Dalla III Commissione nel pomeriggio dopo le audizioni di questa mattina (in coda all'articolo)
Caccia: respinto il disegno di legge di Ossanna (Patt); accolto quello di Zanotelli (Giunta)
In allegato, foto e documenti distribuiti durante i lavori
Dopo le audizioni che questa mattina hanno permesso di acquisire i pareri contrapposti delle organizzazioni venatorie e delle associazioni animaliste e ambientaliste (vedi la parte finale di questo articolo), oggi pomeriggio la Terza Commissione presieduta da
Ivano Job ha concluso l’esame dei disegni di legge in
materia di caccia,
approvando il numero 10 dell’assessora Zanotelli e respingendo il
numero 11 del consigliere Lorenzo Ossanna e colleghi del Patt.
Ossanna:
un ddl propositivo e non costrittivo
Dopo le consultazioni di questa mattina, aprendo i lavori pomeridiani della Terza Commissione sui due disegni di legge proposti in materia di caccia, il consigliere Lorenzo Ossanna
ha esordito dichiarando di aver apprezzato le audizioni, che hanno evidenziato condivisioni e anche dubbi rispetto ad alcune previsioni del proprio
testo. Il consigliere del Patt ha poi sottolineato il carattere
propositivo e non costrittivo del disegno di legge proposto, anche
con riferimento alI’apertura alla circolazione delle strade
forestali e ai centri di sosta, dove viene affidata libertà di
scelta ai territori. Si è reso disponibile a limare il proprio testo
con un emendamento che chiarisca meglio ed escluda l’idea di una
possibile apertura indiscriminata delle strade. Infine, ha chiarito,
quella sui centri di sosta è una proposta di indirizzo a garanzia di
una sorta di igiene e qualità.
Zanotelli:
le criticità della proposta Ossanna
Il
mio disegno di legge propone un aumento ed adeguamento delle
sanzioni, ha dichiarato l’assessora Giulia Zanotelli che già
ha avuto modo di illustrare il proprio testo in precedenza. Le
sanzioni sono in linea con quelle nazionali, ha aggiunto, con la
differenza che noi le aggiorniamo ogni 5 anni in base ai dati Istat.
Le criticità emerse nelle audizioni sul disegno di legge proposto
dal consigliere Ossanna, ha dichiarato, rispecchiano quelle della
Giunta. Circa l’apertura delle strade forestali sarebbe opportuno,
prima di decidere, avere occasioni di confronto con i proprietari
anche sul tema del controllo. Identico discorso per la modifica
all’articolo 2 che apre ai cacciatori del Trentino Alto Adige,
mentre il parere contrario all’articolo 3 rimanda alle modalità
già previste dalla Giunta sullo stesso tema: c’è già un
confronto in atto su questi centri, compreso il conferimento e
trattamento delle carni e la formazione di coloro che già vi operano
e vi andranno ad operare.
Coppola:
sì alle sanzioni, no all'apertura delle strade forestali e ai centri
di raccolta gestiti dalla Pat
La
consigliera Lucia Coppola (Futura) ha osservato che quello che
si dovrebbe fare è preservare il più possibile il territorio dalla
presenza impattante di mezzi meccanici ed ha ricordato un patto
siglato negli anni ‘80 sulle strade forestali “che dovrebbero
servire esclusivamente il bosco”. Sono figlia di cacciatori, ha
ammesso, e in questo senso credo che andrebbe recuperata la
tradizione che era ed è tuttora di molti cacciatori di percorrere i
boschi a piedi. La proposta di aprire le strade mi sembra stridente
dal punto di vista di chi pratica la caccia, ha aggiunto. Sui punti
di raccolta, pare ci siano già accordi con macellerie locali,
ritengo inopportuno che la Provincia si faccia carico di una
“passione” limitata ad una piccola nicchia di persone. Sulle
sanzioni, è condivisibile la ratio del ddl Zanotelli che si
fa carico di un problema che esiste, anche se sarebbe utile un
approfondimento in più per capire se si potrebbe “osare” di più
inasprendo maggiormente le sanzioni.
