I lavori di questa mattina nell'aula del Consiglio provinciale
La massa dei rifiuti è in crescita. L’impianto di termovalorizzazione non ha alternative
In allegato, la relazione dell'assessore all'ambiente Mario Tonina
In
Consiglio si è tenuto il dibattito sull’ aggiornamento del piano
provinciale della gestione dei rifiuti. Un confronto chiesto
dall’opposizione (primo firmatario della richiesta di comunicazione
dell’assessore, Alessio Manica del Pd) durante la quale Mario
Tonina ha di nuovo affermato che la scelta di un impianto di
termovalorizzazione dei rifiuti, pur non scartando a priori altre
ipotesi, è difficilmente evitabile. Entro dicembre Fbk e Università
consegneranno alla Giunta le valutazioni sulle tecnologie da
adottare, ma i numeri dicono che, anche se la differenziata dovesse
arrivare al 90%, rimarrebbe sempre una quantità significativa di
rifiuti da smaltire. Le soluzioni non si posso trovare puntando
sull’inceneritore di Bolzano e l’esportazione sistematica di
rifiuti non sarebbe eticamente sostenibile per una provincia
autonoma.
Cresce
la produzione di rifiuti
La
massa dei rifiuti, ha ricordato Tonina, è in crescita dal 2018 (nel
2019 sono state prodotte 283 mila 461 tonnellate di rifiuti urbani
totali, 63 mila di rifiuti indifferenziati e ingombranti) e la
differenziata è ferma dal 2013 al 77,5% come media provinciale,
superiore obiettivo nazionale che è 65%, con zone, Primiero, Fiemme,
Rotaliana, Valle dei Laghi e Cembra, che superano l’85% e
territori, come l’Alto Garda e Val di Sole sono al 65% - 66%. Ma la
qualità della differenziata non è sempre buona e rimangono 22 mila
tonnellate di scarto. La raccolta differenziata non è uniforme con
13 gestori con sistemi e regimi tariffari diversi.
Al
momento, ha aggiunto Tonina, non ci sono discariche dove conferire i
rifiuti urbani. Per questo il Quinto Piano ha posto degli obiettivi
di riduzione dei rifiuti urbani da 433,7 kg per abitante all’anno a
425 entro il prossimo anno. Il differenziati da 81,2 kg abitante
all’anno a 80 e in caso di non raggiungimento degli obiettivi
scatterà il sistema tariffario puntuale.
Tonina
ha sottolineato l’importanza della comunicazione per disincentivare
la produzione di rifiuti e che deve coinvolgere, oltre ai gestori,
imprese, categorie, cittadini, organizzatori di manifestazioni. Va
disincentivato il consumo di prodotti che producono rifiuti e
aumentata la differenziata con l’obiettivo dell’80% medio nel
2028 e a migliorata la qualità della differenziata e va uniformata
la raccolta dei rifiuti individuando anche un ambito ottimale.
Entro
dicembre si individuerà il sistema di trattamento finale dei rifiuti
Entro
la fine del 2022 la Giunta individuerà lo scenario di piano più
idoneo per il trattamento finale dei rifiuti, approfondendo i temi
della localizzazione dell’impianto, l’impatto economico,
sanitario e energetico e le forme di ristoro; il suo dimensionamento;
l’approfondimento del possibile scenario alternativo; i chiarimenti
sul futuro della convenzione con Bolzano e lo scenario della fase
transitoria. Appa, Fbk e Università stanno lavorando per
approfondire gli aspetti tecnici e il documento verrà consegnato
alla Giunta entro la metà di novembre.
Il
Quinto aggiornamento condiviso con la popolazione
Tonina
ha ricordato che il Quinto aggiornamento è stato presentato in tutto
il Trentino e sono stati raccolti stimoli di grande interesse. I
principi sono quelli di prossimità, di autosufficienza e economicità
devono essere attuati con tutta la responsabilità che comporta
l’autonomia Pat.
L’impianto
è la strada giusta anche per contenere i costi dell’energia
Ma
già ora, ha continuato Tonina, emerge la necessità di realizzare un
impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti non recuperabili che ci
sarebbe anche se arrivassimo al 90% della differenziata. Quindi, si
punta ad un impianto tarato sulle necessità della produzioni di
rifiuti del Trentino; una strada che si dimostra ancora più giusta
oggi a fronte dei costi energetici schizzati in alto. L’alternativa,
ha detto Tonina, è esporare. Un impianto da 60 mila tonnellate di
indifferenziata che dovrà evitare di compromettere il lavoro fatto
sulla raccolta differenziata passata dal 15% nel 2000 all’85%.
