Prosegue la discussione degli impegni che i consiglieri propongono di assegnare alla Giunta
Borgonovo Re chiede di votare per parti separate la mozione dell’Upt sulla gestione del lupo
In allegato l'ordine del giorno con i temi e i testi in discussione
Il
Consiglio provinciale ha proseguito oggi pomeriggio l’esame
in aula delle proposte di mozione all’ordine del giorno,
approvandone cinque su sei votate. Iniziata la discussione sulla
mozione, completamente riscritta da De Godenz (UpT), sulla gestione
del lupo. Borgonovo Re (Pd) ha chiesto di votare il testo per parti
separate. I lavori riprendono domani alle 10.00.
Chiara
Avanzo (Patt), mozione approvata
che
impegna la Giunta ad attuare la riforma Madia
per
la stabilizzazione dei precari della Provincia
Approvata
all’unanimità (27 sì) la mozione della consigliera del Patt,
modificata d’intesa con l’assessore Gilmozzi, che impegna
l’esecutivo a predisporre, previo confronto con le organizzazioni
sindacali, disposizioni in materia di stabilizzazione del personale
precario della Provincia, da inserire nel prossimo disegno di legge
di assestamento del bilancio di previsione della Pat per gli esercizi
finanziari 2018-2020. Avanzo ha spiegato che questa mozione serve
come una sorta di “nodo al fazzoletto” per ricordare alla Giunta
questo obiettivo. Bezzi (FI), pur favorevole alla mozione, ha
ricordato che gli stessi problemi dei dipendenti provinciali
riguardano anche il lavoro personale della regione e presso il
tribunale, inseriti nel Progettone da anni ma che nessuno si
preoccupa di stabilizzare. Il consigliere ha sottolineato che questi
interventi politici per risolvere i problemi dei precari non devono
avere colore partitico.
Degasperi
(5 stelle) ha ricordato che le mozioni sul tema dei precari nel
“pubblico” sono state quasi sempre bocciate dalla maggioranza.
Basti pensare a quella, respinta, per dare una prospettiva alle
insegnanti delle scuole materne. Forse il Festival dell’economia
oppure l’approssimarsi delle elezioni provinciali hanno indotto
l’esecutivo a cambiare idea aprendosi tardivamente a queste
richieste. Bene comunque l’accoglimento della mozione, anche se
resta il sospetto che poi il nome non venga affatto sciolto.
Civettini
(CT), favorevole al testo, ha esortato però ad attuare
effettivamente l’impegno previsto dalla mozione, perché non accada
che dopo le elezioni del 21 ottobre prossimo la Giunta faccia marcia
indietro. Si vada ad esempio a vedere in che situazione è il
personale precario al Mart e come sono state fatte le assunzioni in
altri enti funzionali della Pat. A pochi mesi dalle elezioni
provinciali qualche dubbio sulla credibilità dei “nodi al
fazzoletto” della Giunta peraltro indefiniti, perché non si
precisa quali e quanti precari e in che enti verrebbero stabilizzati,
è legittimo. Civettini ha parlato anche di assunzioni a tempo
determinato effettuate con criteri partitocratici e in forza di
tessere. Maestri (Pd) ha replicato a Civettini invitandolo a
rivolgersi alla Procura se vi sono state assunzioni sospette, per
dimostrare la trasparenza della maggioranza. Maestri ha ricordato che
nella scuola la Giunta ha stabilizzato in questa legislatura 1.700
lavoratori. La maggioranza e il presidente Rossi non sono quindi
rimasti silenti rispetto al problema del precariato. Si tratta della
più grande stabilizzazione avvenuta negli ultimi 15 anni. Nessuno ha
fatto un regalo, semplicemente è stato riconosciuto un diritto. Il
prossimo assestamento di bilancio vedrà un ulteriore riconoscimento
del diritto alla stabilizzazione, senza regali. Il centrosinistra
autonomista lavorerà ancora in questa direzione come ha sempre
fatto.
