In Consiglio provinciale. Zeni (Pd) accusa Fugatti di aver mentito al Consiglio e parla di dimissioni
Dibattito acceso in aula sul futuro ospedale di Cavalese. Respinte tre risoluzioni
In allegato, l'ordine del giorno dei lavori con i testi in discussione
Lungo
e acceso nel pomeriggio in Consiglio provinciale il confronto
politico tra la Giunta sostenuta dalla maggioranza e le opposizioni,
sulla comunicazione chiesta dalle minoranze al presidente Fugatti in
merito al futuro dell’ospedale di Cavalese. Alla lettura della
relazione del presidente che ha difeso la correttezza del percorso
compiuto e sostenuto la necessità di accogliere e valutare anche la
proposta progettuale dei privati. è seguita una discussione durante
la quale le minoranze hanno contestato soprattutto il metodo
giudicato “opaco” e poco partecipato che la Giunta ha adottato.
Ciò in quanto dopo aver già avviato l’iter e ottenuto il parere
favorevole delle amministrazioni locali sul progetto di
ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale già esistente,
l’esecutivo ha aperto, ma senza darne adeguata pubblicità, alla
valutazione della proposta arrivata dai privati di edificare un nuovo
ospedale a Masi. Privati che secondo le opposizioni punterebbero più
ai loro interessi di profitto che a fornire un miglior servizio
sanitario pubblico alla popolazione delle tre valli di Fiemme, Fassa
e Cembra cui il nosocomio è dedicato. Sul tema sono state presentate
sei risoluzioni. Le prime tre, proposte dalle minoranze, sono state
respinte con l’astensione di De Godenz (UpT) e in due casi la non
partecipazione al voto dei consiglieri Cia e Rossato di FdI. Prima di
affrontare questo argomento il Consiglio ha approvato a maggioranza
una mozione proposta da Guglislmi (Fassa) e altri esponenti di
maggioranza per coinvolgere anche le amministrazioni locali nelle
decisioni dell’Euregio.
Fugatti:
sul progetto dei privati attendiamo il parere del Nadiv e poi
valuteremo il percorso con il territori interessati.
Il
presidente ha esordito ricordando che l’opera relativa all’attuale
ospedale di Fiemme e Fassa è, ad oggi, programmata nel DPS in
materia di edilizia sanitaria 2019-2021, approvato dalla Giunta
provinciale il 20 dicembre 2019 con un finanziamento di circa 36,3
milioni di euro, dei quali circa 15 in conto capitale sugli esercizi
2021-2025 e 21 con il ricorso al debito da contrarre in relazione ai
tempi di realizzazione dell’opera. Con ciò Fugatti ha sottolineato
che, quindi, non è vero che le risorse per realizzare il progetto
non ci sono più, perché il finanziamento è previsto e ancora
possibile.
Ha
poi ripercorso l’iter che aveva condotto nel 2020 alla revisione
del progetto originario di ristrutturazione ampliamento “alla luce
delle sopravvenute esigenze emerse sia dalla pandemia sia dalla
prospettiva dei giochi olimpici invernali del 2026 che interesseranno
anche la valle di Fiemme, e di procedere alla realizzazione
dell’intervento”. “Tale attività – ha spiegato – risulta
ora sospesa in considerazione delle necessità di effettuare una
doverosa comparazione con una proposta di partenariato
pubblico-privato successivamente presentata”. A questo riguardo ha
sottolineato come sisa esclusivamente interesse dell’amministrazione
provinciale “fare proprie” le opere e i servizi proposti dal
privato. “Gli interessi privati rimangono quindi sullo sfondo –
ha aggiunto – non essendo ancora entrati nella fase della
cosiddetta procedura pubblica, volta all’aggiudicazione di una
commessa. Primadi entrare in questa fase le proposte del privato
devono essere fatte proprie dall’amministrazione “se reputate
coerenti coerenti e confacenti con gli indirizzi programmatici e le
esigenze pubbliche”. Inoltre – ha spiegato il presidente – la
proposta del privato, anche una volta dichiarata di pubblico
interesse non obbliga l’amministrazione a dar corso alla procedura
di gara per l’affidamento della relativa concessione. Ne consegue
che anche dopo l’eventuale approvazione della proposta non sorge un
distinto, speciale e autonomo rapporto precontrattuale. Quindi il
promotore privato presentando il progetto si assume il rischio che
quanto proposto non venga poi realizzato. La Provincia che riceve una
simile proposta deve sottoporre il progetto ad un’analisi
tecnico-economica da parte del Navip, organismo tecnico che svolge
funzioni di supporto istruttorio alla Giunta in materia di
realizzazione di opere e servizi pubblici attraverso strumenti di
partenariato pubblico-privato. Il Navip, conclusa l’istruttoria
sulla proposta, redige e approva un parere (documento di analisi
finale) che trasmette alla Giunta provinciale per l’eventuale
dichiarazioni di fattibilità della proposta. Solo in seguito ad un
provvedimento di eventuale dichiarazione di fattibilità la Giunta
dispone la prosecuzione del procedimento come prevede la legge. E la
proposta di partenariato, per essere considerata meritevole di
analisi, deve contenere tutti gli elementi che il Codice dei
contratti indica come componenti essenziali della stessa. Fugatti,
sulla presentazione avvenuta il 17 marzo scorso della proposta di
partenariato pubblico-privato da parte del costituendo RTI composto
da Mak Costruzioni, Siram spa, Dolomiti Energia e Intesa San Paolo,
per il progetto di ospedale da realizzare a Masi di Cavalese e il suo
mantenimento in efficienza per 18 anni, il 7 maggio scorso il navid
ha comunicato l’avvio dell’istruttoria di competenza del nucleo.
