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26/05/2016 - Incontri

“Il ruolo di ladini, mocheni e cimbri centrale nel processo di revisione dello Statuto”

Presentata la relazione annuale dell'attività dell'Autorità per le minoranze linguistiche

“Il ruolo di ladini, mocheni e cimbri centrale nel processo di revisione dello Statuto”

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“Il ruolo di ladini, mocheni e cimbri centrale nel processo di revisione dello Statuto”

​​​L'incontro di questa mattina nella sala dell'Aurora di Palazzo Trentini a Trento in occasione della presentazione, da parte del Presidente Dario Pallaoro della relazione annuale dell'Autorità per le minoranze linguistiche è stata l'occasione per discutere il ruolo di ladini, mocheni e cimbri, nell'Autonomia e sul suo futuro. In particolarmente la parte, fondamentale come ha sottolineato il Presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, che le minoranze hanno in questa fase di riforma dello Statuto, perché rappresentano una delle ragioni più forti della nostra specialità. Un mondo, per quanto piccolo, ha ricordato Pallaoro, molto diverso al suo interno, con problemi di natura opposta: da Luserna che, purtroppo, ha ricordato il Presidente dell'Autorità delle minoranze, che torna purtroppo a spopolarsi perché le occasioni di lavoro sono poche, alla valle di Fassa, ovviamente più ricca, ma nella quale i più giovani, di fronte alla necessità di imparare tedesco e inglese, si chiedono quanto valga apprendere anche il ladino.

Come tutti i settori della società, ha ricordato Pallaoro, anche le minoranze si trovano di fronte a tagli di risorse "ma – ha detto a questo proposito – se davvero queste minoranze sono centrali per l'Autonomia ci si deve anche investire. Investire, anche se molto è stato fatto, anche in comunicazione per far capire all'intera comunità trentina che non si tratta di realtà privilegiate, ma portatrici di un valore qual è il multilinguismo".

Un valore culturale e civile che, ha ricordato Dorigatti, è stato difeso e sviluppato grazie alla specialità del Trentino. "Le minoranze – ha affermato il Presidente del Consiglio – costituiscono un elemento non secondario della nostra specialità e ne certificano le ragioni attraverso la loro storia. Si tratta di una questione – ha continuato – che deve essere tenuta nella massima considerazione nel processo di revisione dello Statuto". Ladini, mocheni e cimbri, insomma, sono chiamati a essere protagonisti in questo momento di cambiamento. "Lo Statuto di Autonomia – ha detto ancora Dorigatti – oggi non è sufficiente a rispondere ai temi cruciali del nostro tempo e ritengo che l'Autonomia debba riaffermarsi come laboratorio d'innovazione e crescita sociale e politica". Una dimensione  nella quale, ha affermato, "esiste un solo modo per non subire i processi: governandoli e avendo la capacità di intuire il futuro. Temi sui quali l'apporto delle minoranze può rivelarsi fondamentale".

Ladini, mocheni e cimbri dovranno essere protagonisti nel terzo Statuto.

Per questo Bruno Dorigatti ha lanciato un appello a ladini, mocheni e cimbri a essere protagonisti della sfida del terzo Statuto partendo dal fatto che la Consulta per la riforma dello Statuto sta nascendo all'insegna della partecipazione. Un passaggio storico pieno di insidie, che vanno dal centralismo di Governo e Parlamento alla volontà di molti ambienti politici sudtirolesi di chiudere con la Regione e quindi con Trento. Anche per contrastare queste derive, le minoranze linguistiche trentine hanno un ruolo importante nel processo di revisione dello Statuto.

