Consegnate stamane al presidente Kaswalder oltre 6 mila firme
La scuola nella Fase-3? Più contatto umano e meno mascherine
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“La
scuola è incontro, relazione, umanità”. E’ un richiamo forte,
quello che vuole lanciare la petizione popolare depositata questa
mattina a palazzo Trentini. Un richiamo – all’avvio della
cosiddetta Fase 3 dell’emergenza da Covid 19 – a riflettere sul
modo migliore di garantire benessere ai nostri bambini e ragazzi.
Un
folto comitato spontaneo ha fatto salire due rappresentanti dal
presidente Walter Kaswalder, nelle cui mani sono state
consegnate oltre 6 mila firme di cittadini, in calce a un
documento che guarda al prossimo anno scolastico ed educativo,
chiedendo di non permettere la preminenza assoluta delle misure di
precauzione sanitaria rispetto alle esigenze psichiche dei cittadini
più piccoli.
La
prima firmataria – Chiara Agostini, insegnante di Valle
Laghi – ha spiegato cosa si chiede alla Provincia Autonoma: la
creazione di un tavolo di lavoro, che coinvolga il comitato stesso ed
esperti in pedagogia; l’avvio di progetti sperimentali sulla base
di un patto di corresponsabilità scuola-famiglia; la concessione di
piena autonomia agli Istituti comprensivi circa l’avvio di
sperimentazioni di nuovi paradigmi educativi con il benessere del
bambino al centro, in una visione che preveda anche il rapporto con
la natura quale fonte di apprendimento. Si chiede un riscontro entro
il 30 giugno prossimo e sul punto il presidente Kaswalder ha subito
assicurato che assegnerà sollecitamente la petizione alla V
Commissione consiliare, per la trattazione del tema, informando
peraltro l’assessore all’istruzione perché possa tenere conto di
queste istanze.
La
mobilitazione di genitori e insegnanti è
nata
dalla preoccupazione per gli effetti negativi sull’infanzia delle
misure che è stato necessario adottare in periodo di emergenza
sanitaria. La mascherina che copri i volti e il distanziamento
sociale – ha argomentato Agostini, assieme a Naama
Passamani,
insegnante di Comano Terme – negano lo sviluppo di una relazione
profonda ed empatica tra l’adulto e il bambino, che dalla mimica
facciale e dagli abbracci trae informazioni e messaggi fondamentali.
Con
la petizione i promotori hanno presentato anche una serie di
documenti, che
danno un conforto scientifico alle richieste portate in Consiglio
provinciale: c’è un testo del dottor Paolo
Rocchetti,
un contributo del medico antroposofo Stefano
Gasperi,
una ricerca sugli effetti psicologici prodotti dalle misure
anti-Covid. Ancora: la lettera di una famiglia, un testo firmato da
Elisabetta Galli
(specialista in Igiene e Medicina Preventiva) e dai dottori Luca
Sermoneta e Anna Maria Caputo. L’ampia
documentazione si completa con cenni alle esperienze innovative
sperimentate nel Nuovo Galles del Sud e con un contributo elaborato
dal garante trentino dei diritti dei minori, Fabio Biasi.
La petizione auspica che si
potenzi la didattica negli spazi aperti, che si limiti il ricorso
alla d.a.d. (didattica a distanza), che si rimetta la pedagogia al
centro assieme all’educazione civica.