In videoconferenza con l'assessora Segnana e i dirigenti Ruscitti, Bordon e De Col
Il confronto tra minoranze e Fugatti sul Covid-19. Tra 7-10 giorni prevista la fine dei posti in terapia intensiva
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Tre
ore di domande e risposte tra i rappresentanti delle minoranze
consiliari, il presidente della Giunta Maurizio Fugatti, l’assessora
Segnana, il direttore dell’Apps Bordon, il dirigente
dell’assessorato Ruscitti e il capo della protezione civile De Col.
Tre ore nelle quali è stato tracciato un quadro della situazione del
Trentino di fronte all’epidemia da Covid 19 inevitabilmente in
chiaro scuro. Alto, ha ammesso Fugatti, il numero di morti, sui quali
pesa la situazione di alcune Rsa, e dei contagiati (anche perché
qui, ha ribadito, qui vengono cercati di più, per la vicinanza al
veronese e al bresciano, perché il turismo, soprattutto lombardo ha
pesato) ma la macchina sanitaria sta reggendo. I posti in terapia
intensiva, in origine 30, arriveranno presto a 100 posti a Trento e
Rovereto, mentre gli ospedali periferici, che interverranno se la
situazione delle rianimazioni del S.Chiara e del S.Maria del Carmine,
dovesse andare in tensione, stanno effettuando un lavoro di supporto
nei casi gravi intubando i pazienti per trasferirli nei due centri
Covid. Negli ultimi quattro giorni le forniture di dispositivi di
difesa individuale sono state incrementate, anche se, ha affermato
Fugatti, ci può essere qualche problema di distribuzione soprattutto
nelle case di riposo. Sempre rispondendo ad una fitta serie di
domande, in parte espresse da parte della garante delle minoranze,
Paola Demagri del Patt, il dottor Bordon ha detto che sta partendo
una campagna per effettuare tamponi, che Fbk e Cibio stanno
producendo, sul personale sanitario, delle case di riposo e Rsa,
circa 10 mila persone. Anche se, ha sottolineato Zeni del Pd, è
fondamentale individuare gli asintomatici. Inoltre, si sta lavorando
ad un programma per utilizzare, come chiesto da Rossi del Patt,
alberghi e altre strutture per le quarantene, anche per affrontare il
tema, sempre più presente, dei contagi familiari e l’assistenza
familiare che, per l’ex presidente della Pat, è un punto debole
nella linea di difesa improntata dalla Giunta. Bordon e Ruscitti,
rispondendo a Ghezzi di Futura, hanno affermato che si sta pensando a
potenziare i servizi di sostegno psicologico, non solo agli anziani
soli, ma anche al personale sanitario e alla popolazione che sta
affrontando la quarantena. La prossima settimana, rispondendo ad una
sollecitazione della garante delle minoranze, di terrà tra
opposizione e governo provinciale un altro confronto sulla risposta
economico finanziaria all’emergenza coronavirus.
Confronto
a tutto campo oggi sulla gestione dell'emergenza sanitaria legata
all'epidemia Covid-19 nella videoconferenza organizzata tra il
governatore Maurizio Fugatti, affiancato dai dirigenti di settore e
dagli assessori della Giunta provinciale, e i consiglieri di
minoranza da cui era stato richiesto la settimana scorsa in occasione
dell'incontro avuto sempre online con il presidente dell'assemblea
legislativa, Walter Kaswalder. Ad introdurre il collegamento sono
stati gli interventi del presidente Fugatti che ha inquadrato la
situazione, seguito da quelli dell'assessora Segnana e dei dirigenti
Ruscitti (dipartimento salute), Bordon (Apss) e De Col (Protezione
civile). E' stata poi la garante delle minoranze, Paola Demagri
(Patt) a presentare le domande principali dei consiglieri, concordate
in precedenza con i colleghi i quali, poi, hanno aggiunto altre
questioni o sono entrati maggiormente nel merito delle problematiche
sollevate. Infine l'esecutivo ha risposto agli interrogativi e
l'incontro si è concluso con l'impegno della Giunta e delle
minoranze a mettere in agenda un secondo confronto, preannunciato da
Fugatti probabilmente per la fine della prossima settimana, al tema
del quale sarà la complessa questione economico-finanziaria sempre
conseguente all'epidemia. Il governatore ha assicurato che non appena
sarà stato messo a punto il secondo disegno di legge proposto per
fronteggiare l'emergenza e già preannunciato il 19 marzo in Aula,
sottoporrà il provvedimento ai consiglieri. Dal canto suo la garante
Demagri ha promesso di raccogliere in vista di questo nuovo
appuntamneto le osservazioni dei colleghi di minoranza e gli stimoli
provenienti dal territorio.
