Approvata dal Consiglio provinciale La relazione della Giunta presieduta da Paccher
Elezioni 2018, chiusa anche in Aula la verifica sui consiglieri
Roberto Paccher
Il Consiglio provinciale nel primo pomeriggio ha approvato con 26
favorevoli e 3 astenuti (Ghezzi, Marini, Degasperi) la relazione
finale della Giunta delle elezioni, relativa al voto provinciale del
2018, letta sta,ame dal presidente dell'organismo Roberto Paccher (Lega).
Giorgio
Tonini (Pd) nel preannunciare il voto favorevole del proprio
gruppo ha ricordato di non aver mai pensato che vi fossero problemi
di legittimità nell'elezione del presidente Fugatti. Solo ragioni di
opportunità, ha spiegato, avrebbero consigliato di non fare la
campagna elettorale da sottosegretario. Ha aggiunto che a suo avviso
vi è un buco nella legislazione, perché al limite Fugatti avrebbe
potuto continuare a fare il sottosegretario anche da presidente della
Provincia.
Ugo
Rossi (Patt), pur condividendo la relazione, ha ricordato che vi
era stata qualche contraddizione politica in merito alla posizione
del presidente Fugatti. Nell'esercizio dell'attività di governo era
stato detto, infatti, che il presidente Fugatti si era adoperato per
la riapertura del punto nascita di Cavalese. Cosa oggettivamente
vera. Che poi per un formalismo il ruolo di un sottosegretario non si
possa considerare come quello di un ministro e che Fugatti abbia
potuto candidare come presidente della Provincia, “è un dato al
quale ci inchiniamo – ha osservato Rossi – ma che va notato. Va
notato perché noi non siamo una regione ordinaria ma, per quanto
riguarda alcune competenze, quasi un piccolo Stato. Il fatto che,
quindi, Fugatti abbia potuto fare una campagna elettorale vestendo un
ruolo di membro del governo costituisce, secondo il capogruppo del
Patt, un qualcosa che non dovrebbe essere seguito in futuro da
nessuno.
Luca
Guglielmi (Fassa) ha replicato a Rossi sostenendo che se si
dovessero assecondare le sue richieste bisognerebbe fare un
ragionamento a 360 gradi su tutti. E ha poi confermato il proprio
voto favorevole alla relazione.
Alessandro
Savoi (Lega) ha ricordato che la sua eleggibilità a consigliere
quand'era presidente di un'associazione dilettantistica, era stata
ampiamente chiarita già nel 2008. E si è detto quindi rammaricato
che la Giunta delle elezioni abbia messo oggi nuovamente in
discussione la sua posizione. Quanto all'eleggibilità del presidente
Fugatti, che avrebbe fatto campagna elettorale da sottosegretario,
Savoi ha ricordato che era stata la stessa precedente Giunta Rossi,
interpellata sulla questione, a rispondere che la candidatura a
presidente era perfettamente legittima. Per Savoi “si è quindi
perso tempo e denaro inutilmente per mesi”.
Claudio
Cia (Agire) ha ricordato alcune scorrettezze subite dalla Giunta
delle elezioni in merito al rapporto con gli organi di informazione.
Ad un certo punto infatti, sulla stampa era emerso il dubbio che
alcuni consiglieri fossero presenti in Aula in modo illegittimo. E
questo nonostante i componenti della Giunta delle elezioni avessero
chiesto riservatezza per tutelare l'onorabilità dei consiglieri.
Consiglieri che nulla avevano da rimproverarsi circa la loro presenza
in quest'Aula. Intanto però a mezzo stampa era stato instillato
questo dubbio nei cittadini. E tutto ciò in nome della trasparenza.
Secondo qualcuno addirittura i lavori della Giunta delle elezioni
avrebbero dovuto essere seguiti da tutti con diretta streaming
facendo entrare i giornalisti. Cia ha aggiunto che ad avere una
posizione di vantaggio durante l'ultima campagna elettorale era stato
piuttosto il presidente Rossi, anche se legittimamente. Ma non si può
dire allora che da sottosegretario Fugatti era più avvantaggiato del
suo predecessore.
Paolo
Ghezzi (Futura) ha annunciato
astensione, non per il merito della relazione, ma per lo stile con
cui la maggioranza ha gestito (senza collegialità e senza i
richiesti approfondimenti) il lavoro della Giunta delle elezioni. Il
consigliere ha lamentato anche la scarsa trasparenza data ai lavori
dell’organismo.
Alex
Marini (5 stelle) ha rilevato che la relazione arriva in aula con 4
mesi di ritardo sul semestre previsto con termine, seppure
ordinatorio. Riprendendo un tema posto da Ghezzi, il consigliere ha
auspicato che si preveda la pubblicità delle sedute di Commissione
legislativa e di Giunta elezioni. Anch’egli ritiene che il tema
della eleggibilità di un sottosegretario del Governo doveva essere
meglio approfondita per la sua rilevanza (ad Aosta e a Bolzano ci
sono ad esempio legislazioni regionali che escludono la
candidabilità). Marini intende presentare un disegno di legge per
modificare le regole attuali in Trentino.
Il
presidente della Giunta Roberto Paccher
ha replicato su ogni punto. A Ghezzi: si è scelto di non
mettere alla gogna nessuno prima della decisione di merito, la
trasparenza non c’entra nulla. A Marini: nelle due precedenti
legislature, i lavori della Giunta elezioni si sono conclusi in tempi
più lunghi. Una consulenza ad hoc sul caso Fugatti avrebbe fatto
perdere altro tempo. E denaro.
Ha
dissentito con gli esponenti di opposizione anche Luca Guglielmi,
difendendo appieno l’operato del presidente Paccher e
condividendone la prospettazione. Sul caso Fugatti il consigliere ha
ricordato che il tribunale ha confermato l’eleggibilità,
addirittura accollando le spese legali ai ricorrenti.
Ugo
Rossi ha opinato che la Giunta ha lavorato bene, ma che Fugatti
per ragioni di pura opportunità avrebbe dovuto dimettersi da
sottosegretario del Governo Conte.
Alessandro
Savoi gli ha ribattuto che se
fosse così, anche l’ex presidente della Provincia Rossi nel 2018
avrebbe dovuto dimettersi prima di candidarsi.
Giorgio
Tonini: sì del Pd alla
relazione, ma rilevando la scompostezza della maggioranza di fronte a
legittime perplessità – di carattere politico – espresse dai
consiglieri della minoranza.