Collini in Prima Commissione: servono nuovi spazi ma l'area di Trento Fiere è bloccata
Al via le consultazioni sul bilancio provinciale 2018. Sentito il Rettore dell'università
Mancano nell'Hit i rapporti tra la ricerca e le piccole e medie imprese
La
Prima Commissione presieduta da Mattia Civico (Pd) ha iniziato
stamane la fase delle consultazioni sulla manovra finanziaria 2018,
illustrata ieri dalla Giunta provinciale, ascoltando per l'Università
di Trento il Rettore, Paolo Collini. Nel rispondere alle domande dei
consiglieri, Collini ha parlato tra l'altro del problema della
mancanza di rapporti tra ricerca e piccole imprese e della necessità
di reperire ulteriori spazi per gli studenti ipotizzando investimenti
in via San Severino visto che non si libera l'area di Trento Fiere.
Dalla
Provincia finanziamenti stabili.
Il
Rettore dell'ateneo Paolo Collini ha evidenziato come rispetto a
quest'anno il quadro delle risorse che la Provincia prevede di
stanziare per l'università nel 2018 (76.960.000 euro per il
funzionamento, 34.541.000 euro per la ricerca, 10.625.000 euro per il
diritto allo studio, 500.000 euro per il piano di accumulo per un
totale di 122.626.00 euro) garantisca la sostanziale stabilità dei
finanziamenti pubblici, che in base all'accordo siglato nel 2011 con
il ministero dell'economia e delle finanze non provengono
direttamente più dello Stato. Quanto alla quota per l’edilizia
universitaria, del cui finanziamento la Provincia si è sempre fatta
carico, al momento, ha proseguito il Rettore, non sono previsti
stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli destinati a proseguire i
lavori nel compendio Manifattura di Borgo Sacco. Collini ha ricordato
anche che con circa 350.000 euro, pari a più della metà della quota
programmatica aggiuntiva di circa 600 mila euro, permetteranno di
finanziare alcune attività dell'ateneo e in particolare quelle del
gruppo di ricerca sulla fisica quantistica, portata avanti con FBK e
attraverso un accordo con il CNR, visto che in Europa si sta
investendo moltissimo in questa direzione.
Buona
la situazione del diritto allo studio. Equilibrio tra ricerca
umanistica e scientifica.
Mattia
Civico ha posto al Rettore tre domande riguardanti, nell'ordine, il
diritto allo studio, la relazione tra ricerca umanistica e ricerca
scientifica e il rapporto dell'università con le imprese.
Sul
diritto allo studio Collini ha ricordato che gli oneri sono in capo
alla Provincia attraverso l’opera universitaria. E ha rammentato
che l'anno scorso si è passati al meccanismo di valutazione della
situazione economica basato sull'indicatore nazionale (Isee) e non
più sull’Icef utilizzato a livello provinciale. "Oggi – ha
osservato Collini – la situazione del diritto allo studio è
abbastanza buona e permette ad una platea vasta di studenti di
accedere all'ateneo a condizioni agevolate. L'unico problema – ha
proseguito il rettore – è dato dall'impossibilità per
l'università di Trento di attingere al fondo perequativo nazionale,
che non è alimentato dalla Provincia autonoma, e che finanzia il
diritto allo studio per gli studenti provenienti da fuori,
specialmente da sud, sempre più numerosi, anche per la ricerca di
mercati del lavoro migliori". Per fronteggiare la situazione
l'università ha scelto di assegnare borse di studio basate sul
merito (e non sull'indicatore Isee che nel caso degli studenti non
comunitari rende impossibile verificare l'effettiva condizione
economica e patrimoniale). Inoltre la Provincia si avvale dello
strumento dei piani di accumulo a favore delle famiglie.
Quanto
alla relazione tra ricerca umanistica e scientifica, Collini ha
sottolineato che l’università non privilegia la seconda ma
distribuisce le risorse in modo da garantire il buon equilibrio oggi
esistente tra le due aree, anche se i costi sono naturalmente molto
diversi. "Vi è – ha spiegato – un buon numero di iscritti e
una buona domanda di formazione in tutti gli ambiti e non risultano
aree umanistiche abbandonate dagli studenti". Anzi, sono in
crescita gli iscritti a psicologia e neuroscienze. "Il piano
dell'università di Trento è basato sull’idea di offrire
molteplici opportunità di ricerca, evitando scelte troppo
restrittive. Da noi – ha proseguito Collini – gli studenti
possono sviluppare ricerche nell'arco di un triennio, integrando
competenze diverse, con l'obbligo però di individuare anche canali
di finanziamento a sostegno delle loro attività, come del resto
avviene in tutta Europa. Attualmente gli studenti lavorano a circa 20
temi di ricerca trasversali e molti riguardano l’area umanistica e
socio-umanistica".