E poi inviato il 9 agosto scorso un documento interlocutorio
all’impresa proponente alla quale ha chiesto elementi di
chiarimento e completamento del progetto iniziale. Elementi che l’8
ottobre scorso sono stati presentati dall’impresa e che sono state
oggetto di una prima valutazione del Navip nella seduta del 20
ottobre. “L’istruttoria quindi – ha concluso il presidente –
è tutt’ora in corso e una volta che il Navipavrà formulato nella
relazione finale il proprio parere sulla documentazione presentata,
la Giunta coinvolgerà i territori interessasti per valutare
congiuntamente il percorso più adeguato per rispondere agli
interessi pubblici sottesi al progetto del nuovo ospedale di
Cavalese”.
Zeni:
il presidente ha mentito al Consiglio e ai cittadini e vi sarebbero
gli estremi per chiedergli le dimissioni.
Luca
Zeni (Pd) ha obiettato
che Fugatti
nel suo intervento ha completamente
eluso
la questione politica per
la quale le minoranze hanno chiesto questo dibattito, riguardante
le
modalità non trasparenti e opache adottate
nel
portare avanti l’iter.
Ufficialmente nel settembre 2020 la
Giunta aveva ufficialmente comunicato di voler portare avanti il
progetto
di ristrutturazione dell’ospedale di Cavalese. Ma
Fugatti
aveva
precedentemente incontrato alcuni
amministratori rivelando l’ipotesi progettuale
del nuovo ospedale da costruire
a Masi, chiedendo
loro tenere
riservata la
notizia.
Senonché
poi è emerso che lo
Scario della Magnifica comunità ha assunto
il ruolo per lui improprio di intermediario
per la compravendita dei terreni in zona vivaio con l’impresa
proponente. Ancora,
rispondendo a
un’interrogazione di
Degasperi il
presidente
aveva affermato
di tener
fede al progetto originario di ristrutturazione proprio mentre
riservatamente
verificava
la possibilità di portarne avanti un
altro. Per di
più in
una zona non pianificata urbanisticamente a
questo scopo.
Su questa procedura – ha
protestato Zeni – le minoranze
hanno chiesto di accedere agli atti senza ottenere alcuna risposta.
Il
nocciolo della questione – ha tuonato il consigliere – è quindi
che il presidente della Provincia ha mentito al
Consiglio e
ai
cittadini del Trentino. E
che ora con la sospensione della procedura
del
progetto originario si
sta perdendo tempo mentre si potrebbe avanzare
verso
la realizzazione dell’ospedale
in
vista delle Olimpiadi del 2026. Il
grave, insomma,
è che si
porti avanti dietro le quinte un
progetto senza dirlo mentre pubblicamente se ne sostiene un altro.
Per
questo a un presidente si potrebbero chiedere le dimissioni, ha detto
Zeni. Le minoranze – ha concluso – chiedono che la Giunta
mantenga
la
linea
precedente
fermando questo iter quantomeno opaco. Se poi la Giunta deciderà di
orientarsi verso un altro progetto dovrà
attenersi a modalità trasparenti.
Marini
(Misto-5 Stelle): sono
mancati trasparenza e partecipazione.
Alex
Marini (Misto-5 Stelle) ha osservato che la
Giunta ha dimostrato opacità nella gestione di questa partita anche
dal punto di vista della questione urbanistica perché un nuovo
ospedale a Masi comporterebbe ulteriore consumo
di suolo. Inoltre
è mancato su questo nuovo progetto il coinvolgimento
delle amministrazioni locali. L’esecutivo, insomma,
procede senza tenere in considerazione i principi fondamentali della
pianificazione urbanistica. Si
è inseguita segretamente la proposta
di un privato quando gli obiettivi dell’opera pubblica concordata
erano già chiari. La Giunta ha sempre sostenuto la
necessità che le procedure non rallentino la realizzazione di opere
pubbliche importanti come questa, ma ora causa ritardi proprio agendo
in questo modo. Andavano
coinvolti e ascoltati in materia sia il Consiglio
provinciali sia
la Consulta della salute per renderli partecipi non
dopo ma prima di arrivare alla
decisione.
