L'Aula ha deciso che se ne discuterà in una seduta congiunta della I e IV Commissione
Consiglio, sì unanime alla risoluzione sugli appalti per i servizi socio-assistenziali
Avviato l'esame del disegno di legge di Coppola sulle valli senza barriere nè motori
Nel corso della seduta
pomeridiana del Consiglio (in allegato, l'ordine del giorno) il presidente Fugatti ha tenuto, su
richiesta di Paolo Ghezzi di Futura, e di parte della minoranza, una
comunicazione sulla situazione degli appalti dei servizi socio –
assistenziali. Un tema, ha detto in sintesi Ghezzi , che ha visto
un’improvvisa accelerazione che preoccupa il terzo settore e che ha
bisogno di ulteriori approfondimenti per evitare che gli affidi, a
fronte della complessità delle altre forme come la coprogettazione,
vengano fatti solo attraverso gare di appalto classiche. Fugatti ha
affermato che il ddl della Giunta sul rafforzamento delle clausole
sociali (in caso di subentro di un’altra coop non solo il
mantenimento del posto di lavoro ma anche del livello salariale) che
arriverà in Consiglio il 22 luglio darà una risposta forte ai
timori espressi dal settore dei servizi socio assistenziali. Ma che
non si può pensare ad ulteriori proroghe con la riforma che verrà
attuata entro il 30 giugno 2021.
Per Luca Zeni (Pd) va trovato un
equilibrio tra le esigenze di chi lavora da anni in questo settore e
l’esigenza di un apertura del sistema di welfare a nuove realtà.
Ugo Rossi del Patt ha affermato che l’allargamento della clausola
sociale per gli appalti, una volta votato il ddl Fugatti, andrà
difesa dal probabile ricorso dello Stato e da chi, nel mondo
imprenditoriale, la vede come un attentato alla libertà di impresa,
chiedendo al tempo stesso al terzo settore di rafforzare le imprese
per metterle in grado di affrontare un inevitabile grado di
competizione.
Per Olivi del Pd la sola clausola sociale non basta e
si deve partire dal livello dei servizi ai cittadini.
Mara Dalzocchio
della Lega, affermando che il ddl della Giunta va nella direziono
giusta, ha chiesto che anche sul tema dei servizi socio assistenziali
non si faccia allarmismo.
Alex Marini di 5 Stelle, infine, ha
presentato una risoluzione, votata all’unanimità, con quale si
chiede una seduta congiunta della Prima e della Quarta commissione
per ascoltare la Consulta delle politiche sociali e i dirigenti dei
servizi competenti, sindacati e rappresentanti delle categorie del
settore.
Infine, il Consiglio ha
affrontato la discussione del ddl di Lucia Coppola (Futura) sulle
valli senza barriere, senz’auto e del silenzio. Ddl che, visto il
no della Giunta e della maggioranza, non verrà approvato ma sul
quale si è sviluppato una lunga discussione sui temi della
sostenibilità ambientale del turismo che si concluderà domani
mattina. Verrà votato e probabilmente approvato, con emendamenti
alla premessa, un odg presentato da Futura che intende impegnare la
Giunta ad avviare nuovi percorsi per l’accessibilità ai disabili i
luoghi di montagna; ampliare le esperienze di limitazioni del
traffico per esempio nel Parco Adamello Brenta e dello Stelvio; a
creare aree di montagna dove si investa sul silenzio e la
tranquillità, integrando le iniziative avviate nel campo delle
limitazioni al traffico, dell’accessibilità e del silenzio e le
qualificazioni del marchio “Open” per creare un sistema di
qualificazione unitario e valorizzare l’offerta turistica del
Trentino.
L'APPROFONDIMENTO: TUTTi GLI INTERVENTI DURANTE IL DIBATTITO
Ghezzi: appalti dei servizi socio assistenziali
rischiamo errori fatali.
La seduta pomeridiana è iniziata con la comunicazione
da parte del Presisente della Giunta in
materia di appalti
dei servizi socio-assistenziali, chiesta dai consiglieri Ghezzi e
Coppola (Futura),
Olivi e
Ferrari (Pd),
Degasperi e
Marini (5
Stelle), De Godenz (UpT).
Paolo
Ghezzi ha affermato che il tema è sentito e
riguarda le cooperative toccate dal complesso iter della normativa
degli appalti e delle
concessioni.
