In Terza Commissione. Lunedì le ultime consultazioni
Prime audizioni sul ddl 162 che propone di prorogare fino al 2029 le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche
Anche il nuovo polo ospedaliero universitario inserito tra le opere affidate a un commissario
La
III
Commissione
presieduta
da Ivano Job (Misto-Coraggio
Italia)
ha
acquisito
oggi
il
parere dei principali soggetti
interessati al disegno
di legge n. 162
proposto
dalla Giunta con l’assessore all’energia Mario Tonina. Il
provvedimento, formato
da un solo articolo,
punta
a prorogare di 5 anni, dal
2024 al 2029 la
scadenza delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche
permettendo
agli
attuali concessionari delle grandi derivazioni idroelettriche di
presentare
piani industriali da
attuare entro due anni per rendere
più
efficienti gli impianti. Il
prof. Damiano Florenzano dell’Università di Trento ha indicato
alcune vie per evitare che il governo impugni il ddl in nome delle
norme sulla libera concorrenza che obbligano alle gare. Elettricità
Futura, Utilitalia, Dolomiti Energia e Primiero Energia si sono
espressi a favore del ddl mentre Vis Acquae considera le gare non
solo necessarie ma utili. Il ddl è condivisibile per le
organizzazioni ambientaliste che però criticano fortemente la
mancata consultazione preventiva dei portatori di interesse e chiede
di sospendere l’esame del provvedimento per convocare un apposito
Tavolo di confronto. Il Cal apprezza il testo ma chiede che la
Provincia proroghi anche le scadenze delle piccole e medie
concessioni in mano ai Comuni, perché senza le risorse ricavate da
questa risorse le amministrazioni locali potrebbero tagliare i
servizi. Lunedì sono in programma le ultime audizioni sul ddl. La
Commissione ha anche dato il via libera all’aggiunta del polo
ospedaliero universitario del Trentino all’elenco delle opere
pubbliche affidati a un commissario straordinario.
Il
prof. Florenzano - Università di Trento: come evitare che il testo
sia impugnato
Il
professor Damiano Florenzano, ha notato in particolare che il ddl
prevede, per consentire di arrivare a una modifica di una
concessione, una negoziazione e non una proroga. Avendo come modello
ispiratore il Piano Colao.
Alessio
Manica (Pd) ha ricordato che la legge sulle centrali voluta dalla
Giunta nel 2020 sottolineava l’esigenza delle gare, mentre ora si
persegue la strada del Piano Colao che a fronte di investimenti
prevede la proroga delle concessioni. E ha chiesto chiarimenti sul
nodo principale di questo ddl, ovvero se potrà risultare
sostenibile, visto che il governo si è sempre dimostrato incline
alle gare. Manica si aspetta che venga impugnato perché il governo
non potrebbe permettere una proroga solo al Trentino. D’altra parte
sembra sempre meno indiscutibile il principio della Bolkestein per
cui gli Stati sono obbligati a mettere a gara la gestione di una
risorsa come l’acqua.
Florenzano
ha risposto che la sostenibilità giuridica è in dubbio.
Innanzitutto a causa della legislazione nazionale, specie dopo che la
Provincia si è spinta molto verso la legge sulla concorrenza mentre
con questa proposta sembra andare in controtendenza puntando a una
proroga. Per Florenzano emerge una contraddittorietà tra l’articolo
13 comma 1 dello Statuto e l’articolo 12 della legge Bersani. Per
l’articolo 13 dello Statuto la Provincia è competente in tema di
modalità e procedure di assegnazione. Potrebbe quindi sostenere
l’esigenza di dover esplorare una modalità alternativa alla gara
come la negoziazione. Quanto al versante europeo, va considerato che
le concessioni per derivazioni idroelettriche riguardano beni e non
attività o servizi. Quindi il principio la Bolkestein non si applica
a questa fattispecie. Vi sono quindi margini di compatibilità
giuridica per questo ddl che, se ben presentato, potrebbe derogare
rispetto alla direttiva sulla concorrenza. In Italia resta il
problema dell’articolo 12 della Bersani che obbliga alla gara.
