Dalla Quinta Commissione che lunedì passerà alla discussione generale
Buona Scuola trentina. Sul disegno di legge della Giunta sentiti anche i genitori
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Prosegue
l’operazione ascolto sul disegno di legge sulla buona scuola che a
giugno approderà in Consiglio provinciale per l’esame. Data la
delicatezza della materia, dopo avere ascoltato gli studenti, i
sindacati, i docenti, Lucia
Maestri
e i componenti della Quinta commissione permanente, hanno incontrato
nel tardo pomeriggio di oggi nella sala Rosa della Regione, i
presidenti delle Consulte dei genitori del Trentino. “La legge
sulla buona scuola del governo Renzi ha attinto a piene mani alla
nostra legge del 2006”, ha premesso la Presidente della Commissione
Maestri, “quindi noi partiamo da un livello di scuola al di sopra
di quello nazionale”. Gli elementi più discussi, ha riassunto la
consigliera del PD, sono il tema della valutazione dei docenti, il
tema del dirigente manager,
ovvero della possibilità del dirigente scolastico di assumere
docenti su chiamata dentro un piano d’istituto, infine
l’articolazione della settimana su cinque anziché su sei giorni.
Dai
genitori la proposta di istituire la Consulta dei genitori.
Perplessità sul dirigente manager e dubbi sulla settimana corta
I
presidenti di 40 consulte dei genitori hanno espresso in un documento
una “forte unitaria proposta di modifica”, oltre a generiche
segnalazioni di principio. In
primis
un aspetto assente nella legge che appare per i genitori prioritario,
ovvero la costituzione di una Consulta provinciale dei genitori che
dovrebbe adottare come contenuto di indirizzo le linee guida delle
consulte dei genitori che furono elaborate a suo tempo su incarico
dell’assessorato. Altra richiesta: che l’elezione dei
rappresentanti dei genitori possa avvenire all’interno della stessa
Consulta, così come quella dei rappresentanti nelle singole
istituzioni scolastiche. La qualità della scuola è un processo per
il quale vanno costituiti gli strumenti dove la voce dei genitori
deve essere fondamentale. Sul dirigente manager
è
stato espresso il timore che si vengano a determinare discriminazioni
tra scuole di valle e di città. Problematiche organizzative e
strutturali sono state evidenziate sia nei tempi che nelle
metodologie scolastiche per l’introduzione della settimana corta.
Maurizio
Freschi per le Giudicarie ha ribadito l’importanza dell’istituzione
di una Consulta provinciale dei genitori. Sul superdirigente ha
rincarato la dose delle perplessità: questa figura porterebbe ad un
consiglio che dovrebbe ratificare le proposte e una situazione di
forte squilibrio. Alle valutazioni e all’incentivo economico
sarebbe preferibile una formazione aggiuntiva e qualificante.
Michele
Da Trozzo per l’Istituto comprensivo Pergine 1, ha posto l’accento
sull’importanza delle sinergie didattiche e il contatto tra scuola
e territorio.
Nicola
Tavonati per l’Istituto di Taio ha condiviso quanto osservato fin
qui, aggiungendo un’osservazione sulla formazione delle classi che
non andrebbe a suo avviso demandata ad un regolamento, bensì
costruita su meccanismi che diano garanzia di qualità e di bontà
della scuola, aldilà delle considerazioni meramente economiche.
Fondamentale a suo avviso anche la valutazione dei docenti che
dovrebbe avvenire da parte del dirigente: “se faccio bene non devo
temere, se sbaglio devo saperlo”. A suo parere, la figura del
dirigente
manager può
far paura, ma non è del tutto negativa: tutto sta nella
professionalità, occorre tarare la forza che gli è attribuita. Sui
cinque giorni occorre valutare, in ogni cambio c’è il timore del
cambiamento, ma sta a noi voler cambiare metodologie didattiche.
Sulla formazione delle classi la politica deve prendersi la
responsabilità di chiarire in legge.
Su
questo ultimo punto Maestri ha osservato che forse metterlo in legge
sarebbe eccessivo: occorre demandare all’atto amministrativo, che è
già previsto. Il Consiglio può rafforzare questo passaggio con
ordini del giorno.
Pedron
Umberto per Folgaria-Lavarone-Luserna, aldilà di alcuni punti già
evidenziati, ha suggerito la riflessione sul sistema di valutazione
per i docenti destinati alle scuole più decentrate: un docente che
possa coadiuvare il dirigente anche per bilanciarne il potere.
Ancora, sarebbe utile valutare degli strumenti per gestire situazioni
al limite, come docenti che si dimostrano inadeguati in corso d’anno.
Alessandro
Tamion per la Scuola ladina di Fassa si è espresso sul processo del
plurilinguismo e a sostegno dell’emendamento del consigliere ladino
Giuseppe Detomas sull’istituzione di corsi di alta formazione per i
docenti.
Montalesi
Alessandro del Liceo Da Vinci di Trento ha chiesto delucidazioni in
merito alle valutazioni degli insegnanti: quale è il destino di
questi strumento, qualora la valutazione fosse negativa cosa accade?
Altri
genitori sono intervenuti infine a ribadire bene o male le stesse
questioni, anche portando degli esempi concreti di situazioni vissute
dai ragazzi. Sono state sollevate diverse criticità con riferimento
alla continuità didattica, agli strumenti per la valutazione dei
docenti, all’adeguamento di didattica e organizzazione scolastica
nel caso dell’articolazione della scuola sui 5 giorni ecc.
Il
consigliere della Civica Claudio
Civettini
ha osservato che, a parte i casi limite, in via generale la qualità
dei docenti che operano nella scuola trentina è buona. Detto questo
laddove non ci siano “patologie dell’insegnamento”, si è
chiesto quali siano i criteri per valutare gli insegnanti.
Rodolfo
Borga
(Civica) ha chiarito che non arriva affatto il super dirigente così
come descritto. Tuttavia, non c’è organizzazione sociale che
funzioni senza una struttura gerarchicamente ordinata e senza
qualcuno che si assuma determinate responsabilità. Il problema è
certamente il merito, un problema di natura sindacale e contrattuale.
Come fare infatti a misurarlo?
La
Presidente Lucia
Maestri
ha rassicurato i genitori che il loro messaggio è arrivato forte e
chiaro. Le istanze rappresentate saranno riprese all’interno della
Commissione e se ne terrà conto. Raccogliendo le riflessioni emerse
durante l’incontro, Maestri ha rilevato come nessuna particolare
obiezione sia stata sollevata in merito al forte raccordo
scuola-lavoro introdotto da queste norme.