Le preoccupazioni
del terzo settore sono
serie,
come
evidenziato
dal documento
della
Consulta
delle politiche sociali
che,
dopo
sei incontri
sul territorio, è
stato mandato
ai dirigenti e responsabili politici del settori. Parte della legge
13, secondo
la Consulta,
andrebbe rivisitata
e
ripensate
le
autorizzazioni.
In generale l’accreditamento andrebbe
sostenuto da un sistema che premi i meriti pregressi ed
è necessaria un’autorizzazione
più rigorosa per evitare i ricorsi al mero ribasso.
Insomma,
ha detto Ghezzi, la Pat
ha avuto fretta di concludere, mentre gli interessati chiedono più
tempo. Altrimenti,
soprattutto
per gli affidamenti, le
comunità di valle e la Pat finirà per
scegliere
le vie concorrenziali
al posto di
quelle come la coprogettazione.
Il terzo settore, ha
aggiunto Ghezzi,
non contesta
la riforma ma si deve riuscire a tutelare
il sistema trentino di
welfare che funziona e ha garantito un alto livello di assistenza
alla persona. Insomma, c’è una debolezza
della visione di insieme. La Consulta si chiede quindi se si riuscirà
a mantenere l’identità del sistema trentino, per
questo chiede,
in sintesi, un periodo di approfondimento e sperimentazione del nuovi
sistema per non fare errori fatali.
Fugatti:
la soluzione sta nella legge che allarga la clausola sociale.
Maurizio
Fugatti ha ricordato
il ddl che verrà presentato
giovedì in commissione che amplia la clausola
sociale per gli appalti. Le
linee guida per gli affidamenti approvate
dalla Giunta
non
sono state
dettate
da discrezionalità ma dalla
necessità di
mettere in sicurezza la
procedura, dal momento che le norme erano ormai divenute
obsolete e
si è andati di proroga in proroga.
Linee,
ha
ricordato che sono state presentate,
in sei incontri dal 6 al 19 settembre. Linee
guida che
prevedono anche l’utilizzo dell’
appalto ma
quando tutti gli altri
strumenti si rivelano inadeguati o insostenibili per
la difficoltà di recuperare
risorse. Le
garanzie del personale, ha
detto ancora Fugatti,
verranno
rafforzate
con l’approvazione del ddl 29 che va in commissione giovedì e in
aula il 22 ottobre. Il personale avrà la continuità occupazionale e
di stipendio. E questo, ha detto Fugatti, è il punto centrale. Un
ddl che è stato presentato di fronte all’evidenza dei fatti: se
vanno avanti appalti di questo tipo, ha
affermato il presidente,
la Pat sarebbe
costretta ad
intervenire con gli ammortizzatori sociali e subirebbero
danni anche
le imprese trentine che,
con i ribassi, non sono concorrenziali. Inoltre,
la Pat
subirebbe
danni finanziari visto che, ha detto Maurizio Fugatti,
si mantiene
con le tasse pagate dalle imprese e dai lavoratori trentini. Quindi,
si deve evitare il doppio danno, quello sociale e l’altro fiscale.
I
presunti rischi di mettere a repentaglio servizi e lavoratori non
sono del tutto fondati anche se i timori sono comprensibili. Ma, ha
continuato, non si può andare avanti in un sistema di continue
proroghe. Il termine, quindi, rimane il 30 giugno del 2021 e la
Giunta non ritiene di doverlo spostare.
Ghezzi
ha ribattuto
che le clausole sociali rafforzate saranno
anche
innovative
e coraggiose ma rimangono ancora di dubbia efficacia, anche perché
non
sono
alternative all’appalto classico.
Zeni: questione che non riguarda solo i lavoratori ma
anche le famiglie.
Luca Zeni (Pd) ha ricordato che l’accreditamento si
doveva attuare, altrimenti l’alternativa era solo la gara e alcune
comunità avevano avviato procedure dopo tanti anni di proroga. La
riforma è durata due anni e ha visto la discussione con i soggetti
interessati con l’obiettivo di superare un’ impostazione limitata
con la mera autorizzazione a una valutazione a 360 gradi sulla
capacità di gestire i servizi. La valutazione, ha continuato Zeni,
dovrà essere l’anello forte del sistema per ottenere alternative
alla mera gara, che tenga conto della storia e dell’esperienza dei
soggetti interessati. Ora si è nella fase di attuazione dove si deve
trovare un equilibrio tra chi dice di aver sempre fatto un certo
lavoro e la necessita di un’apertura del sistema. Il tema, ha
concluso, è importante perché non interessa solo i lavoratori ma le
famiglie che godono di questi servizi.