Savoi
(Lega) ha preannunciato il proprio voto favorevole prendendo atto dei
1.700 lavoratori stabilizzati in questa legislatura, ha ribadito il
dovere che la politica ha di combattere il precariato che dev’essere
una situazione temporanea. Civettini (CT) è intervenuto per
segnalare che bisognerebbe rapportare i 1.700 posti di lavoro
stabilizzati con il personale andato in pensione per sapere se gli
assunti con posto fisso sono sufficienti per rispondere al
fabbisogno. Maestri (Pd) ha ricordato che il governo di
centrosinistra mantiene le promesse e non parla di flat tax. Quanto
alle stabilizzazioni, si sa che le assunzioni di questo tipo hanno un
unico canale che è il concorso pubblico e non l’amico dell’amico.
Le risorse costituite dal capitale umano sono una delle grandi
ricchezza del Trentino. Cia (Misto) ha detto di non voler credere che
l’amministrazione provinciale non sia trasparente nelle assunzioni.
Tuttavia non si può negare neppure che nelle altre amministrazioni
pubbliche del territorio la trasparenza sia un problema. Problema di
cui si è reso portavoce anche il Difensore civico nella sua
relazione annuale con riferimento agli atti. I concorsi per le
assunzioni in molte amministrazioni sono dei paravento perché spesso
il nome del vincitore si può conoscere in anticipo. Chi sta intorno
alla politica rema contro la trasparenza e rovina anche la
credibilità della politica perché molte figure abusano della
fiducia dei politici. L’errore è di minimizzare e nascondere
questi difetti di trasparenza, lasciando che sia la Procura a fare
giustizia inducendo ad annullare i concorsi. Degasperi (5 stelle) ha
contestato l’affermazione di Maestri che questa maggioranza
mantiene le promesse, portando ad esempio una mozione del 2015 che
impegnava a stabilizzare il personale nella scuola entro il 2015-2016
mentre siamo arrivati al 2018. Quanto alle 1700 persone stabilizzate
nella scuola, non si sa quante queste hanno sostituito. Rispetto agli
insegnanti delle scuole maestre, la Giunta ha bocciato una mozione
per la la stabilizzazione delle precarie. Fasanelli (Misto) ha
dichiarato il voto favorevole per la mozione, da lui giudicata
assolutamente importante e “genuina” rispetto alle prossime
elezioni. Secondo Giovanazzi (AT) oggi si è aperta la campagna
elettorale, anche perché questo e altri provvedimenti, come quello
sul lupo, arrivano in prossimità dell’appuntamento con le urne
previsto fra tre mesi. Per il consigliere tuttavia è giusto
condividere queste iniziative.
Lucia
Maestri (Pd), mozione approvata
sul
volontariato, per varare i criteri
dei
contributi alle associazioni
La
mozione di Lucia Maestri, approvata con 24 voti a favore e tre di
astensione (Cia, Kaswalder e Degasperi), impegna la Giunta a
stabilire, entro la fine della legislatura, i criteri e le modalità
dei contributi a favore del volontariato previsti dalla legge sul
volontariato del 1992 e quella sulla riduzione degli sprechi
alimentari del 2017. Impegna inoltre il governo provinciale a svolger
un'azione di convincimento degli enti locali ancora inadempienti
perché stabiliscano con le nuove convenzioni i criteri e le modalità
di concessione dei contributi per il volontariato. Fasanelli (Misto)
si è espresso a favore perché è importante dare il giusto sostegno
alle associazioni di volontariato, il cui sistema solidaristico è il
pilastro portante della società trentina. Kaswalder (Misto) ha
motivato il voto di astensione contro l’impegno affidato alla
Giunta dalla mozione di convincere i Comuni, i cui sindaci sono
quelli che già si adoperano di più a sostengo delle associazioni di
volontariato. Maestri ha precisato che si tratta di sollecitare i
Comuni a favorire e facilitare il servizio raccolta di alimenti da
parte delle associazioni di volontariato, dal momento che ancora la
legge approvata l’anno scorso dalla Provincia è ancora priva del
regolamento di attuazione.
Marino
Simoni (Progetto Trentino), mozione respinta
per
l’installazione di monitor su tempo e traffico
e
copertura telefonica nelle gallerie stradali.
