Prosegue in Consigliio la discussione del testo Maestri-Bezzi sulla doppia preferenza di genere
Quote rosa nella legge elettorale, niente maxiemendamento per dribblare l’ostruzionismo
In allegato, il programma dei lavori con all'ultimio punto il provvedimento esaminato
Il
dibattito pomeridiano sul ddl Maestri – Bezzi sulla parità di
genere in materia elettorale è stato caratterizzato da una serie di
tentativi, da parte soprattutto di Manuela Bottamedi (Misto) e
Giacomo Bezzi (FI), di chiedere una sospensione dei lavori per
stendere un maxiemendamento sostitutivo per cancellare gli
emendamenti ostruzionistici di una parte dell’opposizione (Civica
Trentina, Lega, PT, AT, mentre Cia ha ritirato i suoi. Il Presidente
Rossi, intervenendo a metà pomeriggio, ha detto che la maggioranza
non intende retrocedere da una posizione chiara da tempo, ma ha
aggiunto che, comunque, rimane la disponibilità a giungere a una
conclusione a patto che, alla fine, tutta la minoranza, quindi anche
quella che si oppone al ddl, garantisca la possibilità di arrivare
al voto. Critiche, da parte di Borga,Civettini (Civica Trentina);
Fasanelli (Misto); Fugatti (Lega), sono state rivolte alla
maggioranza che non si mostrerebbe compatta su questa proposta di
legge e per il fatto che nelle amministrazioni di centro sinistra, a
partire dal comune di Trento, le donne sono in netta minoranza. La
discussione sugli ordini del giorno (ne mancano ancora 5) riprende
domani alle 10.
La
seduta sul ddl unificato Maestri – Bezzi, sulla parità di genere
in materia elettorale, è ripresa nel pomeriggio con l’intervento,
sull’ordine dei lavori, di Manuela Bottamedi (Misto). La
consigliera ha affermato che, a questo punto, si doveva trovare una
mediazione: mettere in campo un maxiemendamento per tagliare la testa
agli emendamenti ostruzionistici. I numeri ci sarebbero stati,
secondo la consigliera, con le firme di consiglieri della minoranza,
Bezzi, Degasperi, Fasanelli e Degasperi, se si accettasse l’ idea
di un referendum confermativo. Bezzi, rivolgendosi Dorigatti, ha
ricordato che su questo ddl si doveva andare ad oltranza e il
Presidente del Consiglio, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità
di promuovere, un maxiemendamento per togliere di mezzo
l’ostruzionismo. Borga, ha ribattuto dicendo che è proprio la
circolare del Presidente Kessler a rendere possibile la presentazione
di un emendamento fuori termine. Emendamento, però, che deve essere
interamente sostitutivo, a partire dal numero delle preferenze.
Fasanelli è intervenuto dicendo di non essere d’accordo col 60 –
40 nelle liste elettorale e di condividere, invece, l’idea del 50 –
50. Degasperi, ribadendo di non voler ritirare gli emendamenti, ha
ricordato che la proposta del referendum è del settembre 2016 e il
movimento 5 Stelle rimane contrario a questo ddl e, infine, che il
cosiddetto maxiemendamento proposto da parte dell’opposizione è un
bluff per tentare di eliminare gli emendamenti dei colleghi.
L’odg
numero13 di Borga, di cui si è discusso in mattinata, è stato
respinto con 21 no e 9 sì e due astenuti.
In
discussione poi l’odg numero 14, sempre di Borga, bocciato con 21
no, 8 sì, 2 astenuti, per l’istituzione di un comitato di saggi
del Consiglio regionale per estendere la preferenza di genere nei
consigli comunali. Il consigliere della Civica Trentina ha ribadito
che il Consiglio provinciale di Trento non è maglia nera per quanto
riguarda la rappresentanza femminile, ma lo sono i comuni, primo
quello di Trento, e la Giunta provinciale. Così come, al di là
delle istituzioni, la cooperazione, il sindacato, le Acli e la stessa
stampa che non vede, sia a livello locale che nazionale, una solo
donna direttore. Claudio Civettini, sempre della Civica, ha detto che
si dovrebbe pensare a orari diversi dei consigli comunali per
favorire la partecipazione delle mamme. Mentre sull’ipotesi del
maxiemendamento ha detto che questo rappresenterebbe un pericoloso
precedente per l’opposizione. L’assessora Ferrari ha espresso il
parere negativo della Giunta anche perché riguarda la Regione e ha
ricordato che nel resto del Paese nei comuni sopra i 5 mila abitanti
si vota già con la doppia preferenza di genere e che in Consiglio
regionale c’è una proposta, firmata dalla stessa Ferrari, bloccata
dagli emendamenti di Borga. Claudio Cia, dichiarando il ritiro dei
suoi 366 emendamenti, ha detto che due firme per l’emendamento
sostitutivo ci sono. Bottamedi, apprezzando la scelta di Cia, ha
ricordato la possibilità di aderire all’idea del referendum
chiesta da Degasperi, ma rimane l’ostacolo della prassi consolidata
delle tre firme per far passare la proposta del maxemendamento.