Una posizione pienamente condivisa da Pallaoro che presentando la sua relazione ha affermato che "senza minoranze saremo una provincia come le altre". Eppure, ha aggiunto, questi tre gruppi linguistici, seppur tutelati in modo esemplare rispetto a quelli del resto d'Italia, stanno affrontando serie difficoltà. Strategico è il ruolo, oltre che delle famiglie, della scuola materna ed elementare, anche se rimane da completare, nonostante l'impegno dell'Università di Trento, il percorso di alta formazione degli insegnanti. Però il salto nelle medie rappresenta un vero è proprio ostacolo per i ragazzi mocheni e cimbri. "Basti pensare – ha detto Pallaoro – a Pergine, nonostante i mocheni siano storicamente presenti, dove un progetto didattico ha ricevuto il no dal Consiglio d'istituto, mentre più disponibile si è dimostrato quello di Folgaria per i cimbri. Problemi che i ladini di Fassa non hanno, anche se tra i giovani c'è chi si chiede l'utilità dello studio della lingua ladina". Difficoltà scolastiche, particolarmente gravi per la val del Mocheni, sottolineate anche dalla Presidente del comitato scientifico dell'Istituto mocheno, Federica Ricci Garotti.

"Non è tutto da rifare per le minoranze – ha concluso il Presidente Pallaoro -, ma c'è bisogno di qualche aggiustamento".

Il plurilinguismo fondamentale per lo sviluppo dei bambini.

Le minoranze motivo centrale dell'Autonomia, ma anche protagoniste storiche di autonomia, come ha sottolineato il presidente dell'Istitut cultural Ladin, Tone Pollam il quale ha ricordato che la comunità ladina, da secoli, ha dimostrato la propria capacità di autogoverno che sono state messe alla prova molte volte, col fascismo che ha diviso il mondo ladino, con le tensioni tra italiani e tedeschi in Alto Adige e la creazione del muro linguistico che potrà essere superato solo tra qualche generazione. Oggi, ha aggiunto, che il centralismo ha rialzato la testa e sta mettendo in pericolo le autonomie, va difesa la realtà regionale, decisiva per i ladini, e va ribadito il valore del plurilinguismo. "Plurilinguismo che – ha detto Pollam parlando da pediatra – è come il latte materno, insostituibile per lo sviluppo dei bambini". Su questo anche la professoressa Patrizia Cordin, che per l'Università di Trento segue i rapporti con le minoranze, ha detto che l'apprendimento delle lingue minoritarie, ha anche un valore pratico: predisporre i bambini al plurilinguismo. La docente ha infine fatto presente che gli atti di indirizzo Pat – Università hanno cancellato il capitolo destinato al rapporto tra l'Ateneo trentino e le minoranze.

Per i cimbri serve un piano socio – economico.

Però, ha ricordato con preoccupazione l'ex sindaco di Luserna, Luigi Nicolussi, la minoranza cimbra è di nuovo messa in pericolo dalla mancanza di lavoro e quindi dall'emigrazione. Si deve partire dal fatto che non si possono fare norme generali per realtà diverse. Come quelle sui contributi alle cooperative sociali che diventano impraticabili in realtà come Luserna. Inoltre, alcune norme sulla trasparenza amministrativa, finiscono per rendere impossibile la vita delle piccole realtà economiche, soprattutto nei territori delle minoranze. C'è quindi, ha ricordato il consigliere del Patt, Lorenzo Baratter, la necessità di mettere in campo progetti economici,

Eppure, hanno sottolineato Pallaoro, la Procuradora de Fasha, Elena Testor, il consigliere provinciale del Patt, Graziano Lozzer, le minoranze possono diventare un "marchio" per lo sviluppo economico. L'esperienza dei Baschi, presentata a dicembre in un convegno in val di Fassa, lo dimostra e, in val dei Mocheni, ci sono iniziative che puntano sul valore aggiunto di essere minoranza. Sfruttando, ha ricordato Lozzer, il fatto che buona parte della biodiversità si trova nei territori delle minoranze. Un'occasione per un'agricoltura di qualità, per le donne e per i giovani che vogliono rimanere in montagna. Il consigliere del Patt ha chiesto all'Autorità per le minoranze di organizzare un evento, il prossimo autunno, per discutere di questi temi e progetti.

Immagini
  • Tavolo relatori con presidenti Pallaoro e Dorigatti
  • Presentazione relazione Autorità minoranze linguistiche