Approvato anche il Documento di economia e finanza della Provincia
Assestamento, il sì arriva nella notte
Alle
23 e 50 è stato votato l’assestamento con 20 sì e 9 no. All’una
e trenta è stata approvata la risoluzione, con 20 si, un astenuto, 5
no, sul Documento di economia e finanzia provinciale.
Il
primo a prendere la parola per le dichiarazioni di voto è stato
Alessandro Savoi della Lega. Duro il giudizio sull’assestamento e
sui colleghi consiglieri che, secondo il consigliere leghista, non
avrebbero partecipato con il doveroso impegno per discutere una
manovra di più di 480 milioni che incideranno sulla vita dei
trentini. Claudio Cia (Misto) ha espresso voto
contrario all’assestamento, per il consigliere una sorta di saldo
di fine stagione. Una manovra che, per Cia, contiene anche interventi
interessanti che sono arrivati però sul filo di lana della
legislatura, mentre per cinque anni si è continuato a dire che le
risorse non c’erano. Cia ha detto di augurarsi che con questa
manovra possa beneficiare qualcuno che è nell’ampia fascia delle
persone a rischio povertà. Massimo Fasanelli (Misto) ha detto
che nell’assestamento ci sono cose condivisibili, sulla
stabilizzazione del personale ad esempio. Ed ha aggiunto che solo 200
milioni sono sul 2018 e gli altri per gli anni a venire, basti
pensare ai 26 milioni per le scuole dei quali uno solo è per
quest’anno. Walter Kaswalder ha dichiarato il no alla
manovra e s’è detto dispiaciuto che per le guardie mediche del
Tesino, Cembra e Ledro non si sia trovato un euro. E ha annunciato su
questo tema due tremila emendamenti sul bilancio tecnico. Marino
Simoni (PT) ha detto che lo strumento di bilancio è importante
perché mette a disposizione della comunità risorse importanti per
il suo futuro e per non lasciare solo nessuno. Nonostante gli aspetti
positivi e gli emendamenti della giunta, Simoni ha annunciato il suo
no e del suo gruppo all’assestamento ed ha criticato il no ribadito
dalla maggioranza alla Valdastico. Sempre in tema di investimenti
Simoni ha affermato che sul Rolle la comunità di Primiero ha scelto
e la Pat non può entrare a gamba tesa. Non si può dire, ha
aggiunto, che il Rolle non abbia una vocazione allo sci, tutt’altro.
Il capogruppo di PT ha auspicato un impegno della Pat per il
progetto delle olimpiadi del 2016. Un progetto nel quale va fatto
entrare il Rolle per le specialità dello sci fuori pista. Simoni si
è soffermato sul tema della Regione affermando che attraverso questa
istituzione va ripreso il filo conduttore che da secoli ci ha uniti
col Sudtirolo. Walter Viola (Patt) ha sottolineato
l’importanza dell’articolo che prevede una forma di coabitazione
per anziani accompagnata con servizi sociali da parte del terzo
settore e sostenuta da contributi provinciali. Inoltre ha affermato
che l’assestamento segna un cambio di paradigma, quello in cui la
Pat non è più una mamma, ma in forme diverse rimane vicina ai
trentini.
Giacomo
Bezzi (FI) ha detto che questo
assestamento è l’ultimo del centro sinistra che dopo le elezioni
finirà di fare danni.
Il
presidente Ugo Rossi
nella sua replica Rossi ha richiamato l’importanza
di una norma (ed ha
ringraziato per questo
Savoi)
che dà una risposta, anche
se non totalmente esaustiva,
che
dà una risposta ai diplomati magistrali che potranno trovare una
loro prospettiva. Una risposta ai diplomati magistrali che verrà
attuata senza comprimere diritti di altri. Il presidente ha
ringraziato le minoranze che hanno apportato miglioramenti
all’assestamento e
ha aggiunto
che la manovra ha un forte significato perché fa coincidere il tema
della crescita con la coesione sociale e l’attenzione alle persone
e non alla gente. Rossi nel
suo intervento ha informato
il Consiglio che il ministero dell’Interno ha destinato in
Trentino una trentina di
persone sbarcate
a Reggio Calabria. “Lo dico perché
- ha aggiunto – queste
sono persone e siccome siamo rappresentanti delle istituzioni che
collaborano
lealmente con
altre istituzioni non diremo che queste persone non le vogliamo, ma
cercheremo di fornire loro, nella legge, tutte le condizioni per
un’accoglienza
dignitosa e rispettosa delle regole. Confidando che le procedure,
come sbandierato più volte
dal governo, vengano
accelerate”. Il presidente ha ringraziato inoltre
la maggioranza
per il sostegno venuto dai capigruppo che
si sono sforzati di descrivere una realtà sulla quale costruire
anche una proposta politica. Una maggioranza coerente col programma
e, nonostante il dibattito interno,
che ha
tenuto sempre in Consiglio. Rossi ha detto rivolto
a Bezzi che non ci sarà
l’opportunità per la minoranza di fare dei danni, perché se la
maggioranza saprà intercettare la razionalità dei trentini il tempo
dei danni darà ancora lontano.