Fugatti.
Valuteremo il perché dei maggiori decessi e contagi in Trentino.
Fugatti
ha subito ricordato il dato confortante della minor crescita dei
contagi, il cui numero resta comunque ancora alto, come pure quello
dei decessi, negli ultimi 5 giorni. E ha aggiunto che conteggiando
tra i contagiati anche i soggetti con sintomi lievi che erano stati a
contatto con casi risultati positivi al tempone, i numeri del
Trentino restano tra i più alti in Italia subito dopo quelli di
Lombardia, Valle d'Aosta, Marche e Piemonte. Questo dato è
sicuramente da valutare con attenzione anche se, ha poi ipotizzato, è
probabilmente da imputare alla maggiore continguità del nostro
territorio con le zone del bresciano e del veronese. Anche l'alto
numero dei decessi nella nostra provincia è da valutare secondo il
presidente: forse, ha tentato una spiegazione, è da mettere in
relazione alle molte case di riposo del Trentino e al fatto che nella
mortalità vengono inclusi anche soggetti con varie patologie alle
quali si è aggiunto il Covid-19. Un grande sforzo è in atto per
portare a 100 i posti disponibili in terapia intensiva che
attualmente sono occupati da 75 pazienti. Con questo incremento il
Trentino si potrà gestire per almeno altri 7-10 giorni anche grazie
alla disponibilità di ventilatori, mentre il problema è quello del
personale preparato e in grado di utilizzare questi strumenti.
Capitolo dpi: la questione dei dispositivi di protezione individuale
riguarda tutto il Paese, ha ribadito Fugatti, anche se grazie alla
protezione civile negli ultimi 4 giorni ci sono arrivate forniture
sufficienti per garantire la sicurezza degli operatori e soddisfare
tutte le esigenze. Insomma, i dpi ci sono e se in qualche struttura
mancano basta che se ne faccia richiesta all'Apss o alla protezione
civile.
Segnana. Separare dagli altri i soggetti risultati positivi nelle case di riposo.
L'assessora
alla salute ha concentrato l'attenzione sorpattutto sulla situazione
delle case di riposo dove l'impegno è da un lato di separare gli
ospiti non affetti da Covid per isolarli da quelli che risultano
positivi e, dall'altro, di fornire tutte le strutture dei dpi
necessari grazie ad un accordo con l'Upipa che invia gli elenchi del
fabbisogno nelle singole Rsa per non sprecare materiale.
Ruscitti.
Infermieri e oss messi a disposizione di Upipa per le Rsa.
Il
dirigente ha ricordato che da 8 giorni funziona il servizio “Stai a
casa passo io” per intercettare i bisogni degli over 65, categoria
non gestita dai Comuni e dalle Comunità di valle. E ha aggiunto che
si sta utilizzando per le Rsa il personale in servizio presso i
centri diurni e simiresidenziali: si tratta di infermieri e Oss messi
a disposizione di Upipa per le case di riposo insieme a dpi. Altro
personale tra i 300 selezionati a livello nazionale è stato
richiesto al Ministero perché possa essere utilizzato
nell'assistenza sul nostro territorio in modo da ridurre il ricorso
agli ospedali.
Bordon.
Picco in arrivo tra 7-10 giorni per la terapia intensiva.
Il
direttore dell'Apss ha segnalato la novità della disponibilità ad
ospitare 140 pazienti Covid-19 offerta dalle strutture private
accreditate. Ha poi evidenziato la principale preoccupazione
riguardante la capacità del nostro sistema sanitario di reggere
l'onda che arriverà all'apice nei prossimi 7-10 giorni, che
eserciterà una forte pressione soprattutto sulla terapia intensiva
anche se la disponibilità di posti è stata triplicata da inizio
gennaio ad oggi. “Di questi 75 sono occupati, ha proseguito, ma
abbiamo un sufficiente numero di ventilatori e siamo in grado di
arrivare ad aprire più di 100 posti complessivi anche con il
concorso degli ospedali di valle. I soggetti colpiti si aggravano
nell'arco di 30-60 minuti e vanno subito intubati a Trento o
Rovereto, anche in alcune sale operatorie appositamente attrezzate.
