Il ddl di iniziativa popolare per la democrazia diretta: referendum confermativi e via il quorum
La politica ascolti la voce dei cittadini
Testo allegato
Si avvicina la data della trattazione
finale in Consiglio provinciale del disegno di legge 1-328. Si tratta di un testo di iniziativa
popolare che, forte del sostegno di 4.000 firme di cittadini, propone di
sviluppare la democrazia diretta per favorire una maggiore partecipazione alle
decisioni politiche. Firmato non da un consigliere ma dal signor Alex Marini, del
comitato promotore, il disegno di legge è formato da 50 articoli che la prima Commissione
permanente, dopo una lunga fase istruttoria ha deciso di non discutere,
preferendo il passaggio diretto all’esame conclusivo dell’aula.
Petizioni e pritani
Oltre a istituire una “commissione
per la partecipazione”, il disegno di legge prevede innanzitutto un forte potenziamento degli strumenti
di democrazia diretta già esistenti come i referendum, e disciplina
nuove forme di iniziativa popolare come i pritani.
Il comitato promotore del testo ha
accettato di scorporare dal disegno di legge le proposte relative alle petizioni che saranno recpite dal nuovo regolamento del
Consiglio provinciale, vicino all'approvazione. In ogni caso sulle petizioni il ddl stabilisce che possano contenere richieste sia di informazioni, con diritto
di ricevere una risposta dalla Provincia entro 60 giorni, sia di decisioni. In
questo secondo caso la commissione consiliare competente traduce la petizione popolare
in un indirizzo rivolto alla Giunta provinciale o all’assemblea legislativa
perché discutano delle questioni sollevate.
Un’inedita modalità di
partecipazione popolare prefigurata nel ddl consiste nei “pritani”, consigli
dei cittadini i cui componenti sono scelti con sorteggio e su convocazione
istituzionale o popolare, per definire decisioni politiche da sottoporre poi al
Consiglio o alla Giunta provinciali.
Dibattito pubblico e consultazioni "aperte".
Il testo propone poi il “dibattito
pubblico” che il Consiglio o la Giunta provinciale possono organizzare prima di
prendere decisioni di grande impatto sociale, economico, territoriale o
ambientale (opere con valore superiore a due milioni di euro o sottoposte a VIA).
Viene inoltre disciplinata la possibilità di proporre leggi di iniziativa
popolare, per la cui presentazione occorre raccogliere almeno 2.500 firme in
sei mesi dal giorno in cui la Provincia consegna i moduli ai promotori.
Si stabilisce anche che le consultazioni
in merito ai disegni di legge oggi realizzate invitando i soggetti interessati
richiesti dai politici, siano invece pubbliche e aperte anche ai maggiori di 16
anni.
Referendum confermativi, propositivi e abrogativi a quorum zero.
Più della metà degli articoli
del disegno di legge di iniziativa popolare è dedicata ai referendum, per la
validità dei quali si propone l’abolizione del quorum. Il testo introduce
innanzitutto i referendum confermativi perché i cittadini possano validare o
meno leggi e delibere dopo la loro approvazione istituzionale. Vengono poi
disciplinati i referendum propositivi che permettano di lanciare disegni di
legge di iniziativa popolare, lasciando alla Giunta e al Consiglio provinciali
la possibilità di presentare delle controproposte nelle quali vengano recepite queste
proposte “dal basso”. E si prevedono infine i referendum abrogativi di leggi o regolamenti,
atti amministrativi della Provincia o singole norme contenute in questi
provvedimenti.
La mozione di sfiducia.
Altri articoli del ddl riguardano
proposte di modifica della legge elettorale provinciale, all’interno della
quale si introduce la “mozione di sfiducia”, anche questa di iniziativa
popolare, nei confronti del presidente della Provincia o di uno o più
assessori.
Il testo stabilisce infine
che se un consigliere provinciale non rende nota la sua situazione patrimoniale
come, peraltro, prevede la legge, il presidente cessi di corrispondergli
compensi e rimborsi di qualsiasi tipo. La corresponsione riprende a decorrere
dalla pubblicazione delle informazioni sul patrimonio del consigliere, ma senza
recupero delle somme a lui non elargite.