In Terza Commissione con le prime preoccupazioni espresse dalle minoranze
Via all’iter del disegno di legge dell'assessore Tonina sulle concessioni idroelettriche
In allegato, il testo del provvedimento proposto dalla Giunta provinciale
In Terza commissione,
presieduta da Ivano Job (Misto), l’assessore Mario Tonina ha
presentato il ddl n.
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sulle concessioni delle
grandi derivazioni idroelettriche. Il
disegno di legge,
composto di un
solo articolo,
prevede che gli attuali concessionari delle grandi derivazioni
idroelettriche possano presentare alla Pat piani industriali per
rendere più efficienti gli impianti. Secondo
la norma, a
fronte del
potenziamento della produzione,
i concessionari
dovranno versare una nuova componente di canone che la Pat dovrebbe
impiegare per
mitigare i costi
energetici. Per
la durata del piano industriale, che dovrà essere valutato
dalla Provincia, sono sospese le procedure di assegnazione delle
concessioni interessate e
gli investimenti
previsti dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre del 2024, ma
la norma prevede una seconda fase di
interventi permetterà di prorogare
le concessioni al
primo aprile 2029 data di scadenza di
quelle concesse
dallo Stato a Enel.
Tonina: vogliamo mettere in
evidenza i rischi delle gare
Tonina, nel
suo intervento in commissione,
ha affermato che il
motivo per cui è
stata presentata la
proposta di legge
è quello di
fare presente al Governo e
alle altre regioni la
delicatezza di dover mettere a
gara le
concessioni. Soprattutto,
in un momento in cui il
costo
di energia elettrica e gas e esploso. Quindi, si fronte a oggettive
difficoltà che si andranno aggravando,
si vuole mettere in evidenza la questione per trovare il modo per
posticipare
le concessioni
al 2029. Quindi, l’obiettivo
è di individuare azioni che consentano a breve di far
fronte
alla crisi in atto, chiedendo ai
concessionari
investimenti che avranno
effetti positivi
sull’intero sistema e dovranno
consentire ai 17
concessionari (13
concessioni sono di De,
tre di Primiero
Energia e
una di Edison).
I concessionari, con i
quali il ddl è stato condiviso, potranno
presentare piani
industriali per rendere più efficienti i 39
impianti operanti.
C’è
anche il tema della sicurezza
C’è anche il
tema della sicurezza, ha
continuato Tonina, che,
visti gli effetti dei
cambiamenti climatici, è
sotto gli occhi di tutti. Con gli investimenti si punta, ovviamente,
a aumentare la produzione,
in particolare lo stoccaggio elemento che sa assumendo sempre più
una valenza strategica. Altro elemento, con la proroga delle
concessioni, ha
ricordato l’assessore,
si prevede un aumento dei canoni. La durata del piano industriale
è importante per ottenere gli investimenti, quindi il ddl punta alla
proroga alla scadenza
delle concessioni Enel che sarà il primo aprile del 2029.
Una
proroga può essere utile anche al Governo.
Oggi, ha detto Tonina, non
si può
dire che con questo ddl si risolveranno tutti
i problemi, ma può
essere uno strumento per dire a Roma
che una proroga può portare benefici anche al Governo. Anche il
piano Colao, ha
ricordato l’assessore, prevede
delle proroghe che nella situazione drammatica come l’ attuale sono
ancora più importanti. Mettere a gara le concessioni entro il 2024 è
rischioso e oggi c’è spazio per agire.
Trentino “superpotenza”
dell’idroelettrico
Il
dottor Roverto Andreatta, dirigente
generale del Dipartimento energia,
ha ricordato che l’idroelettrico rappresenta
il 15% della produzione elettrica in Italia, cioè
che è oggi
di 50 terowatt ora, il
19% di questi vengono dagli invasi trentini.
Gli impianti, seppure
costantemente ammodernati,
sono nati principalmente
negli
anni ‘20 ai ‘50, ma
la tragedia
del Vajont ha frenato
molto questo sviluppo. Il
Trentino ha un patrimonio imponente che deve rispondere
a esigenze di resilienza e di efficienza. E
i nuovi investimenti
che verrebbero stimolati dal ddl
potrebbero portare a un incremento del 10% della produzione.
L’idroelettrico
può contribuire a stabilizzare il sistema energetico
nazionale e il ddl
quindi rappresenta
un assist
al governo nazionale.
Dai piani di investimento
potrebbero venire anche risposte a tempi brevi
Il sistema idroelettrico ci
porta con i canoni 100 milioni di euro ai quali si aggiungono le
forniture gratuite per le
strutture di rilevanza
sociale. Il ddl, ha
ricordato il dirigente,
è stato fatto a più mani e il quadro normativo, pur vedendo lo
Stato regolatore del
settore, lascia spazi
per interventi della Pat. Quindi, la ratio
è che
gli investimenti dovrebbero portare ad una maggiore produzione e
maggiori canoni per il territorio. La norma rende
facoltativo per il
concessionario
presentare i piani, legittima la Giunta a valutarli e ad avviare
investimenti che potrebbero dare anche risultati sul breve periodo
per affrontare un periodo turbolento come quello che stiamo
attraversando.