La macchina è adeguata, ha aggiunto Bordon, e ci aspettimao di
gestire questo picco già entro questo fine settimana perché la
pressione sugli ospedali cali grazie anche al coinvolgimento del San
Camillo, della Solatrix e di altre strutture coinvenzionate”.
De
Col. Già in distribuzione 40-50 mila mascherine al giorno.
Negli
ultimi 4 giorni, ha ribadito il dirigente, la protezione civile ha
rifornito Upipa e tutto il sistemna sanitario in modo regolare con
tre tipi di mascherine: quello prodotto da aziende locali,
protocollato non per il sistema sanitario ma di tipo prudenziale;
quello di tipo chirurgico-sanitario per la protezione reciproca che
non garantisce però chi lo porta; e quello di tipo FFP2 a doppio
supporto sanitario (aspiratorio/espiratorio) con filtro, destinato ad
ospedali e case di riposo. Di questi dpi sono già in distribuzione
40-50 mila pezzi al giorno, ha detto De Col. Il dirigente ha concluso
ricordando i messaggi quotidianamente veicolati alla popolazione in
tutti i Comuni e accennato alla fase 2 della futura ripresa
progressiva della mobilità che avverrà in base ai modelli e alle
valutazioni del sistema sanitario.
Le
10 domande dei consiglieri.
La
garante delle minoranze Paola Demagri ha posto alla Giunta, d'intesa
con i consiglieri, le domande principali, riconducibili a 10
interrogativi. Eccone una sintesti.
Una
comparazione tra la mortalità generata dal virus in questi primi
tre mesi del 2020 e quella dello stesso periodo dell'anno scorso e
in particolare all'interno delle Rsa.
Come
vengono conteggiati i contagiati nelle Rsa dal momento che i numeri
resi noti dai familiari in alcune case di riposo sono risultati
peggiori rispetto ai dati comunicati ufficialmente? E sempre nelle
Rsa non vale la pena aumentare i tamponi in modo da poter isolare
chi risulta positivo? Il fatto che vi siano case di riposo che
sottopongono tutti gli ospiti ai tamponi e altre che non lo fanno
genera trattamenti disomogenei: non sarebbe opportuno adottare un
protocollo provinciale uguale a seguire in tutte le Rsa?
Per
quanto riguarda il personale, giungono segnali che vi sono
dipendenti di area medica e infermieristica meno impiegati di altri:
non sarebbe il caso di utilizzare queste risorse professionali
sottoutilizzate perché vadano a lavorare sul territorio a supporto
dei medici di medicina generale? Sembra vi sia una differenza di
approccio all'emergenza tra ospedali e Rsa: le strutture ospedaliere
risultano più attrezzate e tempestive nel fronteggiare il Covid-19
mentre a livello territoriale vi è la necessità di un modello
organizzativo a supporto anche dei medici di medicina generale,
alcuni dei quali trovati positivi si sentono abbandonati e anche per
questo la popolazione si rivolge al pronto soccorso degli ospedali
sovraccaricando la pressione su queste strutture: perché non
utilizzare i professionisti non operativi e disponibili ad andare
incontro a questi bisogni sul territorio soprattutto per le cure a
domicilio?
La
comunicazione della Provincia va coordinata meglio, per evitare
ansie e non alimentare perplessità nella popolazione, innanzitutto
con l'ordine professionale dei medici e le altre organizzazioni
professionali direttamente coinvolte, perché si percepisca
l'esistenza di un solo canale da cui passano processi e decisioni:
solo così tutti si adegueranno più facilmente alle richieste.
Dpi:
le minoranze chiedono uno sforzo in più per sapere qual è
l'effettivo approvvigionamento e attraverso quali canali avviene e
se si tratta degli stessi della Provincia di Bolzano.
Copertura
assicurativa: occorre che la Pat la garantisca ai medici e a tutti
coloro che si offrono di rientrare al lavoro per non vanificarne la
disponibilità volontaria.
