Espresso dalla Terza Commissione
Parere positivo al bonus 180 euro. Sì anche al Piano di tutela delle acque 2022 - 2027
La Terza commissione,
presieduta da Ivano Job, ha dato parere positivo, con 3 voti
favorevoli, Paoli e Cavada della Lega e Ossanna del Patt,
l’astensione di Job e i no di Manica Pd e Lucia Coppola di Europa
Verde, alla delibera sulla pre – adozione del bonus energia di 180
euro.
Il dirigente generale del dipartimento energia, Roberto
Andreatta, ha affermato che il provvedimento, rispetto alla prima
ipotesi, è stato modificato: l’intervento non sarà erogato dalle
Comunità ma interverrà la Giunta; rimane il parametro della
residenza domestica, quindi niente seconde case, mentre il limite
della potenza è stato spostato da 4,5 a 6,6 kw per comprendere una
platea più ampia di utenti. Si prevede un contratto di
accreditamento per i circa 150 fornitori, anche se la grande
maggioranza del mercato, con 190 mila utenti, è di Dolomiti Energia.
L’Agenzia per l’assistenza (Apapi), per individuare chi avrà
diritto ai 180 euro, dovrà estrapolare dai codici fiscali i 28 mila
beneficiari dell’assegno unico; operazione alla quale seguirà
un’ulteriore screening per togliere dalla platea dei beneficiari, i
titolari della bolletta con un reddito imponibile lordo superiore ai
50 mila euro. I dati verranno trasferiti ai fornitori entro dicembre
e entro gennaio verranno erogati i 48 milioni stanziati per la
misura. Il numero complessivo degli utenti dovrebbe arrivare a 250
mila. Il provvedimento, ha ricordato il dirigente, è fondato su un
automatismo e quindi il cittadino non ha la necessità di presentare
domande. Sono state fatte valutazioni sull’impiego Isee che però
non è risultata praticabile. Anche perché il 70% delle
dichiarazioni Isee, secondo l’Agenzia delle Entrate, risultano
errate. E la legge prevede che a fronte di dichiarazione mendaci o
erronee il cittadino venga escluso da tutti i benefici, un fattore
questo che potrebbero innescare conseguenze imprevedibili per molti
utenti, soprattutto i più fragili. Il cumulo tra bonus statali e
provinciale è possibile, e questo potrà andare a beneficio delle
fasce monoreddito e che vivono in affitto.
Le domande e le risposte.
Rispondendo a Manica, Lucia
Coppola e Denis Paoli, Andreatta ha detto che ci sarà una forma
alternativa del bonus per gli utenti di fornitori che non si
dovessero accreditare (l’adesione di Dolomiti Energia è arrivata
ieri) e ha aggiunto che il riferimento al reddito dell’utente è
risultato il sistema più semplice anche per estendere il beneficio
al ceto medio. Inoltre, mettere in piedi un sistema di valutazione
molto delicato come Isee o Icef appare sproporzionato per un bonus di
180 euro.
Lorenzo Ossanna (Patt) ha
sottolineato l’importanza per i redditi più bassi di poter
accedere anche ai bonus statali. Inoltre, ha messo in evidenza, con
Paoli, che il costo per le famiglie dell’Isee c’è anche se viene
rimborsato. Quindi, l’esponente Patt ha condiviso la scelta della
Giunta.
Rispondendo a Katia Rossato
(FdI), Andreatta ha detto che la platea potrebbe variare e quindi
anche l’entità del bonus potrebbe, anche se di poco, variare.
Rispondendo una lunga serie di
domande di Ivano Job il dirigente dell’Apapi, Gianfranco Zoppi, ha
affermato che verranno mandati, per obbligo di legge, i dati dei 180
euro al sistema Inps perché si tratta di un beneficio assistenziale.
Se i 180 euro dovessero intralciare l’erogazione di benefici
assistenziali l’utente avrà la possibilità di rinunciare al bonus
e, seppur non espressamente previsto dalla delibera, è tecnicamente
possibile la sua restituzione. Nel caso la prima bolletta non
arrivasse a 180, si decurteranno quelle successive a gennaio o quelle
non pagate. Anche l’ipotesi di delegare i comuni, come ipotizzato
da Job, e le Comunità è risultata tecnicamente impraticabile.
Le dichiarazioni di voto
Alessio Manica
(Pd), dichiarando il suo no alla delibera, ha detto che il sistema
studiato dai tecnici sembra ragionevole, ma, ha sottolineato, la
scelta politica rimane quella di fare arrivare qualcosa a quante più
persone possibile. Di far cadere una pioggia di soldi sul territorio
e, in un momento di scarsità di risorse, non c’è nulla di più
iniquo. Per Manica in un momento di difficoltà si devono fare scelte
e questi 48 milioni di euro si sarebbero dovuti indirizzare verso
fasce di popolazione che hanno bisogno di ben più di 180 euro una
tantum. Di fronte a questa erogazione di massa, la struttura si trova
sotto pressione per mettere a terra un provvedimento lanciato prima
delle elezioni del 25 settembre e che aveva e ha come obiettivo il
consenso. Non solo, per Manica la non applicazione dell’Isee
indebolisce questo strumento che invece dovrebbe essere centrale
nelle politiche sociali. A Ossana e Paoli, l’esponente dem ha
risposto che da parte sua sono venute proposte alternative che sono
state bocciate. Inoltre, con l’Isee si sarebbe ottenuta una
fotografia più nitida del reddito delle famiglie rispetto al
parametro dei 50 mila euro dell’intestatario delle bollette.
