Dalla Prima Commissione del Consiglio
Caro prezzi: ok alla possibilità per la Pat di rinegoziare i contratti con le aziende
Parere favorevole anche a una delibera sul fondo di sviluppo locale
La Prima commissione ha
dato parere positivo alla delibera della Giunta che introduce la
possibilità di rinegoziare i contratti tra pubblica amministrazione
e aziende in seguito all’esplosione dei prezzi di molte materie
prime. Via libera anche alla discussione di 5 disegni di legge.
Costi su oltre il 5%, si
posso rinegoziare i contratti
La Prima commissione, in
mattinata, ha dato parere positivo a una serie di delibere e ha
aperto l’iter di ben 5 disegni di legge.
La prima, che ha avuto il
parere favorevole con sette voti e un astenuto, modifica il
regolamento di contabilità per dare la possibilità al dirigente del
servizio bilancio di delegare altri dirigenti per alcune fattispecie
di spesa. La seconda (parere positivo con 5 sì e 4 astenuti)
riguarda il Collegio dei revisori dei conti, composto da tre membri,
che rimangono in carica in tre anni non rinnovabili e vengono scelti
a estrazione tra gli iscritti all’apposito albo. Con la delibera si
dettano i requisiti necessari ad accedere a questo elenco: 5 anni di
iscrizione dal registro revisori, esperienza di almeno 5 anni e
almeno 10 crediti formativi in materia contabile. Con la delibera si
apre il bando e i candidati avranno un mese per iscriversi.
Terzo parere, anche questo
positivo con 6 favorevoli e 3 astenuti, riguarda la delibera che
introduce il concetto di rinegoziazione nei contratti tra Pat e
comuni e aziende nei lavori pubblici. Un fattore, questo della
rinegoziazione, particolarmente importante in un momento di crisi
determinato dall’impennata dei prezzi. Si consente, in sintesi,
all’appaltante, Pat e comuni, di rinegoziare il contratto, che
segue l’assegnazione dell’appalto, quando si verifichino aumenti
eccessivi dei costi complessivi, cioè superiori al 5% previsto dalla
legge. Le linee guida proposte dalla Giunta dettano, in primo luogo,
criteri omogenei e determinano il sistema matematico di ricalcolo dei
costi. In sintesi, oltre la soglia del 5% l’azienda potrà chiedere
la rinegoziazione del contratto attraverso un’analisi matematica di
tutti costi e non solo di quelli delle materie che sono schizzate
verso l’alto, come, per fare esempio, il calcestruzzo aumentato
negli ultimi mesi del 117%. Al termine del confronto Pat e comuni
appaltanti potranno riconoscere l’80% delle eccedenze dei costi
superiori alla soglia del 5% per una durata di 6 mesi. Il meccanismo,
in senso opposto, varrà anche nel caso della diminuzione dei prezzi
dei materiali, che potranno venire ridefiniti entro la soglia
prevista dai contratti. Ai comuni verranno forniti dei sistemi di
calcolo automatici per le verifiche sull’incremento dei costi.
L’obiettivo di fondo della
delibera è quello di stimolare la ripresa di cantieri oggi fermi a
fronte della continua pesante oscillazione dei prezzi. Il consigliere
di 5 Stelle ha sottolineato, a fronte della volatilità dei costi, le
difficoltà di un meccanismo come quello previsto e ha chiesto quanto
inciderà sulla finanza pubblica. L’esponente del Misto di
minoranza ha chiesto di sapere, almeno per la Pat, quanti sono i
contratti ai quali potrà essere applicato il meccanismo e quale il
valore dell’ipotesi di maggior prezzo. Numeri, ha aggiunto, che ora
devono saltar fuori altrimenti si fa solo teoria e propaganda.
Inoltre, ha ricordato che, come nel caso della Circonvallazione di
Cles e dell’officina della Trento – Malè, ci sono problemi di
revisione prezzi che risalgono a prima della fase critica attuale. Il
dirigente generale dell’Agenzia degli appalti ha affermato che il
meccanismo, sul lato della valutazione, è di tipo matematico –
oggettivo e non soggetto al confronto. Una volta stabilito questo si
potrà attingere, dopo aver utilizzato i ribassi e le altre voci ai
fondi a disposizione che dovranno essere alimentati dalla Pat. Questa
compensazione, ha concluso, verrà applicata anche ai contratti di
Cles e Trento – Malè.
