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25/10/2016 - In aula o in commissione

Giudizi controversi per la riforma della legge sulle cave proposta dall'assessore Olivi

Le audizioni effettuate dalla Seconda Commissione

Giudizi controversi per la riforma della legge sulle cave proposta dall'assessore Olivi

In allegato i documenti con le osservazioni dei soggetti consultati

​​​​​​​​​​​La seconda Commissione permnente presieduta da Luca Giuliani, ha ospitato nel pomeriggio di oggi le numerose audizioni ai tre disegni di legge che interessano il settore delle cave, che versa da tempo in una situazione di grave crisi. I documenti, uno del consigliere Filippo Degasperi, l'altro di Walter Viola e il testo firmato dall'assessore Alessandro Olivi, intervengono in diversa misura a modifica delle norme vigenti in materia. In allegato i numerosi documenti di osservazione depositati nel corso dei lavori.

I sindacati: forte richiamo alla responsabilità

Moreno Marighetti e Maurizio Zabbeni (CGIL), Fabrizio Bignotti e Nedzmi Mati (Cisl) sono intervenuti su una materia che hanno definito "molto complessa". "Le nostre proposte" ha esordito Zabbeni interpretando un sentire comune dei colleghi "cercano di rendere la legislazione coerente e molto cogente sulla tutela di lavoro, sicurezza, sistema sanzionatorio, rispetto ad un settore drammaticamente colpito dalla crisi e che non ha bisogno di ulteriori fraintendimenti che già si sono susseguiti nel corso degli anni". Il rappresentante CGIL ha espresso un richiamo forte al senso di responsabilità dei consiglieri e chiesto l'introduzione di norme vincolanti nelle concessioni. Ha quindi dato lettura di un documento condiviso (allegato) che reca modifiche puntuali e l'introduzione di commi ai documenti in discussione immaginandoli confluire in un unico intervento legislativo di cui, ha anticipato "si condividono ratio e finalità".

Coordinamento lavoro porfido (CLP): appello all'assessore affinché ritiri la propria legge, peggiorativa della crisi in cui versa il settore. Bene le proposte di Degasperi e Viola

Vigilio Valentini e Walter Ferrari per il CLP hanno precisato che la loro associazione è "apartitica" e indipendente" ed ha a cuore solo il bene dei lavoratori ed il rispetto della legalità, ricordando le coraggiose azioni messe in atto negli ultimi anni a sostegno degli stessi, l'ultima delle quali è cronaca di questi giorni (l'esposto contro Olivi e Sindaci per il mancato rispetto del comma 5, dell'articolo 33 della legge 7 che vincolava la concessione al mantenimento dei livelli occupazionali). Venendo ai documenti in discussione, la proposta di legge Degasperi non scardina le norme vigenti, ma le ottimizza e le rende cogenti puntando sulla qualità del prodotto e dell'impresa e prevedendo controlli e sorveglianza nel procedimento di diffida-sospensione-revoca della concessione in caso d'inadempienza. Sintetica e precisa anche la proposta di Viola, di cui tuttavia non si condivide il dispositivo del primo articolo che prevede l'adozione del contratto nazionale di lavoro del settore lapideo, che prevede salari più bassi e svantaggiosi per i lavoratori. Bene invece l'accento sulla qualità legata alle certificazioni ISO, come previsto anche dalla proposta di Degasperi e i riferimenti a vigilanza e controllo. Grave preoccupazione invece è stata espressa per la proposta dell'assessore Olivi definita "macchinosa, ambigua in diversi punti, contraddittoria e di difficile interpretazione e applicazione". Le norme d'iniziativa giuntale danno a loro avviso mano libera alle ditte per mantenere inalterato lo status quo e non contengono alcuna volontà di salvare il settore del porfido e fargli fare un salto di qualità. Giudizio totalmente negativo quindi sulla proposta Olivi che non conterrebbe alcun deterrente per chi non rispetta la legge e anzi favorirà l'illegalità e la corruzione sostenendo ulteriormente le lobby dei concessionari, vere responsabili del degrado in cui versa il settore e depotenzierà la tutela del lavoro e dei lavoratori. Valentini e Ferrari hanno concluso l'audizione con un accorato appello di responsabilità a sostegno della rinascita del settore del porfido che non si potrà realizzare con la legge Olivi che hanno chiesto a gran voce di ritirare.

