Nel pomeriggio in Consiglio provinciale
Chiusa in anticipo la sessione mensile in aula, con tre mozioni approvate e due respinte
In allegato l'ordine del giorno dei lavori con accesso ai testi in discussione
Si è conclusa oggi in anticipo di un giorno rispetto al programma, la sessione mensile del Consiglio provinciale che avrebbe dovuto terminare domani. L'assemblea legislativa ha approvato tre mozioni respingendone due.
No
alla mozione di Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Avviare
le trattative per il rinnovo del contratto dei medici ospedalieri
La
mozione del capogruppo di CT, bocciata 13 no e 10 si, impegna la
Giunta ad attivarsi affinché le trattative per il rinnovo del
contratto dei medici ospedalieri vengano tempestivamente e seriamente
avviate, rendendo disponibili risorse finanziarie adeguate, sul
modello di quanto sta accadendo nella Provincia di Bolzano. L’avvio
di una trattativa, ha detto Borga, andrebbe a favore di un miglior
livello della sanità pubblica. L’assessore alla salute Zeni ha
ricordato le direttive all’Apran per l’accordo stralcio, e la
disponibilità a trattative su alcuni temi: limitate deroghe del
riposo sulle 11 ore; disciplina completa della mobilità delle equipe
da un ospedale all’altro; l’assetto dell’orario di lavoro. Il
24 ottobre del 2017, ha ricordato Zeni, c’è stato un confronto
assessorato e sindacati dei dirigenti medici che si sono dimostrati
chiusi su questi temi. Quindi, in base a queste premesse, ha
concluso, la mozione non è accoglibile. Borga ha detto di essere
cosciente che ci sono problemi di spesa pubblica, ma non si può
prescindere dal fatto che il personale, soprattutto quello medico,
debba essere motivato. Claudio Cia (Misto), esprimendosi a favore
della mozione, ha detto che anche in questo caso Giunta e consiglieri
di opposizione hanno mostrato di avere informazioni diverse. Claudio
Civettini (Civica Trentina) ha dato un consiglio a Zeni di non farsi
“ingessare” dai dirigenti. L’assessore ha ribadito che il
grosso dell’accordo riguarda la parte economica con un 3% di
aumento è stato raggiunto, mentre la parte normativa è rimasta
aperta, su mobilità, riposo sulle 11 ore, orario. Su questi temi la
porta rimane aperta, ha aggiunto, anche se i sindacati su questo non
hanno dimostrato interesse. Borga ha replicato ricordando a Zeni che
dev’essere la Giunta che decide e non i dirigenti e l’Apran.
Sì
alla mozione di Donata Borgonovo Re (Pd)
Verso
una montagna da bere?
La
mozione (approvata la premessa con un solo astenuto, il primo punto
con sei astenuti, il terzo con un solo astenuto) impegna la Giunta ad
aprire un approfondito e documentato confronto con le amministrazioni
locali, gli enti parco, la Fondazione Dolomiti Unesco, l'Università
di Trento e le associazioni ambientaliste e di tutela della montagna,
per definire chiare ed il più possibile condivise linee guida per
l'individuazione delle attività umane incompatibili con le
peculiarità dei territori montani, ad effettuare con rigore i
controlli previsti dalla legislazione, da accompagnare con una
capillare azione informativa e una tempestiva consulenza alle
amministrazioni locali, spesso prive delle competenze necessarie per
intervenire efficacemente, a monitorare le situazioni di
conflittualità legate ad utilizzi di dubbia sostenibilità delle
aree alpine, con particolare attenzione alle zone soggette a tutela
ambientale e ai territori dolomitici inseriti nei beni Unesco, e
infine a riferire alla Commissione consiliare competente l'esito
delle attività svolte in attuazione di questa mozione entro la fine
della legislatura in corso. La consigliera, presentando la mozione,
ha citato i casi delle manifestazioni musicali sullo Spinale e sul
Presena, dei raduni di quad all’ombra delle Pale di San
Martino, esempi, ha detto, di assenza del senso del limite e di una
mentalità che ritiene che ogni ambiente sia uguale. La dimostrazione
della sottomissione della montagna alla città. La consigliera,
ricordando anche il no al concerto di malga Flavona, che Trentino
Marketing aveva inserito in programma prima di avere il sì del Parco
Adamello – Brenta, ha chiesto che venga convocata una conferenza di
informazione sulle aree protette. L’assessore Gilmozzi, dando il
parere favorevole della Giunta, ha detto che va fatta una riflessione
sui tipi di attività in montagna per continuare sulla strada del
turismo sostenibile e ha ricordato l’impegno della Pat
sull’ambiente che rappresenta il motore del futuro del Trentino e
la sua capacità di attrazione, sottolineando la necessità di far
crescere la cultura ambientale. Ma l’ambiente, ha aggiunto, ha
bisogno di politiche che vanno oltre i confini e la Fondazione
Dolomiti – Unesco è una piattaforma di confronto dove gli enti
territoriali delle Dolomiti hanno messo in campo una strategia
comune. Citando la gara di quad ha detto che si è svolta
totalmente in Veneto e solo marginalmente sul nostro territorio.
