Nell'aula del Consiglio provinciale. "Manovra elettoralistica" secondo molti esponenti di minoranza
Via alla discussione sull'assestamento del bilancio provinciale. Le opposizioni: Rossi troppo ottimista
Claudio Cia ha messo in luce i problemi della sanità. In allegato testi e programma dei lavori
Si
è aperta stamane nell’aula del Consiglio provinciale la
discussione generale della manovra di assestamento introdotta ieri
dal presidente della Giunta Rossi. Manovra composta da cinque
provvedimenti: il ddl 233 sul rendiconto della Provincia per il 2017,
il rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2017, il ddl
232 sull’assestamento 2018-2020 e il Documento di economia e
finanza provinciale 2018. Tutti delle opposizioni i primi interventi:
Borga (CT) e Degasperi (M5s) hanno contestato i dati giudicati
"troppo ottimistici" sull'andamento economico forniti ieri
dal governatore; Civettini e Cia hanno concentrato l'attenzione
rispettivamente sui problemi del lavoro e della sanità a loro avviso
elusi da Rossi, mentre Savoi (Lega) e Giovanazzi (AT) hanno criticato
l'assenza di un confronto con la situazione della Provincia di
Bolzano. Solo Simoni (PT), pur contrario alla manovra che a suo dire
non affronta alcune questioni importanti per il territorio come
l'allacciamento alle dorsali della banda larga, non ha accusato il
presidente della Giunta di fare con quest'assestamento campagna
elettorale. Il presidente del Consiglio Dorigatti ha ricordato che le
ore complessivamente previste per l’esame del “pacchetto”
assestamento sono 28. La discussione prosegue nel pomeriggio a
partire dalle 15.00.
Il
primo ad intervenire è stato Rodolfo Borga (Civica Trentina),
che ha definito “eccessivamente ottimista” la relazione del
presidente Rossi laddove ha previsto una crescita dell’1,9% del Pil
provinciale. Si registra invece un sostanziale allineamento del Pil
trentino alla media di crescita insufficiente del Pil nazionale.
Secondo Borga da anni si è accentuato il divario tra la situazione
economica del Trentino rispetto a quella dell’Alto Adige-Suedtirol.
Lo stesso Ispat, l'istituto di statistica della Provincia, ha
corretto al ribasso le previsioni di crescita del Pil rispetto al
2016. Per il consigliere Rossi avrebbe manifestato troppo ottimismo
anche sull’occupazione, visto che in questa rientrano anche le
persone che lavorano solo poche ore alla settimana ed il Trentino è
tra le quattro regioni e province autonome in cui si registra un
aumento della cassa integrazione. Ancora: nonostante il presidente
della Provincia abbia evidenziato come il rischio povertà nel nostro
territorio sia in calo, per Borga i dati degli ultimi anni dimostrano
esattamente l'opposto. La verità a suo avviso è che con questo
assestamento la Giunta Borga mette in atto un affannoso tentativo di
recuperare il terreno perduto in questa legislatura. Ad esempio sugli
appalti dove le risorse effettivamente spendibili sono molto meno del
tesoretto di cui ha parlato Rossi: quella del presidente della
Provincia è per Borga pura propaganda elettorale che serve a gettare
un po’ di fumo negli occhi. L'esponente di Civica Trentina ha
accusato le politiche della Giunta di aver teso non a caso solo ora
la mano ai Comuni sulle gestioni associate. Inoltre gli unici
risparmi ottenuti con questa riforma – perché questo era
l'obiettivo dichiarato dalla Giunta – sono derivati dal drastico
taglio del turnover che per cinque anni hanno generato il caos negli
enti locali. Secondo Borga il messaggio politico del presidente è
rivolto più che ai trentini alla propria maggioranza. Comprensibile
è a suo avviso che il presidente tenti una strenua difesa in
extremis del lavoro svolto, ma lo sforzo è vano e il voto di Civica
Trentina sarà quindi contrario. E non, ha concluso Borga, perché
non vi siano nell'assestamento interventi condivisibili, bensì per
l’ottimismo infondato e il carattere elettoralistico della manovra
e dell’intervento di Rossi.