Raccolta, ha detto ancora Tonina, che va migliorata, ma anche se si
raggiungessero percentuali del 90% rimarebbe una quota di rifiuti che
necessiterebbe di un trattamento responsabile e coerente.
Per
la bonifica della Maza 17 milioni di euro
Le
tecnologia esaminate, ha aggiunto l’assessore all’ambiente, danno
risposte positive, rispetto all’esportazione dei rifiuti o alle
discariche che hanno lasciato segni nel territorio che si stanno
risanando con costi importanti. La bonifica della Maza, ha ricordato,
comporta un esborso di 17 milioni e questo deve fare riflettere. Come
da accordi entro ottobre, ha ricordato, si chiude quella di
Monclassico e quella di Imer è stata chiusa a giugno. La scelta
impiantistica sarà comunque una prima fase accompagnata da una fase
di esportazione dei rifiuti grazie a Adep che sta effettuando
continue gare che rappresentano però sono un elemento di continua
incertezza.
Si
stanno prendendo in considerazione le tecnologia più avanzate
Il
Quinto aggiornamento, ha continuato Mario Tonina, ha elencato le tre
aree dove potrebbe essere installato l’impianto. Uno dei quali è
stato già localizzato, ma i vincoli e criteri per la localizzazione
verranno decisi entro dicembre. Si stanno prendendo in considerazione
le tecnologie più avanzate come la gassificazione e lo studio mete
in evidenza la sostenibilità ambientale e economica. Senza però
scartare a priori le possibili alternative, anche se, ha ribadito più
volte Tonina, quella di conferire gran parte dei rifiuti residui
all’inceneritore di Bolzano non è praticabile per le scelte fatte
in Alto Adige dove la differenziata raggiunge il 65%.
Per
i prossimi mesi è stato avviato un nuovo servizio di recupero del
secco residuo con una gara europea per il trattamento di 8 mila
tonnellate di rifiuto indifferenziato in impianti dell’Unione
Europea; si stanno incrementando i trasferimenti per conferimenti nei
centri di Dalmine per un totale di 12 mila tonnellate. E’ stata
rinnovata la convenzione con Bolzano che durerà 4 anni per il
conferimento di 13 mila tonnellate. Mentre per il 2023, si avvierà
una gara europea per le 8 mila tonnellate di ingombranti. Mentre
verranno conferiti a Dalmine e Bolzano 31 mila tonnellate e 24 mila
verranno stoccati provvisoriamente a Trento e ai Lavini di Rovereto
fino alla realizzazione del catino nord di Ischia Podetti.
Tanti
numeri e analisi che secondo Tonina dicono che è arrivato il momento
di fare una scelta strategica e definitiva.
Manica:
ci si deve chiedere se l’impianto sarà sostenibile
Alessio
Manica del Pd, tra i proponenti della seduta consiliare, ha affermato
che il tema è importantissimo e per questo sarebbe stato impensabile
che il Consiglio non ne parlasse. Anche se l’aula si sarebbe dovuta
convocare prima. Manica ha ricordato che in passato il Trentino era
arretrato nella gestione rifiuti anche rispetto al Veneto, ma in
questi 20 anni siamo diventati un’avanguardia per la differenziata.
Va fatta un riflessione sulla necessità di omogenizzate i sistemi,
ma senza perdere di vista il fatto che si è diffusa la cultura della
differenziata. Manica ha detto di non essere ideologicamente
contrario ad un impianto di valorizzazione dei rifiuti, ma alcune
domande vanno poste. La prima, è come sia stato possibile trovarsi a
fine 2021 in un’emergenza rifiuti che ci obbliga a esportare fuori
dalla Provincia anche all’estero, a fare stoccaggi con disagi per
la popolazione come in Vallagarina dove gli ingombranti non vengono
più raccolti. Quali sono i problemi con Bolzano per accettare i
rifiuti trentini. Altra domanda, la “taglia” dell’impianto e ha
ricordato che si partì da 300 mila tonnellate, poi sdi calò a 150 e
andò deserta una gara. Non solo, un’analisi di Cassa del Trentino
definì anti economico un inceneritore con quel volume di rifiuti. Si
parla ora di 65 mila tonnellate e quindi va capito cosa è cambiato
nel frattempo. Altro aspetto da chiarire è che sembra avanzarela
strada della nazionalizzazione dei termovalizzatori. Il vero nodo, ha
concluso Manica, è quello della localizzazione che sarebbe dovuta
entrare nel piano di aggiornamento.