Tutto questo manca anche se esistono
sia le norme sia gli
strumenti che assicurano partecipazione e trasparenza. Marini
ha poi richiamato le questioni dei costi che risulterebbero
moltiplicati con il nuovo progetto e soprattutto del consumo
di suolo, per
il quale le
norme europee prevedono lo stop entro il 2030, quando non dovrebbe
più essere utilizzato un solo ettaro di terreno.
Zanella
(Futura): la Giunta doveva evitare la valutazione del nuovo progetto.
Paolo
Zanella (Futura) ha messo in luce come su
questo
progetto vanno coinvolte le
comunità una
volta che il Navid avrà espresso il proprio parere, ma prima ancora
si dovevano coinvolgere le amministrazioni
pubbliche locali. Per
il consigliere “la questione
politica c’è ed è grande come una casa, perché se si sta
portando avanti un progetto di ricostruzione e ampliamento di un
ospedale che avrebbe potuto andare definitivamente
in porto con l’appalto entro un anno.
Che
poi arrivi una
proposta diversa è legittimo, ma
non per questo la Provincia è tenuta a valutare il progetto.
Soprattutto se contravviene
ai principi della sostenibilità come palesemente accade con questa
proposta.
Non si vede
quindi
perché
l’ente pubblica debba tenerla presente e
arrivi addirittura ad interrompere il
percorso di progettazione esecutiva del progetto di potenziamento
dell’attuale ospedale. Le energie si dovrebbero spendere su come
realizzare un ospedale e non per progetti faraonici incompatibili con
il modello di sviluppo al
quale
la
Giunta dovrebbe attenersi e
di cui le valli di Fiemmee Fassa non hanno bisogno.
Coppola:
la proposta dei privati non è sostenibile dal punto di vista
ambientale.
Lucia
Coppola (Misto-Europa Verde), firmataria di una proposta di
risoluzione, ha
evidenziato che altre sono le priorità del settore sanitario nelle
valli. Il progetto di ospedale di Cavalese, ha lamentato Coppola, è
stato affossato dalla Giunta che ha deciso di orientarsi alla
costruzione di un nuovo nosocomio con ulteriore consumo di suolo.
Progetto, questo, non contemplato dal programma di legislatura della
Lega che puntava alla ristrutturazione e all’ampliamento
dell’attuale ospedale. Da
anni ripetiamo tutti che va utilizzato l’esistente e che le
strutture vanno riqualificate dal punto di vista energetico a
servizio dei cittadini. Quanto al progetto della Cittadella
della
salute, questo
prevede un
impegno finanziario molto importante che non tiene conto dei
costi
ambientali. Inoltre
anche solo per approvare la variante urbanistica richiesta dal
progetto si arriverebbe a fine legislatura.
Demagri
(Patt): un decreto ministeriale impone di migliorare la struttura
attuale.
Paola
Demagri ha sostenuto che i cittadini hanno
bisogno
di risposte più concrete mentre la delocalizzazione dell’attuale
ospedale risponde ad altri criteri. E
ha chiesto
se la Giunta sia a conoscenza della
bozza di decreto
ministeriale numero 70 che fa riferimento alla tipologia di servizi
da erogare presso gli ospedali. Nel
decreto si indicano
standard qualitativi e tecnologici e
si trovano
elementi essenziali per ipotizzare e attuare un programma sanitario.
Questo documento parla anche di piccoli ospedali e
riguarda quindi anche quello
di Cavalese. La
bozza dice che sei mesi dopo l’approvazione di questo decreto anche
la Provincia di Trento dovrà adeguarsi alle indicazioni in esso
contenuto. Sarebbe importante utilizzare gli elementi che questo
testo mette a disposizione per prendere una decisione riguardante
l’ospedale di Cavalese. Si
scoprirebbe che sulla
base di questo documento risulterebbe
impossibile
procedere alla costruzione di un nuovo ospedale a
Masi, mentre andrebbe migliorata
e
riqualificata
la struttura attuale.
De
Godenz (Upt): i
soldi ci sono e ci sarà anche il coinvolgimento della valle.