Ricerca
e imprese parlano lingue diverse: serve personale capace di mediare.
Circa
i rapporti con le imprese, Collini ha ricordato l'adesione
dell'ateneo all'Hub innovazione Trentino (Hit), promosso dalla
Provincia per creare una filiera virtuosa e competitiva tra i
principali poli della ricerca presenti nel nostro territorio –
università, FBK, FEM – e Trentino Sviluppo. Alcuni buoni
risultati, ha osservato, sono stati raggiunti nel settore degli studi
sul clima e delle biotecnologie (Collini ha citato il Cibio, da cui
brevetti importanti da vendere nel mondo). Positivo è anche il
lavoro per l'innovazione avviato nel campo delle competenze
educative. "Non abbiamo invece ancora risultati – ha ammesso
il Rettore – sul versante del rapporto diretto con le imprese. Qui
le difficoltà – ha spiegato – sono di due tipi. La prima è che
imprese e ricercatori non parlano la stessa lingua, perché hanno
interessi diversi e mancano persone, che Hit sta cercando, in grado
di coniugare le due prospettive. L'ateneo di Trento non può oggi
permettersi di affidare a qualcuno il compito di andare a caccia di
imprese interessate ad una determinata ricerca sviluppata
dall'università. Del resto, ha osservato Collini – in nessuna
università esiste una struttura simile". La seconda difficoltà
segnalata dal Rettore consiste nel fatto che i brevetti prodotti
dall'università sono di proprietà pubblica. Quindi la vendita di
questi brevetti a privati è disciplinata da procedure burocratiche
complesse e macchinose, con gareche richiedono tempi lunghi
incompatibili con le richieste delle imprese interessate. Il Rettore
ha portato ad esempio il caso di un fondo americano che sarebbe
pronto ad investire un milione di dollari su un brevetto
dell'università di Trento nel campo delle biotecnologie, che però
visti i tempi lunghi a noi richiesti sta rinunciando all'affarre. La
speranza è che l’Hub innovazione si doti di figure in grado di
fare da mediatori tra gli interessi della ricerca e delle imprese.
Le
domande dei consiglieri.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina) ha posto domande sullo stato dei rapporti
finanziari con la Provincia (crediti/debiti); sulle risorse di cui
godeva l’università di Trento prima e dopo la delega alla
Provincia; sulla presenza e sulle eventuali attività illegali svolte
nell'ateneo da gruppi di studenti riconducibili al Centro sociale
Bruno e agli anarchici.
Lucia
Maestri (Pd) ha chiesto a Collini chiarimenti su Hit, che ha ormai
due anni, e sulle sue ricadute nel campo dell'industria, e
sull'edilizia universitaria in merito a Trento Fiere e
all'insufficienza di spazi che sembra emergere anche nella nuova
biblioteca dell’ateneo.
Luca
Giuliani (Patt) ha chiesto precisazioni sulle agevolazioni dedicate
agli studenti europei, sul Design research lab, creato nell'ateneo
trentino per risolvere i problemi delle imprese e infine sulle
relazioni dell'università con le associazioni imprenditoriali
attraverso le quali si potrebbero forse avviare progetti di ricerca
anche con le piccole aziende del Trentino.
Collini:
la Provincia si è impegnata ad erogare 30 milioni all'anno partendo dal 2019.
Sui
rapporti finanziari Provincia-Università, Collini ha spiegato che i
problemi in passato erano nati perché i finanziamenti previsti per
l'ateneo non avevano trovato seguito in termini di corrispondenti
erogazioni di cassa. Per questo sul bilancio dell'università l’anno
scorso vi erano 200 milioni di euro di finanziamenti non erogati.
L'ateneo, ha spiegato il Rettore, ha fronteggiato il problema
attingendo a proprie riserve e soprattutto all'anticipazione di
finanziamenti europei. Poi la Provincia ha erogato più dello
stanziamento previsto e la situazione finanziaria è stata
riallineata. Con l'atto di indirizzo per l'università la Pat si è
inoltre impegnata ad erogare le quote mancanti stanziando 30 milioni
all’anno a partire dal 2019. Questa situazione ha rallentato il
piano edilizio, ha ricordato Collini, "ma oggi abbiamo cantieri
aperti e gare soprattutto a Rovereto e Mesiano, dove servono lavori
importanti per rimediare a gravi problemi strutturali. La nostra
politica di questi anni – ha sottolineato – è stata comunque
caratterizzata dalla scelta di andare avanti con i lavori per poi
chiedere e ottenere il finanziamento necessario. Oggi la situazione
finanziaria dell'ateneo sta migliorando rispetto al passato e abbiamo
piani di investimento che presuppongono nuovi stanziamenti. Ancora a
Borga sulle risorse prima e dopo la delega alla Provincia, Collini ha
risposto che "alla fine non sono risultate differenze
rilevanti".