Zanella:
va ricercata la soluzione di Bolzano
Paolo
Zanella (Futura) ha ripreso il tema della chiusura del ciclo dei
rifiuti che è il vero elefante nella stanza del Piano. Piano che, ha
ricordato l’esponente di Futura, dice che entro dicembre va
stabilita la traiettoria, anche se la decisione chiara doveva essere
all’interno del documento. Si doveva seguire una strada diversa,
perché è evidente che il problema è quello della chiusura del
ciclo. Inoltre, si dovrà affrontare il tema della crescita delle
tariffe che, per Zanella, perché più basse del resto del nord
Italia, sono state una delle cause della saturazione delle
discariche. Il rappresentante di Futura ha detto che va riaperta la
partita regionale che permetterebbe di allargare la platea degli
utenti a un milioni di abitanti e quindi, potenziando la
differenziata che in Alto Adige è al 64%, a ipotizzare l’utilizzo
e il potenziamento dell’impianto di Bolzano. Anche perché quello
di Trento deve essere sostenibile e le 60 mila tonnellate previste
non bastano, almeno che non si freni sulla differenziata o si
importino rifiuti. Si parla di gassificatore, ma, ha aggiunto il
consigliere di Futura, sarebbe il primo in Italia. Anche per questo,
per le incertezze tecnologiche, andrebbe prima esplorata la soluzione
di Bolzano. Alla base di tutto sta comunque la riduzione del rifiuto
e il miglioramento della qualità della differenziata.
Degasperi:
mancano i controlli sulla produzione di rifiuti
Filippo
Degasperi (Onda) ha chiesto cosa si è fatto per sensibilizzare le
categorie per limitare imballaggi e rifiuti. Sulla differenziata il
Trentino ha risultati apprezzabili, ha aggiunto, ma ci sono territori
che, come Treviso, Mantova, Belluno e Reggio Emilia, fanno meglio di
noi che siamo fermi dal 2013. C’è poi il tema della qualità della
raccolta che viene sempre coperto dalla propaganda, Nel 2017, ha
ricordato, il massimo responsabile dei rifiuti dichiarò che saremmo
stati coperti per 20 anni e invece in 4 anni si è entrati in crisi.
Degasperi ha segnalato, inoltre, il problema dei cestini stradali a
Trento che vengono riempiti di ogni rifiuto e che nessuno controlla.
E questo del controllo sistematico è fondamentale. Ora si sta
arrivando a una scelta pericolosa, quella del termovalorizzatore.
Pericolosa dal punto di vista ambientale, pericolosa per il destino
della differenziata. Il tutto senza dimenticare che l’impianto di
Bolzano ha una capacità di 160 mila tonnellate e viene impiegato per
128. Comunque, ha ricordato Degasperi, l’inceneritore del capoluogo
altoatesino produce 30 mila tonnellate di ceneri da smaltire.
Rossi:
si doveva insistere con Bolzano
Ugo
Rossi (Misto) ha riconosciuto a Tonina di aver applicato un metodo
che permette di valutare il tema con i numeri in mano e con i pro e i
contro. Nei documenti prodotti della Giunta c’è la chiarezza e la
trasparenza e ha affermato di essere sempre stato favorevole
all’impianto di termovalorizzatore anche a fronte di un Patt che,
legato al mondo contadino, era contrario. Il principio di autonomia
per la gestione dei rifiuti era ed è corretto, ma ci fu una
ribellione trasversale che portò al dietrofront della Giunta di
allora. Si pensò al Css, per la produzione di cemento, ma il fermo
dei cementifici e lo sviluppo tecnologico misero fuori gioco questa
opzione. Rossi ha però aggiunto che si doveva puntare ad un accordo
con Bolzano tenendo presente che oggi nell’impianto altoatesino si
bruciano rifiuti che si potrebbero riciclare. C’è poi un problema
di calibrare le potenzialità del futuro inceneritore e ha ricordato
che i problemi di consenso ci sono anche nell’ipotesi di collocare
l’impianto a Rovereto perché i contadini ci sono anche in
Vallagarina. Quindi, ha chiesto a Tonina quali problemi ci sono per
raggiungere un accordo con Bolzano che ha un inceneritore con una
potenzialità di 130 mila tonnellate e brucia una parte della
differenziata.