Filippo
Degasperi (M5stelle) si è aggiunto a Borga nel contestare il
valore positivo assegnato dal presidente Rossi ai dati macroeconomici
sul Trentino in tema di Pil, di investimenti pubblici rispetto al
resto d’Italia (che dimostrano solo come la Provincia abbia
sottratto spazi agli interventi privati e all’iniziativa del
tessuto economico), e di disoccupazione. I dati dimostrano che su
questi e altri punti il Trentino sia ancora in piena crisi. Un
esempio? Degasperi ha ricordato il saldo negativo tra i nati e i
morti, giudicando questo dato "drammatico” e denunciando
l'assenza di misure che in questo assestamento affrontino a
sufficienza il problema. Quanto alle risorse aggiuntive che
alimentano questa manovra, Degasperi ha segnalato che derivano
soprattutto da un aumento del gettito. “Ma se aumenta il gettito –
ha osservato – significa che famiglie e imprese pagano più imposte
a causa dell'aumento della pressione fiscale. Il merito delle
maggiori entrate non è quindi di questa maggioranza, ma dei
cittadini, dei lavoratori e delle imprese che hanno pagato di più”.
Non si capisce poi per il consigliere come il Pil possa essere in
crescita visto lo scivolamento delle entrate derivanti dall'Ires, che
dai 280 milioni del 2018 scivolerebbe a 270 milioni nel 2019. Tanto
più che anche l’Irpef è immobile. Degasperi ha concluso che tutte
le prospettive rosee delineate dal presidente della Giunta non
trovano riscontro nei numeri di questo assestamento. Tranne che nel
caso di una voce in forte crescita: l’imposta sui giochi e sulle
scommesse. Avevamo approvato una legge all’unanimità per limitare
questo problema – ha ricordato –, eppure l’assestamento per il
2019 e il 2020 prevede un incremento di 15 milioni di euro. Per
Degasperi con l’assestamento si poveva eliminare almeno l’imposta
di soggiorno che ha prodotto solo 17 milioni di euro. Visto il volume
di risorse a disposizione di questa manovra "avremmo potuto
essere l’unica provincia d’Italia dove gli ospiti non pagano
l’imposta di soggiorno", ha lamentato. Quanto all'azzeramento
dell'Irap a favore delle imprese che aumentano del 20% la
retribuzione dei lavoratori, un tale incremento retributivo a
Degasperi sembra totalmente fuori della realtà. E ha chiesto infine
il dettaglio in merito ai 50 milioni di euro derivanti
dall'alienazione di beni materiali e dei 37 milioni di euro dovuti a
cessioni non meglio precisate nell'assestamento.
Claudio
Civettini (Civica Trentina) ha giudicato la manovra “un chiaro
assestamento elettoralistico”. Per Civettini l’autonomia non è
stata gestita in modo da generare progresso. Nel settore sanitario ad
esempio sono stati tagliati i rientri con ambulanze dell'Apss dei
trentini ricoverati fuori provincia. Il sistema sanitario resiste, ha
osservato il consigliere, ma subisce continue riduzioni di personale
e di servizi. Anche nel settore della scuola per Civettini resta il
problema del precariato manca una programmazione. Sul lavoro per il
consigliere con Azione 19 si tengono in piedi servizi che avrebbero
invece bisogno di un progetto di interventi razionali in vari settori
economici e sociali. Anziché prevedere un inserimento stabile di
lavoratori in azienda con appositi percorsi formativi, si impiegano
persone nel Progettone a 500 euro al mese e con pochissimi diritti.
Giovani e università: per Civettini la Provincia premia chi viene da
fuori provincia e non valorizza gli studenti trentini. Occorrerebbe a
suo avviso collegare meglio la formazione universitaria alle attività
economiche del Trentino. La Fondazione Mach sostiene ad esempio chi
viene da Paesi stranieri mentre i giovani trentini sono costretti a
cercare lavoro fuori del nostro territorio. E’ sbagliato, insomma,
per Civettini continuare a dire che in Trentino tutto va bene. Serve
invece una progettazione che mire ad una crescita non assistita, con
programmi capaci di sostenere lo sviluppo per ricavare le risorse
necessarie all'erogazione dei servizi. Competitività e
internazionalizzazione: vi sono imprese che potrebbero svilupparsi
nella direzione dell’export, per le quali la Provincia di Trento
non ha fatto nulla. Dopo aver ricordato le sue richieste
sull’utilizzo A22 a favore dei trentini e sulla defiscalizzazione
dei paesi di montagna, Civettini ha concluso parlando dell’Itea,
che a suo avviso dovrebbe mettere le case a disposizione dei trentini
che ne hanno davvero bisogno, mentre l’attuale gestione ha
trasformato l’istituto in una spa insensibile alle persone con
gravi problemi sociali.
