Prima riunione oggi alle 9.30 per eleggere il presidente, il vicepresidente e il segretario
Si insedia la Commissione d'indagine sull'affidamento dei minori a famiglie o comunità familiari
In allegato, il testo della mozione con la quale il Consiglio ha istituito, a maggioranza, l'organismo
Prima seduta, oggi alle 9.30 a palazzo Trentini, per la Commissione speciale di indagine in materia di affidamento dei minori, i cui componenti sono stati nominati il 9 ottobre dal Consiglio provinciale che in settembre aveva approvato con 9 voti a favore, 5 contrari (Futura e Patt) e 7 di astensione (Pd, 5 Stelle e UpT) la mozione istitutiva dell'organismo su proposta della Lega. Convocata dal presidente dell'assemblea legislativa Walter Kaswalder, questa prima riunione ha lo scopo di procedere all'elezione delle cariche interne: presidente, vicepresidente e segretario. Fanno parte della Commissione 9 consiglieri in rappresentanza della maggioranza e delle minoranze: Dalzocchio, Paoli e Rossato per la Lega, Cia per Agire, Guglielmi per Fassa, Ferrari per il Pd, Coppola per Futura, Degasperi (5 Stelle) e De Godenz per l'UpT.
CHE COS'E' L'AFFIDAMENTO DEI MINORI
Il testo della mozione istitutiva (allegato) evidenzia nella premessa che "l'affidamento familiare dei minori risponde all'esigenza di assicurare
risposte al bisogno affettivo, al mantenimento, all'educazione e all'istruzione dei
minori privi temporaneamente di un ambiente familiare idoneo, assicurando al
minore il diritto a una famiglia che integri o sostituisca in via temporanea quella
d'origine, fermo restando l'obiettivo del rientro del minore nel suo nucleo
familiare. In buona sostanza la finalità sottesa all'intervento è duplice: da un lato il
sostegno del minore, dall'altro il sostegno alla sua famiglia d’origine. Oggi la legge stabilisce che il minore
temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo venga affidato a una
famiglia, preferibilmente con figli minori, o a una persona singola in grado di
assicurargli il mantenimento, l'educazione, l'istruzione e le relazioni affettive di
cui egli ha bisogno.
Dove ciò non sia possibile, è consentito
l'inserimento del minore in comunità di tipo familiare "caratterizzate da
organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia" o, in
mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato che abbia sede,
preferibilmente, nel luogo più vicino a quello in cui risiede stabilmente il nucleo
familiare di provenienza. Per i minori di età inferiore a sei anni l'inserimento può
avvenire solo presso una comunità di tipo familiare.
UN'ATTIVITA' RICOGNITIVA CONSIDERATA "INDILAZIONABILE"
Su queste basi, la mozione osserva poi che "appare indilazionabile compiere un'attività ricognitiva e
di verifica, anche a seguito di taluni fatti di rilevanza nazionale che hanno messo
in evidenza criticità gestionali di biasimevole impatto. Non si tratta certo di
sollevare dubbi di simile portata in ambito locale, quanto piuttosto di focalizzare
l'attenzione in ordine alle procedure connesse all’individuazione dei minori da
tutelare e delle procedure di supporto, affidamento e reinserimento dei minori in
ambito familiare per vagliare la qualità degli interventi, che devono essere
funzionali al sereno sviluppo del minore, anche promuovendo la sperimentazione
di forme innovative di accoglienza tese a favorire interventi più incisivi e
personalizzati.
ACQUISIRE NOTIZIE, INFORMAZIONI, DOCUMENTI UTILI
La Commissione consiliare d’indagine, prosegue il testo, avrebbe appunto il compito di acquisire notizie,
informazioni e documenti, anche tramite rilevazioni statistiche, e ogni altro
elemento utile afferente l'affidamento di minori a famiglie o a comunità familiari
in ambito provinciale, anche attuando una verifica comparata con altre realtà
regionali e, comunque, attraverso l'audizione dei soggetti coinvolti nell'attuazione
di questi interventi: anzitutto i servizi sociali, il tribunale per i minorenni, i
soggetti pubblici e privati coinvolti e/o impegnati nell'accoglienza di minori e le
associazioni operanti nel settore coerentemente alle loro finalità statutarie.
AL TERMINE, UNA RELAZIONE AL CONSIGLIO
Al termine dei lavori, l'organismo consiliare riferire al
Consiglio i dati acquisiti e le conclusioni raggiunte, anche per quanto attiene
l'adeguatezza dell'assetto degli interventi integrativi o sostitutivi di funzioni
proprie del nucleo familiare e in particolare dei servizi relativi all'affidamento di
minori, definiti dalla legge provinciale 27 luglio 2007, n. 13 (legge provinciale
sulle politiche sociali 2007) e dai relativi strumenti di programmazione in modo
coordinato con gli atti di programmazione sanitaria, con quelli in materia di
istruzione e di sicurezza, anche in funzione dell'elaborazione di puntuali risposte
al bisogno affettivo, di mantenimento, di educazione e di istruzione dei minori
privi di un ambiente familiare idoneo.
NON PIU' DI DUE ANNI DI LAVORO
Non va dimenticato, nell'ambito dei soggetti pubblici coinvolti
attivamente nel sistema integrato dei servizi sociali, il ruolo fondamentale dei
comuni ai fini della progettazione e dell'attuazione degli interventi, esercitato in
forma associata mediante le comunità previste dalla legge provinciale 16 giugno
2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell'autonomia del Trentino), in
attuazione del principio di sussidiarietà.
Per quanto attiene i limiti temporali dell'attività, la commissione
dovrebbe concludere i lavori entro due anni dalla sua istituzione, salva proroga
motivata in caso di decorso del termine.
Nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 148 del regolamento
interno del Consiglio, nello svolgimento dell'indagine la commissione potrà
sentire i componenti della Giunta provinciale, amministratori di comuni e
comunità, i responsabili delle strutture competenti della Provincia, di comuni e
comunità, coinvolgendo comunque il consiglio delle autonomie locali. La
commissione, inoltre, potrà acquisire ogni utile informazione all'indagine,
invitando i soggetti, pubblici e privati, che possano are contributi significativi,
fatti salvi, comunque, i profili di riservatezza implicati dalla materia.
IL COMPITO AFFIDATO ALLA COMMISSIONE: INDAGARE SULL'ASSETTO DEL SERVIZIO
Il dispositivo della mozione proposta da Mara Dalzocchio, capogruppo della Lega Salvini Trentino, e approvata a maggioranza in Aula, impegna appunto il presidente dell'assemblea legislativa Walter Kaswalder ad attivare la procedura finalizzata alla nomina di una commissione consiliare d'indagine
sull'assetto in ambito provinciale del servizio di accoglienza dei minori presso
famiglie o a comunità di tipo familiare, allo scopo di verificare le procedure connesse
all’individuazione dei minori da tutelare, nonché le procedure di supporto,
affidamento e reinserimento dei minori in ambito familiare, l'adeguatezza del
servizio sul piano delle risposte al bisogno affettivo, di mantenimento, di
educazione e di istruzione dei minori privi di un ambiente familiare idoneo e la
relativa rispondenza, sul piano del benessere del minore, alle normative di riferimento.