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18/10/2022 - In aula o in commissione

La massa dei rifiuti è in crescita. L’impianto di termovalorizzazione non ha alternative

I lavori di questa mattina nell'aula del Consiglio provinciale

La massa dei rifiuti è in crescita. L’impianto di termovalorizzazione non ha alternative

In allegato, la relazione dell'assessore all'ambiente Mario Tonina

La massa dei rifiuti è in crescita. L’impianto di termovalorizzazione non ha alternative
​In Consiglio si è tenuto il dibattito sull’ aggiornamento del piano provinciale della gestione dei rifiuti. Un confronto chiesto dall’opposizione (primo firmatario della richiesta di comunicazione dell’assessore, Alessio Manica del Pd) durante la quale Mario Tonina ha di nuovo affermato che la scelta di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, pur non scartando a priori altre ipotesi, è difficilmente evitabile. Entro dicembre Fbk e Università consegneranno alla Giunta le valutazioni sulle tecnologie da adottare, ma i numeri dicono che, anche se la differenziata dovesse arrivare al 90%, rimarrebbe sempre una quantità significativa di rifiuti da smaltire. Le soluzioni non si posso trovare puntando sull’inceneritore di Bolzano e l’esportazione sistematica di rifiuti non sarebbe eticamente sostenibile per una provincia autonoma.


Cresce la produzione di rifiuti


La massa dei rifiuti, ha ricordato Tonina, è in crescita dal 2018 (nel 2019 sono state prodotte 283 mila 461 tonnellate di rifiuti urbani totali, 63 mila di rifiuti indifferenziati e ingombranti) e la differenziata è ferma dal 2013 al 77,5% come media provinciale, superiore obiettivo nazionale che è 65%, con zone, Primiero, Fiemme, Rotaliana, Valle dei Laghi e Cembra, che superano l’85% e territori, come l’Alto Garda e Val di Sole sono al 65% - 66%. Ma la qualità della differenziata non è sempre buona e rimangono 22 mila tonnellate di scarto. La raccolta differenziata non è uniforme con 13 gestori con sistemi e regimi tariffari diversi.

Al momento, ha aggiunto Tonina, non ci sono discariche dove conferire i rifiuti urbani. Per questo il Quinto Piano ha posto degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani da 433,7 kg per abitante all’anno a 425 entro il prossimo anno. Il differenziati da 81,2 kg abitante all’anno a 80 e in caso di non raggiungimento degli obiettivi scatterà il sistema tariffario puntuale.

Tonina ha sottolineato l’importanza della comunicazione per disincentivare la produzione di rifiuti e che deve coinvolgere, oltre ai gestori, imprese, categorie, cittadini, organizzatori di manifestazioni. Va disincentivato il consumo di prodotti che producono rifiuti e aumentata la differenziata con l’obiettivo dell’80% medio nel 2028 e a migliorata la qualità della differenziata e va uniformata la raccolta dei rifiuti individuando anche un ambito ottimale.


Entro dicembre si individuerà il sistema di trattamento finale dei rifiuti


Entro la fine del 2022 la Giunta individuerà lo scenario di piano più idoneo per il trattamento finale dei rifiuti, approfondendo i temi della localizzazione dell’impianto, l’impatto economico, sanitario e energetico e le forme di ristoro; il suo dimensionamento; l’approfondimento del possibile scenario alternativo; i chiarimenti sul futuro della convenzione con Bolzano e lo scenario della fase transitoria. Appa, Fbk e Università stanno lavorando per approfondire gli aspetti tecnici e il documento verrà consegnato alla Giunta entro la metà di novembre.


Il Quinto aggiornamento condiviso con la popolazione


Tonina ha ricordato che il Quinto aggiornamento è stato presentato in tutto il Trentino e sono stati raccolti stimoli di grande interesse. I principi sono quelli di prossimità, di autosufficienza e economicità devono essere attuati con tutta la responsabilità che comporta l’autonomia Pat.