Paccher:
piena condivisione sulla proposta Zanotelli
Roberto
Paccher (Lega) ha condiviso le parole dell’assessora: dal
momento che sono emerse perplessità da parte di quasi tutti gli
auditi sull’apertura delle strade forestali è giusto approfondire
la questione, consultando le parti in causa. Le sanzioni è giusto
procedere per adeguarle, ha aggiunto. Bene a suo avviso che vengano
inasprite e non di poco anche le azioni di bracconaggio e a fianco
dell’aumento della pena pecuniaria, sia stabilita anche la pena
accessoria. Paccher ha poi illustrato brevemente una modifica
proposta all’articolo 16 che propone, nell’ambito della
convenzione tra Provincia ed ente gestore sui centri di raccolta di
inserire “la raccolta e verifica dei capi abbattuti”.
Masè:
dispiacere per alcune posizioni emerse nella audizioni
La
consigliera “aggregata” Vanessa Masè (Civica) ha
espresso perplessità e insieme dispiacere per alcune posizioni
espresse dagli auditi al mattino, dal momento che qui si sta parlando
di sanzioni carico dei cacciatori. L’intervento del Presidente
dell’associazione cacciatori ha trasmesso a suo avviso il messaggio
corretto: il primo che tiene al proprio onore è il cacciatore
stesso, ha detto, dichiarando di esercitare lei stessa l'attività
venatoria. La legge nazionale e quella trentina per la protezione
della fauna testimoniano quanto sia interesse in primo luogo dei
cacciatori separare la componente venatoria autentica che ha a cuore
la fauna e chi ne ha un approccio utilitaristico e irrispettoso
dell’ambiente.
Manica:
tra contrarietà ed astensione
Alessio
Manica (PD) ha evidenziato un fraintendimento di fondo che
risiede nel fatto che la sensibilità sull’ambiente si è molto
evoluta e i cacciatori rappresentano una nicchia di popolazione che
ha diritto di essere rappresentata. La fauna è un bene pubblico, ha
osservato, sul quale, in deroga, si permette di esercitare la
caccia. Nel merito dei disegni di legge Manica ha espresso qualche
perplessità sulla questione dell’apertura delle strade, mentre ha
dichiarato di aver compreso in maniera molto laica l’utilità dei
centri di sosta che potrebbero portare un beneficio alla comunità.
Si è dunque espresso in maniera contraria sull’apertura
dell’attività venatoria a soggetti non residenti. Giusto a suo
avviso l’inasprimento delle sanzioni previsto dal disegno di legge
dell’assessora, giudicato tuttavia troppo lieve: in vista dell’aula
mi riservo un’attività di tipo emendativo, ha concluso,
anticipando l’astensione in questa fase.
La
votazione: sì a Zanotelli, no ad Ossanna
Messo
ai voti, il disegno di legge 10 dell’assessora Zanotelli è stato
approvato con 4 voti favorevoli (Job, Paoli, Paccher e Rossato), 1
voto contrario (Coppola) e due astenuti (Manica e Ossanna).
La
proposta del consigliere Ossanna è stata respinta con 5 voti
contrari, l’astensione di Manica e il solo voto favorevole del
proponente.
LE AUDIZIONI DI QUESTA MATTINA
Audizioni
in Terza Commissione dedicate stamane ai disegni di legge 10 e 11
sulla caccia. Il primo proposto dall’assessora Giulia Zanotelli per
aggiornare le sanzioni previste dalla legge provinciale del settore
che risale al 1991. Il secondo, di Lorenzo Ossanna (Patt), per
permettere il transito veicolare dei cacciatori sulle strade
forestali e finanziare con risorse provinciale i "centri di
sosta" in cui conservare i capi abbattuti. Per acquisire pareri
su questi due testi l’organismo presieduto da Ivano Job (Lega
Salvini Trentino) ha ascoltato il Consiglio delle autonomie locali
(Cal), l’Associazione cacciatori e l’Unione Cacciatori, l’Ordine
dei dottori agronomi e forestali e le varie organizzazioni animaliste
e ambientaliste interessate. Le organizzazioni venatorie promuovono
sostanzialmente i due disegni di legge che le associazioni animaliste
e ambientaliste invece considerano un "pacchetto regalo"
della maggioranza e delle minoranze ai cacciatori, i cui interessi
vengono anteposti alle primarie esigenza di tutela della natura che
corrispondono al più diffuso sentire della popolazione trentina. Del
tutto insufficienti le sanzioni previste dal ddl Zanotelli, che anzi
ignorando la perdita del potere d'acquisto della moneta ne riduce gli
importi rispetto al '91.