Pietro
De Godenz ha dichiarato di aver sottoscritto convintamente la
richiesta di discutere in aula questo argomento, ma ha aggiunto di
essere rimasto soddisfatto dalla comunicazione del presidente
Fugatti. Il quale lo ha rassicurato sul fatto che i soldi per
l’ospedale ci sono ancora e che c’è la volontà di coinvolgere
il territorio per arrivare a una decisione partecipata. Che è poi
quel che tutti i residenti delle trre comunità interessate hanno
chiesto. D’altra parte – ha ricordato De Godenz – i primari
sono favorevoli alla costruzione di un nuovo ospedale. Certo, occorre
valutare i pro e i contro, e occorre farlo assieme. Il problema per
il consiglieri è che i tempi per la valutazione tecnica dovevano
essere più brevi. In ogni caso a suo avviso “con il concorso della
valle si arriverà a capire se sia meglio la soluzione A o la
soluzione B”.
Guglielmi
(Fassa): normale che la Giunta attenda l’esito della valutazione in
corso.
Luca
Guglielmi (Fassa) ha ribadito
quanto dichiarato dal presidente: c’è
una valutazione in corso al
termine della
quale la
Giunta dirà cosa
vuol fare. Quanto all’attuale ospedale, Guglielmi
ha ricordato che non
si parla di ristrutturazione ma di distruzione e poi di ricostruzione
e
questo richiederà almeno 2
o 3 anni. A
suo avviso le critiche
al
nuovo progetto provengono
da chi non conosce la realtà, perché la volontà della val di Fassa
è che questo ospedale venga spostato altrove in
modo da evitare
i tempi lunghi richiesti per raggiungere il nosocomio attuale. Che
poi qualcuno arrivi a chiedere le dimissioni del presidente secondo
Guglielmi è
inaccettabile,
come
pure è falso che il Consiglio della salute non venga
mai
convocato. Il
consigliere ha infine espresso tutta la susa vicinanza a Giovanni
Zanon, accusato
in modo irrispettoso.
E
ha replicato alle
accuse rivolte
da Coppola
contro
chi difende gli ospedali periferici, giudicati
dalla consigliera figli della
pretesa di avere un ospedale sotto casa.
Cavada:
i sanitari sono favorevoli alla delocalizzazione del nosocomio.
Anceh
Gianluca Cavada (Lega) ha espresso solidarietà al commissario Zanon,
a suo avviso bersaglio di attacchi ingiusti. Anche per il consigliere
per l’ospedale attuale di Cavalese non si parla di ristrutturazione
ma di ricostruzione. Per questo i sanitari sono favorevoli alla
delocalizzazione del nosocomio. In ogni caso, ha concluso, dopo la
valutazione del Navip verrà coinvolta la popolazione delle tre valli
di Fiemme, Fassa e Cembra. Cavada ha poi letto la risoluzione da lui
sottoscritta a favore della scelta di realizzare il progetto
giudicato più adatto rispetto a quello attuale.
Degasperi:
prima i soldi per l’ospedale c’erano, adesso non più.
Filippo
Degasperi (Onda Civica) ha obiettato alla relazione di Fugatti
innanzitutto sulle risorse provinciali destinate alla realizzazione
dell’opera. Esisteva un finanziamento dedicato – ha ricordato –
che prevedeva di reperire le risorse mancanti strada facendo.
Esisteva anche un progetto vincitore scelto da una giuria, ma nel
2019 tutte queste eredità sono sparite. “Il presidente ha
dichiarato che i soldi ci sono ancora e che per la precisione si
tratta di 2 quote, con una parte a debito che però prima c’era e
che oggi invece non c’è più. Se 21 milioni occorre andare a
prenderli a debito, questo è un problema”, ha osservato il
consigliere. “E anche i 15 milioni accantonati non si capisce dove
siano stati collocati nel bilancio provinciale. Quindi i soldi almeno
parzialmente non ci sono. Ci sono – ha proseguito Degasperi – 2,3
milioni di euro di limite agli impegni di spesa da qui al 2023. Il
punto è che prima i soldi c’erano e mentre adesso andiamo a
indebitarci”. Quanto al confronto con i territori – ha aggiunto –
questi si erano già espressi con i sindaci e i presidenti delle
Comunità di valle, sollecitando nel gennaio 2021 di portare avanti
il progetto di ristrutturazione dell’attuale struttura come
definito nel 2018. Anche il Consiglio provinciale si era espresso in
questa direzione, impegnando la Giunta con una mozione proposta da i
De Godenz a mantenere l’area attuale per la realizzazione del nuovo
ospedale di Fiemme. Poi però la Giunta ha azzerato tutto e ora
bisognerà tornare ad ascoltare i territori”. Secondo Degasperi il
problema è che bisognerebbe fare quel che è stato deciso. Il
presidente aveva dichiarato che i cantieri si apriranno nel 2022.
