Dalla quarta Commissione
Disco verde per gli aiuti ai separati. Primo via libera al ddl Segnana
In allegato, il testo distribuito ai consiglieri
La
Quarta Commissione presieduta da Claudio Cia, ha completato
oggi l’esame del disegno di legge 39 dell’assessora Stefania
Segnana che prevede interventi di sostegno ai coniugi separati o
divorziati in difficoltà. Dopo le audizioni del mattino, nel
pomeriggio è stato approvato il testo (con 4 favorevoli e 2
astenuti).
La
Commissione incontrerà la Sapar
In
apertura, il
presidente Cia ha comunicato ai
commissari la
volontà
rappresentata
dalla
Sapar, associazione italiana dei
gestori del gioco di Stato,
di
essere ascoltata
in Commissione in
merito ai termini per l’entrata in vigore della legge che limita le
attività di gioco d’azzardo, prevista per l’agosto prossimo. La
Commissione ha
individuato
una
data per
l’incontro a
fine gennaio
Aiuti
ai separati: approvato il disegno di legge Segnana.
Lucia
Coppola
(Futura) ha annunciato
la propria astensione, apprezzando l’arricchimento provenuto dalle
audizioni, che può sicuramente contribuire a migliorare il testo,
nella consapevolezza che questo tema è trasversale e riguarda tutti,
indipendentemente dal colore politico.
Mara
Dalzocchio (Lega)
ha ringraziato la collega Segnana per la disponibilità dimostrata
verso un argomento
certamente complicato, trattato qui
con
un disegno di legge che ha trovato condivisione da parte di tutti i
soggetti ascoltati, che l’hanno infatti
condiviso
ampiamente. Certo, ha aggiunto, non si fa mai abbastanza, ma questo
rappresenta
un aiuto sostanziale a persone in difficoltà economica, che hanno
bisogno del sostegno pubblico.
Alessia
Ambrosi (Lega) ha sottolineato l’importanza di indirizzare le
finalità di questo disegno di legge ai separati con figli, cercando
di verificare le spese sostenute dalle famiglie .
Indubbiamente
condivisibili gli obiettivi del disegno di legge, ha notato Luca
Zeni (PD), seppure sono possibili delle modifiche migliorative:
ci riserviamo di proporre degli emendamenti per l’aula, per
contribuire a perfezionare il testo. Se ci si crede sarebbe anche
opportuno destinare qualche risorsa in più, ha aggiunto infine.
Paola
Demagri (Patt),
che aveva individuato fin dall’inizio alcune modifiche necessarie a
questo disegno
di legge, poi
confermate
dai soggetti ascoltati,
ha comunicato
di ritirare
i propri emendamenti. Sarebbe infatti emersa
la necessità di una revisione di parte del
documento.
Il ritiro degli emendamenti, ha
spiegato,
è legato ad un cambio di rotta e mi riservo una riflessione per
l’aula, ha aggiunto.
Il
presidente della Commissione Claudio
Cia ha
notato che il testo va
nella direzione giusta e fissa
l’attenzione su un tema molto sentito sul territorio ed ha invitato
l’assessorato a migliorare e modificare il testo alla luce delle
numerose osservazioni ascoltate
questa mattina, di cui
occorre
a suo avviso tenere conto.
L’assessora
Segnana
ha
ringraziato i commissari e gli uffici che hanno lavorato su un tema
molto
importante che
vuole dare risposte a persone in grave difficoltà. Un disegno di
legge che ha definito “trasversale” perché privo di colore
politico. Faremo delle valutazioni sulle osservazioni e riflessioni
che
abbiamo ascoltato
questa mattina, ha aggiunto,
che si tradurranno in puntuali
modifiche, alcune delle quali sono state già elaborate nella pausa
pranzo. Tre gli emendamenti votati:
si prevede l’ampliamento
del panorama dei beneficiari,
per cui si parla
di genitroi e non di coniugi, perché sarà poi
una
delibera di Giunta a definire
i criteri e stabilire
i
punteggi da assegnare a chi ha più o meno figli;
le
altre due modifiche riguardano la copertura finanziaria della
formazione e la sostituzione della parola “minori” con “figli”,
includendo dunque anche i figli con età maggiore di 18 anni.
Il
documento composto di 5 articoli è stato approvato con 4
voti favorevoli (Cia,
Dalzocchio, Paoli, Ambrosi) e
l’astensione di Lucia Coppola e Luca Zeni. Relatrice di maggioranza
è
stata nominata Mara
Dalzocchio.