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde), che ha ricordato di essersi
espressa favorevolmente a questo ddl, ha chiesto se nel ddl potrebbe
essere inserito qualche elemento che riduca il rischio che il governo
impugni il testo o se è il caso di andare avanti e vedere come va a
finire.
Florenzano
ha risposto che da cittadino giudica più che apprezzabile questo
ddl, ma da professionista non può escludere che il governo impugni
il testo. Per questo il professore consiglierebbe di non prevedere la
sospensione delle procedure, in quanto se si prevede che le gare si
concludano entro il 31 dicembre 2024 molte regioni non riusciranno a
rispettare la scadenza che quindi sarà comunque prorogata. Un’altra
soluzione potrebbe essere la richiesta di una proroga modesta che
consenta ai concessionari di recuperare la perdita causata dal canone
aggiuntivo.
Alex
Marini (Misto-5 Stelle) ha chiesto a Florenzano se, sul terreno
politico, non vi sia anche un problema di approvvigionamento e quindi
di sicurezza energetica che andrebbe affrontato con il controllo
pubblico diretto delle centrali in ragione dell’interesse generale
legato a questi impianti. Si tratta di conciliare il fabbisogno
energetico con il controllo pubblico della risorsa costituita dalle
centrali.
Florenzano
ha risposto citando le comunità energetiche che già da qualche
anno si potrebbero istituire per permettere la partecipazione in
funzione della sicurezza energetica. La gestione diretta della
Provincia potrebbe essere giustificata da esigenze di
approvvigionamento idrico ad esempio per l’agricoltura.
Elettricità
futura e Utilitalia: il ddl va nella giusta direzione (documento
allegato)
Secondo
il direttore generale di Elettricità Futura e Utilitalia, Andrea
Zaghi, il ddl 162 va nella giusta direzione, perché introduce la
possibilità di presentare piani industriali che renderebbero più
efficienti gli impianti sospendendo per la durata di questi piani le
procedure per l’assegnazione delle concessioni. Per migliorare la
proposta di legge Zaghi ha poi suggerito alcuni interventi correttivi
(vedi allegato).
Luca
Boschetto, direttore di Federidroelettrica, ha spiegato che le
piccole derivazioni rappresentate da questa associazione non sono
toccate da questo ddl, ma ha comunque condiviso la posizione di
Elettricità Fe Utilitalia.
Vis
Aquae- energia dall'Acqua: la gara è obbligatoria (documento
allegato)
Il
professor Eugenio Picozza ha sostenuto la validità delle norme
sulla liberalizzazione del settore sia in Europa che in Italia. Sul
tema delle concessioni, ha segnalato che il Next Generation Ue
prescrive chiaramente che, nel caso in cui sull’obbligo di mettere
a gara le grandi concessioni idroelettriche non vengono rispettati
gli accordi tra l’Europa, l’Italia dovrà restituire fondi. Vale
anche per questo settore il principio della concorrenza da applicare
alle concessioni balneari. Violando la normativa sulle concessioni in
scadenza al 31 dicembre 2024, il rischio è che da questo ddl
deriverebbe una normativa provinciale immediatamente impugnata dal
governo, perché in contrasto con la direttiva comunitaria e la legge
statale. Inoltre le imprese concorrenti e gli stessi Stati dell’Ue
potrebbero presentare ricorso contro questa legge provinciale
chiedendone la disapplicazione.