Comuni:
transito da consentire solo per la caccia di
controllo. Sì ai centri di sosta.
Nessuna
osservazione è stata espressa dal presidente
Paride Gianmoena sul
ddl della Giunta. Lascia invece perplesse le amministrazioni
locali il ddl di Ossanna nel punto in cui prevede il transito
veicolare sulle strade forestali di tipo A. Positivo per il Cal che i
cacciatori si prendano cura di queste strade e dei boschi, ma anziché
permettere loro di transitare anche con mezzi a motore si potrebbe
limitare questa possibilità solo nei casi “di necessità di
urgenza”, ad esempio per la “caccia di controllo” riferita ai
cinghiali. Il Cal giudica invece "interessante" la proposta
del ddl di Ossanna di “centri di sosta” per la conservazione
della selvaggina con contributi pubblici. Bocciata invece la
possibilità prevista dal ddl di concedere deroghe per l'accesso alle
riserve trentine ai cacciatori dell’Alto Adige.
Il
presidente Job ha osservato che sarebbe più corretto parlare di
"centri di raccolta" anziché di “centri di sosta”.
Lucia
Coppola (Futura) ha apprezzato le critiche del Cal al ddl.
Alex
Marini (5 stelle) ha sollevato il problema dei permessi per il
transito lungo le strade di montagna rilasciati dalle Asuc dietro
pagamento di marche da bollo. Meglio sarebbe a suo avviso prevedere
tariffe di accesso utilizzando le risorse così raccolte per la
gestione delle strade forestali.
Gianmoena
ha condiviso l’idea ma ha ricordato che le marche da bollo imposte
sono imposte dai Comuni in virtù della legislazione statale e che
non sarebbe semplice gestire un pedaggio su una strada a transito
regolamentato. Si potrebbe semmai prevedere una tariffa di
parcheggio, anche questa però complicata da gestire per i Comuni.
Ossanna
ha precisato che già dal 2007 la legge provinciale sulle foreste
permette il transito a motore sulle strade forestali "di
arroccamento”, che conducono a sommità, a cacciatori accompagnati
da esperti per la caccia di selezione degli ungulati.
Unione
Cacciatori (Uc): diritto di voto per le riserve, sì al transito
sulle strade forestali vigilando contro utilizzi impropri. Giusto
anche inasprire le sanzioni.
Roberto
Dapor, consigliere dell'Uc ha ricordato che i 300-400 aderenti a
questa organizzazione, a causa dell’articolo 15 della legge
provinciale non hanno diritto di voto nell’elezione delle riserve
che gestiscono l’attività venatoria nei Comuni. Norma, questa,
discriminatoria e non democratica di cui l'Uc chiede da tempo ma
invano la modifica. La nuova Giunta provinciale potrebbe secondo Uc
risolvere il problema di quest'ingiusta esclusione. Quanto al ddl di
Ossanna, l’Ucè favorevole al transito con veicoli a motore dei
cacciatori sulle strade forestali purché vi siano dei controlli per
evitare utilizzi abusivi. Le strade per l'Uc devono servire per l'Uc
alla manutenzione dell’ambiente. Si tratta di permettere ai
cacciatori, la cui età media in Trentino è ormai elevata, di farsi
accompagnare lungo le strade forestali per esercitare l’attività
venatoria.
Condiviso
dall’Unione cacciatori anche il ddl proposto dall’assessore.
Giusto, infatti prevedere che chi sbaglia paghi. L'Uc espelle chi
viola le regole, per dimostrare che i cacciatori sono tali se
conoscono e rispettano responsabilmente le norme.
Lorenzo
Mazzalai, redattore del giornale dell’Uc, ha spiegato che la
transitabilità delle strade forestali permetterebbe faciliterebbe ai
cacciatori un'opera di pulizia dei boschi e di ripristino ambientale,
permettendo di caricare sui mezzi le attrezzature necessarie. Per
Mazzalai inoltre, il cacciatore deve considerare se stesso un tutore
dell’ambiente per la conservazione futura delle specie animali.
Erminio
Bertolini, altro consigliere dell'Uc intervenuto alle audizioni, ha condiviso la proposta di inasprire le sanzioni
perché i cacciatori devono rispettare l'ambiente.
