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26/09/2016 - Documenti e Interventi

La storia e le dinamiche dell’autonomia al centro della seconda riunione della Consulta

Proseguono i lavori dell'organismo incaricato di definire la proposta di riforma dello Statuto

La storia e le dinamiche dell’autonomia al centro della seconda riunione della Consulta

Un momento dei lavori

La storia e le dinamiche dell’autonomia al centro della seconda riunione della Consulta

​​​Si è svolta nel pomeriggio la seconda riunione della Consulta per la Riforma dello Statuto. Il Presidente Giandomenico Falcon ha aperto la seduta ricordando che gli incontri sono pubblici: c'è la diretta streaming e la trascrizione degli interventi sarà resa disponibile sul sito della Riforma. All'ordine del giorno il tema dei fondamenti dell'Autonomia con l'intervento di Paolo Pombeni che ha parlato di "caratteri, tradizione e valori" ipotizzando un preambolo per lo Statuto. "Sono partito dall'idea – ha detto Paolo Pombeni – che sia opportuno ancorare la nostra Autonomia a una storia molto precisa e importante, cioè la creazione dell'Autonomia con l'accordo De Gasperi-Gruber e i successivi sviluppi attuativi. Sottolineo la Specificità della nostra Autonomia rispetto alle altre. Ritengo sia necessario passare da una visione di difesa dell'Autonomia ad una che metta in rilievo la dinamicità dell'Autonomia stessa. Noi siamo una regione autonoma perché siamo un territorio di confine. La Regione nasce in contesto geograficamente difficile, di montagna, tra nord e sud, con una serie di isolamenti. Difficile immaginare nel futuro una provincia e regione autonoma staccata dall'Europa. Proponiamo un meccanismo di autogoverno che può essere utile ad altri contesti europei". Nell'introdurre il dibattito, il Presidente Falcon ha evidenziato come il contributo di Paolo Pombeni – consegnato ai componenti della Consulta insieme ad uno del Vicepresidente Woelk – abbia degli spunti importanti per un eventuale preambolo e per il confronto, con il riferimento all'accordo De Gasperi-Gruber, ai valori comuni, alla specialità dell'Autonomia, al nodo della regione e delle due province autonome oltre che al progetto europeo e alle forme di collaborazione transfrontaliera.

Nel quadro di un apprezzamento unanime del contributo di Paolo Pombeni, nella successiva discussione sono emerse alcune riflessioni sul concetto di autogoverno "che deve trovare casa" e sulla necessità di contestualizzare maggiormente la pluri-identità storica del nostro territorio, facendo riferimento anche al pregresso dell'accordo De Gasperi-Gruber. La cornice regionale è stata ritenuta necessaria seppure con sfumature differenti. È emerso anche, in maniera piuttosto evidente, quanto la contestualizzazione europea sia necessaria per sottolineare maggiormente la vocazione di laboratorio e di sperimentazione dell'autogoverno di questo territorio. Anche sulla terminologia per indicare culture differenti (italiana, germanofona, ladine, etc) si è discusso con opinioni diverse: chi ritiene sia più utile fare riferimento a "lingue", chi invece a "culture". Il concetto e le modalità di autogoverno fin qui praticate "sono esportabili non tanto per la nostra bravura quanto per il contesto montano e di confine che ci caratterizza". Da più parti è stata sottolineata la necessità di fare riferimento al concetto di sussidiarietà e responsabilità così come evidenziato nel contributo del Vicepresidente Jens Woelk.

Dopo una breve pausa, il Presidente Giandomenico Falcon – facendo sintesi delle istanze emerse - ha sottolineato come lo Statuto sia un atto della Repubblica. "Non conviene, dal punto di vista giuridico, sminuire il fatto che sia una legge costituzionale della Repubblica. Il riferimento alla parte storica è un tema su cui abbiamo sentito cose interessanti ma su cui dobbiamo certamente ancora riflettere, sottolineando come questa sia sempre stata un'area di interazione e di autogoverno. La prossima volta penso sia giusto parlare di Regione per mettere a fuoco più fortemente questo tema. La domanda è: la Regione è un terreno di interazione tra le due province o è un'autonoma comunità politica? Se è un'autonoma comunità politica nel Consiglio regionale, per esempio, ci si esprime a maggioranza; se è un terreno di incontro delle due province è giusto che le due province condividano certe soluzioni. Questo è un punto cruciale nell'architettura dello statuto. Se citare o no l'Euregio, tecnicamente diventa forse complicato perché è un'entità di diritto dell'Unione Europea. Se dovessi suggerire un tema di approfondimento per il preambolo è l'esperienza positiva dell'autogoverno che si è dimostrata soddisfacente e che è giusto confermare ed ampliare".

È seguito l'intervento del Vicepresidente Jens Woelk che ha sintetizzato tre punti di rilievo, per altro già espressi nel documento: l'esperienza dell'autogoverno; la questione della diversità che è legata a questa area di interazione e di confine; la missione di continuare a svolgere questo ruolo di cerniera.

Pombeni in chiusura ha ricordato quali sono state le razionalità che hanno sostenuto il suo testo. "Mi sono messo nell'ottica di scrivere una breve sintesi che possa sopravvivere alla discussione con Bolzano e in Parlamento. Preferirei mantenere dizioni difficilmente contestabili, per esempio non parlerei di comunità regionali ma di regione, non di autodeterminazione ma di Specificità. Il richiamo all'ancoraggio internazionale lo farei nei fatti. Il diritto è fatto di riconoscimento di atti, e questa riforma per la prima volta sarà discussa dalla Consulta e dalla Convenzione e questo ci distingue. Inviterei a tenere conto di due aspetti: non dobbiamo scrivere un trattato ma un preambolo, e più mettiamo questioni interpretabili ma non troppo cogenti più facciamo un buon servizio a noi stessi, se vogliamo dare compimento a questa Riforma".

La discussione ha visto gli interventi di Rodolfo Borga, Giuseppe Detomas, Walter Viola, Maurizio Fugatti, Manuela Bottamedi, Anna Simonati, Lucia Maestri, Fabio Pizzi, Carlo Borzaga, Matteo Cosulich, Luca Nogler, Paride Gianmoena, Lorenzo Baratter, Donata Borgonovo Re, Martina Loss, Paolo Chiariello, Marcello Poli, Arrigo Dalfovo.

La prossima seduta della Consulta (10 ottobre, ore 14) sarà dedicata a discutere il nodo tematico su Province autonome e Regione, "se condividete il metodo – ha aggiunto il Presidente Falcon – potremmo pensare a un'introduzione tecnico-giuridica del Prof. Cosulich".