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07/02/2016 - Incontri

Presentato da Caterina Chinnici il libro dedicato a suo padre Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983

A palazzo Trentini, introdotta anche dal presidente del Consiglio provinciale Dorigatti

Presentato da Caterina Chinnici il libro dedicato a suo padre Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983

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Presentato da Caterina Chinnici il libro dedicato a suo padre Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983
​​Oggi pomeriggio palazzo Trentini ha ospitato la presentazione del libro “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte. Storia di mio padre Rocco, ucciso dalla mafia”. Protagonisti di questa storia, purtroppo tremendamente vera, Rocco Chinnici, magistrato ucciso il 29 luglio del 1983, uno degli anni più feroci della lunga guerra di mafia, e sua figlia Caterina, anche lei magistrato e europarlamentare, autrice del volume edito da Mondadori. Il ricordo familiare, privato, di un padre che riusciva a rimanere tenero nonostante la durezza del momento e uno spaccato di un momento decisivo, per quanto tragico, nella storia della lotta alla mafia. I primi anni ‘80, come ha sottolineato Caterina Chinnici, in cui vennero gettate le basi per la stagione, altrettanto dura, della lotta alla mafia nei primi anni ’90. Chinnici il magistrato che elaborò nuovi metodi investigativi, che avvio il lavoro di squadra della procura palermitana che, insomma, mise le basi sulle quali lavorarono, dopo la sua morte, Falcone e Borsellino.

All’incontro, introdotto dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati del Trentino – Alto Adige, Pasquale Profiti, ha portato il saluto del Consiglio Bruno Dorigatti. Il Presidente ha ringraziato l’autrice, la dirigente dell’istituto Marie Curie, Flavia Andreatta (Caterina Chinnici ha presentato il suo libro in mattinata all’istituto di Pergine) e Profiti per aver scelto per l’incontro la sede simbolo dell’autonomia.

“Ricordo in modo nitido quel 29 luglio 1983, - ha affermato il Presidente del Consiglio - quando la mafia uccise il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere Stefano Li Sacchi. Allora lavoravo nel sindacato, in una fase difficile e complessa. Avevamo ancora negli occhi le immagini crude dell’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi poco più di un anno prima. Poi, ancora sangue a bagnare le strade di Sicilia. Quello di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Giangiacomo Ciaccio Montalto e di tanti altri servitori della causa della giustizia”. Una stagione drammatica che non interessò solo la Sicilia, ma percorse tutto il Paese. “Trento stessa – ha ricordato ancora Dorigatti -, grazie all’operato del sostituto procuratore Carlo Palermo, si scopriva uno dei mille punti di una rete criminosa che non sembrava avere confini geografici, e che in nome del denaro e del potere era disposta a tutto. La mafia, dall’inizio degli anni Ottanta, smise per sempre di essere un fenomeno lontano ed esotico: se ne capì la portata, se ne intuì sempre di più la pervasività sull’intero Paese. Se ne intravide, con preoccupazione, l’abbraccio perverso con segmenti deviati dello Stato”.

Anni bui, nei quali la mafia, le mafie, sembravano avere la vittoria a portata di mano. Il sacrificio di Chinnici, e dei tanti che hanno perso la loro vita nella lotta alla criminalità organizzata, hanno invece aperto la strada alla speranza. “Sono libri come questo, scritto da Caterina Chinnici, - ha infatti concluso Dorigatti - quelli che riescono a fare un passo in più, e che permettono a noi tutti di farlo. Perché non si fermano a descrivere il fenomeno, ma ci offrono la via d’uscita: la speranza, quella che nasce dall’umanità conservata anche nei momenti più duri; quella che si costruisce nella vita di ogni giorno, lottando contro il dolore senza cadere nel tunnel dell’odio e del rancore; quella che germoglia con il seme dell’insegnamento, fatto crescere con cura nelle menti e nei cuori delle nuove generazioni”.​

Immagini
  • Dorigatti introduce Caterina Chinnici
  • Per Caterina Chinnici sala aurora affollata venerdì 5 febbraio 2016