Rossi: le imprese del privato-sociale devono
diventare più forti.
Per Ugo Rossi (Patt) c’è la necessità di affrontare
in generale il tema degli appalti e non solo quelli del terzo settore, per quanto importantissimo. Alla Giunta va riconosciuto il coraggio
di aver proposto una clausola sociale impattante, sperando che possa
passare il rischio di un’impugnazione da parte del Governo e delle
valutazioni del mondo economico, che può alzare la bandiera della
concorrenza. Altrimenti, ha aggiunto, si dà l’idea di essere i
primi della classe per poi dare la colpa a chi ci mette i bastoni tra
le ruote. Comunque, il ddl va portato avanti e non sarà sufficiente
votarlo, si dovrà fare squadra per difenderne i contenuti. E far
capire alle imprese che la clausola sociale non è un attentato alla loro libertà ma va anche nella direzione di una loro
tutela. Le proroghe dalla legge del 2007 in poi, ha aggiunto, sono
figlie di un sistema che non ha digerito la norma e che ha introdotto
resistenze, perché molte previsioni della legge andavano a
sconvolgere un sistema nato con la logica della coprogettazione. La
legge del 2007 sull’onda del liberismo è andata in un’altra
direzione, ha detto ancora Rossi, e oggi per fortuna il tema
dell’accreditamento non è ancora chiuso perché, al di là delle
differenze politiche, deve superare l’idea della prevalenza del
mercato. La Giunta ha iniziato un percorso con le linee guida e va
trovata una linea trentina. Per il settore, ha ricordato ancora il
capogruppo Patt, ci sono occasioni in più perché l’invecchiamento
aumenta e quindi vanno valorizzati il privato sociale e il terzo settore
anche in questo campo. Basti pensare al Dopo di noi e al Cohousing,
ambiti dove il privato sociale può vedere più lontano.
Intercettando la quota di risorse private che ora va sotto la voce
badanti. Al terzo settore va però chiesto un rafforzamento dei
modelli di impresa e sinergia anche in termini dimensionali. Perché per poter tutelare il nostro sistema c’è biosogno anche di una
maggiore forza delle nostre imprese per difendersi dalla concorrenza
che non si potrà mai eliminare.
Marini: gli “squali” della speculazione si sono
già fatti vedere.
Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che il settore
impiega 110 milioni di euro perlopiù erogati dalle comunità di
valle, 90 milioni, il resto dalla Pat. Il welfare trentino ha 90 mila
utenti, 37 mila seguiti dai servizi socio assistenziali e sono 9 mila
gli addetti, in maggioranza donne. Gli obiettivi sono semplici da
individuare ma difficili da attuare: avere servizi di qualità a un
prezzo congruo garantendo stabilità occupazionale. L’architettura
è estremamente complessa, ha detto Marini, e comprende un’estesa
gamma di tipologie attraverso le quali si possono erogare i servizi
ed è inevitabile che questa complessità susciti timori perché non
prevalga il sistema della competizione. E, ha ricordato infine il
consigliere 5 Stelle, che la presenza di “squali” si è già
manifestata anche in Trentino.
Olivi: dobbiamo preservare anche la qualità dei
servizi.
Alessando Olivi (Pd) ha affermato che le clausole
sociali sono molto importanti però non devono essere una soluzione
per un appalto andato male e per inaridire la discussione che sta a
monte di quell’appalto. Senza dimenticare il beneficiario che nei
servizi sociali è l’utente. Serve uno sforzo preventivo non solo
per garantire la continuità ma la qualità dei servizi. Limitarsi a
dire che clausola sociale risolve il problema è insufficiente.
Dalzocchio: non si deve fare allarmismo sociale.
Mara Dalzocchio, capogruppo Lega, ha detto che i toni
sono troppo allarmistici. C’è invece bisogno di responsabilità
senza mettere sui banchi degli imputati a priori la Giunta. Quindi,
ha chiesto responsabilità per affrontare problemi che la Giunta sta
affrontando.