Direzioni
mediche: vi sono dirigenti medici e coordinatori ifermieristici a
scavalco su più ospedali che in questa fase sarebbe opportuno
dedicare ad una sola struttura per evitare sovraccarichi lavorativi.
Anche in questo caso andrebbe verificato se vi è una disponibilità
di professionisti volontari.
Rianimazioni:
si tratta di dotarsi di personale che garantisca una competenza
adeguata e di un'esperienza maturata di almeno 9-12 mesi per fugare
pericoli nella gestione di questi delicate unità sanitarie.
Ditte
di pulizia negli ospedali: stanno garantendo la sanificazione di
tutti gli spazi per evitare la diffusione del virus o vi sono
difficoltà?
Infine
Demagri ha chiesto una panoramica in merito a quel che sta avvenendo
nelle aree della disabilità e dei servizi sociali, nell'ambito
delle quali vi sono pazienti che oggi non hanno accesso alle case di
riposo dove in questo periodo non sono consentiti altri ingressi: ne
consegue un sovraccarico nelle famiglie che hanno a volte gravi
difficoltà nella gestione di questi soggetti.
Zeni.
Attenzione ai sintomatici non gravi a casa senza diagnosi.
La
maggior criticità secondo il consigliere del Pd riguarda il disegno
generale per il contenimento del contagio: un grande lavoro andrebbe
fatto a suo avviso sui sintomatici non gravi ai quali si raccomanda
di stare a casa, ma per i quali non vi sono diagnosi e non vi è
neppure l'obbligo della quarantena. Ne consegue che questi soggetti
sono a contatto con altri nella propria abitazione e possono anche
uscire a fare la spesa e muoversi sia pure attenendosi alle
limitazioni attuali. Questi sono soggetti di cui, secondo Zeni,
occorrre preoccuparsi. Il consigliere ha poi posto alcune domande
puntuali riguardanti la comparazione sempre sui contagi con il vicino
Alto Adige, la richiesta di Upipa di assoggettare ai tamponi tutto il
personale interno e l'isolamento dei dipendenti che risultano
positivi, la carenza di farmaci, un monitoraggio e un conrtrollo di
eventuali animalie sui professionisti che in ospedali, case di riposo
e altri servizi risultano in malattia (non per Covid-19), le critiche
delle sigle sindacali all'aumento di stipendio dei dirigenti
provinciali, lo scambio delle informazioni con i Sindaci per quanto
riguarda le informazioni sui cittadini risultati positivi al test, e
infine l'utilizzo degli studenti di medicina dal momento che, ha
concluso Zeni, ve ne sono diverse decine disponibili a dare una mano
per sgravare i medici almeno nelle funzioni che non richiedono
particolare esperienza.
Rossi.
Necessario potenziuare il personale sul territorio.
Il
capogruppo del Patt ha sottolineato le problematiche già evidenziate
da Demagri: il focus posto per la gestione dell'emergenza più sulle
strutture ospedaliere che sulla medicina e l'assistenza territoriale
dove gli operatori sanitari stanno dando il massimo ma questo non è
sufficiente. La questione riguarda soprattutto il rapporto con i
soggetti sintomatici che restano in famiglia perché i casi di
contagio a casa sono molto elevati. Occorre quindi potenziare il
sistema a livello territoriale in tre modi: dirottando personale,
infermieri e oss in particolare, e creando anche squadre speciali di
medici a supporto del territorio nella gestione dei malati a casa e a
contatto con i familiari; convenzionarsi attraverso la protezione
civile con titolari di alberghi per isolare in queste strutture i
soggetti – si tratterebbe di mettere a disposizione subito almeno
500-600 posti letto – che stando a casa propagano il contagio;
rinforzare il personale delle case di riposot attingendo alle riserve
ancora presenti nel sistema sanitario.
De
Godenz. Occorrre collaborazione con Bolzano.
Il
consigliere dell'UpT ha chiesto il punto sulla collaborazione con la
Provincia di Bolzano, ma anche di dotare gli ospedali di un punto di
riferimento fisso h24 utilizzando dei soggetti che rientrano
volontariamente al lavoro, e di spostare infermieri e oss dagli
ospedali alle case di riposo recuperando anche chi sta seguendo e sta
per concludere i corsi per oss. Infine ha richiamato all'importanza
della copertura assicurativa da garantire a tutti e non solo ad
alcuni.