Respinta
con 16 voti contrari, 8 favorevoli e 1 astenuto la mozione che voleva
impegnare la Giunta ad installare sulle strade provinciali una
segnaletica digitale per diffondere, in tempo reale, il bollettino
del traffico, dei cantieri, del meteo e dei tempi medi di
percorrenza. La mozione chiedeva inoltre di garantire la copertura
telefonica in tutte le 158 gallerie trentine. L’assessore Gilmozzi
ha motivato il parere negativo della Giunta con il fatto che lungo le
strade provinciali vi sono già 39 pannelli che il gestore del
servizio ritiene sufficienti a garantire un’adeguata informazione
sulla mobilità Se vi sono singole situazioni, basta avvisare, ma una
richiesta generalizzata non si può accogliere. Quanto alle gallerie,
vi sono operatori diversi e per questo il problema, che compete alle
compagnie telefoniche, non si può rivolvere completamente. Gilmozzi
ha evidenziato peraltro che circa il 60% delle gallerie della rete
stradale del trentino ha almeno un gestore che garantisce la
copertura per il funzionamento dei cellulari. In altre gallerie vi
sono telefoni installati all’interno. Kaswalder (Misto) ha detto di
non capire perché nelle tre-quattro gallerie più lunghe e
trafficate non si può utilizzare il cellulare mentre in altre vicine
regioni il problema non esiste. Basterebbero due antenne, una
all’inizio e una alla fine delle gallerie. Avanzo (Patt) ha detto
di capire la risposta dell’assessore, perché la soluzione del
problema della telefonia in tutte le 158 gallerie del Trentino non
compete alla Provincia, ma ve ne sono almeno alcune nelle quali
occorrerebbe fare qualcosa, perché l’esigenza evidenziata dalla
mozione è condivisibile. Cia (Misto) si è dichiarato a favore della
mozione perché vi sono soprattutto le gallerie più lunghe dove per
incidenti o altri problemi non si può chiamare neppure l’emergenza.
Visto che la Provincia ha investito molto proprio sui servizi di
emergenza come le ambulanze, sarebbe opportuno pensare anche a
garantire le comunicazioni con la centrale operativa 112. Simoni
nella sua replica ha sottolineato che la Provincia sarebbe in grado
di imporre agli operatori telefonici la copertura delle gallerie. Si
tratta di trovare convenzioni con questi gestori. Quanto alla
segnaletica, certo non tutte le strade sono uguali ed esistono già
pannelli informativi, ma questi sono posizionati in punti sbagliati,
come ad esempio lungo la statale della Valsugana. Occorrerebbe almeno
prendere in mano queste situazioni e almeno tentare di pensare ad
alcune soluzioni. L’assessore Gilmozzi ha ribadito che la mozione
così com’è scritta non è accettabile mentre se vi sono
specifiche problematiche sulla segnaletica basta farle presenti per
migliorarne il posizionamento. Quanto alle gallerie nelle gallerie
della Provincia di Bolzano la comunicazione telefonica salta molto
più frequentemente che nei tunnel del Trentino.
Alessandro
Savoi (Lega), mozione approvata
per
favorire il trasferimento su rotaia del
trasporto
delle merci attraverso il Brennero
La
mozione, approvata con 28 voti a favore e l’astensione di Degasperi
(Lega) dopo le modifiche concordate con l’assessore Gilmozzi,
impegna la Giunta ad assicurare un’attenta valutazione delle
posizioni delle aziende di trasporto locali nella definizione delle
politiche relative al passaggio di persone e merci attraverso l’asse
del Brennero, aprendo un confronto permanente con i rappresentanti
delle aziende di trasporto locali; a portare all'attenzione della
Giunta e del Gect le proposte del mondo dell'autotrasporto trentino e
le criticità più volte esposte nelle sedi locali e nazionali dai
rappresentanti della categoria; ad acquisire il contributo della
categoria nella definizione dell’armonizzazione dei pedaggi,
prevista dalla Giunta Gect dell’Euregio al fine di evitare, nel
rispetto delle disposizioni vigenti e degli obiettivi di riduzione
degli impatti dei trasporti, decisioni penalizzanti per il settore
dell’autotrasporto locale; a considerare nelle valutazioni
collegate alla possibile introduzione del pedaggio di corridoio, di
creare misure dedicate per le aziende trentine, per evitare
ripercussioni sull’attività di questo settore trentino nel
rispetto delle normative vigenti; a rafforzare anche attraverso il
confronto nell’ambito delle attività di cui al punto 1 con le
posizioni delle categorie interessate, le politiche di trasferimento
da strada a rotaia, nonché ogni misura ad esso connessa, volta a
rendere sostenibili le condizioni del trasporto, secondo una
impostazione plurimodale, come previsto nelle deliberazioni della
Giunta Gect; infine a richiedere alla Giunta del Gect di intervenire
assieme alle autorità competenti, per contrastare il trasporto a
collettame abusivo.