L’impianto è la strada giusta anche per contenere i costi dell’energia


Ma già ora, ha continuato Tonina, emerge la necessità di realizzare un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti non recuperabili che ci sarebbe anche se arrivassimo al 90% della differenziata. Quindi, si punta ad un impianto tarato sulle necessità della produzioni di rifiuti del Trentino; una strada che si dimostra ancora più giusta oggi a fronte dei costi energetici schizzati in alto. L’alternativa, ha detto Tonina, è esporare. Un impianto da 60 mila tonnellate di indifferenziata che dovrà evitare di compromettere il lavoro fatto sulla raccolta differenziata passata dal 15% nel 2000 all’85%. Raccolta, ha detto ancora Tonina, che va migliorata, ma anche se si raggiungessero percentuali del 90% rimarebbe una quota di rifiuti che necessiterebbe di un trattamento responsabile e coerente.


Per la bonifica della Maza 17 milioni di euro


Le tecnologia esaminate, ha aggiunto l’assessore all’ambiente, danno risposte positive, rispetto all’esportazione dei rifiuti o alle discariche che hanno lasciato segni nel territorio che si stanno risanando con costi importanti. La bonifica della Maza, ha ricordato, comporta un esborso di 17 milioni e questo deve fare riflettere. Come da accordi entro ottobre, ha ricordato, si chiude quella di Monclassico e quella di Imer è stata chiusa a giugno. La scelta impiantistica sarà comunque una prima fase accompagnata da una fase di esportazione dei rifiuti grazie a Adep che sta effettuando continue gare che rappresentano però sono un elemento di continua incertezza.


Si stanno prendendo in considerazione le tecnologia più avanzate


Il Quinto aggiornamento, ha continuato Mario Tonina, ha elencato le tre aree dove potrebbe essere installato l’impianto. Uno dei quali è stato già localizzato, ma i vincoli e criteri per la localizzazione verranno decisi entro dicembre. Si stanno prendendo in considerazione le tecnologie più avanzate come la gassificazione e lo studio mete in evidenza la sostenibilità ambientale e economica. Senza però scartare a priori le possibili alternative, anche se, ha ribadito più volte Tonina, quella di conferire gran parte dei rifiuti residui all’inceneritore di Bolzano non è praticabile per le scelte fatte in Alto Adige dove la differenziata raggiunge il 65%.

Per i prossimi mesi è stato avviato un nuovo servizio di recupero del secco residuo con una gara europea per il trattamento di 8 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato in impianti dell’Unione Europea; si stanno incrementando i trasferimenti per conferimenti nei centri di Dalmine per un totale di 12 mila tonnellate. E’ stata rinnovata la convenzione con Bolzano che durerà 4 anni per il conferimento di 13 mila tonnellate. Mentre per il 2023, si avvierà una gara europea per le 8 mila tonnellate di ingombranti. Mentre verranno conferiti a Dalmine e Bolzano 31 mila tonnellate e 24 mila verranno stoccati provvisoriamente a Trento e ai Lavini di Rovereto fino alla realizzazione del catino nord di Ischia Podetti.

Tanti numeri e analisi che secondo Tonina dicono che è arrivato il momento di fare una scelta strategica e definitiva.


Manica: ci si deve chiedere se l’impianto sarà sostenibile


Alessio Manica del Pd, tra i proponenti della seduta consiliare, ha affermato che il tema è importantissimo e per questo sarebbe stato impensabile che il Consiglio non ne parlasse. Anche se l’aula si sarebbe dovuta convocare prima. Manica ha ricordato che in passato il Trentino era arretrato nella gestione rifiuti anche rispetto al Veneto, ma in questi 20 anni siamo diventati un’avanguardia per la differenziata. Va fatta un riflessione sulla necessità di omogenizzate i sistemi, ma senza perdere di vista il fatto che si è diffusa la cultura della differenziata. Manica ha detto di non essere ideologicamente contrario ad un impianto di valorizzazione dei rifiuti, ma alcune domande vanno poste. La prima, è come sia stato possibile trovarsi a fine 2021 in un’emergenza rifiuti che ci obbliga a esportare fuori dalla Provincia anche all’estero, a fare stoccaggi con disagi per la popolazione come in Vallagarina dove gli ingombranti non vengono più raccolti. Quali sono i problemi con Bolzano per accettare i rifiuti trentini. Altra domanda, la “taglia” dell’impianto e ha ricordato che si partì da 300 mila tonnellate, poi sdi calò a 150 e andò deserta una gara. Non solo, un’analisi di Cassa del Trentino definì anti economico un inceneritore con quel volume di rifiuti. Si parla ora di 65 mila tonnellate e quindi va capito cosa è cambiato nel frattempo. Altro aspetto da chiarire è che sembra avanzarela strada della nazionalizzazione dei termovalizzatori. Il vero nodo, ha concluso Manica, è quello della localizzazione che sarebbe dovuta entrare nel piano di aggiornamento.


