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18/07/2014 - In aula o in commissione

Flor: rete ospedaliera impossibile mantenendo inalterato l'esistente

Punto nascita dell’ospedale di Arco. La quarta commissione ha discusso la petizione per mantenerlo e potenziarlo con pediatria

Flor: rete ospedaliera impossibile mantenendo inalterato l'esistente

Flor: rete ospedaliera impossibile mantenendo inalterato l'esistente

Per esaminare la petizione popolare per la "salvaguardia del punto nascite dell'ospedale Alto Garda e Ledro", la quarta Commissione presieduta da Giuseppe Detomas ha ascoltato oggi Giovanni Rullo, referente del comitato promotore, e il direttore dell'Azienda provinciale servizi sanitari (Apss) Luciano Flor.

La petizione, la prima depositata nella legislatura con il supporto di 2.230 firme e inviata anche all'assessore alla salute Donata Borgonovo Re, chiede che il punto nascite dell'ospedale Alto Garda e Ledro di Arco "!torni a lavorare a pieno regime", e di rivedere la delibera della Giunta provinciale numero 109 del 2013 che vieta la pratica di parti non fisiologici negli ospedali periferici dove sono consentiti solo quelli privi di rischi. La petizione chiede quindi di "riattivare i parti 'non fisiologici' e che venga istituito il servizio di pediatria 24 ore su 24".

Il Comitato: chiediamo chiarezza sul futuro.

Giovanni Rullo ha segnalato che la petizione è stata sottoscritta anche da cittadini della Lombardia e del Veneto (in particolare di Limone e Malcesine) per la stima di cui gode il centro di Arco. La petizione ha preso le mosse dal piano di miglioramento della pubblica amministrazione (la delibera 109 del luglio 2013), che assegnava agli ospedali periferici i soli "parti fisiologici" in esito di gravidanze fisiologiche. Tutte le "gravidanze a rischio" venivano affidate agli ospedali di Trento e Rovereto. L'ospedale di Arco, ha spiegato Rullo, pur avendo un bacino di oltre 50 mila persone, è stato l'unico ad applicare alla lettera questa delibera. Per cui tra gennaio e febbraio di quest'anno i parti sono calati del 60% rispetto allo stesso periodo del 2013. Dal momento che secondo gli specialisti non si può sapere in anticipo se un parto sarà o meno fisiologico, molte donne in gravidanza della zona, si sono rivolte subito agli ospedali di Trento e Rovereto. E questo nonostante i dati dell'ospedale di Arco, da cui emerge che i casi veramente a rischio in un anno sono stati tre.

Rullo ha ricordato che nel febbraio scorso l'assessora Borgonovo Re ha sospeso la delibera (senza nessun atto amministrativo) e l'ospedale di Arco ha così ripreso ad effettuare tutti i parti, fisiologici e non, e i dati sono tornati ai livelli del 2013. La petizione chiede quindi chiarezza circa le prospettive del punto nascite dell'ospedale e l'attivazione del reparto di pediatria.

L'attuale incertezza, ha proseguito Rullo, non è infatti accettabile per tre motivi: ad Arco si raggiungono i 500 parti e quindi non vi sono ragioni di sicurezza per chiudere il reparto; nei mesi estivi vi è un carico turistico che grava sulla viabilità verso Trento e Rovereto, per cui gli standard di sicurezza non sono garantiti (l'elicottero in caso di maltempo non è utilizzabile); ed è fondamentale che il reparto venga potenziato anche attivando il servizio di pediatria "h24".

La discussione.

Walter Kaswalder (Patt), dopo aver saputo da Rullo che all'ospedale di Arco non c'è un reparto di rianimazione, ha osservato che il problema è la mancanza di un piano provinciale serio che chiarisca cosa si vuol fare degli ospedali periferici.

Piero Degodenz (Upt) ha chiesto che la commissione ridiscuta sia il piano di miglioramento della pubblica amministrazione sia il piano sanitario riferito agli ospedali periferici.

Giuseppe Detomas (Ual) ha ricordato che l'assessora Borgonovo Re ha annunciato la presentazione tra pochi giorni alla Giunta del piano riferito agli ospedali minori. E ha quindi proposto alla commissione di invitare l'assessora perché illustri ai consiglieri le scelte del piano.

Flor: problema già risolto. Per pediatria deciderà il Piano.

Il direttore dell'Apss Luciano Flor ha precisato che la delibera della Giunta prevedeva che gli ospedali in cui non era presente l'anestesista ginecologo potevano occuparsi solo delle gravidanze e dei parti fisiologici. E ha ricordato che l'accentramento delle gravidanze considerate a rischio avviene da sempre in Trentino.  In ogni caso il problema dei parti non fisiologici è stato già risolto d'accordo con gli interessati. Perché a decidere se le gravidanze sono fisiologiche o meno devono essere di volta in volta i medici specialisti. Quanto alla richiesta del reparto di pediatria, Flor ha osservato che la scelta dipende dalla programmazione. Per il reparto vi dev'essere sì un pediatra, ma non necessariamente presente nella sede bensì con una funzione multizonale.

Degodenz: difendere i presidi territoriali.

Rispondendo a una domanda di Kaswalder (Patt), Flor ha chiarito che i pediatri già normalmente presenti sul territorio hanno escluso il loro impiego nel punto nascite. E per soddisfare le richieste di Detomas (Ual), il direttore dell'Apss ha detto che esiste un'interpretazione precisa di cosa significa gravidanza fisiologica, e che normalmente le donne vanno a partorire dove c'è il ginecologo che le ha seguite.

Secondo Violetta Plotegher (Pd) non si tratta di chiudere o meno reparti, ma di migliorare l'assistenza durante la gravidanza e il puerperio, garantendo la sicurezza al momento della nascita. In questa direzione, a suo avviso, andrà il piano sanitario.

Flor ha ricordato che pochissime donne oggi in Trentino arrivano al parto senza aver seguito prima un corso di preparazione. E ha ribadito che il servizio di pediatria h24 opera in tutti gli ospedali attraverso il servizio di patologia neonatale di Trento, che copre l'intero territorio sia con l'ambulanza che con l'elicottero.

Per Walter Viola (Pt) di fronte a un tema "caldo" come questo, occorre inserire  la questione dei punti nascita nel contesto della rete ospedaliera che si vuole creare. Ha aggiunto che il parto non va considerata una malattia avendo bisogno di accompagnamento, di attenzione sanitaria e di pratica. Fondamentale, infine, è il coinvolgimento in queste scelte dei territori. Come con l'iniziativa "parto in Fiemme" presentata proprio oggi.

Il concetto è stato ripreso anche da Pietro Degodenz (Ual), perché vi sono problematiche locali legate alla viabilità e all'im possibilità per l'elicottero di volare (in gennaio e febbraio ci sono state 32 nevicate che rendevano proibitivo l'utilizzo del velivolo). Per questo certi presidi territoriali vanno mantenuti. Il timore poi è che depotenziando o eliminando un punto nascite vengano ridotte anche altre funzioni indebolendo gli ospedali.

Rispondendo ai consiglieri Flor ha evidenziato in particolare che "se noi puntiamo a mantenere esattamente tutto com'è oggi, non sarà possibile realizzare la rete ospedaliera. Perché la rete non prevede centri, ma solo nodi e percorsi. In ogni caso – ha concluso – oggi in tutta Italia si discute molto di questo tema.

Il presidente Detomas ha infine preannunciato la stesura, sulla base di queste audizioni, della relazione sulla petizione da trasmettere all'aula dopo l'approvazione in commissione.