Riguardano servizio civile, lotta al bullismo e cyberbullismo, piani giovani e consiglio giovani
Le novità sulle politiche giovanili proposte dal disegno di legge dell'assessora Ferrari
Testi allegati
Sono soprattutto
quattro le novità in materia di politiche giovanili che emergono dal
disegno di legge 219 proposto il 30 ottobre scorso dall'assessora
Sara Ferrari e affidato all'esame della Quarta Commissione.
Servizio civile
universale: nascono l'albo provinciale e la consulta.
La più importante,
trattata in 8 dei 22 articoli di cui il testo si compone, consiste
nell'introduzione del "servizio civile universale provinciale",
che mira – recita il provvedimento – "a contribuire alla
crescita personale e al raggiungimento dell'autonomia e alla
transizione all'età adulta". In sostanza il ddl prevede che tra
i soggetti del servizio civile vi siano anche le organizzazioni
iscritte all'albo provinciale del servizio civile universale, che
offrono
e realizzino progetti destinati ai giovani di età compresa tra i 18
e i 28 anni, promossi e coordinati dalla Provincia. Provincia
che per questi progetti concorrerà al finanziamento delle spese
previdenziali e assicurative (per
le attività di servizio
svolte, i giovani
percepiranno un compenso da definire) con
il coinvolgimento e la partecipazione dei Comuni e delle Comunità.
Il provvedimento introduce poi la "consulta provinciale per il
servizio civile universale provinciale", organismo permanente di
confronto della Provincia con le organizzazioni del servizio civile
universale iscritte all'albo, composto da un minimo di 5 a un massimo
di 10 membri eletti dalle stesse organizzazioni e da un responsabile
della struttura provinciale competente. La consulta, il cui
funzionamento sarà la Giunta a definire, dovrà presentare entro il
31 dicembre di ogni anno una relazione sull'andamento del servizio
civile nel Trentino e proporre una programmazione degli interventi da
realizzare.
Azioni
di contrasto al bullismo e al cyberbullismo con bandi e una "cabina
di regia".
Un'altra novità di rilievo
prefigurata dal ddl dell'assessora
Ferrari è riferito alle
azioni di contrasto "ad
ogni forma di bullismo"
e al cyberbullismo. Azioni
che dovranno essere direttamente promosse dalla Provincia attraverso
i piani giovani, in collaborazione con gli enti locali, con attività
di formazione sulle nuove tecnologie per sensibilizzare i giovani
"all'uso sicuro e responsabile" delle stesse e "colmare
il divario digitale, generazionale e territoriale". In base al
provvedimento la Provincia potrà "promuovere bandi" sul
tema di cyberbullismo, diretti alle istituzioni scolastiche e
formative provinciali di ogni ordine e grado, ma
anche a organizzazioni non
lucrative di utilità sociale e cooperative sociali. Per coordinare
le azioni destinate a queste finalità "la Provincia – recita
l'articolo 4 – istituisce una cabina di regia"
la cui composizione e ambito
operativo saranno definiti
dalla Giunta.
Piani
giovani di zona per
il lavoro estivo,
sportello giovani e rapporto sulle politiche giovanili.
Con l'articolo 1 il ddl stabilisce
che la Provincia, riconoscendo il potenziale educativo e formativo
delle attività lavorative che gli studenti in età lavorativa
svolgono durante il periodo estivo, anche all'estero, sostenga lo
sviluppo di queste attività lavorative estive. Come? Orientando "le
attività dei piani giovani di zona per favorire l'incontro tra
domanda e offerta di lavoro estivo dei giovani, anche in età di
obbligo scolastico". Per informare i giovani su tutti i diritti
e i servizi esistenti e loro rivolti sul proprio territorio, in modo
che risultino accessibili e per "aumentare l'efficacia
dell'azione amministrativa nei loro confronti", con l'articolo 5
del ddl si impegna la Provincia a promuovere "l'attivazione
dello sportello giovani", "gestito anche utilizzando le
nuove tecnologie e i social network". In particolare gli
sportelli, che potranno essere anche "periferici", dovranno
fornire "informazioni sulle opportunità offerte dai piani
giovani di zona e di ambito" e favorire la creazione di "network
anche al fine di promuovere aggregazioni di supporto per le
progettazioni europee".
Ancora, il ddl prevede con
l'articolo 7 che ogni due anni la Provincia elabori e renda
disponibile, anche pubblicandolo sul proprio sito, un rapporto
sull'attuazione del sistema integrato delle politiche giovanili".
Il rapporto dovrà aggiornare sull'evoluzione delle condizioni
economiche e sociali dei giovani, informare sui risultati degli
interventi realizzati con le risorse impiegate, sul funzionamento dei
piani giovani, sull'operatività e l'utilizzo del sistema informativo
per le politiche giovanili.
Più
potere al Consiglio provinciale dei giovani e collaborazione con la
fondazione
Demarchi.
Gli ultimi articoli del ddl 219
modificano la normativa con cui nel 2007 era stato istituito il
consiglio provinciale dei giovani, per affidare a quest'organismo
altre tre funzioni: formulare proposte in ordine alla predisposizione
degli atti di programmazione provinciale riguardanti sia tematiche di
interesse dei giovani sia tematiche di interesse generale; esprimere
osservazioni in relazione al rapporto sullo stato di attuazione del
sistema integrato delle politiche giovanili; promuovere iniziative e
manifestazioni di particolare interesse attinenti alle finalità di
questa legge. Altri cambiamenti previsti dal ddl: con l'inizio della
prossima legislatura, la XVI, il consiglio provinciale dei giovani
sarà nominato dal presidente del Consiglio provinciale e dovrà
essere composto dal presidente della consulta provinciale degli
studenti e quattro membri eletti tra gli altri componenti della
consulta, nonché da sei membri provenienti dal mondo
associazionistico giovanile trentino e dal mondo universitario, di
età compresa tra i 18 e i 35 anni, "individuati dalla struttura
provinciale competente in materia di politiche giovanili a seguito di
consultazione e sulla base del principio di rotazione e di
rappresentanza dei diversi settori". Ancora,
in base al provvedimento, "il consiglio provinciale dei giovani
(che eleggerà al proprio interno il presidente, ndr)
disciplina il suo funzionamento con un regolamento interno approvato
d'intesa con la competente commissione permanente del Consiglio
provinciale".
Da segnalare, infine, che l'articolo
6 del ddl stabilisce che "lo svolgimento delle attività
disciplinate da questa legge" possa essere effettuato "anche
in collaborazione con la fondazione Demarchi.