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11/10/2016 - In aula o in commissione

Concluse le audizioni dedicate al disegno di legge a sostegno dell'editoria e delle emittenti private

Lunedì la Quinta Commissione esaminerà e voterà l'articolato

Concluse le audizioni dedicate al disegno di legge a sostegno dell'editoria e delle emittenti private

In allegato, la convocazione con il testo del ddl

​​La Quinta Commissione permanente presieduta da Lucia Maestri ha ospitato questa mattina le numerose audizioni al testo unificato dei disegni di legge 97 e 127 (rispettivamente del consigliere Civettini e del Presidente della Giunta Rossi) in tema di sostegno all'editoria e promozione dell'informazione locale. La Commissione è stata quindi aggiornata a lunedì 17 alle ore 9.30 per l'esame dell'articolato e per consentire di licenziare il testo in tempo utile per la calendarizzazione nella sessione consiliare del 29 novembre prossimo. Il nodo politico più grosso, emerso dall'ascolto degli intervenuti oggi, è quello dell'obbligo del mantenimento dei livelli occupazionali, un passaggio delicato rispetto al quale si sono evidenziate posizioni divergenti.

Sindacato Giornalisti: pluralismo, qualità e occupazione i pilastri da garantire e che questa legge non garantisce completamente

Il primo ad essere ascoltato è stato Stefan Wallish, segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige. L'editoria è in una profonda crisi e dunque un intervento per garantire l'informazione e l'occupazione è importante, oltre che apprezzabile, ha premesso. Dal momento che si tratta di fondi pubblici sono tre le colonne su cui deve essere fondato un intervento di questa natura: "garanzia del pluralismo, qualità e occupazione". Nel disegno di legge in esame, ha osservato Wallish, mancano alcuni paletti più rigidi per garantire l'osservanza dei requisiti, almeno per un anno prima della presentazione della domanda. Qualche dubbio anche sull'unico giornalista di cui potrebbe essere composta una redazione. Inoltre, chi lavora in redazione deve essere inquadrato con contratto giornalistico per evitare il fenomeno delle false partite iva. "Contestiamo infatti" ha chiarito il Segretario, "l'ipotesi di un giornalista prestanome dietro il quale ci potrebbero essere una pletora di precari". Il Veneto, ha osservato, si è dotato di una legge molto più stringente in tal senso. "La nostra proposta", ha aggiunto, " sulla falsariga delle norme adottate dal Veneto, è di dare contributi in modo progressivo, ovvero chi regolarizza un giornalista "abusivo" riceve un coefficiente, come chi assume ex novo un collega": che ci siano cioè "coefficienti progressivi" volti ad incentivare e garantire l'occupazione. Ci sono tre tipi di contratti giornalistici, ha spiegato Wallish: il contratto Fieg-FNSI, il contratto per l'emittenza locale e il contratto stampa periodica, usato per i siti d'informazione locali. Ci sono diversi modi e formule, dunque, per inquadrare questi colleghi. Wallish ha chiesto inoltre l'inclusione di Sindacato, Ordine dei Giornalisti e Inpgi nell'ambito della Conferenza dell'informazione prevista da questa legge e, per concludere, ha osservato che ci sono a suo parere troppi rimandi al regolamento attuativo.

Cisl e Cgil: buoni propositi, ma numerose perplessità sulla mancanza di meccanismi di garanzia dell'occupazione

Per Cisl e Cgil sono intervenuti Lorenzo Pomini e Franco Ianeselli. In termini generali ben vengano le forme di sostegno all'informazione locale, hanno osservato. Alcuni aspetti delle norme lasciano però perplessi, ha osservato Ianeselli: i requisiti di accesso prevedono l'agevolazione di realtà prive di una dotazione minima di personale full time equivalent. Va onestamente definita un'asticella minima per evitare certi comportamenti opportunistici. Inoltre, più alziamo l'asticella anche sulla qualità e garanzia di professionalità del personale meglio è, anche perché qui si parla di risorse pubbliche. Stessa musica per Lorenzo Pomini che ha aggiunto che dentro il ddl dovrebbe esserci un ancoraggio forte a piani industriali che garantiscano da parte dell'imprenditore l'impegno anche di risorse proprie, altrimenti la norma rischia di essere vista come una norma di salvataggio di alcune realtà.

Corecom: parere positivo con alcune note tecniche

Per il Corecom è intervenuto il Presidente Carlo Buzzi sottolineando il ruolo dell'organismo nell'ambito della norma, nell'attività di verifica e di controllo del rispetto degli obblighi cui questa legge vincola e nell'ambito della Conferenza d'informazione. Dal punto di vista tecnico, all'articolo 7 si introducono degli obblighi riferiti ai portali online che andrebbero a suo avviso più opportunamente inseriti nell'articolo 4. Sempre all'articolo 4, Buzzi si è chiesto cosa potrebbe accadere nel caso di società cooperative.

