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26/05/2015 - In aula o in commissione

Manovra di assestamento approvata dal Consiglio provinciale con 24 sì e 10 no

Nel pomeriggio con le dichiarazioni di voto anche del presidente Rossi contro la bolla immobiliare

Manovra di assestamento approvata dal Consiglio provinciale con 24 sì e 10 no

Manovra di assestamento approvata dal Consiglio provinciale con 24 sì e 10 no

Dopo tre giorni di discussione oggi pomeriggio il Consiglio provinciale ha approvato in aula con 24 voti favorevoli e 10 contrari la legge finanziaria di assestamento del bilancio proposta dalla Giunta per il 2015 e il triennio 2015-2017. E subito dopo ha dato il via libera con 22 sì e 10 no anche al disegno di legge 77 che completa la manovra. Nelle dichiarazioni di voto è intervenuto anche il presidente Rossi sostenendo che con le misure di sostegno alle imprese edili occorre cambiare approccio perché i pur corspicui incentivi elargiti dalla Provincia negli ultimi anni non hanno aiutato il settore ad evitare la crisi e perché si tratta di non creare di nuovo "bolle immobiliari".

Le dichiarazioni di voto.

“Centoventi milioni di euro, e di queste risorse molto poche avranno un reale effetto sulla crescita economica”: questa la valutazione di fondo di Maurizio Fugatti (Lega) sull’assestamento in discussione. La banda larga andrà a regime nell’arco di 3 o 5 anni; a ciò si aggiunge che il bando sarà appannaggio di una delle grandi ditte nazionali della telecomunicazione, con il rischio che gli appalti che conseguiranno difficilmente riguarderanno imprese trentine. Si poteva a suo avviso fare di più, intervenendo in materia fiscale e con maggiore efficacia sul settore edilizio. 

Il consigliere della Civica trentina Rodolfo Borga ha accusato il Pd di avere “una passione insana per le tasse” e questa manovra ne è una chiara evidenza. Due le questioni sulle quali si è concentrato il consigliere della Civica: questa manovra ci sembra prefigurare un modello economico trentino che non esiste, una concezione “illuminista” l’ha definita. “Noi non possiamo pretendere dalle nostre imprese quello che non possono dare”, ha aggiunto. In seconda battuta, il consigliere è tornato sulla questione dell’elezione delle comunità di valle: “ il mio ordine del giorno chiedeva lo spostamento di trenta giorni del termine per depositare le liste e la vostra bocciatura la dice lunga: si tratta dell’ennesimo cattivo segnale da parte vostra del rapporto di tipo feudale che volete instaurare tra Trento e le periferie”.

Filippo Degasperi del Movimento 5 stelle ha elencato le ragioni della sua contrarietà. Sulla banda larga, perché i 67 milioni di euro dovevano a suo avviso essere indirizzati verso la banda ultra larga, la rete pubblica e gli utenti finali. Vi sono scuole importanti che la banda larga non ce l'hanno come le medie di Pergine. Nel merito la Giunta è in ritardo sui propri programmi iniziali. Sulla finanza di progetto l'esponente del M5s ha detto che nonostante le rassicurazioni fornite dall'assessore Gilmozzi gli esempi finora attuati non tranquillizzano affatto in materia di partenariato pubblico-privato. Su Itea da un anno si parla di ri-pubblicizzazione dell'istituto ma si sente solo discutere di poltrone. Tutte le proposte volte a ridurre le imposte sono state cassate. Sul credito di parla del fondo strategico per il quale è stata però portata avanti fino ad oggi un'operazione per una sola impresa. Sanità: i tagli sono spariti e ora si chiedono ora ulteriori risorse ai cittadini trentini che già pagano di più in questo settore rispetto agli altri cittadini italiani. Iniziative per l'occupazione: l'auspicio di Degasperi è che il progetto garanzia giovani non finisca come nel resto d'Italia dove è considerato un flop assodato, anche perché a lucrare sulla disoccupazione dei giovani sono alcuni soggetti privati ai quali sono affidati i colloqui di lavoro.