Le audizioni di questa mattina
Nella mattinata di oggi si
sono tenute, sempre in Quarta commissione, le audizioni sul ddl
Segnana che prevede interventi a sostegno dei coniugi separati e
divorziati in difficoltà.
Il
magistrato: una proposta di legge lodevole.
Il
primo ad essere ascoltato è stato il magistrato Roberto Beghini del
Tribunale di Trento che ha definito la proposta lodevole perché il
settore è delicatissimo e teatro di conflitti grossi. C’è bisogno
di un intervento come questo anche in Trentino, secondo il
magistrato, perché la maggioranza delle separazioni e dei divorzi
riguarda famiglie che hanno un tenore di vita medio basso e ciò
amplifica ovviamente i problemi cone la casa e i mutui. Nella
disgregazione del nucleo familiare nella stragrande maggioranza dei
casi i mariti sono costretti a pagare il mutuo e in più un affitto
precipitando in una condizione di povertà.
Cia
ha chiesto, visto che ci sono molti conviventi con figli parlare
anziché di coniugi di genitori. Un’idea che potrebbe essere
giusta, secondo Beghini, aggiungendo però il termine genitori a
quello di separati e divorziati.
Alessia Ambrosi (Lega) ha chiesto se
i problemi riguardano più gli uomini delle donne. Il dottor Beghini
ha risposto che nel 90% dei casi è il marito che deve uscire dalla
casa coniugale.
Lucia Coppola (Futura) ha chiesto su questo dati
certi perché le statistiche nazionali dicono che è il 60% degli
uomini che deve lasciare il tetto coniugale e tantissimi sono i casi
nei quali gli obblighi di mantenimento dei figli non vengono
ottemperati.
Mara
Dalzocchio (Lega) ha sottolineato che il ddl è rivolto a chi è, con
figli o senza, in difficoltà.
Infine,
il magistrato ha detto che l’articolo 3 che stabilisce che venga
messo a disposizione un alloggio pubblico se non c’è una
possibilità di trovare una soluzione attraverso la rete familiare,
appare limitativo. C’è chi torna dalla mamma a 40 – 50 anni ma è
ovviamente psicologicamente complesso quindi ha auspicato una
modifica.
Le
associazioni: i problemi sono sempre più gravi.
Sandra
Dorigotti, presidente di Alfid, ha detto che i problemi vanno
affrontati a livello di sistema e ha ricordato che la povertà in
Italia e in Trentino è legata spesso alle coppie monogenitoriali,
soprattutto le madri. Le finalità del ddl sono positive, ma non si
capisce se è destinato solo ai genitori o anche a chi non ha figli.
Dorigotti ha aggiunto che si dovrebbero allargare i benefici previsti
anche alle unioni civili o di fatto che sono già parificate a quelle
matrimoniali dalle norme civili. Riguardi al sostegno economico
sarebbe utile chiarire ad esempio quale tipologia di prestiti può
essere sostenuta.. Va posta poi attenzione all’anticipo
dell’assegno di mantenimento, che sempre più spesso non viene
pagato per veri motivi di difficoltà economiche, in modo da
precedere il passaggio alla pratica giudiziaria. Sulla casa, infine,
secondo la presidentessa di Alfid, sarebbe utile aumentare il
punteggio per le case Itea. Rimane fuori dal ddl la previsione di
alloggi di vita collettiva per donne e uomini, esperienza che Alfid
ha già avviato in quattro strutture. Bene invece l’articolo 4 che
mette a fuoco la necessità di interventi di mediazione familiari e
di accompagnamento di coppia.
Simona
Ticchi della Caritas diocesana ha ricordato che in Caritas arrivano
soprattutto padri che sono alle prese con il problema abitativo che
rimane quello principale ed è determinante nel far scivolare le
persone nella povertà. Molti, ha ricordato, sono i padri separati
che cercano una soluzione nei dormitori. Inoltre, il sostegno
abitativo è particolarmente importante anche per il lavoro e le
relazioni sociali. Importante, per la Caritas, è il sostegno anche
alle coppie in crisi che non hanno figli.