Il provvedimento valido per
il 2022 – 23, sperando nel ritorno alla normalità
L’assessore allo sviluppo
economico ha detto che i costruttori puntano ad avere garanzie per
tutta la durata delle opere, ma si deve ritenere che gli squilibri
speculativi prima o poi dovranno rientrare. Inoltre, sulle cifre da
impiegare una valutazione precisa non è possibile, anche per la sola
Pat, a fronte di prezzi che ballano freneticamente. Rispondendo al
rappresentante dei 5 Stelle ha ricordato che il provvedimento vale
solo per il 2022 e 2023. Il consigliere del Misto di minoranza ha
detto di prender atto che la Pat non sa quanti contratti sono stati
stipulati e quanti se ne devono stipulare e di conseguenza non sa o
non vuole dire qual è l’ipotesi di maggior prezzo rispetto ai
fondi disponibili. La Pat, ha detto in fine, non sa o non vuole dire
quanto c’è in bilancio per questo obiettivo peraltro
condivisibile. La capogruppo della Lega ha sottolineato che questo
provvedimento è fondamentale per sbloccare i cantieri e ha aggiunto
che è impossibile determinare i volumi dei finanziamenti a fronte
all’alta instabilità del mercato.
Fondo sviluppo locale, per
le opere i comuni dovranno metterci più soldi
L’ultimo parere sempre
positivo con 6 voti favorevoli e tre astensioni riguarda il riordino
dei criteri del Fondo sviluppo locale, una quota che è destinata
agli investimenti di rilievo provinciale o di area vasta realizzati
da un comune. Ad esempio le opere per le Olimpiadi 2026. La novità
riguarda la percentuale di contribuzione che fino a oggi copriva il
95% dell’intero costo progettuale. Con questa delibera si alza la
partecipazione dei comuni in ragione delle risorse disponibili per
una quota superiore al 5%.
Un ddl per incrementare la
digitalizzazione
Infine, si è passati
all’apertura dell’iter in commissione del ddl dell’assessore
allo sviluppo che interviene sulla legge del 1992 sull’attività
amministrativa e ha come obiettivo di fondo il potenziamento della
digitalizzazione della Pat e mira a introdurre una disciplina
rinnovata sui temi della trasparenza e dell’anti corruzione. Il
ddl, inoltre, amplia il campo dei servizi che verranno forniti in via
digitale. Resta il principio dello sportello unico e si punta
all’introduzione dell’interlocutore unico che si interfaccia con
l’utente per guidare l’iter delle pratiche. Il consigliere 5
Stelle ha sollevato il tema della pubblicazione delle delibere di
Giunta che attualmente sono di difficile accessibilità e quello
degli accessi agli atti per il quale non c’è una procedura
codificata.
Niente candidature in
Consiglio per i presidenti di Circoscrizione
Aperto anche il ddl della Lega
che mira ad estendere l’ineleggibilità dei presidenti delle
circoscrizioni comunali che si trovano a Trento, (sono 12) e a
Rovereto (7). Circoscrizioni che, nella stragrande maggioranza,
superano i 5 mila abitanti e quindi appare logico e soprattutto
giusto estendere a queste ultime la norma che riguarda i sindaci dei
comuni over 5 mila. Il proponente, rispondendo ad una
domanda del consigliere del Misto di maggioranza, ha detto che è
possibile valutare di estendere l’ineleggibilità anche ai
presidenti delle Comunità. Affrontando questo tema, ha ricordato
l’esponente 5 Stelle, una valutazione andrebbe estesa anche al
Governo per specificare quali sono i componenti che non possono
candidarsi, mantenendo la carica, in Consiglio provinciale. Una
necessità, ha aggiunto, che si è evidenziata nelle elezioni del
2018.
Nelle leggi Pat la
valutazione dell’impatto generazionale
Via anche all’iter al ddl
del consigliere del Misto di minoranza che punta a introdurre il
concetto della valutazione dell’impatto sulle future generazioni
delle scelte che riguardano la programmazione e le leggi importanti
della Pat. Uno strumento, tra l’altro richiesto dal Consiglio
provinciale dei giovani, che potrebbe potenziare gli elementi di
valutazione già a disposizione della Provincia.
Valutazione delle leggi, la
facciano i cittadini
Ultimo ddl aperto quello
dell’esponente 5 stelle che si pone l’obiettivo di modificare e
ammodernare le norme sulla valutazione delle leggi prevedendo anche
una partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. E questo
anche per superare la contraddizione che vede chi ha fatto la legge
valutarne il funzionamento.