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04/06/2014 - In aula o in commissione

Aperto il ddl per tagliare del 15% gli affitti delle sedi degli enti pubblici

Il testo di Zanon in prima commissione. Per la Giunta c'è il rischio di disdetta dei privati

Aperto il ddl per tagliare del 15% gli affitti delle sedi degli enti pubblici

La seduta odierna della Prima Commissione, presieduta da Luca Zeni (Pd), si è aperta con la discussione del ddl di Gianfranco Zanon (PT) che ha come obiettivo l'adeguamento dell'ordinamento provinciale al decreto Monti sulla spending review per quanto riguarda gli affitti degli enti pubblici, dalla Pat, ai comuni, alle società pubbliche. Nella sostanza un taglio dei canoni del 15%.  

Più di 9 milioni spesi per gli affitti.

Il decreto Monti, ha ricordato Zanon, è stato in gran parte recepito dalla Pat, tranne per ciò che riguarda gli affitti pagati enti pubblici. La spending review, come detto, prevede la riduzione del 15% dei canoni, percentuale che viene riportata nel ddl del consigliere di PT. Nel 2012, ha ricordato Zanon, la Pat e gli enti pubblici trentini (comprese le spa pubbliche) hanno speso quasi 9 milioni e 200 mila euro di affitti. Con un taglio del 15% si avrebbe un risparmio di quasi un milione e mezzo di euro. La legge, ha ricordato il consigliere di PT, interverrebbe anche sui contratti in essere e, in questo caso, al proprietario rimarrebbe una sola via: la disdetta del contratto. Il taglio del 15% dei nuovi contratti si applicherebbe sul canone dichiarato congruo dal servizio competente della Pat. Zanon ha infine ricordato che regioni come l'Emilia – Romagna e la Val d'Aosta hanno già applicato questa riduzione.

La giunta: E' già possibile la riduzione dei canoni d'affitto.

La risposta dei dirigenti della Giunta è stata, in sostanza, questa: già ci sono norme della Pat che permettono la riduzione degli affitti dei contratti in essere. Inoltre, è stato ricordato, che il decreto Renzi, varato in queste ore, prevede che la Pat trovi soluzioni specifiche in materia di spending review. L'applicazione diretta delle leggi statali, è stato detto, non è buona cosa per un'autonomia. Inoltre, c'è un pericolo: l'applicazione generalizzata del taglio del 15% potrebbe portare ad una disdetta generalizzata dei contratti d'affitto degli enti pubblici.

Il dibattito.

Luca Zeni ha detto che il punto è se si condivide o no il principio e comunque, ha aggiunto, "non mi scandalizzo per un recepimento diretto di una norma statale".

Zanon, dispiaciuto per l'assenza in Commissione del Presidente Rossi, ha risposto affermando che ci deve essere un perché questa riduzione del 15% non è stata recepita dalla Pat e s'è detto sicuro che molti canoni pagati dagli enti pubblici trentini sono fuori mercato.

Marino Simoni ha aggiunto che nessuno vuole appiattirsi sulle norme dello Stato ma l'argomento è da affrontare anche con categorie interessate.

La discussione, con le audizioni, continuerà in Prima Commissione il 17 giugno.

Proposta di legge popolare sulla partecipazione, confronto con Rossi.

Passo avanti anche per il disegno di legge popolare sulla partecipazione e i referendum. I proponenti, Alex Marini e Stefano Longano si sono confrontati in Prima Commissione con il Presidente Ugo Rossi. In un documento distribuito ai consiglieri (allegato) sono stati sottolineati i punti principali della proposta cioè l'introduzione del referendum propositivo e di quello confermativo. Referendum, è stato sottolineato da Longano in Commissione, che devono essere senza quorum, mentre il numero delle firme dovrebbe fermarsi a 8000 mila o, come avevano proposto la scorsa legislatura Margherita Cogo e Bruno Firmani, al massimo a 9 mila. Nessuna limitazione invece per le materie da sottoporre a referendum, neppure sulla forma di governo. Da parte di Rossi "apertura al messaggio ma anche attenzione che si metta in campo uno strumento in grado di produrre effetti pratici e non solo sulla carta". Il Presidente ha aggiunto che va comunque mantenuto un equilibrio tra quorum e numero di firme da raccogliere; inoltre ci sono limiti posti dallo Statuto che assegna al Consiglio e non al corpo elettorale, come avverrebbe invece col referendum propositivo così come è previsto dal ddl, la facoltà di approvazione delle leggi. Infine Rossi ha affermato che "anche se non è popolare dirlo ci sono problemi legati ai costi: ogni consultazione referendaria costo 2 milioni di euro". Longano ha ribattuto ricordando la giurisprudenza europea è sempre più favorevole ai referendum e alla partecipazione e che, al di là della tradizione svizzera, l'esperienza di paesi come la Svezia hanno mostrato che il referendum propositivo, che incide direttamente sulle scelte legislative contrariamente a quello abrogativo, diventa uno strumento di reale partecipazione democratica. Anche sui costi, infine, Longano ha detto che le consultazioni si possono tenere assieme ad altre votazioni e che, sul modello svizzero, si potrebbe introdurre il voto postale. Il dibattito è stato rinviato al 17 giugno tendendo presente che il ddl dovrà andare in Aula a metà luglio altrimenti, come prevedono le norme sulle proposte di legge popolari, dovrà essere sottoposto a referendum.

Il Servizio statistica della Pat diventerà Istituto di statistica.

Infine è stato aperto il ddl della Giunta sulla riforma del sistema statistico provinciale che oggi produce più di 100 indagini statistiche all'anno. Un aggiornamento della legge che risale al lontano '81 e che trasformerà l'attuale Servizio statistica in Istituto di statistica anche per evidenziarne l'indipendenza nei confronti del potere politico e degli interessi economici. Oggi il sistema statistico della Pat produce più di 100 indagini statistiche all'anno in gran parte su direttive Istat.

"Aperto" formalmente anche il ddl di riforma dello Statuto per introdurre il concetto di acqua come bene pubblico che ha come primo firmatario Giacomo Bezzi (FI).

Allegati
Osservazioni comitato partecipazione

Osservazioni comitato partecipazione