Giornale OnLine

Giornale Online
06/02/2018 - In aula o in commissione

Prevenzione tossicodipendenze: il disegno di legge va direttamente in aula

Niente discussione dell’articolato dopo le audizioni

Prevenzione tossicodipendenze: il disegno di legge va direttamente in aula

In allegato, la convocazione con il ddl 188

​​La Quarta commissione, oggi pomeriggio, ha rimandato direttamente all’Aula, senza votazione dell’articolato, il ddl 188 che ha come obiettivo la promozione degli interventi di prevenzione delle tossicodipendenze. Il rinvio in Consiglio, senza la discussione, è stato fatto con un ordine del giorno - sottoscritto anche dalla proponente (Forza Italia) e votato all’unanimità - nel quale si afferma che, su alcune parti, si potrebbe anche arrivare in Aula ad alcune convergenze.


Il Serd: attenzione ad etichettare chi usa sostanze.


Prima della discussione si sono tenute le audizioni. Per prima è stata ascoltata la direttrice del Serd, la quale ha detto che, pur lodando le intenzioni del ddl, che le dipendenze hanno forme assai diverse e la prevenzione è estremamente complessa, partire dall’infanzia, e dev’essere mirata perché i ragazzi, soprattutto, non si rendono conto del pericolo, si sentono immortali e non sono sensibili ai messaggi forti, come quelli stampati sui pacchetti delle sigarette. Funziona, invece, la proposta di stili di vita positivi, le motivazioni, le attività come lo sport. Decisivo è come si parla di tossicodipendenze, la qualità umana di chi si rivolge ai giovani. Senza dimenticare che i giovani troppo spesso soffrono a causa della fragilità e di un malessere di fondo e descriverli subito come tossicodipendenze è pericoloso o perlomeno controproducente. Insomma, parlare di tossicodipendenza può essere addirittura dannoso. La proponente, pur condividendo che le forme di disagio non riguardano solo le sostanze, ha però affermato che i fenomeni hanno un nome e vanno chiamati, coraggiosamente, con il loro nome. Altra cosa sono le metodologie con le quali li si affronta. Poi, d’accordo, etichettare un ragazzo che ha assunto una sostanza sporadicamente non ha senso. Ma la tossicodipendenza è una drammatica realtà sociale. Il ddl, ha poi ricordato, va nella direzione di un ammodernamento degli interventi e va a toccare l’educazione, anche quella tra pari (peer education).


Il dirigente della Mobile: gli spacciatori sono in maggioranza stranieri, ma non ci sono grandi organizzazioni criminali.


Il dirigente della Mobile, sempre in audizione, ha ricordato che il mondo della droga è composto, in stragrande maggioranza, di vittime. Un mondo variegato, anche socialmente, dove solo pochissimi guadagnano molto. In questo quadro, la maggior parte dei spacciatori sono stranieri e non sempre in assenza di permesso di soggiorno, quindi il binomio clandestino – spacciatore non sempre è vero. Rispondendo ad una domanda della proponente, il capo della Mobile ha affermato che l’osservatorio della Polizia è centrato sullo spaccio e indirettamente sui consumatori. S’è notato, comunque, che il fenomeno droga tocca qualsiasi livello sociale, dal professionista, all’operaio al cuoco. La differenza lo fa il tipo di droga e l’eroina, che era quasi scomparsa, è stata "sdoganata" perché la si può fumare. Nel mondo scolastico non sembra ci siano grandi cambiamenti. Le zone dello spaccio, inoltre, non sono così identificabili come sembra; i “mercati” sono meno concentrati di quello che si pensa e i contatti tra clienti e spacciatori sono perlopiù telefonici. Molto rari sono i fenomeni di spaccio davanti alle scuole; pochi anche all’interno degli istituti, perlopiù in quelli professionali. L’età scolastica non è quella della massima diffusione e anche nei controlli delle piazze difficilmente si trovano minori. Anche se va ricordato che lo spaccio ad un minore comporta l’arresto anche per le piccole quantità, e quindi gli spacciatori stanno molto più attenti.