Invece la Giunta ha azzerato tutto. Il consigliere non ha risparmiato
neanche l’Apss “che – ha detto – si è accorta sei anni dopo
avere approvato il progetto di ristrutturazione, che questo potrebbe
avere delle interferenze con i reparti e che sarebbe meglio spostare
l’ospedale a Masi. Attendere la proposta dei privati ha avuto un
effetto dirompente perché ha fermato tutto al marzo 2019. L’ipotesi
di realizzazione diretta da parte della Provincia è ancora sul
tavolo, ma – ha concluso Degasperi – chissà quando il progetto
potrà vedere la luce con questo azzeramento dell’iter dovuto al
fatto che si è voluto coinvolgere un privato. Con il rischio di
privatizzare la sanità. Il consigliere ha concluso sposando la
versione dei sindaci e del Consiglio provinciale con una mozione
auspicando che il progetto di delocalizzazione dell’ospedale venga
accantonato.
Cia:
la gente non chiede una politica del mattone ma una struttura che
risponda ai bisogni di cura delle persone.
Claudio
Cia (FdI) ha affermato
che la discussione non è stata inutile ma ha contribuito a chiarire
il quadro. Un quadro che nelle ultime settimane risultava confuso a
tutti. Il
capogruppo di FdI ha apprezzato
che il presidente abbia detto che nulla è ancora deciso. Ma ha
aggiunto di essere rimasto impressionato dal fatto che alcuni
consiglieri si erano espressi in modo entusiastico dello spostamento
dell’ospedale a Masi senza sapere nulla di questo progetto. Cia
ha stigmatizzato chi oggi
sostiene
che
un nuovo ospedale a Masi è una soluzione ottimale, perché
queste persone sono
le
stesse che
qualche
tempo fa consideravano
ottimale la ristrutturazione del nosocomio esistente. Il
consigliere ha poi ricordato che più di 800
persone hanno sottoscritto
un documento
predisposto
su
questo tema da Fratelli d’Italia. In
ogni caso per Cia dovrebbero essere gli
amministratori locali
a raccogliere un bisogno per farsene interpreti e a
spingere
per realizzare la soluzione richiesta. Qui
invece arriva una proposta da fuori e si decide di ripartire da
questa anche se il territorio
aveva già apprezzato il
progetto precedente.
Siamo ora di fronte a due possibilità: l’ipotesi di una
costruzione nuova nell’attuale area e la proposta di un nuovo
ospedale a Masi. Secondo Cia i cittadini dovrebbero essere
maggiormente coinvolti in
questa decisione,
anche perché
a questo punto attendevano solo la
costruzione dell’ospedale
nell’area
in
cui già esiste.
“La gente – ha
concluso – non chiede
una politica del mattone ma che l’ospedale sia in grado di dare
risposte, servizi. La
vera emergenza dell’ospedale di Cavalese
è
che
non si trovano medici, infermieri e Oss, non
la
proposta di costruire altrove una
struttura nuova.
Questo nosocomio nel corso del decenni ha unito le valli. Ora con
questa Cittadella della Salute si rischia di dividere il territorio,
di creare contrapposizioni.
La
replica di Fugatti.
Nella
sua replica il presidente Fugatti ha spiegato che la Giunta non
poteva non prendere in considerazione questa proposta presentata da
privati. “E’ dovere di un’amministrazione pubblica – ha
spiegato – attendere la valutazione del Navid, organo competente
sul piano tecnico. Subito dopo, qualora si riscontrasse l’interesse
pubblico, la Giunta andrà sul territorio e insieme agli
amministratori delle tre valli deciderà. Ma sarebbe stato da
irresponsabili dire di no e basta”. Non c’è nulla di più
auspicabile – ha concluso il presidente – che oggi la parte
pubblica si apra a collaborare con i privati per fare investimenti
nell’interesse di tutti. Quanto al tema della copertura
finanziaria, Fugatti ha ribadito “che i soldi per l’opera ci
sono. Quando sarà arriverà il momento la Giunta dirà come stanno
le cose e lo farà nei luoghi istituzionalmente deputati”, ha
concluso.
LE
SEI RISOLUZIONI
Respinta
la prima di Degasperi per ripristinare nel bilancio il finanziamento
per la ristrutturazione dell’ospedale.
La
prima risoluzione proposta da Degasperi di Onda Civica e sottoscritta
da Marini, Zeni, Zanella, Coppola, Manica e Olivi, respinta con
18 no, 10 sì e il
voto
di astensione di
De Godenz (UpT),
voleva impegnare la Giunta a restituire al capitolo del bilancio
provinciale intitolato alla ristrutturazione dell’ospedale di
Cavalese almeno gli stanziamenti previsti fino al 2018, e a riavviare
l’iter di progettazione definitiva ed esecutiva del nuovo ospedale
di Cavalese (o Fiemme e Fassa) sulla base del progetto preliminare
scelto quale vincitore del concorso di progettazione.