Alessandro
Savoi (Lega) ha messo l’accento sulla velocità di gran lunga
superiore con cui dal punto di vista economico la Provincia di
Bolzano "viaggia" rispetto a quella di Trento. E’ con
l'Alto Adige dotato come noi di autonomia e di analoghe risorse e
competenze, che la Provincia di Trento dovrebbe confrontarsi, non con
le altre regioni d’Italia. In definita per Savoi con questo
assestamento di bilancio la Giunta “cerca di mettere una pezza”
sulle scelte sbagliate compiute nel corso dell’intera legislatura.
"Ma non è così – ha concluso – che si soddisfano i
trentini”.
Nerio
Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha notato come questo
dibattito parta "già stanco e privo di interesse”. A
proposito della crescita del Pil segnalata ieri dal presidente Rossi,
anche per Giovanazzi non è corretto il confronto con il Pil
nazionale, viste le risorse di cui la Provincia dispone mentre
l’Italia comprende anche le regioni povere del sud. “Non è sulla
base di un paragone come questo che ci si può vantare di essere
bravi”. Se è vero che il Pil è tornato a livelli pre-crisi, ha
osservato il consigliere, ciò è avvenuto a causa di una ripresa
economica avvenuta in larga misura in modo indipendente dalla
politica. Quanto al sostegno all’agricoltura di montagna e agli
allevatori, Giovanazzi ha ricordato che a questi ultimi non sono
stati pagati i premi per gli alpeggi e nemmeno gli arretrati. Irap:
giusto per Giovanazzi favorire le imprese ma le misure adottate sono
quelle chieste da sempre invano dalle opposizioni. Perché – sorge
allora la domanda – non state introdotte prima? Secondo Giovanazzi
il presidente Rossi ha citato poi interventi che agevolerebbero
l’accesso al credito delle imprese, che in realtà non ci sono.
Anche l'eliminazione del valore della casa di abitazioni a fini Icef,
era una misura chiesta dalle minoranze che la Giunta poteva adottare
prima. Bene, invece, per Giovanazzi il sostegno ai lavori socialmente
utili che l’assestamento prevede, come anche il progetto Euregio,
mentre sulla sanità il consigliere ha detto di seguire con molto
interesse la questione del punto nascita di Cavalese, che gli sembra
denoti "più che altro l'ansia della Giunta di rivendicare il
merito della riapertura". Infine per quanto riguarda le gestioni
associate, secondo Giovanazzi il problema vero è che occorrerebbe
eliminare le Comunità di valle, a suo avviso prive di senso in
quanto non elette dal popolo. A suo avviso andrebbero restituite
risorse e autonomia ai Comuni.
Marino
Simoni (Progetto Trentino) ha detto che dalla relazione letta
ieri dal presidente Rossi si aspettava di più. Certo, ha aggiunto,
nessuno può contestare concetti come quello di responsabilità,
solidarietà e altri attorno ai quali Rossi ha costruito il suo
intervento, ma il presidente non ha neppure accennato ad un problema
complesso come ad esempio quello della bassissima natalità che
impoverisce il Trentino. Occorre invece chiedersi perché questo
accade da noi e non in provincia di Bolzano, dove invece le nascite
crescono. Per Simoni questo assestamento non è una manovra da
campagna elettorale anche perché contiene misure condivisibili ad
esempio in termini di agevolazioni fiscali alle imprese virtuose e di
stabilizzazione del lavoro, da estendere però anche a tutti i
settori compresa la sanità. Per il consigliere la Giunta dovrebbe
poi impegnarsi per dotare di internet l’intero territorio
provinciale rendendo realmente "smart" il Trentino in ogni
valle. Il problema per Simoni è che la Giunta non spiega come questo
avverrà. Rimane aperto il problema dell’ultimo miglio per
allacciarsi al quale i costi dei privati sono eccessivi. Mancano
inoltre nella manovra riferimenti ai temi del risparmio energetico,
della gestione dei rifiuti e degli acquedotti che interessano – e
molto – ai Comuni.
