Dalla Seconda Commissione via libera al fondo per il sostegno alle imprese di autotrasporto
Diffuso scontento per il nuovo contratto dei lavoratori del Progettone
In allegato, testi e foto
La seconda Commissione
permanente presieduta da Luca Giuliani si è riunita nel primo
pomeriggio di oggi, a margine dei lavori del Consiglio provinciale,
per affrontare due punti all’ordine del giorno: è stato espresso
il parere ad una delibera di Giunta che istituisce il Fondo a
sostegno delle imprese di autotrasporti e si sono svolte le audizioni
con Sindacati e rappresentanti dei Lavoratori sul nuovo contratto di
lavoro per il Progettone, dalle quali è emersa una diffusa
insoddisfazione.
Sì al Fondo a
sostegno delle imprese di autotrasporto
La delibera di Giunta
sulla quale è stato espresso parere favorevole dalla Commissione
(con l’astensione di Filippo Degasperi dei 5 Stelle) fissa i
criteri inerenti il Fondo a sostegno delle imprese di autotrasporto.
Si tratta della riproposizione di un intervento del 2009 a supporto
delle imprese di trasporti che si impegnano a mantenere
l’occupazione. Si rivolge ad aziende tra 4 e 50 dipendenti, con
limite del de minimis e massimale di € 100.000,00 triennali. Le
risorse già a bilancio per questa previsione sono € 1,5 milioni.
Le domande per accedere al Fondo resteranno aperte dal primo
settembre al primo dicembre. Le imprese dovranno essere socie di
Confidi e dunque di fatto saranno imprese locali con sede e struttura
in provincia di Trento.
Progettone: tutti
scontenti del nuovo contratto
A seguire la Commissione
ha ospitato le audizioni in merito al rinnovo del contratto di lavoro
provinciale per i lavoratori del Progettone. Sono stati sentiti il
Sindacato di base multi categoriale, il Coordinamento lavoratori
Progettone e l’USB Lavoro Privato. Da tutti è emerso lo scontento
per il contratto così come rinnovato e la richiesta di riaprire la
contrattazione e ripristinare lo stato precedente (si vedano
documenti allegati).
Il contratto, firmato il
18 maggio scorso dopo un anno di trattativa, hanno spiegato i
funzionari provinciali presenti, risponde all’esigenza di dare un
risultato in termini di maggiore occupazione rispetto al mantenimento
delle risorse. La Pat destina quest’anno a questo progetto 50
milioni di euro, una cifra che rimane quasi invariata -con un lieve
aumento- rispetto ai precedenti anni. L’accordo, sottoscritto al
tavolo trilaterale Sindacati-Cooperative-Provincia, è arrivato dopo
un ragionamento in diverse direzioni ed in particolare -dopo che non
era stata accolta dai Sindacati la prospettiva di una riduzione
dell’orario di lavoro di 2,5 ore con conseguente riduzione del
salario- si è intervenuti sull’indennità di presenza, la
quattordicesima e l’indennità di trasporto, garantendo a
compensazione un’indennità di produttività e creando il buono
pasto.
Gli uffici provinciali
hanno rivelato che dai conteggi risulta che rispetto al vecchio
contratto si crea una minore contribuzione annua di circa € 480,00
e a fronte di questa € 230,00 di maggior potere di acquisto (dati
dai buoni pasto).
I rappresentanti dei
Sindacati di base hanno sostenuto che il nuovo contratto
farebbe emergere una sconfessione rispetto agli obiettivi del
Progettone che vorrebbe scortare i lavoratori anziani alla pensione.
Abolire la quattordicesima, l’indennità di presenza e di trasporto
introducendo il premio di risultato e i buoni pasto, che non sono
elementi della retribuzione, farebbe emergere a loro avviso un
profilo di illegittimità. “Mascherando l’indennità di presenza
che è tassata, con un premio, che non è tassato, il danno lo
subiscono i lavoratori, ma anche la Provincia, perché così si crea
anche un minor gettito fiscale”. Lo stesso dicasi per il buono
pasto. “Chiediamo che venga congelato il rinnovo del contratto e
che si stabilisca lo status precedente riaprendo la trattativa con i
lavoratori”, è stato detto in conclusione.
Stessa musica dal
Coordinamento Lavoratori che hanno consegnato ai consiglieri
una tabella di confronto tra lo stipendio attuale e quello
precedente. A loro parere sarebbe molto preferibile l’ipotesi di
riduzione dell’orario. “Il nuovo contratto è molto penalizzante,
perdiamo circa € 100 al mese, per non parlare del montante
contributivo” è stato osservato. “Con la riduzione oraria ci
rimetteremmo meno. Adesso lavoriamo uguale, guadagnamo meno,
chiediamo la carità con il buono pasto mentre la pensione
precipita”.
Infine, critiche anche da
USB Lavoro Privato, contrari all’accordo perché “una
parte di salario certa diventa variabile e non concorre alla
costruzione della pensione”. Chiediamo la possibilità di vedere i
bilancio del Progettone, hanno chiesto, perché non si comprende come
non si possano introdurre meccanismi per valorizzare il lavoro di
questi lavoratori. Anche da parte loro è stata avanzata la richiesta
di riaprire la discussione con i lavoratori e di virare, piuttosto,
sull’ipotesi di una riduzione oraria.
Vista la rilevanza
dell’argomento e i tempi stretti -a ridosso dell’appello della
seduta pomeridiana del Consiglio-, i consiglieri hanno convenuto
sull’opportunità di rivedersi e di risentire le parti anche in
presenza dell’assessore competente Alessandro Olivi.