il 1997 ed il 2003, il Veneto, la Valle d’Aosta, la Toscana, il Piemonte, la Lombardia, il Lazio, le Marche, la Campania, la Basilicata, e l’Emilia Romagna si sono date una specifica normativa per la riduzione dell’inquinamento luminoso notturno. Altre ancora hanno inserito norme specifiche sull’argomento nelle leggi generali di tutela dell’ambiente. Inoltre norme di questo tipo esistono da molto tempo anche all’estero: la prima risale al 1958 ed è stata adottata in Arizona, negli Stati Uniti.

Non è eccessivo che il legislatore si preoccupi di disciplinare anche la luce artificiale, della quale comunque abbiamo bisogno?
No, per almeno due buone ragioni. La prima è ambientale. Occorre combattere il cosiddetto "inquinamento luminoso” perché gli ecosistemi naturali, quali flora e fauna, subiscono un danno dalle fonti luminose notturne, che interferiscono con il ciclo naturale notte/giorno (buio/luce). Alcuni studiosi ritengono che l’alterazione del ciclo buio/luce, attraverso una eccessiva illuminazione notturna possa provocare disturbi anche all’uomo. Ad esempio non concedendo un riposo notturno confortevole. Nelle città, ormai, sia a causa del rumore che della luce notturna eccessiva, per dormire occorre chiudere ermeticamente le serrande. Infine il Trentino è una delle pochissime zone del Paese nelle quali si può ancora ammirare il cielo stellato, che non a caso propongo di considerare una parte importante del nostro patrimonio naturale da proteggere, ottimizzando l’utilizzo delle luci notturne, anche per non ostacolare la ricerca scientifica in campo atronomico e a beneficio dei punti di osservazione.

E la seconda ragione?
La seconda ragione è di natura economica. E’ stato calcolato che adeguando gli impianti di illuminazione notturna (stradali, insegne, e privati) si ottiene un risparmio energetico attorno al 30% della spesa attuale. Stime sicuramente prudenti affermano che nel nostro paese si sperperano ogni anno dai 150 ai 200 milioni di euro a causa di difetti di progettazione, di realizzazione o di gestione di impianti di illuminazione o per l’uso di corpi illuminanti eccessivamente disperdenti. Rapportando tale dato ad una città di 50.000 abitanti, si ricava un dato prossimo ai 200 mila euro/anno sperperati. Non si tratta quindi di spegnere gli impianti esistenti, ma di razionalizzarli.

Approfondimenti
Disegno di legge 232 Bombarda illuminazione
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