Manica: si rischia di
aprire un contenzioso col Governo
Alessio Manica
(Pd) ha ricordato che,
pur comprendo la ratio del ddl, due anni fa la Giunta, in
occasione del varo della legge sulle grandi concessioni,
spiegò, contrariamente
a oggi, che la gara era
la via maestra perché avevamo
impianti perfetti e avremmo ottimizzato la rendita dei canoni.
Inoltre, ha
sottolineato l’esponente dem,
una proroga di 4 anni ben difficilmente potrà risultare interessante
per gli investitori. Manica
ha poi affermato che la proposta Tonina richiama quella di Borghi e
Colao che non è arrivata in porto. Non solo, ma sempre più lo Stato
ritiene l’energia un elemento strategico nazionale. Altro timore è
che non si vada fino in fondo per capire se il Trentino può
trovare vie nuove per
il governo dell’elemento acqua. Difficile
capire, per il consigliere del Pd, come questo ddl possa far
comprendere
al Governo e alle altre regioni l’importanza di non andare a gara
con le concessioni. C’è invece il rischio di aprire un contenzioso
sul modello di quello delle chiusure domenicali dei negozi. Dubbi
da parte di Manica anche
sul fronte delle capacità di questa norma di calmierare le bollette.
Infine, ha concluso,
l’interlocuzione non sarà con il governo Draghi e comunque nel
recente passato c’è l’ esempio delle norme sulle
piccole concessioni che sono state “piallate” da Roma.
Coppola: si
scongiura il rischio di fare da apripista per le gare
Per
Lucia Coppola
(Europa Verde) il ddl è un atto politico che sembra condivisibile
anche sotto l’aspetto dell’interlocuzione con il Governo anche se
il ministro Cingolani ormai può fare quello che può fare. Intanto,
si è scongiurato il rischio di fare da apripista della mezza a gara
delle concessioni e ha ricordato che i lavori di ammodernamento delle
strutture
è già in corso e quindi una proroga di 4 anni è importante.
Inoltre, l’acqua non è un elemento infinito e va gestito con la
massima efficienza. Ai concessionari va chiesta anche la cura del
paesaggio e della qualità dei corsi d’acqua. Anche
per questo va garantito il controllo e la gestione pubblica della
risorsa idrica. Lucia Coppola ha chiuso affermando che su questi
temi, in gran parte legati ai cambiamenti climatici, c’è bisogno
di tutti e quindi va aperto un confronto sereno sul ddl.
Cavada: un ddl fondamentale
per il Trentino
Gianluca Cavada (Lega)
ha condiviso appieno il ddl che, ha detto, è fondamentale per il
nostro territorio che deve cercare si mantenere il controllo di
queste risorse vitali. Il consigliere ha raccomandato attenzione alla
salvaguardia ambientale dei torrenti.
Marini: aprire il confronto
nella Conferenza Stato - Regioni
Alex Marini
(5 Stelle) ha ricordato di aver presentato nell’aprile 2021 un odg
col quale chiedeva
di impegnare la Giunta a un confronto con lo Stato in Conferenza
Stato – Regioni per affrontare il problema con le altre realtà
territoriali. Anche perché avere un rapporto bilaterale col
ministro, vista
l’instabilità dei governi,
è rischioso. Altro livello di confronto, per Marini, dovrebbe essere
quello con l’Ue anche per essere certi di evitare scontri con
Bruxelles. Il
consigliere di 5 Stelle ha chiesto poi se si sono affrontate
questioni come le comunità energetiche.
Infine, ha affermato
che se è vero che c’è
l’interesse nazionale per la produzione di energia idroelettrica ci
si chiede perché non lo è la tutela dell’ambiente.
Zanella: Obiettivi
condivisibili, ma i dubbi rimangono
Paolo Zanella
(Futura) ha detto che i dubbi sulla proposta, per quanto gli
obiettivi siano condivisibili, ci sono e andranno chiariti nelle
audizioni. Certo, non si può presentare il ddl come una risposta
risolutiva alla crisi energetica e comunque gli investimenti sugli
impianti possono farli Idro Dolomiti Energia ma anche gli eventuali
subentranti. Quindi, i problemi si riproporrebbero nel 2029. Perciò
per Zanella si dovrebbe puntare sull’obiettivo politico di
modificare l’assetto normativo europeo sull’energia
idroelettrica. Vero che l’Italia è stata messa in mora dall’Ue
perché non ha fatto le gare e ha varato le norme per rientrare nelle
regole, ha detto l’esponente di Futura, ma altri stati che si
trovano nella stessa situazione non si sono mossi. Infine, Zanella ha
chiesto più tempo per riflettere sul ddl.
Tonina: l’iter del ddl è
partito nel migliore dei modi
Tonina
ha concluso affermando che il dibattito di oggi è stato importante e
il ddl si è aperto nel modo migliore. Alla domanda del perché
questo ddl dovrebbe passare a Roma, il vicepresidente ha risposto:
perché il momento è profondamente cambiato rispetto
a due anni fa.
Se il Governo, in un momento come questo, dovesse prendere in
considerazione le nostre proroghe, ha
aggiunto,
dovrà tenere conto anche delle altre realtà locali
come
quella
lombarda.
Cinque anni di proroga, insomma
secondo Tonina,
permetterebbero di trovare soluzioni. L’assessore ha condiviso
l’affermazione
di
Lucia Coppola che su questi temi c’è bisogno di tutti.