L’assessore
Gilmozzi ha evidenziato che l’obiettivo, in vista della
realizzazione nel 2025 del tunnel di base del Brennero, è favorire
il trasferimento della maggior parte del trasporto delle merci dalla
gomma alla rotaia. Per questo va adottata una strategia culturale
anche attraverso un pedaggio sull’uso dell’autostrada da parte
dei mezzi pesanti, purché la misura sia equa. Ovviamente finché il
passaggio dei mezzi pesanti da altri valichi passi costeranno molto
più del Brennero, il traffico pesante su gomma continuerà a
preferire quest’ultimo. Per questo occorre un accordo tra Stati e
regioni ma il costo di questo cambiamento non va scaricato sugli
autotrasportatori. Questi vanno aiutati favorendo l’utilizzo della
ferrovia per il trasferimento delle loro merci. IN tal senso
eventuali pedaggi aggiuntivi avranno come destinazione d’uso la
rotaia.
Degasperi
(5 stelle) ha motivato il proprio voto di astensione essendo
perplesso sulla mozione che a suo avviso da un colpo al cerchio e uno
alla botte. Nessuno vuol mettere in ginocchio le aziende di
autotrasporto locale, ma bisognerebbe adottare strumenti chiari per
spostare su rotaia il trasporto delle merci. L’atteggiamento della
Provincia non è chiaro, ma ambiguo ed ondivago. La versione
originaria della mozione era molto più chiara: modificata così non
va nella direzione auspicata dello spostamento fin d’ora del
trasporto delle merci su rotaia con l’Interporto e Interbrennero.
Savoi
(Lega) ha spiegato che ancora non è possibile utilizzare il
trasporto merci su rotaia per cui serve un progressivo trasferimento
dalla gomma alla rotaia. L’auspicio è che tra 20 anni l’80%
delle merci viaggi su rotaia ma occorre che intanto la politica
assuma impegni precisi in questa direzione senza penalizzare gli
autotrasportatori. L’assessore Gilmozzi ha concluso spiegando che
la mozione ha trovato un compromesso tra le sollecitazioni della Lega
e la linea politica attuale della Provincia.
Alessio
Manica (PD), mozione approvata
sull’agricoltura
sociale: via entro un mese
al
bando per il finanziamento di progetti
La
mozione del capogruppo del Pd, approvata all’unanimità (24 sì)
impegna la Giunta ad adottare entro un mese un bando specifico o
altre soluzioni che permettano, attraverso l'utilizzo delle risorse
già stanziate per il 2018, il finanziamento di progetti di
agricoltura sociale. La normativa statale è stata recepita, ha
spiegato Manica, ma poi per un ritardo questa legge ad oggi non è
operativa, ma d’altra parte le attività di agricoltura sociale sul
territorio esistono e crescono. Si tratta quindi di salvaguardare
questo comparto immaginando un bando perché le risorse arrivino a
chi sta facendo partire queste attività sul territorio.
L’assessore
Dallapiccola, nell’assicurare il sostegno della Giunta, ha
ricordato che la questione coinvolge più assessorati e richiede il
confronto con i rappresentanti degli operatori sociali e delle
aziende agricole. Ha poi aggiunto che il finanziamento in questo
campo spetta alle Comunità di valle che procederanno dal 2019 con le
gare d’appalto. Dallapiccola ha spiegato che è in corso di
predisposizione il regolamento di attuazione della legge provinciale
che promuove l’agricoltura sociale. Vi saranno già da quest’estate
campagne informative e le risorse saranno utilizzate efficacemente in
questa direzione. Kaswalder ha preannunciato un’interrogazione in
luglio con cui chiederà di verificare a che punto si sarà arrivati
nell’attuazione di questa mozione. Manica ha concluso riconoscendo
che il tema è trasversale ma proprio per questo il rischio è che
non si parta mai mentre esiste un grande interesse per queste
attività. Nella finanziaria sono state stanziate delle risorse,
circa 300.000 euro e si tratta quindi solo di garantire che arrivino
sul territorio. Il consigliere ha detto di voler essere fiducioso
sulla possibilità di non dover sollecitare nuovamente l’attuazione
di questa legge. Diversamente si lede la primazia di quest’aula.