Ordine Giornalisti: occorrono maggiori vincoli a tutela dell'occupazione

Fabrizio Franchi, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti ha premesso che c'è un errore metodologico quando si parla di informazione "gratuita". La riprova di questo sarebbe il grave immobilismo cui si assiste da anni nelle assunzioni nell'ambito dell'informazione. C'è a suo avviso una grossa riflessione da fare al riguardo: quando parliamo di occupazione dobbiamo fare riferimento al contratto giornalistico e nella legge devono esserci dei vincoli precisi a questo riguardo. La domanda che vi pongo è: voi dareste dei contributi a delle aziende di cui non si sa quanti operai impiegano e in che forma sono assunti? Lo stesso vale per le aziende editoriali, rispetto alle quali va fatto un ragionamento più serio e attento, ha aggiunto. Occorre a suo avviso costruire dei meccanismi-coefficienti-paletti affinché chi tutela davvero l'occupazione venga sostenuto e premiato: altrimenti il provvedimento servirà solo a dare momentaneamente ossigeno a chi sta affogando. Qualora uno acceda al finanziamento deve cioè essere vincolato al mantenimento di quei livelli occupazionali. Anche per le minoranze linguistiche, Franchi ha rilevato che le norme prevedono particolare attenzione alle testate che fanno informazione rivolta alla loro valorizzazione, che sono già di fatto beneficiarie di contributi in tal senso. Un ultimo punto preme molto a Franchi: la proposta di legge contiene passaggi troppo deboli rispetto alla deontologia e non si può ridurre tutto alla Carta di Treviso di tutela dei Minori.

Trentino TV: "il mantenimento dei livelli occupazionali è inattuabile"

Graziano Angeli, amministratore unico di Trentino TV, dopo aver ringraziato per l'attenzione riservata dalla Provincia al prezioso ruolo dell'informazione e dell'editoria locale, ha sottoposto alla Commissione una lista di suggerimenti ricavati da una comparazione con le norme in vigore nella Provincia di Bolzano. Dapprima occorre a suo parere meglio specificare i requisiti di chi ha diritto al contributo per escludere i possibili "abusivi". In secondo luogo occorrerebbe togliere il riferimento al "mantenimento dei livelli occupazionali" perché a suo avviso è impossibile da attuare e "dannoso" per i lavoratori: "se con i tagli applicati dal pubblico (quest'anno ammontano a € 300.000 le risorse venute a mancare) saremo costretti a diminuire la forza lavoro di quattro unità, con il contributo derivante da questa legge potremmo limitare la diminuzione a due. Qualora rimanesse la condizione del mantenimento dei livelli occupazionali, noi non potremmo nemmeno fare domanda", ha aggiunto. Anche il Presidente Rossi recentemente ha parlato di "sostenere", non di "mantenere" i livelli occupazionali, ha dichiarato Angeli. Su questo concetto, ha insistito, occorre riflettere, pena vanificare l'efficacia della norma. Inoltre, occorrerebbe a suo avviso, in analogia con quanto fatto a Bolzano, alzare il de minimis da € 200.000 a € 500.000. Infine, sarebbe opportuno preveder l'esenzione totale Irap per le emittenti con i requisiti di cui a questa legge e sgravi per le aziende che le sostengono.

Rttr: bene il sostegno, no all'obbligo del mantenimento dei livelli occupazionali


Davide De Marchi editore di Rttr e Gianluca Schiavi consigliere di amministrazione e amministratore delegato della concessionaria pubblicitaria sono intervenuti in rappresentanza dell'emittente Rttr. Analogamente a Trentino TV, Rttr ha esordito auspicando l'inserimento della detrabilità Irap per le imprese che investono nei media locali con i requisiti previsti dalla legge e l'innalzamento del de minimis a € 500.000, una previsione prevista già dall'analoga legge in provincia di Bolzano. Infine, il vincolo sui dipendenti appare un po' troppo stringente perché nella gestione di una società occorre maggiore elasticità; "si tratta di una previsione in contrasto con il sostegno alle imprese perché rischia di mettere in difficoltà l'azienda e anche i dipendenti: a fronte di un possibile unico licenziamento si prospetterebbe il venir meno dell'intero finanziamento". Altro aspetto, quello della pubblicità sul gioco e delle televendite: ci sono accordi con concessionarie nazionali che a volte raccolgono questo tipo di contenuti che sostengono le nostre necessità economiche, seppur a malincuore (in questo momento con quei proventi manteniamo almeno due persone). Inoltre, il suggerimento di inserire un controllo sulla regolarità contributiva delle aziende che accedono a questo fondi e l'obbligo di sede legale nella Provincia di Trento. Ancora: occorrerebbe maggiore attenzione da parte del territorio e delle categorie, allo sviluppo dei contenuti, che sono "la parte valorizzante di un palinsesto" e che permetterebbero di rinunciare a televendite e pubblicità cui al momento non possiamo rinunciare perché ci permettono di sopravvivere. Infine, Schiavi ha voluto fugare qualsiasi dubbio su possibili accordi tra le istituzioni e le tv locali: "mi auguro che questo disegno di legge non venga letto in quella maniera perché oggi è la prima volta che possiamo finalmente esprimere un'opinione su questi contenuti".