Francesco
Sbardellati, vicepresidente del Centro aiuti ai papà separati, ma
che fornisce assistenza ai genitori al di là del genere, ha detto
che l’associazione accoglie con sollievo la legge perché le
difficoltà sono sempre più gravi. Ma garantire i benefici solo ai
coniugi separati può discriminare le coppie di fatto. Mentre con
l’obbligo di residenza c’è il rischio di lasciar fuori le coppie
con stranieri. Anche il criterio dell’Icef è pericoloso, secondo
Sbardellati, perché molte persone hanno, sulla carta, un reddito o
un patrimonio che però, con la necessità di pagare gli alimenti e
l’affitto, risulta fittizio. Anche sull’esclusione di chi ha
avuto condanne penali va posta attenzione perché spesso le accuse di
violenza non vengono confermate in giudizio. Per Sbardellati, in
sintesi, vanno evitate le misure che possono emarginare i soggetti
già in difficoltà e che spesso vedono i servizi sociali come un
rischio perché temono di vedersi portar via i figli. Cia,
concordando col vicepresidente del Centro aiuti ai papà separati, ha
ricordato che le analisi hanno dimostrato che dei 12 mila bambini
casi di bambini tolti alle famiglie in Italia la metà sono risultati
ingiustificati.
Massimo
Occello, presidente della Consulta provinciale delle politiche
sociali, ha affermato che i provvedimenti previsti dal ddl sono molto
buoni ma andrebbe aumentata la copertura finanziaria che così com’è
prevista, 100 mila euro per il 2020 e 200 mila per il 2021,
servirebbe a coprire solo un numero limitato di casi. La
vicepresidente Liliana Giuliani ha aggiunto che va fatta una
valutazione del numero delle persone che possono accedere a queste
agevolazioni con un’ottica preventiva. La valutazione del bisogno,
inoltre, è fondamentale, così come quella sull’impatto della
legge. Importante è poi l’integrazione dei servizi sociali.
Paola
Pisoni, presidente del Forum delle associazioni familiari, ha anche
lei sottolineato che a fronte di uno stanziamento ridotto va definito
cosa significa grave difficoltà economica che non può limitarsi
all’Icef. Inoltre, il provvedimento andrebbe indirizzato
principalmente ai genitori. Un altro problema è quello dei prestiti:
secondo la presidente del Forum va specificato il motivo dei debiti
favorendo quelli fatti per la famiglia. Per quanto riguarda
l’esclusione dai benefici di chi ha procedimenti giudiziari in
corso secondo la presidente del Forum andrebbero aggiunti, oltre lo
stalking, i maltrattamenti in famiglia. Una proposta condivisa da
Lucia Coppola. Sbardellati ha affermato invece che l’importante è
non togliere la possibilità di una persona di incontrare i figli.
Che senso ha, ha detto, ad un padre che è accusato di stalking
nei confronti della madre togliere anche la possibilità di vedere i
figli?
Rossano
Santuari della Famiglia Materna ha espresso apprezzamento per il ddl
ma sul sostegno abitativo andrebbe introdotto un punteggio che
privilegi le situazioni di difficoltà e la possibilità di
finanziare interventi del terzo settore anche nel campo della
mediazione familiare. Anche perché l’esperienza dimostra che
interventi seri, come le foresterie sociali che portano al recupero
della responsabilità dei coniugi, possono evitare le difficoltà di
cui si sta parlando. Anche secondo Santuari va fatto uno sforzo con
l’Università per studiare più a fondo questo problema sociale.
Gli
avvocati: esclusione dai benefici solo a condanna definitiva.
Per
l’ordine degli avvocati sono intervenute Lucia Bobbio e Paola
Paolazzi. L’avvocato Bobbio ha detto che le difficoltà riguardano
soprattutto le famiglie con figli, quindi andrebbe sostituito il
termine “coniuge” con “genitore” che comprende sia il coniuge
legale che il padre e la madre di fatto. Quando si parla di assegno
di mantenimento, inoltre, nel ddl non è chiaro se è per i figli o
il coniuge, misura che però, nei fatti, ha aggiunto l’avvocatessa
Bobbio, è sempre meno applicata dal giudice. Uno dei problemi
emergenti, anche per gli avvocati, è invece quello della difficoltà
nell’adempimento degli assegni familiari. Sull’esclusione
prevista dal ddl per motivi penali Lucia Bobbio ha detto che, a
condanna definitiva, andrebbe prevista anche la decadenza dai
benefici. Per quanto riguarda la mediazione familiare nella legge
andrebbe citata la convenzione di Instabul che la esclude nei casi di
violenza domestica. Lucia Paolazzi ha anche lei insistito sul fatto
di utilizzare una formula diversa da quello di coniuge questo per
tutelare sia i genitori che le persone che sono marito e moglie di
fatto e per avere la massima chiarezza terminologica. Sulle condanne
anche non in via definitiva, invece, è chiaro che la norma contrasta
col principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
Lucia Coppola, su quest’ultimo punto, ha detto che ci sono problemi
con la violenza di genere. Perché quasi sempre la donna, che spesso
rischia la vita, non può certo attendere il giudizio definitivo.