Giuseppe
Detomas (Ual), mozione approvata
per
dare precedenza nelle assunzioni in val di Fassa
a
chi è in possesso dell’attestato di conoscenza del ladino
Approvata
all’unanimità (22 sì) la mozione – il cui testo è stato
completamente sostituito da Datomas d’intesa con la Giunta
rappresentata dall’assessore Olivi – che impegna l’esecutivo,
con riferimento ai concorsi pubblici indetti sul territorio
provinciale, a prevedere nei bandi di concorso e di selezione – per
garantire la copertura di eventuali posti vacanti in uffici con sede
nelle località ladine del Trentino –, l’inserimento di una
clausola per l’applicazione del principio della precedenza assoluta
nell’assunzione, stabilito dall’articolo 29 della legge
provinciale 6 del 2008, a condizione che il personale risulti in
possesso dell’attestazione di conoscenza della lingua ladina. A
favore della mozione è intervenuto Kaswalder (Misto) auspicando che,
visto lo spirito autonomista del testo, anche la tutela dei posti di
lavoro oltre che dei ladini anche dei trentini.
Piero
De Godenz (UpT), mozione di cui continuerà la discussione
domani
a
favore di ulteriori interventi
per
la gestione del lupo in modo
da
limitarne i danni
La
mozione, completamente riscritta da De
Godenz e sottoscritta anche dagli altri due consiglieri dell’UpT, impegna la Giunta
in quattro direzioni: ad individuare ulteriori azioni a livello
provinciale da intraprendere per evitare che gli allevatori, gli
imprenditori turistici e tutti i frequentatori a vario titolo del
sistema montuoso alpino, subiscano danni come quelli di questi giorni
al patrimonio aziendale a causa della presenza del lupo sul
territorio; a valutare adeguati interventi per il contenimento della
specie al fine di ridurre al minimo i danni causati da attacchi dei
lupi al patrimonio zootecnico come proposto dal ddl 230 appena
presentato dalla Giunta; a proseguire con efficacia le scelte già
adottate dall’esecutivo per l’informazione e la prevenzione
favorendo il coinvolgimento delle amministrazioni locali, il
funzionamento dei tavoli di confronto con le parti economiche e
sociali già istituiti nonché la messa a disposizione di adeguate
opere di prevenzione; la definizione di un disegno organizzativo di
carattere generale (progetto provinciale per la prevenzione dei danni
da lupo) ed il finanziamento di progetti ad hoc per la salvaguardia
dei pascoli (progetti sperimentali come ad esempio quello della
Magnifica Comunità di Fiemme e del Demanio forestale di Campo Brun);
una collaborazione stretta con la Provincia di Bolzano sia sul piano
politico che su quello tecnico; e infine a trasmettere alla
commissione consiliare competente entro due mesi dall’approvazione
di questa mozione, una relazione sulle iniziative adottate per
attuare questi punti.