L’allarme è nato dal fatto che un manifesto della manifestazione
riportava un percorso fin dentro il parco Paneveggio – Pale di San
Martino. Comunque, ha concluso Gilmozzi, non è solo con i
regolamenti e i divieti che si difende l’ambiente, ma con
un’adeguata cultura. L’assessore ha detto che nel trentesimo anno
dei parchi non ci sarà solo una conferenza di informazione, ma molte
e approfondite manifestazioni di studio. Borga ha detto che il tema
portato in aula da Donata Borgonovo Re è interessante e centrale,
perché interessa il rapporto tra una comunità di montagna, come la
nostra, e le zone di pianura, la civiltà urbana. Il tema è quello
di verificare come sia possibile mantenere le attività economiche
dell’uomo, tutelando la cultura della montagna e garantendo alle
popolazioni montane condizioni pari a quelle del fondovalle. Però,
ha chiesto Borga, certe manifestazioni, come i concerti dei rapper
milanesi in quota, che messaggio danno della montagna? Chi ha
responsabilità pubbliche dovrebbe dare un esempio e avere una
concezione precisa della montagna e non autorizzare certe
manifestazioni che non hanno nulla a che fare con la nostra cultura.
Graziano Lozzer (Patt) ha detto che la montagna è anche dei suoi
custodi, di chi lavora e che ci vive. Le manifestazioni, come i Suoni
delle Dolomiti, sono compatibili con l’ambiente montano come le
quelle che avvicinano i turisti alla vita di montagna. Montagna che,
in certe zone, però dev’essere accessibile, garantendo un giusto
equilibrio tra ambiente e esigenze economiche. Walter Kaswalder
(Misto) ha detto che la gestione del territorio va data ai comuni e
alle Asuc e associazioni ambientaliste e professori dovrebbero
rimanere a casa loro. Perché le comunità hanno sempre difeso il
territorio.
In
replica Donata Borgonovo Re ha sottolineato l’aspetto educativo e
culturale. I Suoni delle Dolomiti, ha ricordato, è una
manifestazione ben diversa da quella della disco music in quota e si
intreccia con una cultura specifica dei luoghi in una situazione
compatibile con la montagna. I Bastard Son of Dioniso, ha ricordato
la consigliera, si sono fatti calare da un elicottero su Cima Tosa
per girare un bellissimo video. Un volo del quale il Parco non sapeva
nulla, un singolo evento che finché rimane singolo può anche andare
bene, ma che succede, si è chiesta Donata Borgonovo Re, se questo
evento apre la strada a mille altri eventi simili? Il problema non è
quindi quello di introdurre altre norme ma di condividere linee guida
per una cultura del limite che salvaguardi il patrimonio collettivo
della montagna. Walter Viola (Patt), pur condividendo la mozione, ha
detto che è giusto ragionevole che ciò che ci è stato dato venga
consegnato alle prossime generazioni ma non si può pensare di
mettere il territorio sotto una campana di vetro. Il tema, oltre a
quello del limite, è quello dell’equilibrio. Il consigliere ha
fatto l’esempio delle piste da sci che sono facilmente reversibili
e sono prato che serve di fronte all’avanzamento del bosco. L’uso
del territorio, basti pensare al terrazzamento della valle di Cembra
e dell’Adige, non è sempre incompatibile con il paesaggio e
l’ambiente. Anche sulle manifestazioni ha ricordato che la stagione
sciistica in Alto Adige, che spesso viene preso ad esempio, si è
aperta con un concerto di Zucchero.
