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20/06/2019 - In aula o in commissione

Il Pd accetta la mediazione con la maggioranza: il quorum dei referendum passa dal 50 al 40%

Il Consiglio provinciale approva il ddl di Zeni con 31 sì e 2 non partecipanti al voto (5 stelle)

Il Pd accetta la mediazione con la maggioranza: il quorum dei referendum passa dal 50 al 40%

Il Pd accetta la mediazione con la maggioranza: il quorum dei referendum passa dal 50 al 40%

A metà pomeriggio è stato approvato il ddl Zeni (PD) che porta il quorum dei referendum dal 50 al 40%: 31 i sì e due non partecipanti al voto, Marini e Degasperi (5 Stelle). Bocciati con 20 no e 11 sì e due non partecipanti al voto, sempre Marini e Degasperi, gli articoli 3 e 5, decaduti, a seguito dell’emendamento che ha introdotto il 40%, gli altri due. L’abbassamento del quorum è stato il frutto di una mediazione raggiunta nelle ultime ore tra il Pd e la maggioranza. Il ddl Zeni, nella prima stesura, prevedeva che i referendum fossero validi se avessero raggiunto almeno la metà della percentuale media dei votanti delle elezioni provinciali.


Luca Zeni, in apertura di seduta, ha illustrato la proposta affermando che l’oggetto del contendere vero è il quorum che deve essere in equilibrio tra democrazia rappresentativa e quella diretta. Il ddl in origine, ha ricordato, prevedeva un criterio razionale: metà più uno della media votanti alle ultime elezioni ma la strada di questa proposta è risultata sbarrata. Così come non si è trovato l’accordo sull’altra proposta del Pd, che riprendeva il l’emendamento Ceccanti, votato a maggioranza dal Parlamento pochi mesi fa: cioè l’obbligo di superare la soglia del 25% dei sì degli aventi diritto. La Giunta, ha continuato nella sua ricostruzione Zeni, ha proposto il 40%, un criterio discrezionale, ma che, rispetto al 50%, migliora sul versante della partecipazione e scoraggia la campagna per il non voto. Di qui, ha continuato Luca Zeni, la scelta di accettare la mediazione della Giunta. Non è l’ottimo, ha concluso, ma è un miglioramento, un passo avanti.


Savoi: la Lega non poteva accettare quorum troppo bassi.


Alessandro Savoi (Lega) ha affermato che la legge sui referendum andava rivista dopo 16 anni, ma la Lega non poteva accettare quorum troppo bassi. La soglia del 40%, invece, è un segnale positivo e dà la possibilità di effettuare veri referendum.


Marini (5 Stelle): nessuna apertura di spazi democratici.


Alex Marini (5 Stelle) citando Bobbio ha detto che la democrazia si misura sul grado di ampliamento degli spazi democratici e in questo caso non si è aperto alcuno spazio. Il consigliere ha detto di aver cercato compromessi senza aver avuto risposte e ha respinto l’accusa di aver agito con rigidità. Altrimenti, ha continuato, dovremmo dire che rigida è la Svizzera, l’Australia o la Germania o la commissione di Venezia. Il quorum, come dimostrano le consultazioni anche in Italia, induce la gente a stare a casa, mentre il quorum zero stimola la partecipazione. Secondo Marini, inoltre, non c’è stata alcuna mediazione, tutt’altro. Di fronte a dati e argomentazioni anche accademiche c’è sempre stato un muro. Almeno, ha commentato, si sarebbe dovuto armonizzare il quorum a quello dei comuni, che in alcuni casi è zero.


Tonini (Pd): guardiamo al bicchiere mezzo pieno del 40%.


In dichiarazione di voto il capogruppo Pd Tonini ha ricordato che le mediazioni sono sempre un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il mezzo pieno è che il 40% e meglio del 50%. Dieci punti in meno rendono meno rischioso il comportamento ostruzionistico che è come il fuorigioco nel calcio che col 40% diventa un po’ più rischioso da praticare. Insomma, si è fatto un passo avanti.


Ghezzi (Futura): sarebbe stato meglio il 33%. Come richiamo ai 33 trentini.


Paolo Ghezzi (Futura) ha detto di aver preso atto della mediazione tra Pd e Giunta e, annunciando il sì di Futura, ha aggiunto che sarebbe stato bello ascoltare dall’esecutivo un minimo di disponibilità a schiodarsi da questo 40%. Avrei visto bene un 33%, ha affermato ironicamente, visto che Trento è conosciuta anche per i 33 trentini. Sarebbe stato un simpatico richiamo alla nostra specialità. Insomma, per Ghezzi ci si deve accontentare di questo piccolo passo avanti. Infine, il capogruppo di Futura ha ringraziato per la passione civile Marini.


Rossi (Patt): è un passo avanti ma la Giunta poteva osare di più.


Sì al ddl è stato espresso anche da Rossi che ha anche lui ringraziato Marini per un lavoro che, assieme al comitato, viene da lontano. Un lavoro senza il quale non si sarebbe fatto neppure questo piccolo passo. Il capogruppo Patt ha ricordato che Bolzano ha avuto più coraggio e forse il governo attuale, pur riconoscendo che la Lega è sempre stata al 40%, poteva osare come ha fatto il governo precedente, magari arrivando ad un 35%.


Savoi (Lega): si è migliorata la legge dopo 16 anni.