Dopo
il parere positivo espresso dall’assessore Dallapiccola, dal
momento che gli impegni richiesti alla Giunta sono gli stessi già in
corso, Savoi (Lega) ha chiesto se ha ancora senso discutere di questa
mozione e ne ha proposto il ritiro visto che domani si prevede una
procedura d’urgenza per il ddl proposto dalla Giunta con gli stessi
obiettivi. Il consigliere ha anche ricordato il fallimento del
progetto Life Ursus e ora il provvedimento che sancisce un nuovo
fallimento riguardante la gestione del lupo. Ora sembra infatti che
la soluzione di tutti i problemi sia il ricorso all’abbattimento
dei lupi. Borgonovo Re (Pd) ha ricordato che Trento il 19 e 20 marzo
scorso aveva ospitato la conferenza internazionale sul progetto Life
WolfAlps che coinvolge insieme alla nostra Provincia tutti i Paesi e
le regioni dell’arco alpino interessati da più di 20 anni dai
lupi. Questi enti si sono dotati di strumenti di tipo preventivo per
favorire la convivenza tra i lupi e gli esseri umani. Il conflitto
tra lupo e allevatori ha generato sempre tensioni molto alte, perché
il lupo rimane un carnivoro opportunista (per Borgonovo Re
“esattamente come l’uomo”). Il lupi possono predare il bestiame
domestico e per creare condizioni tali da consentire la permanenza di
pastori e greggi sugli alpeggi ma anche dei lupi nei territori di
montagna, s’impone un approccio che minimizzi il conflitto anche
con indennizzi adeguati a chi subisce danni causati dal predatore. La
consigliera ha ricordato l’articolo pubblicato nel giugno scorso
dalla rivista dei cacciatori trentini sul lupo nel territorio della
provincia, in cui si legge che nel 2017 i danni liquidati a causa del
lupo sono stati 47.000 euro su 53 predazioni. Si tratta di arricchire
le nostre conoscenze e competenze rispetto al lupo, individuando
ulteriori azioni a livello provinciale per evitare che gli
allevatori, gli imprenditori turistici e i frequentatori del nostro
territorio subiscano danni a causa della presenza del lupo. Come:
secondo la consigliera vanno interpellati gli esperti del progetto
Life WolfAlps per impostare un’azione capillare di prevenzione
inserendo anche nel nostro territorio una serie di strumenti come
reti di protezione, cani di guardiania. Borgonovo Re ha poi chiesto
di poter votare il dispositivo della mozione per parti separate. E’
stato istituito un tavolo delle regioni alpine per la gestione del
lupo al quale partecipano tutte le regioni interessate, la Provincia
di Bolzano ma non quella di Trento. Borgonovo Re ha chiesto che vi
partecipi anche la Provincia di Trento.
Kaswalder
(Misto) ha detto di non condividere la posizione espressa da
Borgonovo Re e ha chiesto se ai tavoli da lei citati partecipano
anche rappresentanti del mondo agricolo. Questo perché in Trentino
c’è grande preoccupazione tra gli agricoltori che lavorano anche
come allevatori. Per Kaswalder fino ad oggi il problema è stato
troppo sottovalutato dalla maggioranza che negli ultimi anni ha
sempre bocciato tutte le mozioni presentate al riguardo soprattutto
dalla Lega. Il problema lupo è solo all’inizio e secondo il
consigliere ed è purtroppo destinato a peggiorare. “Non vorrei –
ha concluso – che la presenza del lupo nelle nostre montagne,
finanziata da grandi sponsor internazionali, miri in realtà, come
sostiene un esperto, a spopolare questi territori perché altri si
impossessino del nostro patrimonio idrico”.
Secondo
Degasperi (5 stelle) questa mozione è un altro effetto del 4 marzo,
perché posizioni come quelle contenute nel testo e sostenute dalle
minoranze fino ad oggi sono sempre state respinte. Il consigliere
considera “poco chiaro” il contenuto della mozione: “non si
capiscono quali siano le ulteriori azioni da intraprendere. Questa è
una mozione pericolosa perché non spiega in quali direzioni deve
muoversi la Giunta”. Servirebbe per Degasperi più coraggio
nell’indicare cosa fare e non solo limitarsi ad interpellare gli
esperti di WolfAlps. “La maggioranza – ha proseguito – abbia il
coraggio di dire che in Trentino si vuole sparare liberamente ai
lupi, senza nascondersi dietro queste posizioni ipocrite”. “Come
si può pensare – ha chiesto – che gli stessi che hanno creato il
problema lupo – la Giunta di centrosinistra autonomista – siano
ora anche quelli che lo risolvono? Se ora la maggioranza pensa di
rincorrere le posizioni sostenute dalla Lega sbaglia, perché gli
elettori sceglieranno l’originale e non la fotocopia”. E ha
concluso: “in Trentino sul lupo chi ha gestito la questione è
riuscito a trasformare un’opportunità in un problema”.
La
discussione proseguirà domani alle 10.00.