Degasperi
ha detto di non capire il no non essendo chiaro cosa costi
ripristinare la previsione di spesa per l’ospedale di Cavalese
visto che oggi i soldi bisogna andare a chiederli in prestito. Poi,
siccome la risoluzione impegna a far ripartire l’iter di
progettazione dell’ospedale il fatto che la Giunta prima abbia
detto sì e ora dice no, questo non può essere imputato ad una
decisione tecnica ma di alta politica. Se si delega la decisione al
Nadef questo vuol dire che la Giunta non sta facendo il suo dovere
adottando una decisione politica. Non
si può rimanere fermi in attesa che il provato faccia i suoi comodi.
De
Godenz (UpT) ha detto di non condividere la risoluzione perché sul
finanziamento si è sentito confortato dalla risposta del presidente
e per attendere la valutazione degli amministratori locali sul
progetto dell’ospedale a Masi.
Guglielmi
(Fassa) ha motivato il suo no avendo ampio mandato dalla sua valle a
perseguire soluzioni alternative a quelle indicate in questa
risoluzione.
Zeni
(Pd) ha contestato al presidente la scelta di non rispondere di no al
privato che ha presentato una proposta. Questo perché la Giunta ha
già intrapreso una strada con un progetto sul quale ci si è già
confrontati con gli amministratori locali e si è acquisito il loro
consenso. Zeni ha precisato che la costruzione del nuovo ospedale
accanto alla sede attuale dovrà precedere l’abbattimento
dell’esistente e non avvenire contemporaneamente ad esso, per
garantire continuità ai servizi. Altrimenti si danno ai cittadini
informazioni scorrette. Zeni ha poi contestato l’affermazione che
solo gli abitanti delle valli interessati avrebbero diritto di
parlare dell’argomento. Votare contro questa risoluzione vuol dire
opporsi al finanziamento dell’ospedale di Cavalese allungando così
ancora e inutilmente i tempi di realizzazione dell’opera.
Zanella
ha ricordato che il nucleo di valutazione è chiamato a giudicare se
nel progetto presentato dai privati vi è un interesse pubblico. Ma
una proposta di questo tipo è macroscopicamente in conflitto con un
interesse pubblico: risparmio di suolo, tutela ambientale e un
servizio appropriato da realizzare laddove oggi c’è già. Invece,
pur avendo
già un processo partecipativo avviato che poteva concludersi entro
il 2026, si
è stoppato tutto il progetto e si sta perdendo tempo. Infine i soldi
su quel capitolo di bilancio andrebbero rimessi senza utilizzare
risorse a debito. L’ospedale deve esser rifatto velocemente mentre
così si ritarda la realizzazione di un servizio da garantire alle
tre valli interessati.
Cavada
(Lega) si è dichiarato contrario alla risoluzione ricordando a Zeni
che per ristrutturare l’ospedale attuale l’edificio andrebbe
demolito a blocchi, con il rischio di fermare attività sanitarie
interne e che dei medici se ne vadano altrove. Marini (Misto-5Stelle)
ha espresso l’impressione che l’interesse sotteso al nuovo
progetto sia più l’edilizia sanitaria che non dare un miglior
servizio sanitario ai cittadini. C’è poi il rischio di una
privatizzazione della sanità.
No
alla risoluzione Coppola per riprendere l’ipotesi di
ristrutturazione dell’attuale nosocomio e
di verificare se i Comuni sono d’accordo sulla modifica del Prg.
Respinta
con 17
no, 10 sì, 2 astenuti (Ossanna e De Godenz) e 2 non partecipanti al
voto (FdI con Cia e Rossato), anche
la seconda
risoluzione, proposta da Coppola, sottoscritta da Degasperi, Zanella,
Dallapiccola (firma tecnica), Zeni e Marini, che
mirava ad impegnare
la Giunta a coinvolgere le amministrazioni locali e la popolazione
nel dibattito e nelle decisioni sul progetto di costruzione di un
nuovo ospedale a Masi di Cavalese, riprendendo in considerazione
l’ipotesi di ampliamento e ristrutturazione dell’attuale
ospedale; di verificare se i Comuni coinvolti nel progetto hanno
intenzione di dare parere positivo alla modifica del piano
regolatore, necessaria in caso di costruzione dell’ospedale a Masi;
a chiarire sotto il profilo economico e funzionale quali vantaggi
derivino dalla costruzione del nuovo ospedale a Masi; a riferire
quali sono gli obiettivi che si prefiggono con questa costruzione e
quali attività si pensano di concentrare in esso; a prevedere un
potenziamento del servizio di trasporto infermi (con ambulanza ed
elicottero) verso gli ospedali trentini se quello esistente non sarà
in grado di garantire un’adeguata assistenza; a valutare
attentamente i costi ambientali legati all’ipotesi di un nuovo
ospedale a Masi; a prevedere infine un potenziamento dell’assistenza
socio-sanitaria ri prossimità e della telemedicina nonché il
rafforzamento dei servizi dei medici di medicina generale.