A
sociologia nessun locale "occupato", ma area utilizzata da
pochissime persone.
Quanto
agli studenti del CS Bruno e agli anarchici nel locale a sociologia,
il Rettore ha chiarito che nella sede di via Verdi non esiste un
locale occupato (anche se chiamato "Area Rostagno Occupata"),
ma una semplice sala di studio utilizzata da due o tre persone che
fanno riferimento a quelle realtà. Vero è – ha riconosciuto
Collini – che sociologia è il luogo simbolo della protesta e
quando succedono degli eventi vi sono altre persone, non studenti,
che si riuniscono lì. E’ normale però che l’università sia un
luogo aperto e che io spero resti tale, dove i cittadini possono
entrare liberamente". Esiste poi, ha ricordato, un "collettivo"
un po’ più attivo che organizza ogni tanto qualche riunione. In
ogni caso, ha concluso Collini, non manca da parte dell'ateneo
l'attenzione per prevenire illegalità e violenze.
Mancano
i rapporti con le piccole e medie imprese.
Ancora
su Hit, il Rettore ha risposto a Maestri spiegando che la struttura,
piccola, ha iniziato a funzionare su alcune attività, ma non – ha
ribadito – nel rapporto diretto con le imprese. "Esiste
un’attività di promozione, ma non un collegamento per la ricerca
con quelle medio-piccole. Le imprese di maggiori dimensioni sanno
trovare i ricercatori che servono ai loro progetti, ma le piccole non
hanno le risorse per poter incaricare qualcuno che scovi chi può
risolvere i loro problemi". Collini ha però segnalato che una
risorsa in questa direzione è data dagli studenti. Per iniziativa
dell'università, infatti, da un lato se le imprese portano un
problema (è successo ad esempio con Aquafil) gli studenti
individuano il campo del sapere in cui può essere risolto,
dall'altro vi sono gruppi di studenti impegnati a sviluppare idee
innovative interdisciplinari con le imprese. Nel "Contamination
lab" dell'ateneo, ha sottolineato Collini, questo lavoro sta
procedendo bene. "Sarebbe molto importante però – ha aggiunto
– potersi recare nelle piccole-medie imprese del Trentino a
chiedere che problemi hanno. Per ora a lavorare in questo senso
l'università ha solamente una persona che offre uno sportello nella
sede di Confindustria Trento. Ultimamente collaboriamo un po' meglio
in questa direzione anche con gli artigiani".
Spazi
per studenti: Trento Fiere non si libera, ipotesi investimento in via
San Severino.
"Trento
Fiere è per l’università una spina nel fianco", ha esordito
il Rettore rispondendo alla domanda di Maestri. Collini ha ricordato
che la nuova biblioteca alle Albere è costata meno ma con i suoi 420
posti a sedere è ancora piccola rispetto alla domanda degli
studenti. "La biblioteca è un luogo amatissimo dai ragazzi che
in quegli spazi vorrebbero andare a studiare ma spesso non trovano
più posti liberi. E questo anche considerando gli altri 360 posti
disponibili nella biblioteca di via Verdi. Da un'indagine svolta nei
giorni scorsi tra gli studenti universitari di Trento risulta che il
60% di loro vorrebbe più spazi dove studiare". Per questo
secondo il Rettore l’università dovrebbe creare altri spazi e
l'area ex Trento Fiere sarebbe l'ideale per connettere la biblioteca
delle Albere a via Verdi. Il problema è che nonostante la
disponibilità dell'ateneo ad uno scambio con l'area di proprietà
dell'università in via San Severino, Trento Fiere non è stata
ancora liberata, né è in programma che venga liberata a breve. Per
questo Collini ha ipotizzato una rinuncia a questo progetto e di
pensare piuttosto ad un investimento nell’area di via San Severino.
Il
Rettore ha poi rassicurato Giuliani sugli studenti europei, che non
hanno solitamente problemi di borse di studio avendo condizioni
economiche non particolarmente problematiche. Sul Design research
lab, Collini ha precisato che si tratta di un approccio metodologico
ai problemi delle imprese orientato a cercare soluzioni in termini
pluridisciplinari.