Lucia Coppola (Europa
Verde) ha anche lei dichiarando parere contrario alla
delibera, e ha aggiunto che non sempre la semplificazione è la
strada migliore per fare fronte ai bisogni delle famiglie.
Comprensibile l’attenzione ai ceti medi, ma ora si deve concentrare
l’attenzione sul crescente numero di persone che stanno per
precipitare nella povertà sotto i colpi dell’inflazione e del caro
energia. I contributi a pioggia, ha aggiunto, ricadono anche su chi
non ne ha bisogno a scapito di chi è realmente in difficoltà. Se il
problema era quello di fare in fretta, secondo Coppola, sarebbe stato
meglio erogare il bonus qualche mese dopo ma con maggiore equità.
Lorenzo Ossanna
(Patt), dichiarando il suo sì, ha detto che, come si è visto
con lo sconto sulle accise sul carburante fatto dal governo Draghi,
una certa iniquità è abbastanza inevitabile. Ma nel caso dei 180
euro l’introduzione dei 50 mila euro di soglia ha reso più equa la
misura rispetto alla prima ipotesi. I sindacati, ha aggiunto, si
limitano a dire che, con l’Isee, si sarebbero potuti risparmiare 15
milioni di euro, ma non hanno fatto una proposta diversa. La
soluzione contenuta nella delibera è snella, anche se graverà sugli
uffici Pat interessati, e il bonus andrà ad aiutare molte persone in
tempi rapidi. Il consigliere Patt ha raccomandato attenzione alla
possibilità che il bonus possa far scattare meccanismi che possono
andare a inficiare altre erogazioni assistenziali. Ma è positivo che
questo bonus sia sovrapponibile a quello statale.
Per Gianluca Cavada
(Lega) il provvedimento è positivo, giusto e rapido. Una posizione
condivisa da Denis Paoli (Lega) che ha definito
importantissimo il bonus e ha ricordato che il ragionamento sul caro
energia è partito a primavera e ha comportato erogazioni che toccano
i 150 milioni di euro. Il parametro Isee chiesto dalla minoranza,
come è dimostrato dalla realtà, molto spesso non è attendibile e,
rivolgendosi a Manica, ha chiesto quale dovrebbe essere, per
l’opposizione, la soglia di reddito ottimale La corsa al 110% ha
portato molte famiglie non certo ricche a incrementare il proprio
fabbisogno kw quindi giusti l’innalzamento della potenza a 6,6 Kw
ora. Inoltre,la soglia dei 50 mila euro permette di dare un aiuto al
ceto medio con un metodo veloce.
Infine, Ivano Job,
dichiarando l’astensione, ha espresso dubbi sulla rapidità del
provvedimento. Comunque, per il rappresentante del Misto, si sarebbe
potuto fare di meglio e ha auspicato che molti trentini che non ne
hanno bisogno restituiscano i 180 euro. Job nel corso della seduta,
con il plauso di Manica, ha dichiarato che, vista l’importanza
dell’argomento, sarebbe stata importante la presenza di un
rappresentanza della Giunta
Infine, Cgil, Cisl e Uil hanno
mandato alla commissione un documento che contiene una serie di
valutazioni negative, in primo luogo sulla sua utilità e equità,
sulla scelta dei 180 euro. Il sindacato, in sintesi, critica la
decisione di non applicare l’Isee, come ha fatto il Governo Draghi
e ora quello Meloni.
Via libera al Piano di
tutela delle acque
Parere positivo all’unanimità
al Piano di tutela delle acque 2022 – 2027, che era stato
presentato in una precedente seduta.
Alessio Manica (Pd),
prima del voto, ha affermato che il documento testimonia la grande
qualità della struttura Pat e ha aggiunto che ogni amministratore lo
dovrebbe tenere sempre sulla scrivania. Non tutto è blu sulla
cartina delle acque trentine, ha aggiunto, ma è fondamentale la
creazione del sistema di gestione della risorsa perché anche il più
tecnologico dei depuratori non può risolvere i problemi e se a monte
non ci sono infrastrutture e controlli all’altezza. L’auspicio
per Manica è che il Piano guidi in primo luogo la gestione
dell’acqua anche sul piano delle autorizzazioni dello sfruttamento
idroelettrico.
Anche Lucia Coppola (Europa Verde), dichiarando
il suo voto favorevole, ha sottolineato l’ottimo livello del Piano
che ha evidenziato anche le criticità che esistono, ma la Pat ha un
ruolo di guida sulla gestione dell’acqua e ha auspicato un maggiore
controllo anche sulla necessità di diminuire il peso dei veleni per
l’agricoltura e del carico antropico e una gestione equilibrata
dalla risorsa idroelettrica. L’acqua va vista come elemento
fondamentale della biodiversità e per la tutela del paesaggio.
Sì
al Piano anche da parte di Gianluca Cavada (Lega) il quale,
ricordando un suo emendamento al ddl Tonina, ha detto che
l’idroelettrico deve tenere presente anche l’equilibrio ecologico
dei corsi d’acqua. C’è poi la necessità, ha sottolineato, di
programmate interventi per rendere più efficienti gli acquedotti.