Imprenditori

Per il Coordinamento provinciale Imprenditori hanno partecipato ai lavori Rocco Cristofolini, Simone Caresia e Baldo Pierangelo (Confindustria), Bernardino Santoni (Federazione Cooperative), Roberto de Laurentis e Marzia Albasini (Artigiani).

Industriali: preoccupazione per la rigidità e pesantezza dell'impianto normativo

Cristofolini ha espresso alcune considerazioni generali sul settore, la cui crisi è ben lontana da una soluzione. Condivisibile dunque la necessità di affrontare un'importante revisione dell'intero sistema che passi da una riscrittura della legge nella direzione della trasparenza, chiarezza dei ruoli e semplificazione. Altrettanto positivo è a suo avviso ragionare sulle certezze delle nuove concessioni e bandi omogenei in termini di tempo e qualità. Precccupazione è stata invece espressa per l'impianto normativo "rigido e con vincoli forse eccessivamente burocratici" e un sistema di regole, adempimenti ed obblighi molto articolato e pesante, che potrebbe frenare l'attività delle imprese. Chiediamo permanga la norma che i Comuni possano assegnare piccole porzioni a trattativa privata che potrebbero risolvere situazioni che potrebbero incepparsi per carenza di materia prima. Da prevedere la riduzione del canone delle garanzie fideiussorie in caso di aziende certificate per premiare chi si impegna sul fronte ambiente. Opportuno rafforzare in legge interventi di promozione della qualità e la tutela di un marchio del prodotto riconosciuto, prevedendo incentivi e premialità per le imprese che investano in questa direzione. "Crediamo", ha aggiunto Caresia, "che la sfida sarà quella di trovare il giusto equilibrio tra l'esigenza di trasparenza e la possibilità d modificare velocemente gli assetti organizzativi e la struttura interne".

Artigiani: troppa burocrazia, attenzione al monopolio delle imprese estrattive

Il fatto che ci siano ben tre proposte di legge la dice lunga sulla situazione del settore, ha esordito de Laurentis secondo il quale una riforma dell'intero sistema è necessaria. la legge introduce un appesantimento forte ed un'eccessiva burocratizzazione, ben lontana dall'arrivare agli obiettivi annunciati. Occorre a suo parere alleggerire le norme e rimandare al regolamento differenziando i settori. De Larentis ha espresso contrarietà sul sistema 80/20 sulle nuove concessioni, impostazione inaccettabile "perché mira a limitare in senso aprioristico la vendita del materiale grezzo senza che venga valorizzato il settore della trasformazione/lavorazione". Si creerebbe così un monopolio inaccettabile delle imprese estrattive. Sull'argomento qualità, infine, occorre ragionare in termini di certificazione e capacità di essere un marchio vero, garantito da controlli che favoriscano le imprese virtuose.

Cooperative: la riforma del settore, una grossa scommessa per il futuro

Bernardino Santoni per la Federazione trentina Cooperative, ha definito questa "una grossa scommessa per il futuro, quasi una nuova legge" visti i pesanti interventi che contiene. Si è soffermato in particolare su tre aspetti: in primo luogo la destrutturazione del ciclo produttivo e della filiera, in particolare per la vendita diretta del grezzo. La crisi ha procurato effetti drammatici e la nuova regola va attuata con una buona dose di "flessibilità", pena la destrutturazione di alcune delle fasi che già funzionano. Altro aspetto apprezzabile a suo avviso, per garantire uniformità nella gestione del settore, la redazione di una disciplina tipo e del bando di gara da parte della Pat, con clausole vincolanti per i Comuni. Infine, positivo il giudizio sull'ambito aggregativo: "noi riteniamo che la notevole frammentazione anche delle aziende di questo settore possa essere superata e ottenere brillanti performance nel contesto internazionale, attraverso l'aggregazione" ha concluso Santoni.

Evidentemente il marchio di qualità dovrebbe essere già "una previa verifica dei requisiti per accedere a determinati tipi di benefici" ha commentato Walter Viola. Sull'80/20 tanto vituperato, ritengo si possa trovare una quadra, ha aggiunto: mi pare di poter dire che quello che conta è la verifica del processo. Altra questione: le norme guardano soprattutto ad un settore ed è ragionevole pensare che alcuni accorgimenti per snellire certe situazioni vadano considerati.