LA DISCUSSIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DI LUCIA COPPOLA
Si è passati poi al ddl Coppola sulle valli del
silenzio, senza barriere e senz’auto. Lucia Coppola (Futura) ha
detto che il ddl ha avuto un riscontro interessante in commissione e
sulla stampa pur sapendo che non avrebbe avuto un parere favorevole
da parte della maggioranza. L’idea nasce, ha detto, dall’esigenza
di porre al centro le questioni ambientali, prendendo in
considerazioni zone dedicate che potrebbero avere un brand
interessante per il Trentino. Adeguandole ad un nuovo turismo
sostenibile, alternativo all’aggressione delle montagne che le ha
rese fin troppo simili ai fondovalle soprattutto a causa della
mobilità privata che è, purtroppo, in continuo aumento. C’è poi
il tema delle disabilità non solo fisiche che possono trarre
benefici da un ambiente sano e ad alta qualità ambientale. L’aspetto
del silenzio, infine, è altrettanto importante per creare santuari
della natura, per trovare luoghi per il relax e la scoperta
dell’anima della montagna. Caratteristiche che si sarebbero potute
trovare, accettando la proposta di legge, nei Parchi e nelle zone più
selvagge del Trentino. La consigliera ha concluso la sua
presentazione affermando che il ddl avrebbe potuto trovare il sì
della maggioranza, anche se alcuni luoghi sono già oggi dedicati
alla tranquillità.
Tonina: no al ddl ma le proposte sono interessanti.
L’assessore Tonina ha confermato quello che ha
affermato in commissione su questo ddl: pur ribadendo il no, c’è
l’impegno a tenere conto sul piano amministrativo di alcuni
contenuti della proposta. Il parere negativo si accompagna quindi al
valore delle proposte che meritano non solo attenzione ma atti
conseguenti che possono andare a completare un discorso già avviato.
Gli obiettivi, ha ricordato, sono già presenti da tempo ma vanno
attuati con la necessaria gradualità. Il turismo accessibile,
secondo Tonina, è importante anche economicamente e il marchio Open
va diffuso dopo la positiva sperimentazione in alcuni eventi come i
mondiali di sci nordico. Sul traffico, il tema delle località
sen’auto è da anni al centro delle località alpine, ci sono gli
esempi svizzeri, austriaci e francesi, e c’è l’esperienza di
divieti del traffico privato del Parco Adamello Brenta e in val di
Rabbi lo scorso anno. Sul tema più generale del modello di turismo,
il trend del turismo esperienziale implica la presenza di turisti
anche nelle aree impervie e il riconoscimenti di queste aree
silenziose è ben presente. Si tratta quindi, per Tonina, di
valorizzare aree di pregio naturalistico e non di silenziare zone
antropizzate. Il divieto di qualsiasi attività antropica rischia di
vanificare l’obiettivo per l’ostilità delle comunità locali. Si
deve trovare un modo di condividere le scelte con chi lavora sul
territorio, puntando sulla consapevolezza che matura con gradualità.
Quindi, le proposte potrebbero diventare atti di indirizzo politico
per inserire questi temi nei piani dei parchi, due dei quali sono in
elaborazione. Si farebbe una sperimentazione eventualmente
estendibili all’intero territorio con una rete ecologico. Questi
temi, ha concluso Tonina, sono stati inoltre sollevati negli Stati
generali della montagna e potrebbero dare opportunità. No quindi al
ddl ma sì alle proposte che la Giunta intende portare avanti.
Manica: la Giunta sull’ambiente è piena di
contraddizioni.
Alessio Manica (Pd), ricordando il suo voto di
astensione sul ddl in commissione, ha affermato che il settore del
turismo ha bisogno di ordine e c’è un eccesso normativo. Detto
ciò, il consigliere Pd ha ricordato di essere spesso duro con il
vicepresidente, perché la sensibilità che mostra sulla qualità
della montagna contrasta con la scelta della maggioranza. Non c’è
un nesso, ha detto, tra Valdastico e le valli del silenzio. Se si
parla di fragilità del territorio non si può concedere la deroga
per il capannone di Aldeno su un’area che la comunità locale
ritiene un bene intangibile o quella per il concerto di Moroder. Non
ci può essere, ha aggiunto, un colpo di qua e uno di là.
Coppola: il ddl non intende andare contro chi abita
in montagna.