Sì
alla mozione di Alessio Manica (Pd),
Analisi
degli impianti ambientali del traffico in A22 su terreni agricoli.
La
mozione di Manica, approvata con 18 sì e 6 astenuti, impegna la
Giunta a realizzare uno studio mirato a valutare specificatamente
l'impatto degli inquinanti prodotti dal traffico autostradale sui
terreni e sulle produzioni agricole dell'asta dell'Adige, le modalità
di dispersione degli inquinanti derivanti dal traffico ed i possibili
sistemi di mitigazione. Favorevole il parere della Giunta. Filippo
Degasperi (5 Stelle), condividendo la mozione, ha ricordato che il
tema non è nuovo ed ha ricordato che entro il 2015 si dovevano
produrre i dati richiesti dall’Unione Europea. Ma non si è fatto
nulla. Solo ora si mettono in mezzo i temi ambientali per la
concessione dell’autostrada ma per l’ambiente A22 non ha mai
fatto nulla. Solo ora tutti parlano dell’aumento dei pedaggi,
quando per anni non si è fatto niente. Basti pensare che nel 2007
l’Autobrennero annunciava la costruzione di 12 distributori di
metano e quattro di idrogeno, il realtà 11 anni dopo ce ne sono due
di metano e uno di idrogeno. E la scusa è sempre quella della
concessione e tutti gli interventi ambientali sono legati al sì alla
concessione. Gilmozzi sugli aumenti dei pedaggi ha detto che sono
regolati sugli investimenti e spettano allo Stato. Oltre il pedaggio,
però, c’è una quota aggiuntiva che è consentita dalla politica
euro vignette dell’Unione. Una politica che viene coordinata
con Bolzano e il Tirolo. Ci dovrà essere un’armonizzazione dei
pedaggi introducendo delle tariffe aggiuntive per chi inquina di più.
La direttiva euro vignette è stata recepita in Italia due
anni fa e fino a quando non sarà definita non si potranno introdurre
i pedaggi aggiuntive ambientali. Però la vera soluzione sta nel
trasporto ferroviario, cioè nel tunnel del Brennero. C’è però un
accordo col Tirolo e Sudtirolo, in ambito Gect, per trovare una
politica tariffaria. Oggi, ha ricordato Gilmozzi, le differenze sono
enormi: si va dagli 0,20 centesimi qui da noi agli 0,80 in Austria.
Alessio Manica (PD) ha affermato che la mozione punta l’attenzione
sui prodotti che vengono coltivati vicino all’A22. Sarebbe
interessante conoscere, con uno studio preciso, l’impatto del
traffico su queste produzioni. Walter Kaswalder ha detto che andrebbe
fatto uno studio sull’impatto degli accessi in Trentino del tunnel
del Brennero. Borga, a proposito di impatto sull’agricoltura, ha
ricordato che il centro sinistra voleva fare un inceneritore da 300
mila tonnellate di rifiuti. Un’operazione, un affare, che sarebbe
stata devastante per l’agricoltura, che venne bloccata da alcuni
comuni. Lucia Maestri (PD) ha detto che in Comune di Trento non ha
mai voluto costruire un inceneritore per fare business, ma si è
speso per stimolare la differenziata che, arrivando all’80%, ha
evitato la costruzione dell’impianto. Anche Cia ha ricordato la
vicenda dell’inceneritore.