Associazione
cacciatori (Ac) contro il ddl di Ossanna: no al nomadismo venatorio.
Il
presidente dell’Associazione cacciatori Stefano Ravelli ha
ricordato la differente rappresentatività della sua organizzazione
(6000 aderenti) rispetto all'Unione cacciatori, diversità che spiega
perché la Provincia abbia affidato alla prima la gestione delle
risorse. Ravelli ha condiviso la proposta di aggiornamento e
inasprimento delle sanzioni accessorie per prevenire e reprimere i
comportamenti illeciti. Giusto in particolare stabilire come fa il
ddl, che ad ogni violazione corrisponda una sospensione
predeterminata del permesso di caccia per un certo periodo. L'Ac
proposte però di introdurre nel testo della Giunta una clausola di
salvaguardia per non punire allo stesso modo le violazioni gravi e le
infrazioni di minore entità. L’Ac suggerisce anche di inasprire
ulteriormente le sanzioni per i cacciatori che danneggiano
l’ambiente.
Quanto
al ddl di Ossanna, Ravelli ha espresso il parere sfavorevole dell'Ac
alla proposta di un’apertura delle strade forestali di tipo A al
transito veicolare dei cacciatori, che andrebbe semmai permesso solo
per attività “di controllo venatorio” come nel caso della
necessità di abbattere i cinghiali in sovrappiù. Quanto alle
deroghe previste dal ddl di Ossanna per permettere la caccia anche a
chi proviene dall'esterno di una riserva, Ravelli ha ricordato che il
sistema della caccia in Trentino si fonda proprio sulle riserve per
garantire la gestione responsabile del patrimonio faunistico e
ambientale da parte dei cacciatori in esse residenti. Per questa
ragione la legge provinciale permette a un cacciatore di andare a
caccia solo nella propria riserva, impedendo il "nomadismo"
venatorio. Per l'Ac sarebbe quindi sbagliato minare questo sistema
per soddisfare le richieste di pochi cacciatori. Ravelli ha precisato
che in Trentino esistono già 26 "Centri di sosta", che
l'Ac chiama “centri di controllo”. Si tratta di strutture
realizzate dagli enti gestori delle riserve per supplire ad una
inerzia della Provincia nell’esercitare il controllo dei capi
abbattuti e di conservare la selvaggina in condizioni
igienico-sanitarie ottimali. Per l’Ac la proposta di Ossanna è
condivisibile in quanto i centri di controllo andrebbero diffusi
nelle 209 riserve di caccia del Trentino ma essendo onerosi da
gestire, questo potrebbe avvenire solo con i contributi della
Provincia. Infine Ravelli ha ricordato che tra la Pat e gli enti
gestori delle riserve è stato recentemente istituito dall'assessore
un gruppo di lavoro sulle modalità di gestione per arrivare a
definire linee guida anche per quanto riguarda il trattamento delle
carni. Sarebbe quindi opportuno su questo punto attendere i risultati
di questo gruppo di lavoro e poi valutare come disciplinare la
materia.
La
discussione con i consiglieri.
Alessio
Manica (Pd) ha chiesto chiarimenti sul tema della sorveglianza
oggi affidata all’Associazione cacciatori e sul ritiro del permesso
di caccia e sui centri di sosta o controllo. Manica ha anche
apprezzato le perplessità espresse dalle due organizzazioni sulla
proposta di aprire al traffico veicolare le strade forestali di tipo
A.
Sui
centri di sosta Marini (5 stelle) ha chiesto se vi sono analisi
comparative tra le situazioni in cui queste strutture esistono e
quelle in cui mancano.
Per
l’Uc Dapor ha ribadito che la sorveglianza sull’attività
venatoria dovrebbe essere esclusivamente esercitata dalla Provincia
senza il coinvolgimento dell’Associazione.