Lucia Coppola, in tema di scelte della Giunta, ha
ricordato il raduno delle seicento jeep e ha evidenziato le criticità
sottolineate dai direttori dei parchi come i voli degli elicotteri
sulle riserve integrali senza rispetto delle norme, come avviene
sulle Pale di San Martino, che sono patrimonio dell’Unesco.
L’aumento del traffico necessità di una mobilità alternativa e
invece la Giunta ha abolito i divieti parziali sui passi. Peraltro,
ha aggiunto la consigliera di Futura, non vanno dimenticate le
eccellenze che ci sono, come le iniziative del centro Anfass di Tione
nel chilometro sbarrierato in val Daone. Tendendo conto che ci sono
ben 10 mila persone che potrebbero usufruire turisticamente di zone
sbarrierate. Lucia Coppola, infine, ha riconosciuto l’importanza
dello spopolamento e il ddl non intendeva certo andare contro chi in
montagna ci vive.
Paccher: un ddl ideologico.
Roberto Paccher (Lega) ha detto che la tutela ambientale
in Trentino c’è, ma andare ad individuare nuove aree per limitare
ulteriormente la vita di chi ci vive non va bene. Inoltre, la
montagna ha un lungo periodo, i mesi dall’autunno alla primavera,
in cui il silenzio è inevitabile. Infine, il consigliere ha detto di
non capire l’ipotetico contrasto tra valli del silenzio e la
Valdastico. Un ddl, per Paccher, ideologico ma poco concreto e non
applicabile.
Marini: un ddl che potenzia la tutela del territorio.
Per Alex Marini (5 Stelle) il ddl non ha un contenuto
ideologico ma va nel verso di una politica di tutela del territorio.
Il consigliere ha espresso la solidarietà con Manica sulla questione
di Aldeno, comune che ha avuto, fino ad ora, una pianificazione
ordinata, al punto di essere un esempio per tutto il Trentino.
Olivi: da Tonina ora ci aspettiamo qualche scelta
concreta.
Alessandro Olivi (Pd) ha affermato che questo argomento
è molto serio. Non serve costruire i luoghi del silenzio perché
qualcuno potrebbe dire io voglio quelli del rumore, la sfida della
sostenibilità coinvolge tutto il Trentino. Perché il rischio è di
costruire luoghi difesi da una certa forma di turismo in cambio di
altri di tutt’altro carattere. Nessuno deve subire sacrifici in
cambio di qualcos’altro. C’è bisogno invece di capire che siamo
vicini ad un limite e il problema è capire quale modello di sviluppo
vogliamo seguire. La sfida della sostenibilità, insomma, non è
localizzabile. Rivolto a Tonina Olivi ha detto che l’opposizione si
aspetta qualche scelta che testimoni la sua declamata sensibilità.
La piazza dei giovani venerdì scorsa, ha ricordato infine, ha
mandato un grido forte di una nuova coscienza e dire: siamo sensibili
ma con la Valdastico andiamo avanti è una stridente insanabile
contraddizione.
Rossi: alcuni progetti di nuove aree sciistiche
andrebbero ripensati.
Ugo Rossi (Patt), condividendo le parole di Olivi, ha
detto che il tema posto dal ddl è serio. Il fatto che si possa
pensare una proposta come quella di Lucia Coppola deve porre delle
domande. Il Trentino ha bisogno di una manutenzione delle
infrastrutture, sulla viabilità e gli impianti di risalita, ma da
questo stimolo si deve arrivare alla conclusione che alcuni modelli
non sono più sostenibili. Ad esempio alcuni progetti di aree
sciistiche che andrebbero ripensate. Nel nostro ordinamento c’è
una norma, ha ricordato, che consente di incentivare attività di
ristrutturazione in materia turistica, anche di demolire qualche
impianto di risalita. Il tema proposto da Coppola è reale, ha
continuato Rossi, ma posto così è pericoloso, anche se la Giunta
dovrebbe individuare zone dove innescare un processo virtuoso. Sulla
questione di Aldeno Ugo Rossi ha chiesto se sono state fatte tutte le
verifiche perché ha detto di ricordare da ex presidente della Giunta
che c’erano altre zone utilizzabili.
Dallapiccola: serve anche una diversa sensibilità
imprenditoriale.