No
alla mozione di Filippo Degasperi (M5stelle)
Salvaguardia
del personale docente a tempo indeterminato delle scuole
dell'infanzia
La
mozione di Degasperi, respinta anche se con un pari, 8 sì e 8 no,
Civettini non ha partecipato al voto, quattro astenuti, impegna la
Giunta ad attivare un percorso condiviso che assicuri una prospettiva
al personale docente delle scuole dell'infanzia in possesso del
diploma ante 2002, inserito nella graduatoria unica per l'accesso al
lavoro a tempo determinato. Una situazione grave, ha detto, che vede
6 – 700 insegnanti in una situazione di precariato, che lavorano da
anni a tempo determinato e si vedono scavalcare da chi si è appena
laureato. Il parere della Giunta è stato negativo. Tutte le
insegnanti con diploma ante 2002, ha detto l’assessore, hanno
potuto partecipare alla stabilizzazione. Una stabilizzazione che ha
coinvolto 230 insegnanti. Nelle graduatorie di circolo, inoltre, è
stato introdotto il punteggio di stabilità che arriva fino a 20
punti. Sullo sfondo c’è però il calo delle iscrizioni che rende
difficile le assunzioni. Degasperi ha replicato affermando che se la
risposta è stato il concorso 2005 e quello di 30 posti del 2015 è
evidente che ci sono ancora 600 insegnanti precari. Qualcosa è stato
fatto, ha aggiunto Degasperi, ma tanto rimane da fare e un percorso
per salvaguardare queste persone da chi si è laureato si dovrà pur
gradualmente trovare. E questa mozione voleva sono dare una
prospettiva a queste lavoratrici. Anche Cia ha ricordato che su
questi insegnanti, molte delle quali precarie da 20 anni, la Pat ha
investito con corsi di aggiornamento. Insegnanti che sono un punto di
riferimento per alunni e genitori. Sì alla mozione di Borga il quale
ha ricordato che Bolzano ha fatto scelte diverse su un terreno, come
quello degli insegnanti, sul quale il centro sinistra ha fatto danni
gravissimi. Lucia Maestri (PD) ha ricordato che il tema scuola è un
ginepraio. La consigliera ha detto di rispettare le situazioni
personali delle insegnanti vittime di una legislazione nazionale
caotica, ma gli insegnanti stabilizzati in questa legislatura sono
stati ben 1700. Certo, non sono tutti, ma la legislazione italiana
stabilisce che per entrare di ruolo serve un concorso. Claudio
Civettini, che ha dichiarato di non partecipare al voto, ha invece
detto che su questo argomento è stato fatto molto poco se si pensa
che ci sono precari che in alcuni casi da 26 anni ci rimettono 4 mesi
di stipendio all’anno.
Sì
alla mozione di Walter Viola (Patt)
Strumenti
per la transizione all'età adulta
La
mozione di Viola, approvata con 13 sì, 2 astenuti un non
partecipante al voto, impegna nel dispositivo la Giunta a sostenere
e implementare le iniziative che favoriscono l'autonomia abitativa
dei giovani ampliando i criteri di accesso ai progetti di co-housing,
a prevedere forme di relazione con il mondo bancario per favorire
l'accesso dei giovani al credito, a realizzare indagini sui Neet per
intercettare le ragioni del fenomeno e individuare percorsi di
inserimento di questi giovani nei canali della formazione e
dell'avviamento al lavoro, ad istituire e rafforzare tavoli di lavoro
permanenti coordinati dalla Provincia per elaborare proposte e
monitorare l'efficacia delle misure adottate, a favorire il
collegamento tra università, ordini professionali e mondo del lavoro
per rendere omogenee domande e offerte di impiego e orientare i
giovani a percorsi di laurea in linea con le esigenze del mercato del
lavoro, a potenziare il rapporto con le istituzioni comunitarie per
l'accesso alle risorse dell'Ue e per implementare strumenti e
proposte in modo da attingere a tutti i programmi comunitari volti ad
incidere sul mondo giovanile, infine a favorire ogni intervento che
permetta alle aziende di assumere giovani anche verificando forme di
detassazione e defiscalizzazione. Favorevole il parere della Giunta.