Il presidente di Vis Acquae Paolo
Pinamonti ha ricordato che la Provincia di Bolzano senza chiedere
proroghe per le concessioni nel 2009 aveva bandito 16 gare, tutte
vinte da operatori del territorio senza che si sia presentato nessun
operatore straniero né di altre regioni. Le gare hanno permesso di
migliorare sotto ogni profilo le concessioni, anche a favore
dell’ambiente. Inoltre in Alto Adige tutti i Comuni partecipano al
gruppo Alperia, e questo ha avvicinato la produzione dell’energia
idroelettrica al territorio. La gara è quindi la via da perseguire
anche nell’interesse della Provincia. Per Pinamonti Sarebbe
illusorio pretendere che i concessionari riuscirebbero a realizzare
dei piani industriali di efficientamento degli impianti con una
proroga di soli 5 anni. Come sarebbe un’illusione pensare di
ridurre così i prezzi dell’energia nel momento in cui l’Ue sta
per adottare un price cap. Infine secondo Vis Acquae ipotizzare che
nel bilancio della Provincia entrino grazie a questo ddl 500 milioni
di euro di extraprofitti, è una pura illusione.
La
discussione.
Manica,
a proposito del modello Alto Adige, ha segnalato che a differenza che
in Trentino la società che gestisce le concessioni è a completo
controllo pubblico. E il fatto che alle gare in provincia di Bolzano
non abbiano partecipato operatori esterni alla provincia non toglie
la possibilità che le gare in Trentino attirino operatori
provenienti anche da altri Paesi. A suo avviso dal 2009 ad oggi la
situazione è cambiata.
Pinamonti
ha risposto che il rischio per la Provincia di Trento aumenterà
ancor più nel 2029 perché a quel punto andranno a scadenza quasi
tutte le concessioni in Italia. In provincia di Bolzano nessun
operatore straniero partecipò alle gare del 2009 perché andare a
fare i concessionari in casa d’altri nel settore energetico non è
semplice. E anche gli operatori di altri regioni italiane non
avrebbero una grande voglia di andare a far concorrenza in Trentino
sul terreno delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche.
Il rischio quindi sarebbe minimo.
Zaghi,
rispondendo a una domanda di Job, ha stimato una riduzione nel 2022
di produzione di energia idroelettrica. Ciò significa che quest’anno
l’apporto delle fonti rinnovabili risulterà in calo dal 40 al
37-38% rispetto al 2021.
Dolomiti
Energia spa e Primiero Energia favorevoli al ddl (documento allegato)
L’amministratore
delegato di DE Marco Merler ha ricordato che le concessioni trentine
oggetto del ddl costituiscono il 10% dell’idroelettrico nazionale.
L’idroelettrico è l’unica fonte rinnovabile programmabile e non
intermittente come gli impianti da sole e vento. Possono fungere
quindi da batteria del sistema per la possibilità di accumulare
grandi quantità di energia. Merler ha evidenziato poi che la
situazione europea è molto frammentata, perché vi sono Paesi che
non sono in regime di concessione ma di autorizzazione. E anche le
scadenze sono molto diverse. Non c’è una vera apertura al mercato
e l’Italia è l’unico Paese che si è posto il problema del
rispetto del principio di concorrenza, mentre sarebbe importante
avere in Europa una normativa comune con un quadro di regole
armonizzato. Per Merler mettere oggi a gara le concessioni per le
grandi derivazioni significherebbe congelare investimenti per un
periodo significativo perché i bandi sono molto complessi da
impostare, anche per evitare contenziosi. Ancor più rilevante è che
con le gare sarebbe impossibile reagire in tempi rapidi alla crisi e
contribuire a superare questa fase difficilissima. Non sarebbe
“simpatico” che il Trentino fungesse da banco di prova e cavia a
livello europeo prevedendo delle gare. A suo avviso l’approvazione
di questo ddl permetterebbe di avviare rapidamente investimenti per
migliorare gli impianti, producendo e accumulando energia elettrica
di cui vi è un grande bisogno. Quanto al canone aggiuntivo, DE ne
chiede il coordinamento con meccanismi previsti a livello nazionale
ed europeo. Merler ha segnalato infine alcuni “punti di attenzione”
del ddl riguardanti il canone aggiuntivo (occorre precisare che la
contribuzione dev’essere legata al costo dell’energia e alla
produzione effettiva per evitare distorsioni), la scadenza per gli
investimenti nel 2024 (troppo stretta per poter realizzare
investimenti migliorativi). E ha concluso sottolineando che
l’evoluzione dell’idroelettrico è una condizione necessaria per
garantire lo sviluppo delle rinnovabili e favorire un processo di
transizione energetica contenendo gli effetti della crisi in corso.