Telepace: bene la proposta, con l'invito a fare in fretta

Ernesto Menghini per l'Associazione Amici di Telepace, ha lodato la convergenza di maggioranza minoranza su una legge "importante ed assolutamente urgente". La nostra realtà ha una fisionomia particolare, ha chiarito, e laddove si definiscono i contenuti presi in considerazione dalle emittenti, andrebbe inserita anche la dimensione "religiosa". Le agevolazioni sono cumulabili e questo è importante. Il comma 1 dell'articolo 4, dove si parla dell'iscrizione al Roc da almeno tre anni, escluderebbe Telepace perché c'è stato un cammino di distacco dalla sede nazionale avviato nel 2010 cui sono seguiti diversi passaggi e l'iscrizione al Roc è avvenuta il 21 ottobre del 2014: noi saremmo dunque esclusi, anche se in realtà negli ultimi sei anni abbiamo lavorato proprio per dare un contributo specifico alla nostra realtà. Su questo passaggio Menghini ha chiesto "misericordia". Sempre all'articolo 4, laddove si parla del personale, è facilmente comprensibile che uno studio televisivo non ha solo bisogno solo di professionisti nell'ambito giornalistico, quindi bene le norme così come formulate.

Minoranze linguistiche: un appello alla qualità dei contenuti

Per le Minoranze sono intervenuti, Fabio Chiocchetti, direttore dell'Istituto Ladino, Annamaria Trenti, direttrice del Kulturinstitut di Luserna e Testor Elena per il Comun General de Fascia. Credo sia importante, anche per i nostri giovani, allargare le previsioni di questa legge alle realtà più piccole, territoriali come le nostre, ha osservato in apertura Testor. Quello che a noi interessa è il mantenimento dei livelli di occupazione e di livelli professionali adeguati, oltre che la formazione, ha aggiunto Annamaria Trenti: la citazione delle Minoranze necessita a suo avviso di una declinazione all'interno dell'articolato, posto che le Minoranze linguistiche producono settimanalmente materiale informativo di minoranza messo in onda dalle imprese televisive locali. Un'attività che presuppone utilizzo di personale dipendente e collaboratori professionisti e qualificati. La richiesta, che suona come un appello alla professionalità di chi si occupa dei contenuti informativi, da introdurre tramite emendamento alle norme, è che all'articolo 5, dopo il comma 1, venga previsto che alla formazione promossa dalla Provincia in materia di informazione possano accedere anche gli enti ed istituti che direttamente contribuiscono a realizzare l'informazione per la valorizzazione delle Minoranze.

Radio: bene le norme, fateci capire come possiamo beneficiarne

Per le radio hanno partecipato all'audizione Corrado Tononi per Radio Dolomiti, Geremia Zambotti titolare di Radio Manuela Digi One, Paolo Obber, titolare di Radio Primiero. Tutti hanno apprezzato l'intervento legislativo e chiesto delucidazioni in merito all'articolo 7 che fa riferimento alle disposizioni attuative e maggiore chiarezza rispetto a come le piccole radio potrebbero entrare in gioco nelle norme in questione. Francesco Mazzel per Radio studio Record, attraverso una nota scritta pervenuta alla Commissione ha espresso l'auspicio che le previsioni normative possano andare incontro anche alle piccole realtà che da molti anni lavorano con trasmissioni in lingua italiana e ladina dove non lavora un giornalista retribuito, ma due impiegate a tempo indeterminato oltre ai due soci titolari.

I chiarimenti di Rossi e il rinvio dell'esame del testo a lunedì prossimo

A fronte dei dubbi e delle osservazioni rilevate dal consigliere Claudio Civettini (Civica), che alla luce di quanto emerso dalle audizioni ha ravvisato il pericolo che questa legge venga vista come l'introduzione di un bancomat per aziende editoriali in difficoltà -che invece a suo parere dovrebbero ragionare in termini di business plan e di marketing- il Presidente Ugo Rossi ha portato alcuni chiarimenti. "Non si tratta qui di un sostegno ad un'attività imprenditoriale", ha detto Rossi. "Nemmeno si tratta del sostegno ad "un" settore imprenditoriale specifico". Ancora: "non è una legge con la finalità di tutelare i livelli occupazionali in quanto tali. La legge", ha chiarito il Presidente "vuole dare un contributo anche di valorizzazione, oltre che economico, a chi facendo informazione la fa con una logica di servizio pubblico e non a pagamento". Per raggiungere questo obiettivo occorre individuare dei criteri di territorialità, di qualità, di garanzia di continuità del servizio (in questo senso dunque il riferimento ai livelli occupazionali). Accanto a questo, oltre ai requisiti di base, nel Regolamento si dovranno individuare anche dei misuratori dei livelli di qualità percepita del servizio a livello pubblico. Nella legge si potranno inserire alcune modalità applicative, alcuni paletti, in uno sforzo che individui fin da subito alcune caratteristiche che dovrà avere la delibera. Con queste osservazioni, la Commissione si è aggiornata a lunedì 17 ottobre alle ore 9.30 per licenziare la proposta in tempo utile per la calendarizzazione nella sessione del Consiglio di fine novembre.