Giornale Online
08/08/2019 - Documenti e Interventi
Nominata dall'ufficio di presidenza del Consiglio la commissione che valutarà la richiesta
Fare del territorio agricolo trentino un distretto biologico? Si va verso il referendum propositivo
Per poter votare si dovranno raccogliere 8.000 firme. In allegato, la norma sui referendum in Trentino
Nominata dall'ufficio di presidenza del Consiglio la commissione che valutarà la richiesta
Fare del territorio agricolo trentino un distretto biologico? Si va verso il referendum propositivo
Per poter votare si dovranno raccogliere 8.000 firme. In allegato, la norma sui referendum in Trentino
L’ufficio
di presidenza del Consiglio provinciale ha nominato la commissione
incaricata
di decidere in merito all’ammissibilità del referendum
propositivo con
il quale i promotori intendono saggiare la
volontà della
popolazione di
rendere il territorio agricolo del Trentino un “distretto
biologico”. Dell’organismo
faranno parte gli avvocati Andrea Manca (presidente), Lorenzo Eccher
e Michele Kumar e con funzioni di segretario il direttore
dell’ufficio documentazione del servizio legislativo del Consiglio,
Mauro Ceccato. La richiesta del referendum propositivo per
il “distretto biologico” era
stata depositata presso
la presidenza del Consiglio
provinciale il 26 luglio scorso da un comitato promotore formato
da 26
componenti guidati, con
il ruolo di rappresentante,
da
Fabio Giuliani. La legge provinciale del 2003 prevede
che i promotori raccolgano almeno 8.000 firme di cittadini-elettori a
sostegno della proposta di referendum propositivo. E affida
l’esame di ammissibilità della richiesta ad
una
commissione di tre esperti in discipline giuridiche (docenti
universitari e avvocati)
nominata,
appunto, dall’ufficio di presidenza del Consiglio.
Ma
ecco il quesito del referendum propositivo che il Comitato promotore
vorrebbe sottoporre ai cittadini: “Volete che il territorio
agricolo della Provincia autonoma di Trento diventi un distretto
biologico, per tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità,
indirizzando la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la
preparazione alimentare e industriale dei prodotti con i sistemi di
produzione biologici”. L’obiettivo del Comitato promotore è che
la consultazione popolare si svolga nei primi mesi del 2020. In base alla legge provinciale 3 del 2003 il referendum propositivo è considerato valido se partecipa al voto la maggioranza dei cittadini aventi diritto. E se voteranno più del 50% degli elettori, i sì, per poter vincere, dovranno ovviamente superare i no.