Verrà costituito un gruppo di lavoro per affrontare il tema del calo dei ragazzi sulle piste da sci
Incentivi per i giovani sciatori, sospeso il ddl Olivi
In allegato, l'emendamento di Olivi e il documento dell'Anef
Il ddl Olivi (Pd),
su richiesta dello stesso proponente, è stato sospeso oggi in
Terza commissione, presieduta da Ivano Job della Lega, perché
verrà creato un gruppo di lavoro per arrivare ad una norma che
affronti in maniera organica il tema del drastico calo della
pratica dello sci da parte dei giovani. Il Ddl,
nella prima stesura, prevedeva l’accesso gratuito ai
minorenni agli impianti di risalita, ma lo stesso Olivi
stamattina ha presentato in commissione un emendamento che conferma,
coinvolgendo anche la scuola, l’obiettivo di incentivare gli sport
della montagna e lo sci da parte dei giovani, affidando alla Giunta
la possibilità di calibrare questo incentivo anche in base a
questioni giuridiche e di sostenibilità, introducendo tariffe
agevolare per gli skipass che possono arrivare fino alla gratuità.
Gratuità, ha ribadito l’esponente Pd, che non è l’obiettivo
della proposta: il target principale è quello di mettere nero su
bianco una norma condivisa che codifichi il principio che la Pat deve
farsi carico di una questione, qual è il calo di interesse
delle nuove generazioni per lo sci, molto seria per un
territorio come il nostro. Problema che non è solo di
soldi e di costi ma soprattutto culturale. L’elemento della
gratuità non è, quindi, il fine ultimo ma un mezzo per sollevare un
tema che dev’essere affrontato con un impegno pubblico attraverso
una norma di legge. Del gruppo di lavoro, oltre ad Olivi e a Job,
farà parte l’assessore Failoni, i soggetti ascoltati oggi in
commissione e un rappresentante della scuola.
Il Cal: gli skipass gratis
non risolvono il problema.
Paride Gianmoena, presidente
del Cal, ha detto che i dati sul calo dei giovani nello sci alpino ma
anche in quello nordico sono evidenti. Però il Consiglio delle
autonome non è d’accordo sulla gratuità, perché, ha detto
Gianmoena, ciò che è gratis non ha valore. C’è poi il problema,
ha aggiunto, che con la gratuità di sposterebbero sciatori sui
grandi caroselli sciistici a scapito dei piccoli impianti. La scuola,
invece, potrebbe avere un grande ruolo, imitando il modello delle
settimane dello sci alle elementari in Alto Adige – Sudtirol.
Infine, per il Cal, la regia deve rimanere nelle mani della Pat
perché non si può spostare la gratuità sui gestori con il rischio
di creare diseguaglianze tra territori. Job ha ricordato che ci sono
già esperienze di convenzioni e contributi nei comuni per la
riduzione dei costi dello sci e, su questo, ha chiesto a Gianmoena se
realmente poi gli skipass vengono usati dai ragazzi. Il presidente
del Cal ha ribadito che la gratuità non funziona anche perché far
pagare qualcosa responsabilizza e motiva.
Olivi ha affermato ricordato
che in Val d’Aosta, dove gli impianti sono tutti in mano alla
Regione, lo skipass è gratis fino a 10 anni (da noi ci si
ferma a 8) e fino ai 18 anni costa solo 50 euro. Il consigliere Pd ha
ribadito la necessità di ragionare affinché con la regia della Pat
perché la Giunta stabilisca le tariffe.
Pietro De Godenz (UpT) ha
apprezzato l’intervento di Gianmoena, in particolare il richiamo
all’esperienza di Bolzano. Per contrastare il calo di appeal tra i
giovani dello sci, secondo l’esponente dell’UpT, serve un
progetto globale, magari copiando le buone pratiche come quelle
attuate in Provincia di Bolzano. De Godenz ha espresso dubbi sul
possibilità che la Pat stabilisca le tariffe degli skipass, sia dal
punto di vista giuridico che da quello della libertà di impresa. La
carta che va giocata, invece, è quella della diffusione della
cultura della montagna nelle scuole.
Anef: le risalite gratuite
peserebbero troppo sulle aziende.
