Presentati anche un libro e un video del Coro La Valle e dal Gruppo Costumi Storici Cembrani
Il 1816, “l’an de la fam”, raccontato da una mostra inaugurata oggi a palazzo Trentini
Dorigatti: “senza memoria un popolo non ha futuro”. Foto allegate
«Un
popolo privo di memoria è un popolo che non vede il futuro e chi non
vede il futuro è destinato a subirlo. Ecco perché ricordare qui,
anche in modo tangibile, un evento così particolare e drammatico
come la carestia del 1816, che aprì le porte ad uno scenario
difficile e complesso per tutta la nostra terra, diventa elemento
importante nella composizione del grande mosaico del percorso del
Trentino nei secoli».
Con queste parole il presidente Bruno Dorigatti ha aperto oggi
pomeriggio la mostra “16Sédese: la terra, la fame e l’acqua -
1816-2016”, allestita nell’atrio d’ingresso di palazzo Trentini
con il patrocinio del Consiglio provinciale.
La mostra si potrà visitare fino a sabato 29 ottobre.
Curata
dal Coro La Valle e dal Gruppo Costumi Storici Cembrani”, la
mostra racconta attraverso una sequenza di pannelli ricchi di scritte
ed immagini, “l’an del la fam”, l’anno della fame, che segnò
una svolta profonda nella vita della popolazione dell’allora
provincia italiana del Tirolo. Quel “sedici”, in dialetto
trentino “Sédese”, fu infatti l’inizio, due secoli fa, di un
periodo di sofferenze punteggiato da carestie e sconvolgimenti
climatici che precipitarono i trentini – la stragrande maggioranza
dei quali agricoltori – nella miseria più nera, fino a spingerli
alla “grande emigrazione” del 1866. Fu grazie alla “scoperta”
della patata, coltivazione importata dai francesi e che si diffuse
rapidamente in tutto il territorio, che la gente riuscì a mitigare e
a superare quella terribile crisi. Nel ricordarla, Dorigatti ha
evidenziato che le nostre condizioni di vita attuali, ben diverse da
quelle di 200 anni fa, sono legate
“alle possibilità che la nostra particolare forma di autogoverno
offre a tutti i cittadini trentini e non solo”. Ma il valore
dell’autonomia oggi non va dato per scontato ma va riscoperto
attraverso la partecipazione singola e collettiva ai processi di
sviluppo e cambiamento. Perché “’autonomia – ha concluso – è
la ricerca comune della soluzione dei problemi, secondo quella
cultura di mutua e reciproca solidarietà che esprime l’identità
delle nostre valli”.
Oltre
alla mostra di pannelli, il Coro “La Valle” e il “Gruppo
Costumi Storici Cembrani” hanno dedicato al progetto “Sédese”
per raccontare la carestia e gli anni più duri vissuti dal popolo
trentino nel corso dell’800, un libro, un video documentario e un
concorso fotografico al quale hanno partecipato 10 opere e i cui
autori sono stati premiati durante la cerimonia inaugurale.
Presenti
i consiglieri provinciali Lozzer e D Godenz, un saluto
all’inaugurazione è stato portato anche dall’assessore alla
cultura Tiziano Mellarini, che ha ricordato il valore che ha oggi
nella cucina trentina anche di eccellenza di un prodotto alimentare
“povero” e importante nella nostra storia come la patata. Alla
cerimonia – durante la quale alcuni canti tradizionali trentini
sono stati eseguiti dal Coro e da Minicoro La Valle, quest’ultimo
formato da bambini – sono intervenuti anche il presidente della
Federazione dei cori del Trentino Paolo Bergamo, l’autore del libro
dedicato alla patata e alla sua storia Roberto Bazzanella e il
presidente del Coro La Valle Ottavio Bazzanella.