La conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio provinciale
Dorigatti: riduzione dei costi della politica. Obiettivo raggiunto
In allegato, il testo del discorso di Dorigatti e due foto
Nella
conferenza stampa di fine anno il Presidente Bruno Dorigatti ha
tracciato un quadro preoccupato della realtà sociale e politica
trentina. Una società, ha affermato, che come quella
nazionale è caratterizzata da rancore e paura,
indebolimento del senso di appartenenza e coesione sociale e da
una politica frammentata e litigiosa. Un quadro che va
posto all'interno della crisi dell'Europa nella quale però
il Trentino può giocare un ruolo positivo. Per questo
Bruno Dorigatti nel suo intervento ha lanciato la proposta di un
Nuovo Concilio di Trento che chiami al dialogo le
realtà alpine e le culture di quelle che vengono definite le
periferie europee.
Per
ciò che riguarda il Consiglio provinciale il Presidente ha
sottolineato che l'obiettivo della riduzione dei costi della politica
è stato raggiunto. Rispetto alla 14° legislatura i costi della
politica sono passati da 14 milioni a 11 anche grazie all'acquisto
degli uffici dei Gruppi consiliari. Fitto anche il lavoro
parlamentare che in questa legislatura, rispetto alla precedente, ha
visto una riduzione della produzione legislativa e un aumento
dell'attività di controllo.
Un
quadro complesso quello tracciato dal Presidente del Consiglio, Bruno
Dorigatti, nella conferenza stampa di fine anno che si è tenuta
stamattina nella sala Aurora di palazzo Trentini e alla quale ha
partecipato anche il consigliere Claudio Civettini, membro
dell'Ufficio di Presidenza. Quadro politico, istituzionale e sociale
che vede alcuni elementi positivi, tra tutti l'obiettivo raggiunto
della riduzione dei costi della politica (sì è passati dai 14
milioni della 14° legislatura agli attuali 11, grazie anche alla
soluzione del costo degli affitti dei gruppi e l'eliminazione della
cosiddetta "porta girevole" che, peraltro ha sottolineato
il Presidente, ha indebolito il ruolo del Consiglio); sul lato
negativo, la frammentazione politica, come testimonia il peso del
Gruppo Misto, l'indebolimento della coesione sociale, basti pensare
alla crisi della cooperazione e dei suoi valori, elementi che, per
Dorigatti, hanno intaccato, o rischiano di intaccare, la stessa
percezione dell'autonomia trentina.
Autonomia
vista come un bancomat.
Autonomia,
ha detto Dorigatti, che mostra cedimenti nella sua struttura ideale e
"rischia di essere intesa non più come strumento di sviluppo
della risorsa sociale e economica, ma come bancomat al quale
attingere senza nulla versare. E' questa specie di debolezza diffusa
che sta provocando fenomeni erosivi della società trentina, come
quelli legati all'emigrazione giovanile, alle venature di xenofobia,
connesse alle paure epocali del terrorismo e al disagio sociale
provocato dai flussi emigratori".
Forze
politiche assorbite dalle diatribe interne.
Una
situazione che richiederebbe risposte lungimiranti e innovative;
risposte, però, ha aggiunto il Presidente del Consiglio, che si
scontrano con forze politiche "assorbite dalle diatribe interne
e che non appaiono in grado di indicare una rotta verso la quale
orientare la paura del domani, contro i processi di scardinamento
delle istituzioni e le diseguaglianze". Un Trentino, ha
aggiunto, che ha paura del futuro che fa fatica ad adattarsi ai
cambiamenti "di fronte ad una società – ha aggiunto – che
invece impone cambiamenti veloci".
I
cambiamenti impongono il cambiamento dello Statuto.
In
questo panorama il ruolo dell'assemblea legislativa, ha ricordato
Dorigatti, è centrale soprattutto per riportare le tensioni
nell'alveo del dialogo e del confronto. Assemblea, ha sottolineato,
che nella 15° legislatura ha prodotto meno leggi, ma ha aumentato il
ruolo di controllo dell'esecutivo.
Sullo
sfondo ci sono poi le difficoltà dell'Europa che possono trovare una
soluzione guardando all'Europa delle regioni e non certo, ha
sottolineato, in proposte come quello del doppio passaporto. Per
questo il Presidente ha auspicato un rafforzamento del rapporto con
Bolzano e Innsbruck, non solo a livello istituzionale ma a livello
economico, sociale e culturale.
Bruno
Dorigatti, nel suo intervento, ha toccato anche il tema della
revisione dello Statuto, "una necessità – ha detto – non
imposta dalla politica, ma dalle contingenze della storia e delle
trasformazioni anche di natura costituzionale degli Stati". Per
questo, ha aggiunto, il lavoro della Consulta e della Convezione non
è stato sprecato, anzi. A livello regionale, di quella Regione ha
ribadito il Presidente Dorigatti fondamentale per l'Autonomia e il
suo futuro, andrà invece definita una procedura per continuare sulla
strada delle riforme.
Un
Nuovo Concilio per l'Europa.
Sempre
nel quadro europeo Dorigatti ha annunciato che a marzo ci sarà un
incontro con l'Ufficio di Presidenza del Parlamento bavarese, nel
quadro di una serie di contatti che rientrano nella prospettiva di
rilancio dell'economia trentina. Il Presidente ha inoltre lanciato la
proposta di dar vita in Trentino a quello che ha definito "un
Nuovo Concilio". "Un Concilio dei territori alpini, ma
anche delle religioni e delle culture e delle
periferie di un'Europa che vuole guardare a tutte le realtà del
continente e dare visibilità
al Trentino anche fuori dai confini nazionali".