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14/09/2016 - In aula o in commissione

Mozioni: passa il no al glifosate, ritirato il testo sulle discriminazioni

Consiglio provinciale, conclusa la prima giornata di settembre in aula

Mozioni: passa il no al glifosate, ritirato il testo sulle discriminazioni

La soddisfazione di Degasperi, del Movimento 5 stelle. In allegato, i temi e i testi esaminati

Mozioni: passa il no al glifosate, ritirato il testo sulle discriminazioni

​​Nel pomeriggio il Consiglio provinciale ha esaminato le prime tre proposte di mozione all'ordine del giorno.

Pericolo glifosate, passa la mozione di Degasperi.

La mozione di Filippo Degasperi (Movimento 5 stelle) - sulla diffusione di prodotti contenenti il principio attivo del glifosate o suoi derivati -  è stata approvata all'unanimità dal Consiglio, dopo una modifica del testo concordata con la Giunta. Degasperi ha citato la recente pubblicazione di "preoccupanti studi riguardanti la potenzialità cancerogena della sostanza", una dannosità – ha poi peraltro sottolineato l'assessore alla salute, Luca Zeni – non ancora accertata scientificamente in modo definitivo. Il principio attivo oggi è presente nei prodotti erbicidi utilizzati dalla Provincia e consigliati agli agricoltori dalla Fondazione Mach. Il glisofate è utilizzato in almeno 750 prodotti per l'agricoltura e nel nostro Paese viene irrorato sistematicamente sui campi agricoli privati ma anche su strade e giardini pubblici.

Danimarca e Austria l'hanno già bandito, in virtù del principio di precauzione per la protezione della salute dell'uomo e dell'ambiente, ampliando la tutela alle possibili contaminazioni dell'acqua e del suolo, mentre altri paesi – Brasile, El Salvador, Sri Lanka, Olanda e Francia – stanno per bandirlo o hanno avviato una procedura di sospensione.

Il dispositivo della mozione impegna così l'esecutivo provinciale: 1) per quanto riguarda la Provincia, a vietare l'utilizzo del principio attivo Glifosate, formalizzando l'indicazione già operativa nei settori che necessitano di diserbo (strade, ciclabili, parchi…) ricercando soluzioni sinergiche con gli enti locali; 2) a richiedere alle Fondazioni di ricerca l'approfondimento dell'utilizzo del suddetto principio in agricoltura, ricercando modalità e prodotti per un diserbo alternativo; 3) a tenere costantemente monitorato ogni ulteriore elemento sulla pericolosità del glisofate, attivando se del caso con immediatezza eventuali decisioni di competenza della Pat limitative dell'utilizzo.

In aula Degasperi ha ricordato che Comuni come Lavis e Castello Tesino hanno già provveduto a bandire questa sostanza. Il glifosate oggi – ha detto – non viene ancora monitorato nelle acque dalle strutture preposte della Pat.

L'assessore Zeni ha riconosciuto l'importanza del tema e ha illustrato il dispositivo su cui si è trovato l'accordo. E' intervenuto Claudio Civettini, parlando della manutenzione dei tratti di campagna confinanti con le strade, per i quali si potrebbe far dialogare Provincia e proprietari privati, anche allo scopo di ridurre il ricorso ai fitofarmaci. Rodolfo Borga ha detto che non si può più pretendere la perfetta pulizia dei bordi strada e nello stesso tempo bandire i prodotti chimici più efficaci e meno costosi.

Contrasto a tutte le discriminazioni, ritirato il testo di Fasanelli.

E' stata prima rivista in alcuni passaggi al tavolo con la Giunta provinciale, poi però ritirata appena prima del voto finale dallo stesso proponente, la mozione intitolata "Contrasto alle discriminazioni tra uomo e donna e determinate da caratteristiche genetiche e fisiche, credo religioso e politico, condizione economica e sociale, razza". Massimo Fasanelli, del Gruppo misto, aveva presentato la proposta come reazione alle recenti deliberazioni del Consiglio in tema di contrasto all'omofobia. Il testo del consigliere impegnava allora "a prevedere una serie di misure volte a contrastare anche le discriminazioni determinate da problemi genetici o fisici" (disabilità, obesità, caratteristiche fisiche non corrispondenti ai canoni che società civile e mass media fanno passare come modelli), legate al genere, alle condizioni economiche, al credo religioso e politico, alla razza. Come a dire: quando si vuole tutelare la diversità sessuale, si deve tutelare assieme ogni diversità.

La Giunta Rossi – con l'assessora Sara Ferrari – ha soppesato il documento, ha concordato degli emendamenti, accettando però la sostanza del dispositivo. A questo punto sono intervenuti numerosi consiglieri di opposizione, chiedendo a Fasanelli di ritirare il testo, per evitare una sua interpretazione come continuità coerente con quello approvato a suo tempo sul contrasto all'omofobia e tanto osteggiato dalla minoranza consiliare. E' quindi rimasta la "provocazione" politica, ma il testo non è approdato al voto.

Politiche per le regioni montane, Risoluzione Ue da recepire.

Il Consiglio provinciale ha interrotto alle 18.30 (e rinviato a domattina) la discussione sulla mozione - proposta da Donata Borgonovo Re del Pd e sottoscritta dai colleghi del suo gruppo - che invita a recepire la Risoluzione del Parlamento europeo del 10 maggio scorso, in tema di politiche di coesione per le regioni montane dell'Ue. 

Il testo – l'ha spiegato in aula la consigliera provinciale proponente, citando anche le prospettive di riforma dello Statuto di autonomia e i contesti Euregio ed Eusalp - evidenzia quanto sia importante riconoscere i problemi e le potenzialità comuni alle "terre alte", che costituiscono il 30% del territorio dell'Unione europea. Ed esorta la politica a non sottovalutare gli effetti negativi nelle aree di pianura del disinteresse per le esigenze e le risorse delle regioni di montagna.

La mozione impegna la Giunta Rossi a stringere alleanze con i territori e le amministrazioni confinanti (e non) per elaborare proposte politiche organiche e congiunte, a predisporre un percorso territoriale anche in collaborazione con i gruppi di azione locale (GAL) per promuovere uno sviluppo locale di tipo partecipativo e in modo da attivare reti transnazionali e metodi di lavoro cooperativo.  Il dispositivo impegna poi la Provincia a verificare l'utilizzo di strumenti come gli investimenti territoriali integrati (ITI) e lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) per promuovere lo sviluppo delle aree montane, così da sostenerne potenzialità ed obiettivi specifici.

L'assessore Mauro Gilmozzi ha detto che dobbiamo accentuare anche l'esigenza di preservare l'autonomia dei territori alpini come il nostro, in quanto garanzia e potere di dare corpo a politiche mirate e coerenti con la cultura alpina, evitando conseguentemente fenomeni di spopolamento delle terre alte come si notano ad esempio in Lombardia e in Veneto. Gilmozzi ha citato la Carta di Chivasso e  la sua quasi completa disapplicazione da parte dello Stato.   

Walter Viola ha chiesto concretezza e ha invitato a chiedersi cosa facciamo noi in Trentino per andare oltre i pronunciamenti formali e dare vita a vere politiche di coesione con altri territori. Stesso rilievo per il profilo della partecipazione e della sussidiarietà: si pensi solo – ha detto il consigliere di P.T. - alle mobilitazioni contro la chiusura delle guardie mediche nelle valli, finite nel nulla. 

 

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Approfondimenti
I temi e i testi all'esame del Consiglio dal 14 al 16 settembre 2016
https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=conv&at_id=28828