Massimo Fasanelli (Gruppo misto) ha motivato il proprio giudizio negativo sulla manovra per la mancanza di misure di sostegno alle imprese locali. Per questo ha ricordato le proposte concrete da lui presentate ma non accolte come l'esenzione dall'Imis delle ditte edili sugli appartamenti invenduti. L'intervento sarebbe stato a suo avviso assolutamente sostenibile dal punto di vista finanziario.

Marino Simoni di Progetto Trentino ha confermato l'orientamento negativo del proprio gruppo pur ringraziando la Giunta per aver previsto di impiegare risorse per la strada del Rolle. Due i motivi di contrarietà. Il primo è che si sta attivando il procedimento per il rinnovo degli organi delle Comunità all'indomani delle elezioni comunali e mentre oltre 55 amministrazioni municipali potrebbero fondersi. Risultato: tra qualche mese si dovrà rivedere completamente l'impianto di rappresentanza delle Comunità. E sapere questo non aiuterà neppure il percorso di fusione. Secondo problema: la sicurezza. Viene riorganizzato il sistema delle polizie locali compiendo un passo indietro rispetto alla situazione attuale, perché si individua una gestione associata diversa da quella finora stabilita con un impianto condiviso con tutti gli enti locali. Bene invece gli investimenti sulla banda larga per dare tempi certi sull'allacciamento alle reti, anche se per Simoni queste risorse si poteva indirizzarle verso altri settori in sofferenza come quello del porfido, agendo sui micro appalti. Con questa manovra per Progetto Trentino non si liberano nuove risorse ma si tenta di coprire i debiti accumulati dai Comuni. Ma la domanda allora è: cosa succederà 2017-2018 quando le amministrazioni locali dovranno restituire i soldi alla Provincia? Bene anche l'accoglimento della proposta di rendere omogeneo il trattamento degli impianti di risalita. Si vedrà come seguire il tavolo di lavoro istituito per questo a breve in funzione di un interesse generale auspicato da molti molti operatori del settore.

Rossi: “sull'edilizia abbiamo voluto evitare una bolla immobiliare”.

Nelle sue dichiarazioni prima dell'ultimo voto il presidente Rossi ha ricordato i circa 30 milioni di euro di residui passivi recuperati grazie al lavoro degli uffici con l'esame di circa 12 mila voci di spesa. Risorse che hanno permesso di puntare al sostegno del sistema economico produttivo del Trentino con investimenti destinati a opere pubbliche sull'edilizia scolastica e altre con modalità miste che con la banda larga consentiranno al Trentino di avere una infrastrutturazione del territorio all'avanguardia e in anticipo rispetto al resto d'Italia. Questo pur non avendo nessuna area metropolitana come a Milano e quindi senza zone profittevoli. Sulla banda larga si fonda oggi e si fonderà ancor più in futuro per Rossi la competitività dei sistemi territoriali produttivi, con forti implicazioni sui servizi in ambito formativo.

Il presidente ha smentito la critica di chi ritiene troppo alti e imbarazzanti i compensi nella sanità e i ticket: “basta verificare le tabelle di altre regioni italiane – ha detto – per capire che non è così”. Ma Rossi ha concentrato soprattutto l'attenzione sui presunti investimenti mancati con l'assestamento per l'incentivazione del mercato della casa e immobiliare. Per il presidente bisogna stare attenti a togliere l'Imis dall'invenduto perché non sempre questo è di proprietà di chi ha costruito. A volte appartiene a società immobiliari sostenendo le quali non si favorisce la ripresa di un ciclo produttivo nell'edilizia. Anzi, secondo Rossi la crisi del settore edile è stata proprio causata da una bolla immobiliare che ha visto un aumento vertiginoso del fatturato nel settore dell'edilizia legato al crescere del valore del settore immobiliare.

Se noi oggi destinassimo 60 milioni di euro all'edilizia pubblica e in particolare a quella agevolata finanziando l'acquisto di nuovi alloggi avremmo un effetto negativo sull'invenduto e non vi sarebbero effetti positivi sul settore edile. La prova fornita dal presidente è questa: “negli ultimi 5 anni in Trentino sono stati investiti 799 milioni di euro nel settore della casa incentivando acquisti e ristrutturazioni, e questo non è stato utile ad arrestare la dinamica di crisi tendenziale del settore”. 

