Confronto con Spienlli in V Commissione sui nuovi criteri per sostenere il settore
Cooperazione internazionale: l'assessore ha spiegato perché i privati devono compartecipare
Si
è svolto stamane presso la quinta Commissione permanente presieduta
da Alessia Ambrosi un incontro con l’assessore Spinelli in
merito alle nuove, dibattute politiche inaugurate dalla Giunta per
la cooperazione internazionale. Ne è emersa un’articolata
discussione nella quale l’assessore ha messo in evidenza le
motivazioni tecniche e politiche che hanno portato alle scelte,
ampiamente criticate da diversi consiglieri.
Un
settore delicato e sensibile sul quale coesistono differenti
sensibilità, ma che oggi compie, nel programma di riforma, gli
obiettivi elettorali, ha esordito Achille Spinelli con
riferimento ala cooperazione internazionale. Quella che si sta
svolgendo è un’azione politica e tecnica insieme, ovvero si parte
da un concetto politico supportato da un’analisi tecnica di quanto
realizzato in questo settore nel corso degli anni, ha spiegato.
Il
vincolo dello 0,25% è un freno alla crescita della cooperazione
internazionale
Quella
della cooperazione internazionale è una realtà composita per
soggetti, obiettivi e progetti messi in campo, ha detto Spinelli
illustrando gli approfondimenti effettuati in questi mesi. Parliamo
di circa 200 associazioni nelle quali convivono punti di forza e di
debolezza. Nella scorsa legislatura il finanziamento è stato di
circa 34 milioni di euro destinati a 339 progetti principalmente
nell’area dell’Africa e America latina, principalmente nel campo
della salute, dell’istruzione e dell’assistenza alimentare.
L’azione di cooperazione internazionale è stata portata avanti
perlopiù da volontari animati da obiettivi di valore sociale e
morale. L’assessore ha registrato un forte invecchiamento medio
degli operatori negli ultimi anni e una difficoltà di ricambio
generazionale, così come dall’analisi emerge una forte
frammentarietà, con progetti molto simili reiterati per molti anni
di seguito, che testimoniano più una dipendenza che una crescita,
una massa critica ridotta e frequenti sovrapposizioni, nessuna
collaborazione e la dispersione di risorse umane e finanziarie. Il
vincolo dello 0,25 avrebbe infuso a suo avviso una confidenza
nell’ottenimento di risorse “certe e capienti” che non ha
giovato all’indispensabile innalzamento qualitativo dei progetti.
Il problema della scarsa qualità progettuale media motivò 10 anni
fa l’istituzione del Centro per la cooperazione internazionale, un
soggetto finalizzato a formare risorse interne per aumentare la
capacità di finanziamento e rafforzare la capacità di sinergia con
le istituzioni internazionali di settore. I 10 milioni di euro ad
esso destinate, tuttavia, non hanno permesso di risolvere i problemi.
Solo tre sono le associazioni che hanno ottenuto la registrazione di
“senza fini di lucro”, condizione indispensabile per accedere
alle risorse nazionali ed europee. Alcune tra le associazioni più
strutturate mostrano ampia se non totale dipendenza da risorse
ottenute ricorrentemente, producendo un effetto distorsivo del
finanziamento pubblico.
La
riforma: via il vincolo di bilancio, severa rendicontazione,
compartecipazione privata al 50% per i progetti e al 30% per i
microprogetti
Da
questo insieme di evidenze nasce la decisione di eliminare il vincolo
di destinazione al settore della quota di bilancio (decisa con legge
nel lontano 2005), che è divenuto “un freno e non uno stimolo alla
crescita dell’associazionismo”. Lo stesso approccio ha motivato
la scelta di pretendere per i progetti il cofinanziamento al 50%
proveniente da fondi non Pat. La spinta di reperire fondi di
autofinanziamento ha lo scopo di responsabilizzare le associazioni,
ha chiarito l’assessore. Altro elemento introdotto dalla riforma,
quello di una rendicontazione più rigorosa. Accanto alle innovazioni
già anticipate ci sarà una agevolazione per la rendicontazione
esterna attraverso revisori e auditor. Ne deriverà maggior
efficacia, maggiore massa critica e minore dispersione delle risorse.
Parte dei cambiamenti potranno presentare oggettive difficoltà, ha
ammesso Spinelli, ma siamo certi che comporteranno effetti positivi
nel medio periodo. Infine, Spinelli ha annunciato che è intenzione
di inserire nei nuovi criteri la possibilità temporanea di abbassare
per i microprogetti la soglia di partecipazione del privato dal 50 al
30% così da rendere graduale il cambiamento per le associazioni
caratterizzate perlopiù da volontari.