Zanella: va ricercata la soluzione di Bolzano


Paolo Zanella (Futura) ha ripreso il tema della chiusura del ciclo dei rifiuti che è il vero elefante nella stanza del Piano. Piano che, ha ricordato l’esponente di Futura, dice che entro dicembre va stabilita la traiettoria, anche se la decisione chiara doveva essere all’interno del documento. Si doveva seguire una strada diversa, perché è evidente che il problema è quello della chiusura del ciclo. Inoltre, si dovrà affrontare il tema della crescita delle tariffe che, per Zanella, perché più basse del resto del nord Italia, sono state una delle cause della saturazione delle discariche. Il rappresentante di Futura ha detto che va riaperta la partita regionale che permetterebbe di allargare la platea degli utenti a un milioni di abitanti e quindi, potenziando la differenziata che in Alto Adige è al 64%, a ipotizzare l’utilizzo e il potenziamento dell’impianto di Bolzano. Anche perché quello di Trento deve essere sostenibile e le 60 mila tonnellate previste non bastano, almeno che non si freni sulla differenziata o si importino rifiuti. Si parla di gassificatore, ma, ha aggiunto il consigliere di Futura, sarebbe il primo in Italia. Anche per questo, per le incertezze tecnologiche, andrebbe prima esplorata la soluzione di Bolzano. Alla base di tutto sta comunque la riduzione del rifiuto e il miglioramento della qualità della differenziata.


Degasperi: mancano i controlli sulla produzione di rifiuti


Filippo Degasperi (Onda) ha chiesto cosa si è fatto per sensibilizzare le categorie per limitare imballaggi e rifiuti. Sulla differenziata il Trentino ha risultati apprezzabili, ha aggiunto, ma ci sono territori che, come Treviso, Mantova, Belluno e Reggio Emilia, fanno meglio di noi che siamo fermi dal 2013. C’è poi il tema della qualità della raccolta che viene sempre coperto dalla propaganda, Nel 2017, ha ricordato, il massimo responsabile dei rifiuti dichiarò che saremmo stati coperti per 20 anni e invece in 4 anni si è entrati in crisi. Degasperi ha segnalato, inoltre, il problema dei cestini stradali a Trento che vengono riempiti di ogni rifiuto e che nessuno controlla. E questo del controllo sistematico è fondamentale. Ora si sta arrivando a una scelta pericolosa, quella del termovalorizzatore. Pericolosa dal punto di vista ambientale, pericolosa per il destino della differenziata. Il tutto senza dimenticare che l’impianto di Bolzano ha una capacità di 160 mila tonnellate e viene impiegato per 128. Comunque, ha ricordato Degasperi, l’inceneritore del capoluogo altoatesino produce 30 mila tonnellate di ceneri da smaltire.


Rossi: si doveva insistere con Bolzano


Ugo Rossi (Misto) ha riconosciuto a Tonina di aver applicato un metodo che permette di valutare il tema con i numeri in mano e con i pro e i contro. Nei documenti prodotti della Giunta c’è la chiarezza e la trasparenza e ha affermato di essere sempre stato favorevole all’impianto di termovalorizzatore anche a fronte di un Patt che, legato al mondo contadino, era contrario. Il principio di autonomia per la gestione dei rifiuti era ed è corretto, ma ci fu una ribellione trasversale che portò al dietrofront della Giunta di allora. Si pensò al Css, per la produzione di cemento, ma il fermo dei cementifici e lo sviluppo tecnologico misero fuori gioco questa opzione. Rossi ha però aggiunto che si doveva puntare ad un accordo con Bolzano tenendo presente che oggi nell’impianto altoatesino si bruciano rifiuti che si potrebbero riciclare. C’è poi un problema di calibrare le potenzialità del futuro inceneritore e ha ricordato che i problemi di consenso ci sono anche nell’ipotesi di collocare l’impianto a Rovereto perché i contadini ci sono anche in Vallagarina. Quindi, ha chiesto a Tonina quali problemi ci sono per raggiungere un accordo con Bolzano che ha un inceneritore con una potenzialità di 130 mila tonnellate e brucia una parte della differenziata.