Per
l’Ac Ravelli ha ricordato che la vigilanza è già garantita quasi
in toto dal corpo forestale della Provincia, ma ha aggiunto che anche
l’ente gestore di ogni riserva svolge questo compito con tecnici
faunistici laureati per contrastare comportamenti illeciti. La
vigilanza quindi per l’Ac è un falso problema. Quanto ai centri di
raccolta per Ravelli agevolano il controllo sui capi abbattuti che
altrimenti si dovrebbe effettuare casa per casa. Avere centri in cui
gli animali abbattuti si possano conservare, pesare e analizzare
permette un controllo più adeguato. Inoltre se il ciclo dei freddo
viene interrotto e la carne non viene trattata in un centro
attrezzato diventa rapidamente non commestibile. Con i centri si
potrebbe anche cedere una parte della carne di selvaggina trentina
sana ad esercizi commerciali. Ravelli ha ricordato che già esistono
convenzioni con macellai dotati di stabilimenti attrezzati con locali
per il trattamento delle carni (come ad esempio in val Rendena). Sul
ritiro del permesso di caccia il presidente di Ac ha risposto a
Manica ricordando che oggi esiste un ritiro “cautelare”, quando
vengono contestate infrazioni in attesa delle decisioni prese in sede
giudiziarie. Se invece l’infrazione è flagrante, il ritiro è
accompagnato dall’intervento della questura che sospende e in certi
casi revoca il porto d’arma. La linea dell’Ac prevede
l’espulsione del cacciatore che si renda responsabile di un
comportamento scorretto.
Ossanna
ha precisato che l'intenzione del suo ddl non è di aprire
indiscriminatamente le strade forestali di tipo A, ma di permettere
attività di pulizia e di tenuta del bosco o di caccia di selezione
degli ungulati. E sui centri di sosta ha sottolineato che il gruppo
di lavoro creato dalla Giunta lavora per un regolamento, mentre qui
si propone una legge.
Alla
domanda di Manica sul perché l’attuale sistema esclude
l’elettorato attivo e passivo nel voto per la gestione delle
riserve gli aderenti all’Unione cacciatori, Ravelli ha risposto che
la legge provinciale prevede che la rappresentatività di
un'organizzazione venatoria sia almeno del 5% dei cacciatori per
poter garantire un'adeguata gestione delle riserve.
Sul
tema il presidente Job ha preannunciato un’apposita seduta della
Commissione.
Zanotelli:
sui centri di raccolta deciderà il tavolo di lavoro creato
dall'assessorato.
L’assessore
Zanotelli ha apprezzato la sottolineatura del ruolo di tutela e
controllo ambientale del cacciatore, e ha espresso perplessità
sull’apertura al traffico veicolare delle strade forestali di tipo
A, riservandosi di consultare su questo punto di tutti i soggetti
territoriali proprietari coinvolti. Quanto ai centri di raccolta e di
controllo, Zanotelli ha evidenziato il ruolo del tavolo creato
dall'assessorato prima della presentazione del ddl di Ossanna per
definire gli interventi della Provincia.
Dottori
agronomi e forestali: il rischio è che i Comuni scarichino sulle
organizzazioni dei cacciatori la responsabilità della gestione delle
strade forestali.
Mirco
Baldo, vicepresidente dell’Ordine, ha chiesto chiarimenti sulle
convenzioni proposte dal ddl di Ossanna tra le organizzazioni
venatorie e i Comuni per l’apertura delle strade forestali di tipo
A al traffico veicolare dei cacciatori. Ossanna ha risposto che
l’obiettivo del ddl è permettere l’attività venatoria anche ai
cacciatori anziani e con problemi di deambulazione. Precisando che
per i Comuni autorizzare il transito sarebbe una possibilità, non un
obbligo. Possibilità che il Comune darebbe anche per permettere ai
cacciatori di trasportare le attrezzature per la pulizia e la
manutenzione dei boschi.
Il
rischio per Baldo è che i Comuni scarichino sui cacciatori la
responsabilità di gestire le strade forestali di loro competenza.
Ossanna ha osservato che sarà semmai il regolamento di attuale della
legge a chiarire il problema.
Associazioni
animaliste e ambientaliste: sanzioni del tutto insufficienti e i due
ddl sono un regalo anche delle minoranze ai cacciatori.