Il
dibattito e le repliche dell’assessore
Paolo
Ghezzi (Futura) ha ringraziato l’assessore per la relazione ed
ha posto alcuni quesiti: come avverrebbe e in che tempi il passaggio
dal 50 al 30% per alcuni progetti; quale è l’entità dei
finanziamenti; se esiste una distinzione tra i tipi di iniziative
(ovvero quelli con profili “di business” che possono
ragionevolmente trovare degli sponsor e quelli con profilo puramente
umanitario o emergenziale, sicuramente meno appetibili dai possibili
partner); se non sia stata considerata la possibilità di mantenere
lo 0,25% e introdurre strumenti affinché sia meglio speso; se questa
urgenza di intervenire che blocca anche progetti già avviati non sia
dettata anche da qualche situazione effettivamente problematica
riscontrata.
Achille
Spinelli ha replicato che l’abbassamento della soglia di
compartecipazione privata è venuta dall’interlocuzione con alcuni
soggetti “piccoli” per i quali si è ritenuto di prevedere uno
“scivolo” per permettere loro di operare, almeno per un periodo
di avviamento di due anni, a seguito dei quali si verificherà come
proseguire. Quanto ai finanziamenti, si è parlato di 34 milioni
della scorsa legislatura perché i progetti non hanno sempre
raggiunto il pieno utilizzo che sarebbe stato di oltre 10 milioni
all’anno. Le finalità dei progetti sono molte, chiaro che alcuni
settori vedono più di altri l’interesse del privato, tuttavia
abbiamo cercato di eliminare dal panorama degli ambiti finanziabili
alcune voci. Per quanto riguarda la tipologia di soggetti che
presentano i progetti abbiamo ravvisato la necessità che si creino
delle sinergie. Stiamo valutando se nell’ambito della deroga, in
fase transitoria, sia possibile limitare la presentabilità ad
un’unica associazione. Il taglio dello 0,25%, ha chiarito
l’assessore, rientra in una logica espressa variamente in passato,
sarebbe cioè la traduzione tecnica di un obiettivo del Presidente.
Valutiamo positivamente l’intervento del volontariato, ha aggiunto
Spinelli, mentre la strutturazione di entità più organizzate
richiede l’introduzione di professionisti e una maggiore
verificabilità dei progetti e degli effetti. Il cambio dei criteri e
la sospensione dei contributi su bandi già chiusi non deriva da
segnalazioni particolari poco chiare o trasparenti, anche se ce ne
sono state. La sospensione di tre mesi è motivata dalla necessità
di verificare i progetti e le ricadute, ma ora sono pronte le
delibere di sblocco dei fondi per i progetti in corso.
La
consigliera Sara Ferrari (PD) avrebbe apprezzato di sentire
che i soldi sono stati ben spesi, che stiamo partendo dal meglio in
Italia e che c’è un riconoscimento internazionale della qualità
del lavoro svolto dalle nostre associazioni. In questo sforzo
migliorativo illustrato dall’assessore sarebbe bello ci fosse un
maggiore dialogo tra gli stakeholders del settore, su tutti
con il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, luogo
di confronto tra i diversi attori messo in campo dal Ministero.
Chiedo, ha detto Ferrari, se non sia senta, in un momento storico in
cui si fanno legittimamente scelte così importanti, il bisogno di
costituire una realtà formalizzata e di darsi dei momenti di dialogo
con gli attori del settore. Ferrari ha chiesto dei chiarimenti su
alcuni aspetti a suo avviso contraddittori: la Giunta deve prendersi
una responsabilità di regia, ha detto, ovvero esserci per costruire
strumenti per rendere realizzabili i progetti. La partecipazione
privata del 50% non capita da sola, sopratutto se i governanti stessi
non ci credono. Occorre cioè un protagonismo da parte della Giunta
per sensibilizzare i privati alla partecipazione. Nella relazione si
legge che solo tre soggetti sono associazioni di livello tale da
essere iscritte le registro nazionale per concorrere ai bandi
nazionali ed europei. Qui stiamo parlando di qualche milione di euro
di progetti e se tutto questo è visto con favore perché imporre
anche a queste associazioni virtuose una percentuale di
compartecipazione privata del 50? Infine, se si rileva il problema
del cambio generazionale, non si capisce come non si trovi nulla nel
programma di Giunta sull’educazione alla cittadinanza globale,
progetto del quale siamo stati capofila a livello nazionale. Quando
si dice che la reiterazione di molti progetti è un limite, si
dovrebbe tenere conto che progetti pluriennali sono spesso necessari
affinché possa dispiegarsi al meglio l’efficacia dell’azione.
Gianluca
Cavada (Lega) è intervenuto a sostegno della posizione della
Giunta: non capisco come mai solo per la solidarietà internazionale
ci sia una quota fissa di bilancio, si è chiesto. A suo avviso la
scelta della Giunta di assegnare anno per anno le risorse da
assegnare è corretta. Con questo non si vuole cancellare nulla, ha
aggiunto, quanto piuttosto attribuire di volta in volta i
finanziamenti per gli interventi più mirati.