Demagri:
su Monclassico e Imer poca comunicazione
Paola
Demagri (Patt) ha condiviso la relazione di Tonina. Va valorizzato il
lavoro dei cittadini sulla differenziata, ha sottolineato, che tocca
nelle zone virtuose dell’85% e nel Piano sarebbe stata necessaria
una tempistica sul raggiungimento degli obiettivi. Sulla
localizzazione dell’impianto finale e sul tipo di tecnologia si
sarebbe dovuto essere più precisi. Demagri ha detto di non essere
per il no all’impianto, perché dobbiamo avere la responsabilità
di chiudere il ciclo. La consigliera del Patt ha ricordato che la
comunicazione sulla riapertura di Imer e Monclassico è stata scarsa
e ha creato tensioni e proteste nelle comunità.
Job:
rimarginare le ferite delle discariche di Imer e Monclassico
Ivano
Job (Misto) ha messo in evidenza la questione dei costi e ha
sottolineato, esempio la Valle di Sole, che i margini di
miglioramento nella differenziata ci sono e ha sottolineato che le
bonifiche delle discariche, come quella della Maza, devono essere
viste come la capacità della politica di ripensare le scelte. Ha
concluso che anche per le discariche di Imer e Monclassico i
cittadini si aspettano che queste ferite vengano rimarginate.
Marini:
va fatta una riflessione sul sistema produttivo
Alex
Marini (5 Stelle), dando atto a Tonina della serietà del Piano, ha
affermato che va fatta una riflessione sul consumo che la produzione
dell’opulenza richiede. Produzione che crea rifiuti che vanno
smaltiti: un ciclo perverso che il Trentino potrebbe provare a
invertire. Un sistema che crea non solo problemi ambientali, ma anche
sociali perché ci sono i rifiuti materiali ma anche gli scarti
umani. Frutti amari di un sistema produttivo mal concepito. In base a
questo l’inceneritore non risolve la radice del problema che è
prodotto dal sistema. Marini ha portato l’esempio del marchio
Trentino eco – ristorazione che è stata una buona iniziativa ma
che, per quanto importante, non ha avuto successo. Basti pensare che
un solo Istituto alberghiero ha adottato questo marchio che dovrebbe
essere non un eccezione ma la norma.
Masè:
la società civile ha capito la necessità di un impianto
Vanessa
Masè (La Civica) ha ricordato che in tutte le note al Quinto Piano
redatte da enti e categorie si chiudono con un sì al
termovalorizzatore. Inoltre, i costi sono troppo alti e le tariffe
sono destinate a crescere e la richiesta della società civile è
chiara: il ciclo dei rifiuti va chiuso con un sistema tecnologico. Il
tema degli ingombranti, ha aggiunto, è emergenziale, perché
l’incendio del 10 agosto ha completamente modificato la situazione
che si riverbera negativamente sulle Comunità di valle. Anche se le
tecniche di stoccaggio potranno dare respiro fino alla fine del 2023.
Infine, la consigliera della Civica, ha detto che incenerimento e
differenziata non sono incompatibili come dimostrano esempi come
quello di Lathi in Finlandia.
Cia:
Il bonus 110% una “fabbrica” di rifiuti
Claudio
Cia (FdI) ha sottolineato la contraddizione di trovarsi in una realtà
autonoma regionale e al tempo stesso di fronte alla necessità di
rivolgersi fuori per risolvere il problema rifiuti. Inoltre,
l’esponente d FdI, ha ricordato la grande quantità di rifiuti
prodotto dal bonus 110% che ha indotto, ad esempio, i cittadini a
cambiare finestre quasi nuove. Ma tante sono le anomalie di
sistema:basti pensare che la plastica viene pagata dal cittadino
quattro volte dall’acquisto del prodotto al rifiuto e allo
smaltimento.