Ecco allora che per l'edilizia la Giunta ha messo in campo qualcosa di diverso, scegliendo la strada di una mancata imposizione fiscale per circa 300 milioni di euro nel nostro territorio attraverso incentivi a carattere fiscali erogati a favore di tutto il sistema produttivo. Ancora, approvando la prima parte della riforma urbanistica sono stati ridotti i tempi di approvazione dei Prg da 4 anni a un anno e a breve il Consiglio esaminerà la seconda parte della legge urbanistica. Un provvedimento, ha spiegato Rossi, che non risponde al filone delle illusioni rispetto al nuovo da costruire e che sarà fermato, perché le risorse saranno invece indirizzate alla semplificazione delle regole a beneficio della riqualificazione energetica o anche della demolizione del patrimonio edilizio esistente. Prevedendo lo scambio dei volumi con altri in siti diversi per incentivare gli investimenti oggi ancora fermi. Le nuove norme urbanistiche semplificheranno inoltre i procedimenti per il rilancio delle concessioni edilizie. “Si esce dalla logica che per produrre profitto sia necessario realizzare una rendita”, ha concluso Rossi, “perché non possiamo più permetterci una bolla immobiliare”. 

Rossi ha replicato anche a chi dubita che con le risorse di quest'assestamento non si premieranno le imprese trentine, perché gli investimenti nella banda larga e nell'edilizia scolastica produrranno risultati proprio in questa direzione. “Certo – ha ammesso il presidente – dovremo migliorare la capacità della Provincia e dei Comuni di valorizzare le imprese locali, ma la via maestra per questo consisterà in una normativa che ci consenta di applicare nelle province di Trento e di Bolzano la direttiva europea in materia di appalti e contratti pubblici. “Per questo – ha assicurato – chiederemo un'apposita norma di attuazione in modo da poter legiferare in seconda e non in terza battuta”. Rossi ha fornito infine alcuni dati che dimostrano come già nel 2013 e 2014 la stragrande maggioranza dei lavori appaltati dal sistema pubblico siano andati ad imprese trentine. E la tendenza nel 2015 è intorno al 90%.

L'auspicio per Rossi è che con questa manovra pur non risolutiva delle sorti della nostra economia, si imbocchi una strada nuova. “Certamente – ha concluso – dalla crisi non siamo usciti e c'è ancora molto tanto lavoro da fare, tuttavia secondo gli osservatori più autorevoli il Trentino si colloca ai massimi livelli in Italia e questo è un dato da far rimbalzare il più possibile all'esterno per valorizzare le nostre imprese e le opportunità di investimento per le imprese provenienti da fuori provincia”.

Claudio Civettini (Civica Trentina) ha osservato che la situazione paradisiaca dipinta dal presidente Rossi mal si concilia con l'aumento della tassazione, la mancanza di sburocratizzazione. Quanto ai ticket sanitari il paragone con le altre regioni fatto da Rossi non regge perché la Lombardia ha un bilancio di 800 milioni di euro. Per Civettini in quest'assestamento non si sono visti aiuti concreti alle imprese trentine e per promuovere l'occupazione. A suo avviso a questa Giunta manca un progetto per il Trentino dei prossimi decenni. E protonterapia ha desertificato l'impianto della sanità trentina.

Anche Degasperi (M5s) ha replicato al presidente Rossi sulla spesa dei cittadini per la sanità citando la ricerca della federazione di Asl e ospedali, che mette la Provincia autonoma di Trento al secondo posto dopo quella di Bolzano con 2.700 euro a testa”.

Al termine il presidente Dorigatti ha ringraziato il personale dell'assemblea legislativa per la collaborazione e i consiglieri provinciali per il confronto politico che ha permesso di ridurre 899 emendamenti e di discutere 31 ordini del giorno. Positiva anche l'introduzione dei nuovi strumenti informatici per ridurre il supporto cartaceo soprattutto nell'esame degli emendamenti e che ha dimostrato di funzionare.​