La
discussione.
Gianluca
Cavada (Lega) ha chiesto rassicurazioni in merito al deflusso
minimo vitale (dmv) da garantire per i corsi fluviali, sulle risorse
da destinare al ripristino ambientale e in merito alle pulizie
d’invaso anche in funzione della sicurezza idraulica.
Merler
ha garantito che il dmv non è in discussione con questa norma.
Quanto al ripristino ambientale vi sono già investimenti volti a
mitigare l’impatto degli impianti. Sulla pulizia vi è già un
obbligo preciso e una norma prescrive agli operatori di provvedere
anche se per gli operatori il tema è complesso a causa dei vincoli
di natura ambientale.
Manica
ha segnalato il rischio molto elevato che il ddl venga impugnato
e ha chiesto se in questo caso esista un piano B, ragionando su
strade alternative da percorrere, a partire dal partenariato. Una
delle obiezioni a questo ddl riguarda il fatto che DE ha al proprio
interno una partecipazione privata per cui la proposta costituirebbe
un aiuto di Stato.
Merler
ha risposto che DE prepara un piano B fin dal 2018, nel caso fosse
necessario partecipare a una gara. E ha escluso che il ddl configuri
un aiuto di Stato.
Francesco
Colaone, amministratore delegato di Hydro Dolomiti
Energia, dispondendo a una domanda di Job ha detto di prevedere che
gli investimenti resi possibili dal ddl potrebbero incrementare del
10% la potenza complessiva degli impianti. Merler ha aggiunto che
questo dipenderà dal tempo a disposizione per poter intervenire.
Comitato
permanente per la salvaguardia delle acque del Trentino
Tommaso
Bonazza ha precisato che la posizione del Comitato salvaguardia acque
sul ddl è in linea di massima favorevole ma sui piani industriali
andrebbe attivata la partecipazione dei cittadini, coinvolgendo tutti
i portatori di interesse in materia. Le preoccupazioni però non
mancano e riguardano l’assenza di obblighi vincolanti e prioritari
relativi alla rimozione dei detriti negli invasi, ma anche il
riferimento del ddl agli investimenti per potenziare gli impianti,
che lascia pensare ad ulteriori cementificazioni. Secondo il Comitato
le maggiori entrate derivanti dai sovraccanoni andrebbero destinate
allo sviluppo di fonti diverse dall’idroelettrico come il
fotovoltaico e il geotermico. Mancano infine nel ddl riferimenti a
vincoli di esercizi e al contesto climatico. Il ddl dovrebbe
prevedere l’esplicitazione della policy ambientale dei
concessionari. Ancora, la nuova legge dovrebbe vincolare a un
utilizzo ecologico una percentuale delle risorse introitate. Appare
poi inaccettabile che il ddl non dica nulla sul clima a fronte della
progressiva desertificazione delle Alpi e quindi sulla necessità di
salvaguardare la risorse idrica.
Italia
Nostra: convocare nel 2023 Stati generali sull’acqua (documento
allegato)
Salvatore
Ferrari di Italia Nostra ha giudicato condivisibile l’obiettivo
della proroga cui mira il ddl, purché contestualmente venga avviato
un processo partecipativo sugli interventi da mettere in campo nel
settore idroelettrico. Se infatti l’acqua è un bene pubblico non è
tollerabile la fretta con cui si è arrivati a questo ddl senza un
confronto preventivo con tutti i portatori di interesse. Senza
neppure convocare il Tavolo che la Provincia ha appositamente
istituito a questo scopo. Per questo Ferrari ha chiesto alla
Commissione di sospendere l’esame del ddl e la convocazione di
questo Tavolo. Ha anche suggerito alla Giunta di confrontarsi con il
nuovo governo nazionale, la Commissione dei dodici e l’Autority
preposta al settore. Ferrari ha osservato che andrebbe promossa a
livello nazionale la riforma dei consorzi di bacino imbrimifero
montano. Sempre con finalità ecologiche ed ecosistenibili andrebbero
riviste per Italia Nostra anche le norme sui sovraccanoni aggiuntivi.