La seconda audizione è stata
quella di Eduard Martinelli, direttore nazionale dell’Anef,
l’associazione nazionale esercenti funiviari, il quale ha detto che
c’è condivisione per la promozione tra i giovani della cultura
della montagna, ma ci sono questioni di carattere fiscale e giuridico
che pongono dubbi sulla gratuità, che andrebbe, tra l’altro, in
contrasto con la direttiva Bolkestein che ammette interventi di
questo tipo solo per i trasporti pubblici. Inoltre, una gratuità
obbligatoria comporta comunque il versamento Iva sugli abbonamenti e
le società quindi si troverebbero a far fronte ad una riduzione di
fatturato, complessivamente attorno al 10%, al quale si dovrebbe
aggiungere il costo dell’Iva. Inoltre, non è pensabile motivare
una limitazione della libertà delle imprese con il fatto che il
settore, strategico per la nostra economia, ha avuto un sostegno
pubblico. Secondo Martinelli ci sarebbe la possibilità che l’ente
pubblico rimborsi gli skipass gratuiti ma ci si troverebbe comunque
di fronte alla Bolkestein; l’altra strada, più percorribile,
sarebbe quella di rapportarsi con gli istituti scolastici per
sviluppare un percorso culturale a favore dello sci e della montagna
con la partecipazione degli impiantisti, scuole di sci e docenti.
Rispondendo a Lucia Coppola (Futura), il direttore di Anef ha detto
che in Val d’Aosta si è scelta la strada dello stagionale
scontato, ma è una soluzione non percorribile da noi. Lo soluzione,
invece, dovrebbe trovata nella scuola con accordi tra società e
scuole, come si è fatto il Lombardia. La disponibilità delle
aziende a mettersi in gioco su questo, ha concluso, c’è come
dimostra, ad esempio, l’esperienza in Trentino del Free ski day,
una giornata di accesso alle piste per i minorenni.
Olivi ha detto di apprezzare
la posizione Anef e ha ricordato che l’emendamento va nella
direzione di un’apertura alle ragioni del settore. Sulla Bolkestein
ha aggiunto che qualche spazio c’è ed ha ricordato che i giovani
che vanno a sciare sono un investimento per la società destinato a
dare frutto anche se, nell’immediato, può esserci dal punto di
vista contabile qualche perdita. Il tema della formazione degli
sciatori, che avviene spesso su piccoli campi, considerate strutture
pubbliche, va a vantaggio anche dei grandi impiantisti.
Pietro De Godenz, condividendo
la posizione di Anef, ha detto che al centro va posto il tema della
cultura della montagna. Cultura che va diffusa, perché la realtà
parla chiaro: i bambini, che sia alpino o nordico e al di là dei
costi, non vanno più a sciare. In questo la scuola deve giocare un
ruolo fondamentale e si deve creare un obbligo per la diffusione, in
generale, della cultura degli sport legati alla montagna. Anche
perché l’ esperienza del biglietto gratis, ha concluso, è fallita
ovunque.
L’assessore Failoni, non
condividendo il tema della gratuità, ha detto che da parte
dell’assessorato allo sport e quello all’istruzione si sta
affrontando con impegno il rapporto tra scuola e sport che troppo
spesso però è drammatico a causa dell’autoreferenzialità della
scuola. Sullo sci si stanno mettendo in campo iniziative per avere
giornate dedicate agli sport della neve ma, più in generale, ha
aggiunto, si deve capire perché i ragazzi fanno sempre meno sport, o
smettono a 14 anni come dimostra, drammaticamente, l’indagine
realizzata del Coni.
La Fisi: il calo dei
giovani sulle piste da sci è pesante.
Per la Fisi è intervenuto il
presidente Tiziano Mellarini il quale ha detto che, nonostante gli 8
mila iscritti, il calo dei giovani sciatori è evidente in tutta
Italia. La Fisi sta cercando di mettere in campo incentivi, anche con
la scuola vista anche l’importanza dello sci per il nostro
territorio. Le agevolazioni da parte degli impiantisti, ha ricordato
Mellarini, ci sono, gli atleti che fanno parte del Comitato, dai 18
ai 25 anni, hanno accesso gratuito agli impianti. Ma il costo dello
sci è elevato e la proposta Olivi di creare un gruppo di lavoro con
la Fisi e l’Anef e Maestri di sci può essere utile per trovare una
soluzione uniforme sul territorio con ulteriori agevolazioni rivolte
al settore giovanile.
Rispondendo a Lorenzo Ossanna
(Patt) il presidente ha detto che la Fisi non può dire per principio
no alla gratuità egli skipass, anche se per gli agonisti i costi, si
arriva a 15 mila euro all’anno, sono alti per altri motivi.
Comunque, ha concluso Mellarini, un’azione va fatta per avvicinare
i ragazzi allo sci.
I maestri di sci: sempre
meno ragazzi ritirano gli skipass scontati.