Claudio
Civettini (CT) ha nuovamente preso la pasola per presentare i
propri ordini del giorno ed emendamenti in merito all'A22, al gpl per
uso domestico, all’assenza di punti di ricarica delle bici
elettriche. Tra gli emendamenti ha citato la proposta relativa alla
differenziazione dell’imposta di soggiorno a seconda degli ambiti
turistici.
Claudio
Cia (Gruppo misto) ha messo soprattutto l'accento sui problemi
della sanità. A suo avviso il presidente Rossi descrivendo il
Trentino frutto del lavoro della Giunta da lui guidata “ha dipinto
una situazione eccellente” mentre "quest’isola felice in
realtà non c’è". Dimenticando completamente delle criticità.
“Ma – ha osservato Cia – gli elettori non si lasciano più
prendere in giro”. Non tutto nel Trentino va bene come Rossi
vorrebbe dare da intendere, perché – ha evidenziato Cia – i
numeri dicono il contrario. Un esempio? Il rischio povertà ed
esclusione sociale: se nel 2013 superava di poco il 13%, nel 2016 è
diventato il 23,5%. Tornando alla sanità, il consigliere ha voluto
smentire che quella del Trentino secondo il presidente Rossi sarebbe
tra i migliori d’Italia. Cia ha ricordato che in base ad un recente
sondaggio da lui promosso, alla sanità trentina i cittadini su una
scala da 1 a 10 assegnano un 6,63. Questo dimostra, ha aggiunto, che
non si è trattato di un “sondaggio strumentale" come l’aveva
definito l’assessore alla salute Zeni. Ma – ha proseguito – se
il voto dato alla sanità del Trentino è più che sufficiente, il
merito è del personale che, seppur depotenziato nei numeri e
mortificato sul piano professionale, ha garantito ugualmente le
prestazioni moltiplicando il proprio lavoro. Sempre in base allo
stesso sondaggio, il 70% delle persone ha dichiarato che per poter
ottenere un esame o una prestazione ambulatoriale, ha dovuto pagare
la visita privata perché i tempi di attesa nel pubblico erano troppo
lunghi. Ciò significa per Cia che la Provincia con la
riorganizzazione del settore sta gradualmente e "volutamente"
spingendo i cittadini a spostarsi dalla sanità pubblica a quella
privata. Infatti i pazienti non possono più scegliere tra l'una e
l'altra ma sono obbligati a rivolgersi al privato in quanto il
pubblico può più garantire prestazioni in tempi accettabili. Le
liste di attesa si allungano per l'impossibilità oggettiva dei
medici disponibili. La Giunta – ha protestato il consigliere –
premia il direttore sanitario dell’azienda sanitaria con 40.000
euro per la produttività, mentre i tempi di attesa dell’Apss per
esami specialistici urgenti come la colonscopia sono passati da un
tempo medio di 43 giorni nel 2015 (già troppo per escludere gravi
patologie), ad una media di 79 giorni nel 2017. Come ci si può
aspettare – ha chiesto – che le persone non si rivolgano al
privato? Anche le visite urologiche sono passate da una media di 30
giorni nel 2015 a 63 giorni del 2017. Ecco perché le visite
intramoenia sono aumentate del 12%. I dati smentiscono Rossi anche in
altri casi. Per ordine della Provincia la commissione incaricata di
esaminare i disabili che chiedono la visita medico-legale per la
patente, lavora un solo giorno al mese. Risultato: 80 visite al
giorno con inevitabile stress dei "commissari" oltre a
notevoli costi aggiuntivi a carico dei disabili per procurarsi in
altro modo il diritto alla patente. Dove sono l'empatia e la
vicinanza nei confronti di chi resta indietro di cui ha parlato nella
sua relazione il presidente Rossi? Ultima denuncia di Cia: troppi
sono i giovani che abbandonano il Trentino per cercare lavoro. La
stragrande maggioranza di loro non fa stages o tirocini lavorativi
presso aziende o privati ma nelle pubbliche amministrazioni. E le
attività svolte non hanno nulla a che vedere con gli sbocchi
lavorativi adatti al percorso di studio.
La
discussione prosegue nel pomeriggio.