Degasperi
ha sostenuto la bontà degli impegni previsti dalla risoluzione di
Coppola specialmente a proposito dell’apertura della Giunta al
progetto del privato che, legittimamente, antepone i propri interessi
di profitto a quelli pubblici.
De
Godenz ha ribadito che il suo voto di astensione prescinde da alcuni
punti condivisibili della risoluzione perché occorre attendere il
parere del Navip. Zeni ha voluto chiarire che in tema di parti le
strutture ospedaliere di valle non servono a salvare chi sta per
partorire perché queste urgenze prescindono dalle distanze
territoriali. Non è la vicinanza della struttura che fa la
differenza. È
piuttosto l’elisoccorso a dover intervenire in questi casi. Diverso
è il tema degli ospedali di valle che sotto i 500 parti all’anno
possono tenere aperti ma solo per i parti fisiologici. Quanto
all’orientamento dei sanitari di Cavalese a favore di un ospedale
nuovo a Masi, Zeni ha sottolineato che ai medici interessa sapere che
tipo di servizi un ospedale deve garantire. Che poi l’ospedale
sorga a Cavalese o a Masi questo è secondario.
Guglielmi
ha precisato che lo spostamento dell’ospedale a Masi renderebbe il
servizio non più efficiente ma maggiormente raggiungibile specie
quando c’è la neve, dai
residenti e dai turisti.
Zanella
ha osservato
che la considerazione che forse sarebbe meglio costruire il nuovo
ospedale a Masi, è emersa solo perché i privati hanno proposto
questo spostamento. Certo un ospedale nel nulla è più facilmente
raggiungibile, ed è altrettanto evidente che per ristrutturare e
ampliare per non consumare suolo costa dei disagi. Disagi però
temporanei ma poi si avrebbe un ospedale che non ha consumato altro
suolo e più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Roberto
Paccher (Lega) si è dichiarato avvilito a dover ascoltare problemi
montati dalle minoranze e che non esistono come in questo caso, a
fronte di un presidente che ha chiarito che il progetto attende una
valutazione tecnica che la Giunta si riserva di soppesare prima di
decidere. Gravi a suo avviso sono state le accuse emerse dalle
opposizioni che hanno addirittura chiesto le dimissioni a Fugatti che
è venuto in aula a spiegare tutto. Il presidente ha semplicemente
precisato che un progetto è stato presentato e che sta per essere
valutato. Se dovesse arrivare un progetto per il quale i privati
contribuiscono in modo importante per dare dei servizi ai cittadini,
la Giunta ha il dovere di valutare questo progetto. Contestare questo
dimostra grande pochezza da parte di persone che hanno avuto in mano
il governo del Trentino. La sanità del Trentino per Paccher “risente
di scelte scellerate compiute da chi ha governato nel passato”. Il
risultato è che alla santià della provincia mancano medici ovunque.
Zeni
ha chiarito di non aver presentato alcun esposto contro il presidente
Fugatti.
Marini
si è soffermato sul punto relativo alla partecipazione. A suo avviso
questa volontà di ascoltare i territori va declinata concretamente
fornendo informazioni che ad oggi mancano dopo un comunicato del 22
marzo scorso di 5 righe e mezza. La nota riferisce di aver ricevuto
una proposta e che il Navid è stato incaricato di una valutazione. E
basta. Se davvero si vogliono ascoltare i territori, per Marini vanno
fornite informazioni chiare, complete e accessibili a tutti.
Andrebbero
per questo definito regole d’ingaggio su cosa significa trasparenza
e arrivare a una decisione preceduta dalla raccolta di pareri, di
documentazione e contributi per promuovere un dibattito informato.
Bocciata
la risoluzione Marini sul
rispetto delle norme urbanistiche.
No
del Consiglio con 17
voti contrari, 9 favorevoli e 2 non partecipanti al voto (FdI) anche
alla terza
risoluzione, proposta da Marini (Misto-5 Stelle), che
voleva impegnare
la
Giunta a promuovere la pianificazione urbanistica e la progettazione
delle infrastrutture sanitarie dell’ospedale Cembra, Fiemme, Fassa
e Cavalese attraverso l’attivazione degli strumenti disciplinari
delle leggi provinciali sulla salute e per il governo del territorio,
assicurando il coinvolgimento
degli enti locali, dei soggetti interessati e dell’utenza dei
servizi sanitari in una logica di continuità con l’uso degli spazi
urbanizzati, per perseguire obiettivi di riduzione del consumo del
suolo e di integrazione paesaggistica definiti dalle norme di settore
e dalle strategie di sviluppo.
