La denuncia di Fedrizzi: il pezzo alimenta stereotipi di sessismo e non riconosce la dignità di chi ha subito violenze
L'indignazione della Commissione pari opportunità per l'articolo di Lucio Gardin sulle donne
Ingiurioso considerare il linguaggio di genere una parodia
Informiamo
che la Commissione provinciale pari opportunità tra donna e uomo ha
inviato una segnalazione al Direttore del Quotidiano
“L’Adige” Dott. Pierangelo Giovanetti e per conoscenza al
Presidente della Provincia autonoma di Trento, al Consiglio delle
autonomie locali, al CO.RE.COM del Consiglio di Trento, all’Ordine
dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige e all’Ufficio Pari
Opportunità della Provincia autonoma di Trento in merito al pezzo
“Il sessismo e la generala delle carabiniere” a firma di Lucio
Gardin uscito il 4 novembre sul giornale “Adige”.
La
CPO ha agito in applicazione dell’art. 11 comma 1 della l.p. 18
giugno 2012, n. 13 “Promozione della parità di trattamento e della
cultura delle pari opportunità tra donne e uomini” che così
recita: “Nel
caso di diffusione di comunicazioni e messaggi pubblicitari
discriminatori e non rispettosi della dignità della persona in base
al genere, la commissione (Pari Opportunità), anche su segnalazione
di singole/i cittadine/i, evidenzia alle competenti autorità i
profili di discriminazione contenuti e promuove azioni anche
specifiche di sensibilizzazione sulla cultura di genere”.
Il
nostro intervento fa anche seguito a numerose segnalazioni e
sollecitazioni pervenute da associazioni, movimenti, cittadine e
cittadini.
Ricordiamo
inoltre che in data 9 ottobre è stato sottoscritto, proprio su
proposta della scrivente Commissione, il documento “Protocollo di
intesa sulla pubblicità e pubbliche affissioni in materia di
autodisciplina della comunicazione commerciale e in generale su una
comunicazione rispettosa e non lesiva della dignità delle persone”
tra Assessorato pari opportunità della P.A.T., Commissione
provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo, Co.re.com. del
Consiglio provinciale, Consorzio dei Comuni, e ordine dei Giornalisti
del T.A.A.
La
CPO esprime profonda indignazione circa l’accaduto poiché il tipo
di giornalismo in questione, invece di contrastare una cultura di
mancato rispetto e di violenza e favorire la costruzione di una
cultura rispettosa della dignità delle persone e di tutte le
differenze, alimenta invece stereotipi
di sessismo, mancato riconoscimento della dignità delle vittime,
disprezzo verso le conquiste faticosamente raggiunte dalla società
civile.
Siamo
convinte che la libertà di satira vada sempre salvaguardata e
difesa; ma siamo altrettanto convinte che, con il pretesto di questa
libertà, non possano venire spacciati per veri dati e statistiche
non corrette e non rispondenti a verità. I dati – non
dimentichiamolo – spesso, come in questo caso, riguardano vite
umane, vite di donne, ragazze e bambine reali, morte nella maggior
parte dei casi per mano di uomini che dicevano di amarle. I dati
andrebbero sempre maneggiati con cura e rispetto.
Lo
stesso dovrebbe avvenire con le parole. Queste non sono mai, e tanto
meno su un giornale, “solo parole” e non vanno usate con
superficialità, né – ancora peggio- a fini strumentali.
A
tal proposito, leggere che “il linguaggio di genere” sarebbe una
“parodia”, come afferma Gardin nella sua lettera pubblicata il 7
novembre, risulta ingiurioso verso regole che la nostra società
civile si è date.
Confidiamo
che il percorso avviato dalla Commissione attraverso numerose
iniziative e progetti per una comunicazione pubblica rispettosa delle
differenze, inclusiva e democratica possa trovare ampia condivisione
e impegno soprattutto nella sua realizzazione.
Trento, 9 novembre 2018
La Presidente della CPO
- dott.a Simonetta Fedrizzi
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