Savoi, annunciando voto favorevole al ddl, ha detto di rispettare la battaglia di 5 Stelle ma quando si fanno referendum che abrogano legge fatte dal Consiglio è indispensabile avere un quorum buono. Il risultato è comunque positivo per il Trentino perché è stata migliorata una legge che ha ormai 16 anni.


Marini: non c’è stata alcuna volontà di aprire spazi democratici.


Alex Marini, dichiarando l’astensione, ha affermato che si è perso di vista un principio essenziale della democrazia: la separazione dei poteri che in Trentino non c’è. Basti pensare alla lottizzazione delle figure di garanzia. L’esponente di 5 Stelle ha ricordato che il prof. Toniatti, in commissione, ha detto che la legge proposta dal Comitato avrebbe bilanciato rappresentanza e popolo. Con questo quorum, invece, ci sono solo pesi. La volontà di non aprire spazi democratici la si è vista, ha aggiunto, con la bocciatura, con la scusa che sarebbe costato troppo, di un odg che parlava semplicemente di educazione civica attraverso la distribuzione di un opuscolo informativo nelle scuole sui referendum. Così come il no all’odg per semplificare l’iter burocratico. Quindi, la volontà, di questa come della precendente maggioranza, di aprire spazi democratici è pari allo zero.


Gottardi (Civica Trentina): rappresentare il popolo vuol dire avere la responsabilità di decidere.


L’assessore Gottardi ha affermato che dire che in Trentino non c’è separazione dei potere è fuori luogo e ha ricordato che anche a livello nazionale spesso i membri del Governo sono anche membri del Parlamento. L’informazione del Consiglio, ha aggiunto riferendosi all’odg bocciato, c’è e quindi non sembra necessario aggiungere altri strumenti. Il sistema giuridico italiano poi ha una sua storia che ci distingue dagli altri Paesi e anche l’esempio dei quorum dei comuni non ha molto senso perché i consigli comunali non legiferano. Infine, Gottardi ha ricordato che il tema del quorum con questa maggioranza è arrivato in aula, cosa che non è accaduta nel corso degli ultimi otto anni. L’assessore, infine, ha difeso la democrazia rappresentativa, perché, ha detto, rappresentare il popolo significa anche decidere, avere la responsabilità di dire si sì o di no.


Degasperi (5 Stelle): s’è trattato di una resa non di una mediazione.


Degasperi (5 Stelle) ha detto che non c’è stata mediazione, se ci fosse stata sarebbe entrato in partita anche 5 Stelle. In realtà la maggioranza e la Lega si sono inchiodati al 40%. Quindi, non si è trattata di una mediazione ma di una resa al partito di maggioranza. C’è stata una discussione da farmacisti sulla percentuale, ha aggiunto, ma la sostanza era quorum sì, quorum no. Dimenticando che i referendum costituzionali, senza quorum, sono stati i più partecipati. Il ddl, ha ricordato, era arrivato in aula nella scorsa legislatura e anche allora, da parte della maggioranza, si è parlato, con le stesse parole dell’esecutivo attuale, di un ipotetico conflitto tra maggioranza rappresentativa e diretta.


Tonini (Pd): accettare il 40% è stato un atto di saggezza.


Tonini riferendosi a Degasperi ha detto che la mediazione significa un passo avanti e in parlamento si deve fare i conti con i numeri. Secondo il capogruppo Pd è stato più saggio accettare di abbassare il quorum dal 50 al 40%. Poi sarà la storia dirà se si è trattato di un trattamento cosmetico e di una riforma vera.


Rossi (Patt): la scorsa legislatura ci eravamo accordati sui contenuti del ddl Marini.


Rossi ha precisato che i contenuti del ddl Marini erano quelli concordati con la Giunta la scorsa legislatura. C’è stata dunque una forte differenza tra l’approccio della Giunta Rossi e quello dell’attuale maggioranza.


Paccher (Lega): va dato atto alla maggioranza di aver abbassato il quorum.


Roberto Paccher (Lega) ha detto che il fatto che si sia parlato ore sui referendum dimostra che nessuno della maggioranza vuole attentare alla democrazia. Di fatto, ha continuato, solo oggi per la prima volta si è messa mano a questa legge abbassando il quorum. Perciò va dato atto alla Lega e al governo di aver dimostrato disponibilità a venire incontro ai proponenti del ddl. Infine, Paccher ha ricordato che la stessa Lega con referendum sulle comunità di valle è rimasta vittima del quorum ma non per questo ha attaccato la legge.


Commissione maltempo prorogata di quattro mesi.


Infine il Consiglio, con voto unanime, ha prorogato di quattro mesi la commissione maltempo. A questo proposito Ugo Rossi (Patt) ha di nuovo segnalato che alcuni comuni hanno reso noto che non sono in grado di assegnare i lavori di somma urgenza per il fatto che hanno la disponibilità del 30% dei finanziamenti Pat. Il problema, ha aggiunto il capogruppo Patt, è che le ditte hanno già lavorato. Non a caso il Presidente degli artigiani ha segnalato pubblicamente ritardi nei pagamenti. Problema che Rossi ha detto di aver evidenziato più volte anche in commissione. Pare che la delibera che assegna il 100% dei finanziamenti per questi fini sia in preparazione, ha detto Rossi, ma non c’è ancora. Una risposta ai comuni interessati è dovuta. Tra l’altro ai sindaci è arrivata una lettera di Fugatti perché spendano in fretta i soldi che però, a quanto pare, non ci sono.

Fugatti ha risposto che la questione è monitorata, e di averne parlato col Presidente degli artigiani ma i sindaci devono portare i casi all’attenzione della Provincia.