Per il Collegio dei maestri di
sci è intervenuto Mario Panizza affermando che il problema è sempre
più grave e lo spirito del ddl è condivisibile, perché l’abbandono
dei ragazzi della montagna è generale e non riguarda solo gli sport
invernali. Ma il problema va al dì la della gratuità. A Vermiglio,
ha ricordato, sugli impianti del Tonale tutti i ragazzi del posto
fino a 16 anni sciano gratis da 40 anni. Ma, fino al 2000, il 70%
ritirava lo skipass, lo scorso anno questa percentuale si è
ridotta al 30%. Quindi, il tema è più vasto. I maestri di sci, ha
aggiunto Panizza, hanno dato già in passato la disponibilità ad
aprire una discussione, e rispondendo a Olivi, ha detto che il
coinvolgimento nelle scuole sulla sicurezza dello sci, sul modello
della Val d’Aosta, in base alla disponibilità del dirigente
scolastico, c’è da tempo.
Lucia Coppola (Futura) ha
sottolineato che evidentemente c’è una disattenzione anche da
parte delle famiglie che vanno stimolate e si dovrebbero prevede dei
momenti scolastici obbligatori per far conoscere lo sci e la montagna
perché la situazione sta diventando emergenziale. Alessio Manica del
Pd ha detto che il ddl ha portato in evidenza il tema del disamore
dei giovani rispetto allo sci. Interessante sarebbe sapere se questo
calo si trova anche in altri sport. Così come sarebbe interessante
capire se i nostri giovani hanno una visione della montagna rispetto
ai modelli turistici tradizionali. Rimanendo allo sci l’obiettivo
del gruppo di lavoro dovrebbe essere quello di arrivare ad una norma
omogenea, di sistema per tutto il territorio trentino che ponga la
questione sotto la regia pubblica.
Trentino Sviluppo: le
piccole società sarebbero le più penalizzate.
Per la Trentino Sviluppo è
stato ascoltato il vicepresidente Fulvio Rigotti il quale ha
ricordato che il settore è composto da 230 impianti, produce un
fatturato di 130 milioni, che muovono, con l’indotto, un miliardo
di euro. Ts interviene attualmente in 16 società, rispetto alle 21
del 2014. Rispetto al passato Trentino Sviluppo privilegia, rispetto
alle partecipazioni dirette, gli asset, acquistando impianti e bacini
di innevamento. Quindi, più proprietà e meno gestione. Rigotti,
presentando l’attività di Ts, negli impianti ha ricordato che oggi
le partecipate, quasi tutte medio - piccole, rispetto alle perdite di
8 milioni del 2014, hanno i bilanci in pareggio o in utile.
Rispondendo a Job ha poi ricordato che la società della Pat ha
investito negli impianti più di un centinaio di milioni. Nello
specifico della proposta Olivi, il vicepresidente della spa ha detto
che sono condivisibili le finalità, ma grosse perplessità ci sono
invece sulle modalità di intervento. Prima di tutto la gratuità che
porterebbe un calo di fatturato, comporterebbe comunque il pagamento
dell’Iva, oneri di controllo sulle tessere gratuite. Un onere
stimato attorno ai 10 milioni di euro, 300 mila euro solo per il
Bondone. Un peso che si concentrerebbe sulle stazioni minori, quelle
che si occupano dell’avviamento allo sci. Anche Rigotti si è
chiesto se davvero operare solo sui costi può essere utile. Le
esperienze dicono di no, ha ricordato, anche perché i veri costi
dello sci non sono quelli dello skipass. Quindi, per le società se
non c’è una compensazione, la norma non sarebbe sostenibile anche
dal punto di vista della direttiva Bolkestein. Meglio sarebbe,
invece, intervenire su trasporti o le assicurazioni per gli
accompagnatori scolastici dei ragazzi per incrementare la sensibilità
della scuola nei confronti dello sci. Il vicepresidente di Ts ha
detto però che c’è la necessità di una perequazione tra le
piccole società che formano i ragazzi e le grandi stazioni di alta
quota.
Rispondendo a De Godenz,
Rigotti è entrato nello specifico dell’impatto che la skipass
gratuito per i minorenni avrebbe sulle società partecipate da Ts: si
andrebbe dal 10% al 60% del fatturato. Bolbeno subirebbe un impatto
di più 50%, così come la Panarotta e Folgaria dove le piste sono
frequentate da tanti bambini. Olivi ha ribadito di essere pienamente
cosciente che parlare solo di bilanci non risolve il problema che va
affrontato complessivamente.