Michele Dallapiccola (Patt) ha ricordato che il ddl va
incontro a una nuova sensibilità, ma ha aggiunto che in Trentino si
è in ritardo anche come sensibilità imprenditoriale anche nei
confronti del biologico. Ma non bastano le leggi e la politica, serve
una cultura che superi anche l’individualismo. Questo ddl ha avuto
il pregio, ha affermato, di fare discutere di questi temi, anche dei
limiti dello sci, dell’opportunità anche di smantellare alcuni
impianti per creare zone diverse come si potrebbe fare ad esempio sul
Rolle. Anche per superare parte del modello del turismo di massa
diversificandolo anche offrendo aree incontaminate come il Lagorai.
Job: un ddl che contiene alcune cose buone ma che non
sono realizzabili.
Ivano Job (Lega) ha detto che il ddl contiene alcuni
cose buone ma difficilmente realizzabili. Però la proposta ha
innescato un dibattito interessante. Riguardo allo sci ha ricordato
che in Austria le strade asfaltate arrivano a 2500 metri e si attuano
politiche più impattanti di quelle realizzate in Trentino. Molti
sindaci e amministratori locali, inoltre, anche sulla tutela
ambientale riescono a produrre risultati, ma l’intervento delle
leggi non serve a molto. E’ vero, ha concluso, che se ci fossero
state norme diverse negli anni ‘70 certi obbrobri non ci sarebbero
stati ma erano tempi diversi, dove c’era fame di lavoro.
De Godenz: si devono coinvolgere le comunità locali.
Pietro De Godenz (UpT) ha detto che il ddl pone il
problema di come porsi turisticamente fuori dal Trentino anche in
settori di nicchia e ha ricordato il marchio Open che è stato
utilizzato per la prima volta ai Mondiali di sci nordico. Le proposte
di Lucia Coppola, ha aggiunto, sono da stimolo per creare ulteriori
offerte. Ma non si possono affrontare i problemi da talebani come s’è
fatto per la malga Lagorai. I percorsi vanno fatti con le realtà
locali, perché non si possono frenare le aree turistiche e al tempo
stesso essere anche contro un turismo dolce. Per quanto riguarda il
Rolle, ha concluso, la discussione c’è stata ma non c’è stato
il coraggio di andare fino in fondo.
Guglielmi: le valli non possono vivere senza turisti.
Luca Guglielmi (Fassa) ha detto che il testo del ddl è
da tuttologi e ha chiesto dove sarebbero le valli col rumore. Ora, ha
ricordato, sulle Dolomiti c’è il silenzio e ha aggiunto che le
valli non possono vivere senza turisti? Se fosse per gli
ambientalisti, ha detto, dovremmo smontare impianti per poi sentirci
dire che il ferro inquina. C’è, insomma, per l’esponente di
Fassa una visione trentocentrica. La chiusura dei passi dolomitici,
inoltre per Guglielmi, ha creato disagi nelle valli limitrofe. Il
rumore, ha concluso, dovrebbe essere contenuto ovunque anche nel
fondovalle, limitando l’uso delle auto anche a chi abita in città.
Cia: la scelta spetta alle popolazioni locali.
Claudio Cia (Agire) ha ricordato che il Consiglio delle
autonomie locali ha chiesto che le opportunità di istituire queste
zone vada riservata ai comuni con il coinvolgimento delle popolazioni
locali. Quelle popolazioni che fanno vivere le valli e che se
dovessero mancare ci sarebbe un silenzio tutt’altro che piacevole.
Il ddl di Futura.
Lucia Coppola ha ricordato di essere nata a Tremosine,
di essere figlia di albergatori e di vivere spesso a Lavarone quindi
di non aver bisogno di lezioni perché conosce bene la realtà della
montagna. Nel merito del ddl la consigliera di Futura ha detto che il
suo odg raccoglie le idee venute dal dibattito e dall’intervento di
Tonina e chiede quindi di avviare nuovi percorsi per l’accessibilità
ai disabili i luoghi di montagna; di ampliare le esperienze di
limitazioni del traffico per esempio nel Parco Adamello Brenta e
dello Stelvio; di creare aree di montagna dove si investa sul
silenzio e la tranquillità; di potenziare le qualificazioni del
marchio “Open” per creare un sistema di qualificazione unitario e
valorizzare l’offerta turistica del Trentino.