Italia Nostra propone infine di organizzare nel 2023 gli Stati
generali sulla tutela delle acque del Trentino.
Franco
Tessadri del Wwf ha condiviso l’obiettivo del ddl per la proroga ma
ha evidenziato che con l’autonomia la Provincia avrebbe potuto e
dovuto intervenire prima per garantire la salvaguardia
dell’ecosistema. La tutela della natura non va mai subordinata a
interessi economici, anche per quanto riguarda la gestione delle
acque.
La
discussione.
Manica
ha giudicato grave la mancata convocazione del Tavolo e quanto ai
piani industriali, a suo avviso questi possono diventare un banco di
prova per dimostrare che se andasse in porto la proroga, gli
operatori trentini sarebbero in grado di garantire un rispetto
dell’ambiente maggiore di altri.
Coppola
ha espresso apprezzamento per le osservazioni presentate dal
Comitato e da Italia Nostra e auspicato che se ne tenga conto per
migliorare il ddl.
Cavada
ha ribadito le sue richieste per la pulizia degli invasi, la
salvaguardia del deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua e le
risorse per il ripristino ambientale.
Katia
Rossato (Lega) ha condiviso la richiesta di destinare i
sovraccanoni alla pulizia dei corsi d’acqua.
Tommaso
Bonazza e Christian Tomasi del Comitato salvaguardia
acque, sono intervenuti per spiegare però a Rossato che non è con
la pulizia degli alvei dei torrenti che si garantisce la salvaguardia
dei corsi d’acqua e si riduce il rischio di piene.
Il
Cal: si punti alla proroga anche per le piccole e medie concessioni
dei Comuni.
Il
presidente del Cal Paride Gianmoena ha riportato il parere favorevole
delle autonomie locali sul ddl. Relativamente alle concessioni ha
ricordato che i Comuni ne hanno in mano 110 mentre una ventina sono
affidate a società miste. Sarebbe importanti che la Provincia
chiedesse la proroga oltre che per le grandi anche per le piccole e
medie concessioni, che sono in tutto 83. Il contesto attuale è di
estrema difficoltà anche per i Comuni che rischiano di perdere con
le gare le concessioni. Il Cal parte dal valore del bene pubblico
costituito dall’acqua e dal fatto che i Comuni trentini sono Comuni
montani che si potrebbero inserire nella previsione di particolari
sussidi per andare incontro delle difficoltà di queste
amministrazioni.
Gianmoena:
le amministrazioni locali in difficoltà potrebbero tagliare i
servizi
Reagendo
a Job che aveva
giudicato molto difficile
che si punti anche a una
proroga delle piccole e
medie concessioni, Gianmoena
ha sottolineato che
oggi ci
sono oggi Comuni che non riescono a chiudere il bilancio di
previsione. Questo vuol dire che saranno tagliati servizi, gli
impianti sportivi e aumenteranno le tariffe per gli asili nido. La
situazione dei Comuni – ha insistito – è di estrema difficoltà
e per evitare tagli ai servizi e chiusure di impianti occorre che la
Provincia rifletta sulla necessità di tutelare le entrate derivanti
dalle piccole e medie centrali idroelettriche di cui le
amministrazione locali sono concessionarie.
COMMISSARIO
ANCHE PER IL NUOVO POLO OSPEDALIERO UNIVERSITARIO
Sì
all’aggiunta del Not tra le opere da affidare a un commissario
straordinario.
La
Commissione si è poi espressa all’unanimità
a
favore della delibera proposta dalla Giunta per aggiungere
anche il nuovo polo ospedaliero universitario del Trentino all’elenco
delle
opere pubbliche da
affidare a commissari straordinari,
come previsto dalla legge provinciale
3
del 2020.