Demagri: su Monclassico e Imer poca comunicazione


Paola Demagri (Patt) ha condiviso la relazione di Tonina. Va valorizzato il lavoro dei cittadini sulla differenziata, ha sottolineato, che tocca nelle zone virtuose dell’85% e nel Piano sarebbe stata necessaria una tempistica sul raggiungimento degli obiettivi. Sulla localizzazione dell’impianto finale e sul tipo di tecnologia si sarebbe dovuto essere più precisi. Demagri ha detto di non essere per il no all’impianto, perché dobbiamo avere la responsabilità di chiudere il ciclo. La consigliera del Patt ha ricordato che la comunicazione sulla riapertura di Imer e Monclassico è stata scarsa e ha creato tensioni e proteste nelle comunità.


Job: rimarginare le ferite delle discariche di Imer e Monclassico


Ivano Job (Misto) ha messo in evidenza la questione dei costi e ha sottolineato, esempio la Valle di Sole, che i margini di miglioramento nella differenziata ci sono e ha sottolineato che le bonifiche delle discariche, come quella della Maza, devono essere viste come la capacità della politica di ripensare le scelte. Ha concluso che anche per le discariche di Imer e Monclassico i cittadini si aspettano che queste ferite vengano rimarginate.


Marini: va fatta una riflessione sul sistema produttivo


Alex Marini (5 Stelle), dando atto a Tonina della serietà del Piano, ha affermato che va fatta una riflessione sul consumo che la produzione dell’opulenza richiede. Produzione che crea rifiuti che vanno smaltiti: un ciclo perverso che il Trentino potrebbe provare a invertire. Un sistema che crea non solo problemi ambientali, ma anche sociali perché ci sono i rifiuti materiali ma anche gli scarti umani. Frutti amari di un sistema produttivo mal concepito. In base a questo l’inceneritore non risolve la radice del problema che è prodotto dal sistema. Marini ha portato l’esempio del marchio Trentino eco – ristorazione che è stata una buona iniziativa ma che, per quanto importante, non ha avuto successo. Basti pensare che un solo Istituto alberghiero ha adottato questo marchio che dovrebbe essere non un eccezione ma la norma.


Masè: la società civile ha capito la necessità di un impianto


Vanessa Masè (La Civica) ha ricordato che in tutte le note al Quinto Piano redatte da enti e categorie si chiudono con un sì al termovalorizzatore. Inoltre, i costi sono troppo alti e le tariffe sono destinate a crescere e la richiesta della società civile è chiara: il ciclo dei rifiuti va chiuso con un sistema tecnologico. Il tema degli ingombranti, ha aggiunto, è emergenziale, perché l’incendio del 10 agosto ha completamente modificato la situazione che si riverbera negativamente sulle Comunità di valle. Anche se le tecniche di stoccaggio potranno dare respiro fino alla fine del 2023. Infine, la consigliera della Civica, ha detto che incenerimento e differenziata non sono incompatibili come dimostrano esempi come quello di Lathi in Finlandia.


Cia: Il bonus 110% una “fabbrica” di rifiuti


Claudio Cia (FdI) ha sottolineato la contraddizione di trovarsi in una realtà autonoma regionale e al tempo stesso di fronte alla necessità di rivolgersi fuori per risolvere il problema rifiuti. Inoltre, l’esponente d FdI, ha ricordato la grande quantità di rifiuti prodotto dal bonus 110% che ha indotto, ad esempio, i cittadini a cambiare finestre quasi nuove. Ma tante sono le anomalie di sistema:basti pensare che la plastica viene pagata dal cittadino quattro volte dall’acquisto del prodotto al rifiuto e allo smaltimento.