Ghezzi.
Rendere più precisa la comunicazione dei dati per non aumentare
l'ansia.
Il
capogruppo di Futura ha sollevato 4 questioni. La prima per sapere
come spiega la Giunta il maggior numero di contagiati nel Trentino
rispetto ad altre regioni, forse dovuto al numero di tamponi
effettuati. La seconda sulla comunicazione che viene fatta dalla
Giunta sui dati, che andrebbe ridotta per non aumentare l'ansia o
quantomeno curata con maggiorre precisione. La terza sulla richiesta
che, ha commentato Ghezzi, si spera non sia stata la Provincia a
rivolgere ad alcune cooperative sociali di rivedere le rette a causa
del minor lavoro svolto in questa fase di emergenza. Infine
l'esigenza di un intervento di sostegno da dedicare alle persone che
vivono e operano nei luoghi più esposti al rischio di usura
psicologica.
Marini. Trasparenza e
coinvolgimento per adottare le soluzioni migliori.
Due le questioni di metodo poste
dal consigliere pentastellato. La prima sulla trasparenza di tutte le
informazioni e i dati di cui la Giunta entra in possesso su questa
vicenda, da condividere con i consiglieri e i cittadini per mettere
gli interessati nelle condizioni di partecipare ai processi
decisionali riguardanti ad esempio la scelta, nell'ambito della
sanità, di chi curare e chi no, oppure nel campo della ricerca. La
seconda problematica da risolvere per Marini riguarda l'esigenza di
mettere a sistema, superando la logica del centralismo decisionale,
tutte le osservazioni e le proposte che emrgono. Analogamente a quel
che sta avvenendo in Germania, dove 43 mila soggetti sono stati
coinvolti dal governo e saranno selezionati 800 progetti da
finanziare in svariati settori (artigianato, scuole, servizi per gli
anziani, ecc.) per attuare le soluzioni che risultano più
intelligenti ed efficaci nel fronteggiare l'emergenza.
Coppola. Servono tamponi su
tutti gli operatori dell'associazione dei minori.
La consigliera di Futura ha posto
domande riguardanti 1. la carenza di dpi nelle comunità che si
occupano di disabili come le cooperative sociali e l'associazione
provinciale dei minori che ha bisogno di tamponi per tutti gli
operatori, 2. l'esigenza di test rapidi per capire sugli operatori
sanitari per capire chi ha anticorpi, 3. controlli da parte dei
medici del lavoro sugli operatori di alcuni settori per rilevare chi
può continuaer l'attività (trasportatori, postini, spedizionieri),
4. effettuare controlli per verificare il rispetto delle regole nella
zona all'aperto del Fersina ancora molto frequentate, 5. attenzione
al sottile discrimine tra i soggetti a cui viene concesso di accedere
alla terapia intensiva e gli ultrasettantacinquenni a cui questo
diritto viene negato: quanti sono questi soggetti esclusi?
Degasperi. I giovani vincono
sugli anziani?
Il consigliere ha chiesto
spiegazioni in merito al post di un medico della nostra rianimazione
che su una pagina social gestita da anestesisti e rianimatori ha
evidenziato la disumana selezione effettuata tra persone affette da
Covid-19 a causa della ridotta disponibilità di posti letto,
alludendo alla decisione di far vincere il soggetto giovane
sull'anziano.
Segnana. Personale in arrivo
nelle Rsa che ne hanno più bisogno.
L'assessora ha risposto a Demagri
che per quanto riguardda la comparazione dei dati della mortalità
nei primi mesi di quest'anno e del 2019 si stanno raccogliendo i dati
per capire l'incidenza del virus. Sul personale oss e osa in servizio
presso le cooperative e da destinare al territorio, ha riferito di
aver inviato una lettera per chiederne la disponibilità ad aiutare
le Rsa con operatori risultati positivi, in malattia o quarantena.
Disponibilità, ha detto, già in parte raccolte. Al riguardo Segnana
ha citato la Rsa “don Ziglio” che ha 60 operatori ammalati e in
cui si sta provvedendo a separare gli anziani risultati positivi al
test ed è stata inviata proprio oggi una capo infermiera del Villa
Rosa. Gli ospiti non positivi saranno spostati in un'altra struttura.