Ente Sviluppo Porfido: occorre maggiore attenzione per l'attività promozionale del prodotto

Massimo Stenico e Francesco Veneri per l'Ente Sviluppo Porfido hanno consegnato un documento in cui hanno riassunto le loro osservazioni. Nelle proposte non è stata a loro avviso sufficientemente considerata l'attività promozionale del prodotto. In questo momento il settore ha bisogno di risposte concrete ed urgenti e riteniamo che solo attraverso la "cultura, la qualità dei prodotti e dei processi di posa, la promozione e la tutela del prodotto" si potranno offrire risposte concrete e contribuire al rilancio del settore, hanno osservato.

Consorzio estrattivo: questa è l'introduzione della pena di morte delle aziende di settore

Flavia Angeli per il Consorzio Estrattivo ha osservato come da tempo si veda la necessità di procedere ad una revisione della norma di settore, in una realtà in continuo mutamento per la grave crisi economica e per la costante necessità di innovare delle aziende. "Prendiamo atto, tuttavia" ha detto Angeli, "del mancato coinvolgimento del Consorzio nella formulazione del disegno di legge e dell'azione "unilaterale" attuata dagli organi provinciali in contrasto con i principi di partecipazione oggi diffusi". Mancano nelle nuove norme elementi di valorizzazione delle risorse provinciali: "questa è l'introduzione della pena di morte delle aziende di questo settore" ha detto. E' necessaria a suo parere un'analisi più attenta e condivisa delle norme e l'attivazione di un tavolo di confronto esteso agli operatori, anche in tempi stretti. In alternativa, si auspica l'obiettivo minimale di analizzare le ricadute delle prescrizioni sulle aziende, semplificando e chiarendo i singoli articoli.

Cavatori trentini: occorre chiarezza sulle diverse realtà estrattive

Marco Bertolini, Marco Chiarani e Olivo Tranquillini, intervenuti in rappresentanza del Gruppo Cavatori trentini, si sono espressi a difesa dell'impianto legislativo esistente. Non è giusto irrigidire l'intero sistema e la richiesta è di fare chiarezza sulle differenti realtà estrattive e che si tenga conto delle differenti prerogative e problematiche. Ovvero, prima di operare i profondi interventi contenuti in questa legge "di sistema", servirebbe un po' di chiarezza, hanno aggiunto, e che i numerosi articoli introdotti, dove possibile, siano specificatamente riferiti al porfido senza appesantire gli altri settori già gravati da una forte crisi economica.

Trentino Sviluppo: il ddl Olivi va nella direzione auspicata

Mauro Casotto e Ezio Cristofolini per Trentino Sviluppo (il primo è anche Presidente del Tavolo di Coordinamento del Porfido) hanno espresso tre sostanziali osservazioni perfettamente rispettate dal documento prodotto dalla Giunta provinciale: l'esigenza di aggregazioni per avere una massa critica maggiore, la possibilità di unire i lotti in macro lotti e l'omogenizzazione delle normative di riferimento e la loro interpretazione e applicazione.

Camera di Commercio: sostanziale condivisione con alcuni suggerimenti

Alberto Olivo e Mario Bertolini sono intervenuti in rappresentanza della Camera di commercio ed hanno espresso una valutazione d'insieme sulle norme che sono le benvenute, visto che non c'è tempo da perdere e che siamo al decimo anno di crisi. Gli auspici, che vengono dalle aziende, sono un alleggerimento degli oneri burocratici che cozzano con la necessità di avere sistemi organizzativi, produttivi ed aziendali meno rigidi. Bene le aggregazioni, bene i macrolotti, ma soprattutto le filiere adeguate a ristrutturare le aziende e a renderle in grado di rilanciare i prodotti sul mercato, in un'ottica di sistema, favorendo la promozione e la formazione di un marchio di qualità controllata e vincolato alla sostenibilità ambientale. Attenzione infine è stata suggerita verso l'omogenizzazione della disciplina, per evitare che imprenditori che lavorano negli stessi ambiti si trovino ad avere riferimenti diversi. Infine, bene se il distretto si riconfigura come porfidi, marmi e graniti, si semplifica il ruolo, perché le finalità si assomigliano molto di più rispetto a sabbie e ghiaie.

Allegati
Il documento dei sindacati
Il documento di Confindustria
Il documento dell'Associazione artigiani
Il documento dei comuni della zona del porfido
Il documento del Consorzio estrattivo trentino
Il documento del Coordinamento dei lavoratori del porfido di Lona e Lases
Il documento dell'Ente dello sviluppo del porfido
Il documento del Gruppo cavatori trentini
Il documento della Camera di commercio