Al
termine della votazione sul
disegno di legge dell’assestamento si
è discussa
e votata
la risoluzione sul Defp. Kaswalder ha criticato Rossi affermando che
il calo degli sbarchi è stato esponenziale e che senza Salvini in
Trentino invece che trenta profughi ne sarebbero arrivai 3 mila. Il
consigliere del Misto ha attaccato l’assessore Daldoss e ha detto
che farà una campagna per spiegare quello che la Giunta non ha
fatto. Claudio Civettini ha denunciato, principalmente,
i tagli nella sanità. Bezzi
ha detto che la manovra ha evidenziato il fallimento del centro
sinistra, a partire dal settore della sanità alla sanità e ha
sottolineato ancora la
sua idea del parco per gli orsi problematici.
Simoni ha affermato che il
Dsfp, visto come una semplice appendice dell’assestamento, è in
realtà lo strumento che permette di fare le scelte. Scelte che non
possono prescindere dalla crisi demografica che ha investito anche il
Trentino e che sta creando squilibri nella stessa spesa pubblica.
Infine, ha messo l’accento
sulla necessità di aumentare la raccolta differenziata e sulla
disoccupazione ancora troppo alta. Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha detto che il alcuni casi, come quello del
Not, ad esempio, la responsabilità di cui parla Rossi si sarebbe
dovuta esercitare. Il nuovo ospedale non c’è e intanto di mettono
nell’assestamento 30 milioni di euro per il Santa Chiara. La
protonterapia doveva essere un eccellenza ma i risultati stentano ad
arrivare, anche perché si è fatto quello che il padre della
protonterapia aveva detto di non fare. Degasperi ha toccato poi
il tema inoltre della sottoscrizione dei derivati da parte di Cassa
del Trentino dove i flussi negativi sono arrivati a oltre 290 milioni
di euro. Il consigliere di 5
Stelle ha messo in evidenza le contraddizioni tra la sostenibilità e
la previsione di strutture sciistiche, anche a basse quote, che si
basano sui soldi pubblici. Per la competiività, inoltre, ci sono
solo conferme e sul credito
Degasperi ha detto di non capire perché si è deciso di dismettere
l’unica banca pubblica che
funziona bene. Sulla sicurezza la situazione è andata degenerando e,
ha aggiunto, la giunta cerca
di recuperarla ora dopo aver destabilizzato il lavoro rendendolo più
precario.
Alessandro
Savoi ha auspicato che si arrivi all’alternanza al governo del
Trentino per farne un
modello di eccellenza per tutte le altre regioni. Donata
Borgonovo Re (Pd) ha sottolineato le curve in picchiata della
natalità dei trentini e degli stranieri e ha criticato il concetto
di competitività addirittura collegata alle montagne e che contrasta
con il modello di Trentino. Una parola, secondo la consigliera, che
andrebbe sostituita la generatività. Quindi
investendo sulla creatività, sulle competenze, non ci sarebbe
bisogno di rincorrere modelli competitivi. Infine per la sicurezza,
secondo la consigliera, si deve investire sulla coesione sociale e
sulla solidarietà.
La
discussione sull'articolato.
Queste
le conclusioni, ma ripercorriamo, seppur in sintesi, il dibattito
sull'articolato. Il Consiglio
alle 23
aveva concluso l’esame dei
37 articoli che compongono il disegno di legge 232, l’assestamento
di bilancio della Pat per gli esercizi finanziari 2018-2020. Seguono
ora le dichiarazioni di voto e quindi
l’esame del documento di economia e finanza (Defp).
Respinto un corposo pacchetto
di documenti di modifica di Walter Kaswalder, unico
consigliere di minoranza ad aver mantenuto i propri emendamenti
-anche quelli ostruzionistici- (in totale oltre 250) per non aver
raggiunto gli accordi sperati con la Giunta, in particolare sulla
richiesta di ripristinare il servizio di guardia medica in alcune
zone decentrate del territorio provinciale. Ritirati gli emendamenti
ostruzionistici ed approvate, accanto a quelle introdotte dalla
Giunta, le modifiche di sostanza dei consiglieri di minoranza Bezzi,
Fasanelli, Degasperi, Civettini, già oggetto di mediazione con
l’Esecutivo.