Sul servizio di assistenza domiciliare sul territorio, l'assessora ha
assicurato a Rossi che si sta cercando personale per fronteggiare le
criticità e che il dipartimento politiche sociali è costantemente
in rapporto con le strutture locali per rispondere ai bisogni delle
famiglie. Quanto all'esigenza di dare supporto psicologico alle
persone, Segnana ha risposto a Ghezzi che è già pervenuta la
disponibilità dell'associazione “Psicologi per i popoli” ad
intervenire a sostegno di tutti i soggetti che ne hanno bisogno.
Infine in merito alle modifiche delle tariffe delle cooperative
sociali ha risposto a Ghezzi che il pagamento avverrà sulla base
dello storico di febbraio.
Ruscitti. Assistenza a
domicilio sul territorio affidata al Servizio igiene.
Il dirigente dell'assessorato ha
ricordato l'ostilità di due sigle sindacali che ha impedito di
concludere la trattativa sul contratto del comparto sanitario anche
quando la Pat ha proposto di accantonare 6 milioni di euro. Ha poi
citato la lunga trattativa sui medici di medicina generale che ha
visto sue sigle sindacali su tre aderire alla proposta della
Provincia. Questo ha permesso di procedere all'assunzione di 16
medici da destinare al territorio per la continuità assistenziale.
Al Servizio igiene è stata affidata la gestione dei casi Covid a
domicilio per sgravare gli ospedali. Per le case di riposo Ruscitti
ha ricordato sia il positivo canale aperto con l'Upipa per la
gestione dei rapporto con le singole Rsa sia l'intervento del dott.
Nava a supporto di alcune Apsp per la separazione dei non Covid dagli
altri ospiti. In ogni caso, ha aggiunto il dirigente, l'attuale
incidenza di infetti nelle Rsa del Trentino è analoga a quella delle
altre regioni. Quanto ai temponi il dirigente ha spiegato che il
problema riguarda la difficoltà di reperire i reagenti. Già oggi
l'Apss ne effetta 450-500 al giorno nei pronto soccorso a tutti gli
operatori potenzialmente esposti ma ora, grazie alla collaborazione
con la Fem aumenteremo il numero di test su operatori e assistiti.
Rimane aperta la questione dei tamponi per chi è assistito a casa ma
l'auspicio è di arrivare a coprire a breve tutte le esigenze.
Ruscitti ha infine spiegato che le zone nelle quali alcune strutture
hanno rilevato più ospiti infetti sono non a caso quelle, come la
Busa, nelle quali vi sono molti soggetti provenienti dalle vicine
province di Verona e di Brescia. A differenza del San Pancrazio che
ha meno ospiti positivi perché provenienti solo dal Trentino.
Rispondendo a Rossi che ha
evidenziato come il dirigente con queste sue ultime parole sia
apparso sulla difensiva anziché disposto a fare autocritica,
Ruscitti ha riconosciuto che “errori ne possiamo aver commesso
anche noi ma che tutti gli operatori sanitari e che operano sul
territorio hanno dato e stanno dando il massimo e il personale del
dipartimento risponde a circa 1000 telefonate al giorno su questo
tema. Il vero problema è che non sappiamo quanto questa situazione
durerà perché tutti gli operatori stanno sopportando un carico di
pavoro enorme”.
Bordon: i medici volontari
hanno la stessa copertura assicurativa di tutti gli altri.
Il direttore dell'Apss ha
segnalato che le persone assistite a domicilio sono poggi 1400 e che
questi soggetti si sommano a quelli ricoverati ma che le forze a
disposizione del sistema sono le stesse. Già oggi, ha proseguito
rispondendo a Demagri, il personale non utilizzato come chirurghi,
ortopedici e oculisti degli ospedali di valle sono stati messi a
disposizione per dare una mano nel fronteggiare l'emergenza sul
territorio. Solo il personale del Santa Chiara è rimasto per
garantire le urgenze. Vi sono medici ai quali è stata chiesta la
disponibilità ad una collocazione diversa e una trentina di loro ha
già risposto di sì. Tamponi: per accertare la piena guarigione ne
servono due per soggetto e per questo, ha chiarito Bordon,
attualmente ne vengono effettuati 200 al giorno. Nei prossimi giorni
ci potrebbe esssere bisogno di sottoporre a questi due tamponi circa
2000 persone ma questo crea il problema di poter disporre di
ulteriore personale. Il direttorre ha poi chiarito che l'Apss punta
ad accertare con la politica dei tamponi sugli operatori il livello
della malattia, ma anche lo sviluppo di anticorpi e tutto ciò in
collaborazione con l'ospedale Sacco di Milano. Con l'aiuto di Cibio
questa settimana passeremo dagli attuali 500 tamponi a 700-800 e
contiamo di arrivare a quota 5.000.