L’assessore
Spinelli ha replicato a Ferrari: la qualità invidiabile del
sistema trentino viene riconosciuta eccome, ma in ragione di un
finanziamento cospicuo e costante: a spendere sono tutti capaci e si
fanno tutti contenti, ha osservato. E’ nel dire dei no che si
creano le difficoltà e bisogna discernere tra chi fa bene e chi fa
male. “Nel settore riteniamo ci siano fondati sospetti però che
non fosse tutto qualità”. Il Consiglio nazionale per la
cooperazione allo sviluppo non lo abbiamo ancora considerato, ma lo
faremo prossimamente: non credo tuttavia che sia necessario dare vita
a livello locale ad un nuovo soggetto per discutere delle logiche di
settore, rispetto a quanto già abbiamo. La responsabilità di regia
la Provincia se la assume, come è giusto e la Giunta dovrà favorire
l’incontro dei soggetti che possono lavorare nel settore facendo
comprendere ai privati l’importanza di intervenire nella
cooperazione in territori in difficoltà. I tre soggetti forti e
riconosciuti a livello nazionale hanno sufficienti contatti,
relazioni e struttura per poter garantire il recupero di fondi e il
rispetto della compartecipazione privata al 50%. a differenza dei
piccoli che si affidano principalmente al volontariato. L’educazione
alla cittadinanza globale non è più meritevole di finanziamento da
parte della Provincia autonoma di Trento, così come la progettualità
reiterata non è un valore degno di essere sostenuto.
Ugo
Rossi (Patt) ha chiesto quando escono i bandi, la risposta è
stata che a regime i bandi saranno presentati a settembre per il
finanziamento dell’anno successivo, mentre sarà creato un “periodo
ponte” per il 2019. Il consigliere del Patt ha poi proseguito
obiettando che molte motivazioni tecniche addotte dall’assessore
potevano essere messe in campo senza togliere lo 0,25% e senza
interrompere l’erogazione dei finanziamenti per il 2019. Innegabile
che per farsi un’idea ci voglia del tempo, mentre quello che non è
ragionevole è che mentre si entra nel merito si disattenda ciò che
c’era già. Sarebbe come sospendere tutti i farmaci per una
malattia, nell’attesa di capire se funziona il farmaco miracoloso,
che è stato annunciato, ma non è stato ancora verificato, né messo
in commercio. Se lo 0,25% sembrava troppo, è assurdo dire di volerlo
togliere. Il vero motivo per cui in Trentino c’è questo vincolo di
bilancio è perché ci sono state e ci sono tuttora in questo
territorio tante suore, frati, ma anche tante persone comuni
volontari, che con le loro opere nei paesi in via di sviluppo hanno
reso migliori molte persone qui, non lì. In un contesto come questo
tutte le questioni tecniche contano ben poco. In realtà spesso si
tratta di ricadute poco misurabili dal punto di vista economico, cioè
dei numeri: un conto è la tecnica, un conto è dare dei messaggi
alle persone, portare avanti un questione che ha a che fare con la
sensibilità profonda di un popolo e con il suo cuore: state
mescolando due aspetti che non centrano, ha ammonito rivolto alla
Giunta. Rossi ha infine invitato l’assessore a parlare con le
associazioni per comunicare i nuovi criteri perché queste hanno
delle aspettative fondate su regole che c’erano e che ora vengono
meno, per dare modo di organizzare il loro lavoro con serenità.
Il
consigliere Denis Paoli della Lega ha osservato che se
dalla politica arriva il messaggio di apertura ai progetti, i privati
sono ancora più incentivati a compartecipare. Ha poi stigmatizzato
l’atteggiamento polemico e moralizzante del consigliere Rossi e
sulla percentuale di bilancio dello 0,25% ha ribadito che è stata
tolta perché d’ora in poi si valuteranno i progetti e la loro
serietà, che può essere variabile.
Lo
0,25 era un impegno che ci distingueva e la famosa frase “aiutiamoli
a casa loro” l’ho sempre interpretata in questi termini, ha detto
Pietro De Godenz (UpT). La sensibilità della nostra gente verso
questi temi c’è da sempre e ci ha sempre contraddistinto. Non
contano le percentuali, quello che conta è un impegno fisso, un
obiettivo e qui mi pare stiamo facendo un passo indietro.
Spinelli
ha concluso ribadendo di non escludere che il nucleo del sistema
sia buono, però in questo si innescano sacche di inefficienza e di
utilizzo distorto dei fondi pubblici rispetto alla finalità che a
livello teorico il settore si pone. La solidarietà e il volontariato
debbono essere spontanei, ovvero nascere dal basso e non essere
condotte dal denaro. Il sistema sovra alimentato ha fatto perdere
questa spontaneità.
Infine
Devid Moranduzzo della Lega ha osservato si è dato anche
troppo alla cooperazione internazionale e che sarebbe opportuno
piuttosto dare una mano a chi lavora per i trentini e per gli
italiani che si trovano in difficoltà. La priorità deve essere
verso i nostri cittadini, ha aggiunto. Quanto ad andare nei Balcani
per rendersi conto di come funzionano i progetti, dico sì e anche
no: meglio visitare qualche paese colpito da calamità come l’Abruzzo
e vedere piuttosto come stanno quelli.