L’esame dell’articolato
fin qui ha registrato solo alcuni isolati interventi. Ritirato, come
annunciato dal proponente Massimo Fasanelli l’emendamento 34
all’articolo 4 che prevedeva di rivedere, tenendo conto del volume
di affari, le concessioni di utilizzo dell’acqua a fini
commerciali: il consigliere del Misto ha ringraziato l’assessore
Gilmozzi con il quale ha raggiunto un’intesa per inserire questa
previsione nel bilancio tecnico di fine agosto sotto forma di ordine
del giorno. Il consigliere Alessandro Savoi (Lega) ha
illustrato il proprio emendamento all’articolo 10, condiviso dalla
Giunta, che prevede la possibilità per i Comuni di sostituire il
personale che andrà in pensione entro il 2019.
Il consigliere Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha chiesto chiarimenti in merito
all’articolo 18 che prevede la stabilizzazione del personale della
scuola dell’infanzia provinciale. Non più tardi della scorsa
finanziaria, ha osservato, mi era stato segnalato che una proposta
esattamente identica (in quel caso per la formazione professionale),
fosse “incostituzionale, vergognoso, irricevibile”. Una tutela,
quella prevista da questo articolo, che condivido pienamente, ma che
mi fu negata per la stabilizzazione degli insegnanti della formazione
professionale e che viene proposta per quelli delle scuole
dell’infanzia. Il Presidente della Giunta Ugo Rossi ha
precisato che c’è una profonda differenza tra i rapporti che
esistono tra l’utilizzo del personale delle scuole dell’infanzia
equiparate e quelle pubbliche: le graduatorie pur non essendo le
stesse sono complementari, il sistema delle scuole dell’infanzia ha
una propria connotazione di sistema per certi versi pubblico, cosa
che non accade per la formazione professionale: ecco il perché di
questa apparente contraddizione.
Alessandro Savoi ha
espresso soddisfazione per gli emendamenti concordati con il
Presidente Rossi all’articolo 20, in materia di stabilizzazioni,
che prevedono di dare pari opportunità a chi ha l’abilitazione, a
chi ha tre anni continuativi di servizio e a chi è in attesa
dell’abilitazione.
Pietro De Godenz (UpT),
sostenuto anche da Marino Simoni (Progetto Trentino) ha detto
di non voler forzare l’approvazione dell’emendamento all’articolo
23 (che decade) che riguarda i vigili del fuoco fuori servizio con
più di 65 anni.
Sull’articolo 24 in materia
di appalti Alessandro Savoi è intervenuto per richiamare due
emendamenti, da lui ritirati perché non accolti dalla Giunta, che
avrebbero però migliorato le procedure di appalto.
Sull’articolo 28, è
intervenuta Violetta Plotegher (PD) per commentare e
contestare l’emendamento aggiuntivo 42.1 a firma Bezzi concordato
con la Giunta. Nella legge per la prevenzione e la cura della
dipendenza da gioco abbiamo stabilito un tempo per la rimozione delle
apparecchiature delle sale da gioco nei pressi delle zone sensibili
(scuole, centri anziani ecc.). Con l’emendamento si introduce una
deroga per 2 anni per le sale da gioco. Un disaccordo, ha spiegato la
consigliera del PD, legato al fatto che credo che dovremmo smetterla
di palare di gioco d’azzardo perché non è un gioco, ma
“un’industria che ammala”, anche se è legale. L’azzardo è
un mostro finanziario, una piaga sociale e un’economia virtuosa non
può prevedere iniziative che comportino dei danni alla società. Le
ha fatto eco il consigliere Filippo Degasperi (5 Stelle)
evidenziando anche lui l’incoerenza tra la legge citata da
Plotegher e la previsione di questa norma, che tra l’altro prevede
a bilancio cifre in aumento per i tre anni successivi con queste
finalità. Donata Borgonovo Re (PD) ha osservato che
l’emendamento così com’è assegna ai titolari delle attività
economiche delle sale da gioco due anni in più di tempo rispetto a
quanto stabilito dalla legge per spostare le attività all’interno
delle aree sensibili, mentre garantisce il mantenimento dell’obbligo
per tutti gli esercizi che non esercitano in via esclusiva questa
attività: la norma, nella sostanza dà un colpo al cerchio e uno
alla botte. Ci si chiede, ha aggiunto, se giuridicamente sia corretto
assegnare a queste realtà imprenditoriali ed economiche una sorta di
bonus che le favorisce rispetto agli altri del settore. Borgonovo Re
e Plotegher hanno votato contro.