Bordon ha rivelato che questa
settimana arriveranno alla laurea a Verona una quarantina di
infermieri trentini che il giorno dopo potremo chiamare al lavoro sia
nelle Rsa sia sul territorio, non nei reparti di rianimazione.
Copertura assicurativa: a tutti i
medici che si sono resi disponibili per il rientro al lavor è
garantita la stessa assicurazione Rct e infortuni di tutti gli altri
ma non esiste – ha sottolineato Bordon – una polizza anticovid e
neanche sulla vita.
Medici di medicina generale: ve ne
sono alcuni che tengono ad essere operativi anche per il Covid e
altri no, ha detto il direttore, mentre va meglio con i pediatri di
libera scelta, che hanno proposto un sistema di televisite molto
valido.
Le ditte di pulizie e
sanificazione, ha aggiunto rispondendo a un'altra domanda, stanno
facendo un grosso lavoro ad esempio per le terapie intensive.
Quanto al contenimento del
contagio, ha detto rispondendo a Zeni, provvederemo ad effettuare una
comparazione indagando i decessi nel mondo delle Rsa. E ha segnalato
che i focolai più attivi sul territorio si trovano nei territori
vicini a Bergamo e Brescia come nella zona Vermiglio-Tonale. Altri
sono a Canazei-Campitello di Fassa, in val Rendena, nel Chiese e
nell'Alto Garda. In queste zone si procederà ad un'indagine
approfondita sulle cause aumentando il numero dei tamponi e delle
analisi sierologiche sulla popolazione. Molto importanti in questa
direzione secondo il direttore sono i medici sul territorio che
segnalano all'Apss i casi di persone con sintomi riconducibili al
Covid. Bordon ha osservato comunque che i contagi rilevati solo con
il tampone rappresentano uno spiecchio del fenomeno che è molto più
ampio. Rispondendo a Coppola ha spiegato che la priorità sui tampone
sarà data subito al personale delle Apss formato da circa 8.500
unità e delle Rsa con circa 2.000 unità.
Il direttore ha informato Ghezzi
dell'attivazione di un intervenmto di assistenza psicologica rivolta
al personale maggiormente esposto allo stress per quest'emergenza.
Sui farmaci Bordon ha segnalato
che è in corso un approvvigionamento di quelli tradizionali per la
gestione dei malati di Covid in terapia intensiva con ventilatore, ma
anche di nuovi farmaci e in particolare dell'unico che sembra aver
effetto, il Tocilizumab, adatto alle cure delle reumatiti più
importanti ma utile anche per alcuni tipi di pazienti affetti da
coronavirus. Bordon ha ricordato che il consumo di ossigeno è
aumentato di 12 volte rispetto alla norma in questo periodo dell'anno
e che si è passati da 1.500 a 30.000 mascherine utilizzate al giorno
nelle strutture sanitarie.
Infine la collaborazione con la
Provincia di Bolzano c'è. Bordon ha detto di essere quotidianamente
in contatto con il suo omologo in Alto Adige che fornisce al Trentino
dpi di provenienza cinese. La Pat contraccambia mettendo a
disposizione di Bolzano i ventilatori che si rendessero necessari.
De Col: in Trentino non c'è
bisogno dei centri operativi dei Comuni.
Il dirigente, rispondendo a una
domanda aggiuntiva posta da Zeni e condivisa da Manica del Pd sul
perché dell'attivazione solo a Villa Lagarina di un Centro operativo
comunale (Coc) per gestire i rapporti con i cittadini sul Covid-19,
ha spiegato che questo dipende dal fatto che nel resto d'Italia
questo è richiesto dal riferimento alla protezione civile nazionale
mentre nel Trentino la Protezione civile è provinciale e quindi non
c'è bisogno che i Comuni si dotino del Coc, anche se possono farlo.