Ivana
Sandri, presidente della sezione trentina dell'Ente nazionale
protezione animali (Enpa), intervenuta anche a nome della Lac (Lega per
l'abolizione della caccia), ha giudicato del tutto insufficiente
l’inasprimento delle sanzioni proposto dal ddl dell’assessore,
che traduce in euro le multe che nel 1991 la normativa provinciale
prevedeva in lire. Sanzioni e sospensioni sono molto meno pesanti di
quel che servirebbe. Si tratta – ha detto – di un’evidente e
"sostanziosa regalia" fatta ai cacciatori. Si cambia tutto
perché tutto rimanga uguale. Enpa chiede che il sistema
sanzionatorio si adegui a quello molto più severo adottato in altre
regioni a statuto speciale. Le sanzioni devono inoltre risultare
chiaramente aggiuntive rispetto a quelle già previste. Il ddl così
com'è è bocciato in toto da Enpa e Lac, perché fa solo gli
interessi di una categoria – quella dei cacciatori – mentre la
Provincia dovrebbe rendersi garante di tutti i cittadini. Sandri ha
ricordato anche l’imponente mobilitazione degli studenti di venerdì
scorso per chiedere la difesa dell’ambiente naturale. Sandri ha poi
giudicato inaccettabile anche il ddl di Ossanna che per permettere ai
cacciatori il transito con veicoli a motore sulle strade forestali di
tipo A, calpesta le esigenze di tutela dell’ambiente e della fauna
in ragione delle quali la legge provinciale vieta oggi questa
possibilità. Quanto ai centri di sosta, con il sostegno finanziario
richiesto dal ddl si caricano su tutti contribuenti oneri (per la
salubrità della carne degli animali abbattuti) che dovrebbero essere
solo dei cacciatori. Infine per Sandri se proprio la Provincia ha
soldi da spendere questi non dovrebbero andare ai cacciatori che sono
un'esigua minoranza ma a sostegno delle associazioni animaliste e
ambientaliste che rappresentano il sentire e i diritti della
maggioranza e specialmente quelli delle generazioni future.
Adriano
Pellegrini, presidente di Pan-Eppaa, ha sottolineato che per
capire come l'aggiornamento delle sanzioni previsto dal ddl
dell'assessore sia solo dichiarato ma non trovi alcuna corrispondenza
sul piano pecuniario, basta ricordare che la moneta in Italia ha
subito una perdita di valore pari all'88,04% dal 1991 (anno di
introduzione della legge trentina sulla caccia) ad oggi. Le sanzioni
dovrebbero essere allora adeguate inq questa misura per lasciarne
inalterata l'entità nel tempo in rapporto all'illecito
amministrativo commesso. Di fatto, invece, la lievitazione della pena
prevista dal ddl è di circa il 20 per centro: ne consegue che le
sanzioni ai cacciatori sono state ridotte del 66,4%. Pellegrini ha
infine apprezzato l’abolizione della Commissione disciplinare da
parte dell’attuale Giunta, "perché non serviva assolutamente
a nulla”. Infine Pellegrini ha denunciato l’incostituzionalità
del provvedimento proposto da Ossanna, che discrimina per il transito
sulle strade forestali chi è cacciatore da chi non lo è.
Il
vicepresidente di Lega Ambiente Fernando Boso ha detto di
astenersi dall’esprimere il proprio parere perché sarebbe inascoltato.
Il
delegato della Lipu Sergio Merz ha criticato le sanzioni previste
dal ddl della Giunta perché gli importi sono troppo bassi se si
considera l’inflazione. Le sanzioni andrebbero a suo avviso
perlomeno raddoppiate per ottenere l’effetto deterrenza desiderato.
Ridicola è per Merz la sanzione di 248 euro per chi pratica attività
venatoria senza assicurazione (si pensi – ha detto – alla
differenza rispetto a quella prevista per chi guida senza
assicurazione). Troppo blande per la Lipu anche tutte le altre
sanzioni e sospensioni del permesso di caccia. Per Merz anche il ddl
di Ossanna è da bocciare in toto, perché propone solo regali ai
cacciatori. "La minoranza consiliare – ha commentato – si in
tal modo paladina degli interessi di una parte ristretta della
popolazione che mira allo smantellamento delle biodiversità".
Quelle del Patt sono suo avviso "proposte poco etiche e
difendibili". "Aumentare il traffico anche sulle strade
forestali significa attentare alla sopravvivenza delle specie animali
anche protette".