La consigliera del Pd ha chiesto se si stanno diffondendo sostanze on line e se c’è una diffusione di cocaina tra i professionisti e se sia molto più diffusa l’eroina rispetto ad altre regioni italiane e più in generale se il fenomeno sia aumentato. Il capo della Mobile ha risposto che in Trentino, in base alle indagini, non ci sono depositi di droga, che viene acquistata, perlopiù, in Lombardia e Veneto. Solo in un caso è arrivata dalla Campania ed era più pura e quindi più pericolosa. Un dato, questo della purezza importante, perché è alla base delle overdose e sta a significare che sul mercato sono entrati spacciatori poco esperti. Però non ci sono organizzazioni strutturate, ma solo gruppi, quasi sempre sgominati dalle forze dell'ordine, che acquistano il mezzo chilo o il chilo e li rivendono. Alcune volte, ha detto il dirigente della Polizia di Stato, sono profughi, immigrati dell’est Europa, o nord africani, raramente italiani. Ma, stando alle indagini, non risultano finanziatori della rete di spaccio. Non è invece possibile dire, dal punto di vista delle forze dell’ordine, in quale livello sociale e professionale l’uso delle sostanze sia più diffuso. Un consigliera del Pd ha ricordato che molti spacciatori sono stranieri per una situazione di povertà. Il capo delle Mobile ha precisato che chi spaccia lo fa perché vuole spacciare e le indagini hanno messo in evidenza che ci sono persone che hanno in animo di delinquere a prescindere dalle condizioni. Chi è stato trovato nei giri di droga, ha concluso, poteva tranquillamente trovare altre fonti di sostentamento.


Famiglie tossicodipendenti: la tossicodipendenza è una malattia cronica.


Il responsabile amministrativo dell’Associazione famiglie tossicodipendenze, ricordando le difficoltà dell’associazione. ha dato un parere positivo del ddl, anche perché la tossicodipendenza viene riconosciuta, in linea con l’Oms, non più come un vizio ma come malattia. Molte sono però le difficoltà da affrontare anche con le nuove dipendenze, da internet, da gioco, dal sesso e, per rimanere alla droga, il ritorno dell’eroina. Però, ha detto il rappresentante dell’Associazione, perché, se un tossicodipendente è un malato, non viene trattato come malato? Come, ad esempio, un diabetico?


I giovani chiedono di essere coinvolti nella prevenzione.


Il Consiglio provinciale dei giovani ha dato una valutazione positiva de ddl, soprattutto dell’articolo 7, nel quale si dà spazio ad associazioni e enti privati e il 19 che, intervenendo sulla legge sui giovani, punta a introdurre l’educazione tra i pari età, quella che viene chiamata peer education. Il presidente della Consulta ha chiesto di poter partecipare ai progetti di prevenzione, anche perché i ragazzi vivono a contatto con le tossicodipendenze e i comportamenti a rischio, soprattutto con l’alcol e la cannabis. Il presidente del Consiglio provinciale giovani ha chiesto che nel ddl si preveda la partecipazione alle politiche di prevenzione. Rispondendo ad un consigliere del Misto, il presidente del Consiglio dei giovani ha detto che, a suo parere, l’uso di sostanze è più una causa che una conseguenza del disagio. Ma è logico che più ci sarà spazio nel lavoro meno forte sarà l’impatto delle droghe. Centrali rimangono però i valori che vengono dati dalla scuola e delle famiglie.


Il Cal: il ddl ha contribuito al dibattito, ma gli strumenti ci sono già.


Il presidente del Consiglio delle autonomie (Cal) ha affermato che la valutazione è positiva sul fatto che il ddl ha portato un contributi al dibattito su un tema importante come questo, ma, ha aggiunto, le proposte contenute nel disegno di legge sono già comprese nelle norme che riguardano la salute. Insomma, gli strumenti ci sono già.


Approfondimenti