Fugatti, invece, ha ringraziato il Presidente perché ha saputo
resistere alle proposte di emendamento sostitutivo per aggirare, ma
ha condannato l’atteggiamento della maggioranza che rimane
silenziosa.
Rossi:
la maggioranza non ha intenzione di retrocedere.
Il
Presidente Rossi ha preso la parola per dire che da diverse sedute si
discute di un ddl firmato da un componente di maggioranza e di uno di
minoranza e frutto di un’esigenza più volte manifestata anche
nella scorsa legislatura. Esigenza che, con tutta la maggioranza, è
stata inserito con convinzione nel programma elettorale. Pur con
tutte le mediazioni, ha aggiunto, ci dovrebbero essere condizioni di
esercizio della democrazia in modo che i programmi si possano
realizzare. Purtroppo, ha detto ancora, il regolamento del Consiglio
consente di bloccare legittimamente le proposte della maggioranza. In
questo caso la situazione è ancora più paradossale perché il ddl è
sottoscritto anche da membri della minoranza. Rivolgendosi ai
comitati che sostengono il ddl, Rossi ha detto che la maggioranza non
ha alcuna intenzione di retrocedere, semplicemente si chiede alla
minoranza di dare una riposta univoca, non sul merito del ddl, ma
sulla praticabilità d’Aula per discuterlo in tempi di ragionevoli,
senza bloccare il Consiglio. Il Presidente della Giunta ha poi
precisato che di fronte a una proposta che non c’è e di fronte
alla chiarezza della proposta non ci si aspetta un’unicità nel
merito dell’opposizione, però visto che il ddl è firmato anche
della minoranza si deve cercare di fare in modo che tutta la
minoranza garantisca la praticabilità dell’Aula.
Kaswalder,
ribadendo l’idea di un 50 e 50 in lista con una sola preferenza, ha
chiesto a Rossi se sia convinto che la maggioranza su questo ddl è
davvero unita. Fugatti, ribattendo a Rossi, ha ricordato che in Aula,
su questo ddl, il numero legale è saltato più volte e quindi i
problemi della maggioranza non possono ricadere sul Consiglio e il
Presidente del Consiglio.
Il
problema è politico, il regolamento non c’entra.
Borga,
aprendo la discussione del suo odg numero 16, per promuovere una
campagna d’informazione sulla parità di genere, presso le culture
diverse dalle nostre, ha detto che un maxiemendamento non sarebbe la
fine del mondo, ma Civica Trentina non è disposta a togliere le
castagne dal fuoco alla maggioranza. Bezzi ha ribadito che la
maggioranza non è determinata su questo ddl altrimenti si andrebbe a
oltranza. Dorigatti, da parte sua, ha ricordato che i cambiamenti del
regolamento si possono fare, ma ci deve essere una maggiore
consapevolezza di maggioranza e minoranza sull’importanza
istituzionale, soprattutto in un momento come questo, del Consiglio.
Viola ha ricordato che, come nel caso di questo ddl, quando la
politica non riesce fare sintesi si chiede di cambiare le regole.
Un’abitudine ormai diffusa in Italia, basti pensare alle leggi
elettorali continuamente modificate, e ha ricordato che il
regolamento si rifà, sui tempi non contingentati, al vecchio
regolamento che ha permesso all’Aula di funzionare dal dopoguerra
al 2003. Quindi, ha concluso Viola, è la politica che deve assumersi
le responsabilità senza riversare le colpe sulle regole.