Sentiti i referenti della petizione per sollecitare il finanziamento e la realizzazione dell'opera
Per la ciclopedonale di accesso alla media Pascoli di Villazzano-Povo, rivolgersi al Comune di Trento
Nella foto, Andrea Tarter durante il suo intervento
Per
il finanziamento e la realizzazione del percorso ciclopedonale
di accesso alla scuola media Pascoli da
Villazzano e da Povo, occorre che i
promotori della petizione popolare sostenuta dalle firme di 1.478
cittadini si rivolgano al Comune di Trento, responsabile
dell'utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Provincia per
opere pubbliche, che al momento non considera prioritario questo
progetto. E ciò che si sono sentiti dire oggi i tre referenti
della petizione popolare numero 27, “A scuola in bici
sicuri”, Andrea Tarter (primo firmatario), Piero Faes e
Paolo Conci, durante la loro audizione convocata dalla
Terza Commissione presieduta da Mario Tonina (UpT).
La
petizione rivolta al Consiglio provinciale, ha ricordato Tarter, era
partita a fine 2017 da un gruppo di genitori degli alunni della
"media" Pascoli di Gabbiolo, per sollecitare la
realizzazione del progetto concepito nel 2014 e predisposto nel 2015
ma poi rimasto lettera morta, soprattutto con un obiettivo: garantire
la sicurezza ai loro figli perché possano andare ogni giorno a
scuola in bicicletta riducendo così drasticamente il traffico e
l'inquinamento generati dal trasporto in auto. Per ridurre la spesa,
originariamente stimata in 3,5 milioni di euro, e accelerare i tempi
di realizzazione dell'opera (3-4 anni), i referenti della petizione
hanno anche proposto di avviare subito la realizzazione solo di tre
dei sei lotti previsti dal progetto, legati al tragitto verso la
scuola. Tutto si è però arenato perché il Comune di Trento ha
deciso di utilizzare diversamente la quota parte dei fondi destinati
dalla Provincia ai territori per opere pubbliche locali, avendo
individuato altre priorità. E questo, hanno aggiunto Faes e Conci,
nonostante le due circoscrizioni di Villazzano e Povo, abbiano
convintamente sostenuto il progetto di collegamento ciclopedonale con
la scuola. A questo punto secondo i referenti della petizione
popolare, la Provincia dovrebbe dotarsi di strumenti idonei per
indicare alle Comunità e ai Comuni come Trento a quali opere
accordare la priorità, con finanziamenti mirati e non generici come
questo "fondo".
Donata
Borgonovo Re (Pd), esprimendo condivisione per gli obiettivi della
petizione, coerente con le norme sulla mobilità sostenibile e
“dolce” adottate dalla Provincia, ha evidenziato che il problema
sta a suo avviso nello sfasamento tra le risorse che la Provincia
assegna ai territori e alle amministrazioni locali per opere come
questa, e le scelte finali da parte delle Comunità, in questo caso
del Comune di Trento.
Claudio
Civettini (Civica Trentina) ha suggerito ai referenti di ripresentare
la petizione dopo il voto provinciale del 21 ottobre, aspettando
ancora qualche mese fino all'inizio della nuova legislatura, in modo
che la risposta non risenta negativamente delle promesse tipiche dei
periodi di campagna elettorale come questo.
Nerio
Giovanazzi (AT) ha apprezzato la volontà di mettere in sicurezza il
collegamento con la scuola, aggiungendo però che è del Comune di
Trento e non della Provincia la responsabilità di individuare le
priorità per il proprio territorio.
Lorenzo
Ossanna (Patt) ha plaudito alla volontà di favorire una soluzione
del problema puntando al finanziamento e alla realizzazione di
almeno alcuni lotti.
Il
dirigente del Servizio provinciale, Giovanni Gardelli, ha ricordato la
distinzione tra le piste ciclabili di interesse provinciale e
comunale: le prime collegano più Comuni; le seconde, come questo
progetto di Villazzano e Povo, mettono in comunicazione aree e
frazioni interne al territorio comunale. Il fatto è – ha precisato
il funzionario – che non esistono più fondi provinciali a
destinazioni specifica, tranne che per l’edilizia scolastica. Fin
dal 2010 la Giunta provinciale ha deciso di destinare risorse per
opere pubbliche alle amministrazioni comunali attraverso le Comunità
di valle e, nel caso della Valle dell’Adige, al Comune di Trento.
Tra le priorità per le piste ciclabili il Comune di Trento aveva in
un primo tempo individuato anche quest’opera. Poi queste priorità
sono state però riviste e il Comune ha individuato altre opere da
finanziare, come la ciclabile di collegamento con Roncafort
attraverso Canova. A questo punto la Provincia non può più
interferire con le scelte del Comune di Trento, che tra l'altro
nell’aprile di quest’anno ha segnalato la volontà di realizzare
ulteriori progetti. Nardelli ha concluso precisando che la Provincia
non dispone di un fondo straordinario per finanziare un'opera
comunale.
A
questo punto il presidente Tonina ha consigliato i promotori della
petizione di rivolgersi con ancor maggiore insistenza al Comune di
Trento, la cui Giunta, diversamente da quella provinciale, ha tra
l'altro a disposizione ancora due anni di lavoro. Si tratterà di
verificare con il Comune, anche sulla base della relazione che sarà
comunque predisposta dalla III Commissione, se l'anno prossimo sarà
possibile dar corso al progetto.
Alessio
Manica (Pd) ha ribadito che è il Comune di Trento a non aver
considerato prioritaria l'opera oggetto della petizione, anche se –
ha osservato – sta crescendo rapidamente l’idea che la
ciclabilità sia una forma di mobilità alternativa. Sarà però
nella prossima legislatura provinciale, ha concluso Manica, che si
dovranno scegliere le priorità da finanziare in questa direzione,
sviluppando il tema della ciclabilità anche di collegamento tra
Comuni. I bilanci dovranno sostenere finanziariamente questo sforzo.
La
Terza Commissione ha infine approvato all’unanimità le relazioni
elaborate dalla Commissione su altre due petizioni popolari: la prima
riguardante la salvaguardia ambientale delle risorse idriche del
bacino del fiume Chiese e del lago d’Idro, la seconda per la
riconversione a parco pubblico attrezzato per bambini e parcheggi
interrati dell’area ex macello di S. Giorgio di Rovereto.