Tonina: non importeremo rifiuti per alimentare l’impianto


Tonina ha replicato affermando che non si è trovata una soluzione con Bolzano perché in questo momento e nel breve, pur tenendo aperte le interlocuzioni, non sembrano esserci le condizioni per consegnare tutto il nostro quantitativo di rifiuti residui all’inceneritore di Bolzano. Anche se sembrava, ad un certo punto, che ci fosse la possibilità di rivedere la convenzione ma poi l’apertura è rientrata. Ciò nonostante se ci fossero le condizioni di potrà esplorare questa strada. Sul Css non ci sono condizioni sufficienti per utilizzare questo prodotto perché non ci sono le premesse di mercato. L’impianto che si prevede sarà modulare e non si importeranno rifiuti dall’esterno perché la struttura sarà tarata sulla nostra produzione di rifiuto post differenziata. Di certo, ha aggiunto, non si farà un impianto sperimentale. Quella dell’impianto di riduzione dei rifiuti di Rovereto, citato da Rossi, non è ritenuta una soluzione praticabile. Infine, il vicepresidente ha ricordato che c’è stata una crescita della coscienza civica e della sensibilità sul tema dei rifiuti. Sulle discariche di Imer e Monclassico ha detto che la scelta era obbligata e che è stato mantenuto l’impegno di chiuderle definitivamente e di avviare la bonifica che partirà a breve. Tonina ha concluso ricordando la necessità di ridurre i costi per i cittadini


Le risoluzioni.


Quella di Zanella, approvata all’unanimità, che impegna la Giunta all’introduzione dell’educazione del consumo consapevole e sostegni per le ditte che riducono i packaging, la creazione di centri di riuso professionali e una più attenta raccolta differenziata nelle scuole.


Sì anche a quella di Manica che chiede alla Giunta di presentare lo studio sull’impianto in Terza commissione e di costruire una cabina di regia che coordini gli enti gestori e la Pat. Il consigliere del Pd, infine, ha sottolineato la necessità di mettere al centro il rischio zero per la salute. Questione, ha sottolineato Tonina, che è e rimarrà centrale. Sulla risoluzione, pur approvando la risoluzione, ha ricordato che la cabina di regia c’è già.


La risoluzione di Marini, bocciata con 18 no 9 sì un astenuto, riguardava i delitti contro l’ambiente e, auspicando la collaborazione tra forze dell’ordine e gestori, e in base alla relazione della commissione bicamerale eco – mafie, chiedeva l’impegno a motivare il no alla costituzione di parte civile da parte degli enti pubblici interessati neri casi dei reati ambientali. Il no della Giunta è stato motivato dal fatto che la risoluzione è fuori tema.


Sì con 28 sì e due non partecipanti al voto alla risoluzione di Cia che impegna la Giunta a intervenire per uniformare i colori dei cassonetti della differenziata.


Sì all’unanimità anche a quella di Vanessa Masè che chiede l’impegno per incentivare il riutilizzo del ghiaino da spazzamento stradale che potrebbe essere vantaggioso anche dal punto di vista economico. Rossi ha detto che, come in Austria e Alto Adige, si potrebbe limitare l’uso del ghiaino utilizzando il sale liquido.


Disco verde unanime anche alla risoluzione sempre di Masè che impegna la Giunta a introdurre un sistema omogeneo della raccolta differenziata; a prevedere modalità di incentivi per le Rsa che si doteranno di compattatori; ad aumentare gli investimenti per l’informazione anche nelle zone turistiche e l’introduzione di una tariffa puntuale per i territori per garantire il principio che chi differenzia meno paga di più.


Non è stata votata (ma sarebbe stata bocciata visto il no della Giunta) perché si è superato l’orario di convocazione del Consiglio la risoluzione di Zanella che voleva impegnare la Giunta a seguire la strada dell’accordo con Bolzano per l’incenerimento dei rifiuti. Tonina ha motivato il no affermando che il lavoro nei confronti di Bolzano è stato fatto, ma finora non sono emersi spazi. Ossanna (Patt), dichiarando l’astensione, ha detto che una mozione simile andrebbe presentata a livello regionale. Rossi ha affermato che a Bolzano va proposto qualcosa in cambio, ad esempio che il Trentino si occupi dell’umido prodotto in Alto Adige anche se ciò comporterebbe la costruzione di un altro impianto come quello di Cadino. Se poi a nord di Salorno dovesse arrivare un altro si assumeranno le loro responsabilità. Tenendo conto che anche in Alto Adige c’è un movimento d’opinione per aumentare la differenziata e la strada con Bolzano va percorsa fino in fondo. Tonini Pd ha detto che bocciare questo documento significa bocciare la strategia della collaborazione e l’iniziativa politica. Il vicepresidente ha ribadito che si sono cercate tutte le strade, ma in questo momento non ci sono le condizioni di un accordo con Bolzano e ha chiesto a Zanella di ritirare la risoluzione. ​

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La relazione dell'assessore Tonina