L’avvocatessa Paolazzi ha detto di capire queste motivazioni ma la
norma è palesemente incostituzionale. Inoltre, l’esperienza
dimostra che gli interventi di tipo sociale funzionano molto meglio.
La proposta normativa forse potrebbe limitarsi a prevedere la
sospensione dai benefici fino alla condanna.
L’Azienda
sanitaria: ddl in linea con i nostri servizi.
Per
l’Azienda sanitaria sono intervenuti il dottor Enrico Nava, il
quale ha detto che il ddl è in linea con i servizi offerti
dall’Apss, e la dottoressa Elena Bravi, primario di psicologia
clinica e direttore dell’area salute mentale dell’Azienda, che ha
affermato che c’è già un investimento sull’educazione alla
genitorialità che va preservata indipendente dallo stato coniugale.
I consultori lavorano molto sulla preparazione a diventare genitori,
anche con corsi dedicati ai papà e alla genitorialità fragile
come nei casi delle e dei minorenni. I consultori seguono i momenti
solitamente difficili, come la nascita del primo figlio, ma non c’è
un’attenzione specifica sul tema delle difficoltà dei padri
separati. I servizi dell’Azienda insomma, sono particolarmente
dedicati alla prevenzione e alla preparazione.
Un scelta, ha detto
Lucia Coppola, importantissima per evitare e contenere le difficoltà.
Cia ha chiesto se ci sono iniziative per aiutare le coppie che vanno
in crisi con il primo figlio.
La dottoressa Bravi ha detto che il
tema ha a che fare con la maturità della coppia che spesso è
impreparata all’arrivo del bambino descritto socialmente come un
fatto solo felice. Però in questi casi la crisi è molto spesso
transitoria e quindi può essere affrontata. Diversi sono i casi in
cui c’è una conflittualità grave che arrivano ai servizi
dell’Apss attraverso il tribunale e di quelli che richiedono un
intervento terapeutico in particolare i casi di depressione post
parto che, come dimostra la letteratura più recente, riguarda anche
gli uomini. Inoltre, c’è un sistema di allerta che prevede la
segnalazione alle ostetriche delle gravidanze difficili sotto il
profilo psicologico che vanno seguite anche dopo la nascita del
figlio. Nava ha detto che la rete di accompagnamento alla nascita
rappresenta comunque un elemento di prevenzione primaria e un punto
di osservazione privilegiata.
La
Cpo: un ddl in alcuni punti vago e ambiguo.
Ultima
audizione della mattinata quella della Commissione pari opportunità
con Carla Maria Reale e la presidente Paola Maria Taufer la quale ha
detto che la proposta va bene anche se ha rilevato alcuni profili sui
quali la Cpo richiede chiarimenti: la necessità di avere dati
recenti e locali per evitare una visione semplicistica delle
contrapposizioni tra coniugi. Il testo, ha aggiunto, è spesso vago
e ambiguo e si presta ad incertezze interpretative. Servirebbero,
inoltre, fissare una serie di principi per orientare i criteri
attuativi della legge. Inoltre, nel testo, menzionando solo i
coniugi, si escludono i conviventi con figli e quindi appare
discriminatorio. Nello specifico, ha continuato la presidentessa del
Cpo, la dicitura “ruoli materno e paterno” andrebbe sostituito
con “ruoli genitoriali” per evitare visioni stereotipate della
genitorialità e discriminazioni di genere. Un passaggio
dell’articolo due, inoltre, sempre secondo la Cpo, sembra suggerire
che le condizioni di indigenza siano causate dalle sentenze del
giudice screditando quindi l’organo giudiziario. Infine, per quanto
riguarda l’esclusione dai benefici di chi ha compiuto reati, la Cpo
auspica che l’articolo venga applicato, escludendo anche l’accesso
alla mediazione familiare e all’assistenza, a tutti i casi di
violenza verso i coniuge e compiuta davanti ai figli. Vago infine
l’articolo che parla della valorizzazione dei servizi socio
sanitari e assistenziali.
Lucia
Coppola ha condiviso queste osservazioni perché, secondo lei,
renderebbero più preciso il ruolo di questo ddl. E ha auspicato,
infine, che l’assessore tenga conto delle audizioni.
Paola Demagri
(Patt), sottolineando la necessità di avere dati obiettivi e ha
evidenziato che le richieste di miglioramento del ddl vanno tutte
nella stessa direzione e hanno lo stesso obiettivo.
Cia, infine, ha
ricordato che l’assessorato ha seguito con serietà e attenzione le
audizioni.