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24/10/2016 - In aula o in commissione

Sì al ricorso alla Consulta contro la legge sui bilanci degli enti locali e al ddl Zeller sullo Statuto

Dalla Prima Commissione.

Sì al ricorso alla Consulta contro la legge sui bilanci degli enti locali e al ddl Zeller sullo Statuto

Confronto con l'assessore Daldoss (nella foto)

Sì al ricorso alla Consulta contro la legge sui bilanci degli enti locali e al ddl Zeller sullo Statuto

​Nella riunione di stamattina è stata ratificato, con voto unanime, dalla Prima commissione, presieduta da Mattia Civico (Pd), il ricorso della Pat alla Corte Costituzionale contro la legge statale sui bilanci delle regioni e degli enti locali. 

L'assessore Daldoss, rispondendo a una domanda di Borga, ha detto che la trattativa con lo Stato sta andando avanti. Sempre rispondendo a Rodolfo Borga (Civica Trentina), Daldoss ha aggiunto che la partita aperta con lo Stato è doppia, perché riguarda il bilancio della Pat e quello dei comuni. Le cifre in ballo, ha affermato, sono complessivamente rilevanti, anche se, per una stima attendibile, molto dipende da come hanno allocato le risorse nei loro bilanci i comuni. Comunque, si può parlare di 200 - 250 milioni per quanto riguarda la Pat, una cinquantina sui comuni per ciò che riguarda il fondo pluriennale vincolato. L'assessore ha ricordato che per le opere finanziate dai comuni nel 2016 non ci sono problemi, mentre dubbi rimangono ancora per il prossimo anno. Ma, ha ripetuto nel suo intervento Daldoss, si troverà una soluzione per permettere ai comuni di continuare nella programmazione degli investimenti. Tutto da vedere, invece, sulla partita dei bilanci dei comuni. L'assessore ha detto infine di essere ragionevolmente convinto che la norma dello Stato verrà modificata, anche perché contrasta con l'obiettivo del rilancio dell'economia. 

Maurizio Fugatti (Lega), pronunciandosi a favore del ricorso, ha però ricordato, che dopo pochi mesi dall'accordo con Governo per garantire risorse finanziarie della Provincia ci si trova a fare un ricorso alla Consulta. Anche se, ha ricordato il consigliere leghista, la Pat, per ottenere quest'accordo, ha rinunciato ad una serie di impugnative davanti alla Corte. 

Marino Simoni (PT) ha detto che quello sollevato da Fugatti è il problema, perché c'è una pesantissima aggressione alle autonomie e il sistema pattizio con lo Stato viene ripetutamente smentito. Anche Simoni, ha sottolineato che per arrivare alla firma del Patto di garanzia sono stati ritirati i ricorsi alla Consulta, ma lo Stato non ha mantenuto la parola. Il risultato che abbiamo sotto gli occhi, ha affermato, ed è il congelamento degli interventi previsti dai comuni. Inoltre, ha concluso l'esponente di PT, la riforma costituzionale, se dovesse passare, porterà ulteriori difficoltà. Borga, in conclusione, ha parlato di totale inaffidabilità del Governo.

Sì al ddl Zeller, ma i parlamentari devono integrare il loro lavoro con quello di Consulta e Convenzione.

S'è poi discusso della bozza di modifica dello Statuto proposta dagli onorevoli Zeller, Berger, Palermo, Fravezzi, Panizza, Laniece, Battista e Tonina che ha ottenuto il parere favorevole della Prima con 5 sì e 2 contrari. La commissione ha accompagnato il sì al ddl con una raccomandazione, proposta da Civico e votata con 5 sì e due astenuti, affinché i proponenti del ddl raccordino il loro lavoro sullo Statuto con il percorso avviato dalla Consulta e dalla Convenzione. No, invece, alla proposta di Borga (3 sì e 4 no) per inserire nel parere sul ddl l'impegno a stralciare dalla proposta di legge il passaggio delle competenze sui comuni dalla Regione alle due Province. 

Borga, motivando la sua richiesta, ha detto il suo sì al ddl sarebbe stato possibile solo togliendo la norma che prevede di togliere alla Regione le competenze sugli enti locali. Simoni ha ricordato che la Consulta deve essere il soggetto principale del ridisegno dello Statuto. E che il non riconoscimento del tripolarismo, Regione e due Province, è sbagliato, anche perché la difesa dell'autonomia si incardina, in base all'Accordo Degasperi – Gruber, proprio sulla Regione. Toccare la prerogativa degli enti locali, ha aggiunto, significa toccare il concetto stesso di autonomia, che si basa sulla millenaria storia di autogoverno dei territori. Già nel Tirolo storico, ha ricordato, si era mantenuta una normativa unica della disciplina delle autonomie comunali perché l'Austria aveva capito che toccare i pilastri del sistema delle autonomie è pericoloso. Quindi, anche per Simoni  il sì al ddl ci sarebbe stato, ma solo con le indispensabili garanzie sugli enti locali.

Maurizio Fugatti (Lega) ha ricordato che il ddl venne presentato alla nascita della Consulta e della Convenzione a Bolzano. Proposta, quella dei parlamentari, legittima, anche se c'è il rischio di una delegittimazione di quello che si sta facendo qui. Per questo, il consigliere della Lega, ha annunciato il suo no.

Donata Borgonovo Re (PD) ha anche lei ricordato che c'è stata una sgradevole coincidenza con le iniziative di Trento e Bolzano. Una coincidenza che ha creato la preoccupazione che l'iniziativa parlamentare potesse in qualche modo delegittimare la discussione sui temi avviata con la Consulta. Quindi, la consigliera ha chiesto ai parlamentari di inserire nella relazione illustrativa un riferimento al percorso che si sta svolgendo in Trentino e in Sudtirolo. Questo, ha aggiunto, per dare l'idea di un'integrazione tra il lavoro che si sta facendo sul territorio e la proposta parlamentare.

Civico ha concluso affermando che c'è un momento in cui le questione di metodo e politiche vengono dopo le questioni di merito. Qui il merito è lo Statuto, cioè la "costituzione" della nostra terra, e quindi, ha affermato, insistendo nelle questioni di metodo e politiche non si fa un buon servizio alla comunità. L'autorevolezza della Consulta e della Convenzione, ha detto ancora, non dipende dal silenzio degli altri soggetti che possono esprimersi sullo Statuto. Tra l'altro, ha ricordato, la Consulta è un ulteriore strumento per ampliare la discussione sulla riforma statutaria, ma c'è ancora il Parlamento, c'è ancora la stessa Prima commissione, e c'è il Consiglio. Insomma, ha concluso in Presidente della commissione, oggi si è chiamati ad entrare nel merito, perché questa iniziativa si interseca con il lavoro della Consulta e dello stesso Consiglio. Civico ha proposto, quindi, di inserire nel parere sul ddl parlamentare una raccomandazione al fine di integrare e raccordare il loro lavoro dei parlamentari con quello della Consulta e della Convenzione.