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23/05/2019 - Incontri

Là dove c'era la Michelin

Inaugurata alle Albere la mostra voluta da Consiglio provinciale e Università

Là dove c'era la Michelin

Un presidio della memoria che riprende il materiale proposto nel 2013 a palazzo Trentini

Là dove c'era la Michelin

Non si può disperdere, la memoria della grande epopea operaia e industriale legata alla Michelin di Trento. E’ questo il pensiero con cui la Presidenza del Consiglio provinciale ha voluto sostenere – assieme all’Università di Trento – il progetto di riallestire, con un rinnovato catalogo, la mostra fotografica e documentaria che ripercorre le vicende della grande fabbrica che giunse a occupare fino a 1.566 addetti. L’esposizione risale al 2013: venne proposta a palazzo Trentini, curata dal compianto giornalista Franco Filippini e dall’architetto Manuela Baldracchi, forte delle immagini scattate da Giorgio Salomon e delle foto storiche recuperate presso l’archivio del Gruppo Anziani Michelin.

Il presidente del Consiglio provinciale ha raccolto auspici che lo stesso Filippini aveva espresso lo scorso ottobre. Il giornalista citava l’artista Anna Scalfi Eghenter e la sua installazione di tulipani nel prato dove la Michelin operò dal 1927 al 1997. Auspicava appunto, Filippini, che “là dove c’era la Michelin ed ora scintilla il Muse” potesse trovare posto una memoria permanente della grande fabbrica e dei suoi protagonisti, a riparazione di una duratura dimenticanza.

Detto e fatto, ecco che ora i 29 pannelli si possono fruire proprio nel quartiere residenziale delle Albere, più precisamente alle pareti interne della Buc, la biblioteca universitaria centrale poco discosto dall’ormai celebre museo della scienza.

Oggi pomeriggio l’inaugurazione, coordinata dal direttore della Buc, Vittorio Carrara. Il rettore Paolo Collini ha espresso la soddisfazione di contribuire alla conservazione di un pezzo di storia della città, collocato là dove oggi la città vive e pensa il futuro.

Il presidente del Consiglio provinciale ha sottolineato che 70 anni di intensa vita lavorativa e sociale, come quella che si sviluppò dentro e fuori la Michelin, devono essere ricordati adeguatamente. Ha ricordato che molti trentini narrano con piacere quegli anni e i momenti anche sereni, come il Natale, quando arrivava il regalo dell’azienda ai suoi dipendenti. Un grazie anche ai vecchi giornalisti – ieri c’erano Salomon, Sardi, de Battaglia – che con i loro saggi e i loro reportage hanno dato e stanno dando un contributo decisivo alla costruzione della memoria storica di Trento e dei trentini.

Il sindaco di Trento ha detto che la Michelin è uno di quegli “ex” che non si vogliono cancellare. E l’area in cui insisteva è storia dell’economia locale, con le sue transizioni dall’agricoltura, all’industria, al terziario e all’epoca della conoscenza.

Il giornalista Franco de Battaglia - autore di testi in catalogo - ha auspicato che “il Muse e la Buc, sulle radici della Michelin, facciano da traino a nuove “fabbriche” del sapere, raccordo fra le nuove prospettive e le radici storiche della città romana e medievale. Ricordare la Michelin, con le donne e gli uomini che vi hanno lavorato, potrà così innestare, sulle vecchia fabbrica, altre stagioni di vita”. Ha anche ricordato che fu un errore non conservare nemmeno un pezzo fisico della vecchia fabbrica, che fungesse da raccordo ideale con la nuova stagione inaugurata dal quartiere moderno delle Albere.

Hanno chiuso l’inaugurazione  le parole dell’architetto Manuela Baldracchi, della signora Franca Filippini, vedova di Franco, e anche di un ex lavoratore  Michelin, Gino Merz.

La mostra sarà visitabile per tutto l’anno semplicemente accedendo alla Buc.


Allegati
Scheda della mostra fotografica allestita alla biblioteca universitaria