Tonina:
non importeremo rifiuti per alimentare l’impianto
Tonina
ha replicato affermando che non si è trovata una soluzione con
Bolzano perché in questo momento e nel breve, pur tenendo aperte le
interlocuzioni, non sembrano esserci le condizioni per consegnare
tutto il nostro quantitativo di rifiuti residui all’inceneritore di
Bolzano. Anche se sembrava, ad un certo punto, che ci fosse la
possibilità di rivedere la convenzione ma poi l’apertura è
rientrata. Ciò nonostante se ci fossero le condizioni di potrà
esplorare questa strada. Sul Css non ci sono condizioni sufficienti
per utilizzare questo prodotto perché non ci sono le premesse di
mercato. L’impianto che si prevede sarà modulare e non si
importeranno rifiuti dall’esterno perché la struttura sarà tarata
sulla nostra produzione di rifiuto post differenziata. Di certo, ha
aggiunto, non si farà un impianto sperimentale. Quella dell’impianto
di riduzione dei rifiuti di Rovereto, citato da Rossi, non è
ritenuta una soluzione praticabile. Infine, il vicepresidente ha
ricordato che c’è stata una crescita della coscienza civica e
della sensibilità sul tema dei rifiuti. Sulle discariche di Imer e
Monclassico ha detto che la scelta era obbligata e che è stato
mantenuto l’impegno di chiuderle definitivamente e di avviare la
bonifica che partirà a breve. Tonina ha concluso ricordando la
necessità di ridurre i costi per i cittadini
Le
risoluzioni.
Quella
di Zanella, approvata all’unanimità, che impegna la Giunta
all’introduzione dell’educazione del consumo consapevole e
sostegni per le ditte che riducono i packaging, la creazione di
centri di riuso professionali e una più attenta raccolta
differenziata nelle scuole.
Sì
anche a quella di Manica che chiede alla Giunta di presentare lo
studio sull’impianto in Terza commissione e di costruire una cabina
di regia che coordini gli enti gestori e la Pat. Il consigliere del
Pd, infine, ha sottolineato la necessità di mettere al centro il
rischio zero per la salute. Questione, ha sottolineato Tonina, che è
e rimarrà centrale. Sulla risoluzione, pur approvando la
risoluzione, ha ricordato che la cabina di regia c’è già.
La
risoluzione di Marini, bocciata con 18 no 9 sì un astenuto,
riguardava i delitti contro l’ambiente e, auspicando la
collaborazione tra forze dell’ordine e gestori, e in base alla
relazione della commissione bicamerale eco – mafie, chiedeva
l’impegno a motivare il no alla costituzione di parte civile da
parte degli enti pubblici interessati neri casi dei reati ambientali.
Il no della Giunta è stato motivato dal fatto che la risoluzione è
fuori tema.
Sì
con 28 sì e due non partecipanti al voto alla risoluzione di Cia che
impegna la Giunta a intervenire per uniformare i colori dei
cassonetti della differenziata.
Sì
all’unanimità anche a quella di Vanessa Masè che chiede l’impegno
per incentivare il riutilizzo del ghiaino da spazzamento stradale che
potrebbe essere vantaggioso anche dal punto di vista economico. Rossi
ha detto che, come in Austria e Alto Adige, si potrebbe limitare
l’uso del ghiaino utilizzando il sale liquido.
Disco
verde unanime anche alla risoluzione sempre di Masè che impegna la
Giunta a introdurre un sistema omogeneo della raccolta
differenziata; a prevedere modalità di incentivi per le Rsa che si
doteranno di compattatori; ad aumentare gli investimenti per
l’informazione anche nelle zone turistiche e l’introduzione di
una tariffa puntuale per i territori per garantire il principio che
chi differenzia meno paga di più.
Non
è stata votata (ma sarebbe stata bocciata visto il no della Giunta)
perché si è superato l’orario di convocazione del Consiglio la
risoluzione
di Zanella che voleva impegnare la Giunta a seguire la strada
dell’accordo con Bolzano per l’incenerimento dei rifiuti. Tonina
ha motivato il no affermando che il lavoro nei confronti di Bolzano è
stato fatto, ma finora non sono emersi spazi. Ossanna
(Patt), dichiarando l’astensione, ha detto che una mozione simile
andrebbe presentata a livello regionale. Rossi ha affermato che a
Bolzano va proposto qualcosa in cambio, ad esempio che il Trentino si
occupi dell’umido prodotto in Alto Adige anche se ciò
comporterebbe la costruzione di un altro impianto come quello di
Cadino. Se poi a nord di Salorno dovesse arrivare un altro si
assumeranno le loro responsabilità. Tenendo conto che anche in Alto
Adige c’è un movimento d’opinione per aumentare la differenziata
e la strada con Bolzano va percorsa fino in fondo. Tonini Pd ha detto
che bocciare questo documento significa bocciare la strategia della
collaborazione e l’iniziativa politica. Il vicepresidente ha
ribadito che si sono cercate tutte le strade, ma in questo momento
non ci sono le condizioni di un accordo con Bolzano e ha chiesto a
Zanella di ritirare la risoluzione.