Giorgio
Tonini (Pd) si è detto sorpreso dal parere contrario della Giunta,
perché a suo avviso se si vuols spostare l’ospedale occorre fare
riferimento alle norme urbanistiche che implicano l’attivazione di
procedure partecipative. Questa risoluzione andrebbe considerata
pleonastica, perché la dimensione urbanistica appartiene alla storia
della nostra comunità provinciale. Tonini ha ricordato il consenso
raccolto a suo tempo dalla Giunta Malossini sulla realizzazione della
strada di fondovalle in val di Fiemme, grazie all’impegno assunto
dall’esecutivo di non urbanizzare il fondovalle. Eppure
quell’infrastruttura cambiò la fisionomia della val di Fiemme
spostando il traffico di transito nel fondovalle. Questa risoluzione
di Marini raccomanda semplicemente di prestare attenzione agli
aspetti urbanistici di un’opera visino alla quale potrebbe sorgere
ad esempio un quartiere residenziale. Si tratta si chiedersi quale
sia la conformazione urbanistica che vogliamo dare alla val di
Fiemme.
Paolo
Zanella (Futura) ha osservato che il parere contrario della Giunta
dipende proprio dall’impegno che deriverebbe da questa risoluzione
sulla sostenibilità dell’opera. La legge urbanistica prescrive
infatti il recupero dei manufatti esistenti per evitare il consumo di
suolo, con la possibilità di derogare solo se è dimostrata
l’assenza di soluzione alternative utilizzando edifici già
esistenti. Questo è il tema della risoluzione.
Ma
anche con questo no, la legge della Provincia rimane legge e vedremo
se il nuovo progetto è percorribile.
Degasperi
ha ricordato una
norma provinciale in vigore, secondo la quale non sono considerate
ammissibili proposte incompatibili rispetto alle previsioni del PUP
vigente.
MOZIONE
EUREGIO APPROVATA
Approvata
la proposta di mozione 417 di di Luca Guglielmi (Fassa),
sottoscritta da Masè (La Civica), Dalzocchio (Lega), Ossanna (Patt)
e De Godenz (UPT) per favorire la partecipazione degli enti
locali all’Euregio.
Via
libera con 28 voti a favore e 4 astensione alla mozione, il cui testo
è stato completamente sostituito d’intesa con il presidente della
Giunta Fugatti, impegna l’esecutivo a interpretare in modo
inclusivo e partecipativo i temi e le prospettive dell’Euregio,
favorendo il coinvolgimento dei cittadini e degli enti locali. In
secondo luogo, il testo prevede che sia facilitata e favorita la
realizzazione di progettualità partecipate e capaci di coinvolgere
il territorio e gli enti locali , attuate attraverso il ricorso
all’associazionismo e alla costituzione di un comitato, affinché
le opportunità della cooperazione transfrontaliera e del rapporto
con il Tirolo e l’Alto Adige/Südtirol siano sviluppate nel modo
più ampio possibile. Secondo Guglielmi la proposta così emendata
rafforza anche la presidenza di turno del Gect affidata a Fugatti.
Alex
Marini (Misto-5 Stelle), favorevole al testo, ha osservato che vanno
coinvolti i cittadini anche in merito alla mozione approvata nei
giorni dal Dreier Landtag che sollecita al coinvolgimento della
società civile nei processi decisionali riguardanti le scelte della
pubblica amministrazione. Quanto alle progettualità euroregionali ha
suggerito di considerare le iniziative proposte per la valorizzazione
della figura di Padre Kino, che unisce i territori del Trentino e del
Tirolo e che è un punto di riferimento importante per alcuni stati
nordamericani e in Messico. Si potrebbe su questa figura costituire
un’apposita fondazione. Marini ha infine invitato la Giunta a
mettere il Trentino al passo con i tempi sulla introduzione
nell’ordinamento provinciale dell’istituto dell’assemblea dei
cittadini e dei consigli dei cittadini analoghi a quelli creati nel
Vorarlberg.
Lorenzo
Ossanna (Patt) ha sottolineato l’importanza data dalla mozione alla
partecipazione degli enti locali all’Euregio e al Gect. Bene quindi
l’apertura di una nuova fase di dialogo degli organi euroregionali
con le amministrazioni comunali. Vanessa Masè (La Civica) ha
plaudito alla mozione avvalorata dalla seduta congiunta del Dreier
Landtag di giovedì e venerdì scorso.
Alessia
Ambrosi (FdI) ha evidenziato l’esigenza di rafforzare l’unione
fra i tre territori costituita dall’Euregio che, pur diversi,
insieme possono fare la differenza. Questa sinergia fra le nostre
regioni con i progetti che ne scaturiscono facendo rete attraverso
gli enti locali dev’essere motivo di orgoglio in particolare per i
giovani. Ambrosi ha proposto il coinvolgimento anche della V
Commissione del Consiglio che si occupa dei rapporti della Provincia
con l’Europa.