Simone
Stefani (Lav, la Lega Antivivisezione) ha
apprezzato la volontà dichiarata dalla Giunta di rafforzare con il
ddl dell'assessore l’impianto sanzionatorio esistente, ma osservato
che servirebbe un aumento ben maggiore degli importi rispetto alle
percentuali proposte. Per la Lav sarebbe anche importante utilizzare
la sospensione del permesso di caccia per tutelare la vita dei
boschi, degli animali e degli uomini. Per Stefani inoltre, il termine
"selvaggina" usato nel ddl andrebbe sostituito con “fauna
selvatica”. Quanto al ddl di Ossanna, per la Lav punta alla tutela
non degli interessi più diffusi in Trentino, ma solo di quelli di
una minoranza: quella dei cacciatori. Il rischio di sopravvivenza per
gli animali selvatici aumenta, infatti, permettendo il transito di
veicoli anche negli ambienti boschivi. La proposta di Ossanna cozza
contro la necessità di sovraordinare la difesa dell’ambiente e la
protezione della natura agli interessi dei cacciatori. Il "pacchetto
regalo fatto dalla politica alle associazioni venatorie" con
questo ddl del Patt si completa con la proposta dei centri di sosta.
"Perché allora – ha concluso ironicamente Stefani – non
mettere a disposizione anche di chi va a funghi nei boschi dei punti
di cottura dove poterli cucinare, ma anche una doccia calda, una
lavatrice e una asciugatrice dove cambiarsi per poi andare fuori a
pranzo?". E ha aggiunto: "le persone nei boschi muoiono non
per colpa degli animali (lupi e orsi) ma a causa degli spari".
Paccher
critica gli ambientalisti. Degasperi, Manica e Coppola li difendono.
Roberto
Paccher (Lega) è intervenuto per correggere le dichiarazioni a
suo avviso inesatte fornite dalle associazioni. Sulle sanzioni ha
detto che il punto nel ddl della Giunta non è la perdita del potere
di acquisto della moneta dal 1991 ad oggi, ma l’inasprimento delle
sanzioni. E ha contestato l'affermazione che i 7.000 cacciatori del
Trentino siano una minoranza.
Filippo
Degasperi (5 stelle) ha contestato il fatto che dei soggetti
invitati per delle audizioni vengono ripresi e redarguiti da un
consigliere perché l’obiettivo della consultazione è ascoltare
per raccogliere osservazioni e opinioni.
Alessio
Manica (Pd) ha ricordato che le sedute non hanno scopo
pedagogico. e ha giudicato imbarazzante la volontà di “pettinare”
gli auditi. Ha poi negato che il ddl di Ossanna sia il “colpo di
coda” della maggioranza della passata legislatura.
Sull’inasprimento delle sanzioni proposto dal ddl dell’assessore,
Manica ha chiesto le ragioni tecniche per cui sono state quantificate
e “aumentate” in questo modo.
Lucia
Coppola (Futura) ha giudicato "sopra le righe, intimidatori
e impropriamente giudicanti" nei confronti dei soggetti invitati
all’audizione l'intervento di Paccher. e ha aggiunto di condividere
in pieno le critiche rivolte dalle associazioni animaliste e
ambientaliste ai due ddl. Per Coppola la Giunta ne dovrebbe tener
conto "perché corrispondono al sentire della maggior parte
della popolazione trentina e dei giovani in particolare", che
venerdì hanno manifestato in massa per la cura del creato.
Il
presidente Job ha precisato che le audizioni servono solo
per ascoltare quello che i soggetti invitati hanno da dire ed
eventualmente porre domande di chiarimento, e non per commentare a
favore o contro. Sarà nella successiva fase dell'esame del ddl da
parte della Commissione che i consiglieri potranno esprimere le loro
valutazioni al riguardo.
Alex
Marini (5 stelle) ha chiesto alle associazioni se i centri
di sosta potrebbero facilitare e rendere più efficienti i controlli
sui capi abbattuti.
Pellegrini
ha risposto che i controlli post-abbattimento non sono un obbligo per
i forestali. Vero è che i controlli cumulativi sarebbero agevolati
dai centri di sosta, ma a suo avviso le organizzazioni venatorie
possono per questo stipulare a spese loro convenzioni con macellerie
evitando di chiedere contributi alla Provincia.
Ossanna
ha concluso la discussione giudicando positivo il confronto con le
associazioni ambientaliste e animaliste, e precisato che l’utilizzo
da lui proposto delle strade forestali è per permettere ai
cacciatori la cura dei boschi.