Inaugurata la mostra promossa dalla presidenza del Consiglio provinciale
Generazione Erasmus, a Palazzo Trentini l'arte che nasce dal confronto
In allegato,, alcune foto e l'intervento di Dorigatti
E'
stata inaugurata nel pomeriggio di oggi a Palazzo Trentini -e sarà
visitabile fino al 2 dicembre prossimo- la rassegna d'arte
“Generazione Erasmus”, promossa dalla Presidenza del Consiglio
provinciale e curata dalla coppia di critici roveretani Mario
Cossali e Remo Forchini. Ad esporre le proprie opere un
quintetto di giovani artisti trentini: Martina Dal Brollo
(Trento, 1990) con i suoi corpi intrecciati e senza volto, Luca
Marignoni (Cles, 1989) che cerca la luce che si incontra con il
buio, sfocando i confini di spazio e tempo, Stefania Mazzola
(Rovereto, 1992), la cui ricerca pittorica indaga “il confine
sottile tra gli artifici consapevoli della percezione e i ritmi
organici della memoria”. Linda Rigotti (Tione, 1982) che
racconta “le rocce, l’acqua, i movimenti della terra, le viscere”
e infine Federico Seppi (Trento, 1990), i cui dipinti e le cui
sculture sono un’ininterrotta sperimentazione sui materiali, volta
ad avvicinare chi guarda l’opera al mondo della natura.
"Questa
è la terra di Depero, Garbari, Moggioli, Wolf" ha detto il
Presidente Bruno Dorigatti nell'introdurre la mostra in una
gremitissima sala dell'Aurora: "questa è la terra di artisti
che hanno saputo partire dalla dimensione locale per farne un
paradigma di valore universale; pittori e scultori che, pur
mantenendo un profondo legame con le proprie radici, hanno reso la
loro opera patrimonio di tutti, al di là di frontiere ed etnie,
certificando in tal modo la capacità dell’arte -quando è arte
vera- che sa parlare indistintamente a tutti e con tutti". E il
significato della rassegna, non a caso chiamata "Generazione
Erasmus" risiede proprio in questo, ha proseguito il Presidente
del Consiglio, così come questo è anche il compito delle
Istituzioni: "offrire una vetrina alla produzione artistica
locale nella consapevolezza che il nostro essere spesso ai margini
dei grandi flussi culturali rende difficile la conoscenza del
produrre cultura e arte e mettere dunque in relazione queste
produzioni con i più vasti circuiti esterni a noi". Dorigatti
ha concluso rivolgendo un augurio ai giovani artisti, affinché
proseguano con soddisfazione nel percorso di conoscenza ed insieme
affermazione nel mondo dell'arte e della cultura.
Il
filo rosso di questa mostra, hanno osservato in diversa misura Remo
Forchini e Mario Cossali lo troviamo nella cultura
trentina, nel legame saldo e profondo con il territorio. Un legame
che è anche quello artistico e umano curato e mantenuto con gli
allievi dai docenti degli Istituti Vittoria e Depero, che hanno
segnalato ai curatori gli artisti per costruire questo inedito
percorso attraverso l'arte giovanile trentina. Qui espongono giovani
che hanno studiato all’estero e hanno saputo uscire da una
dimensione professionale e culturale locale dove sarebbero rimasti
fatalmente confinati, riuscendo a reinterpretarla e collegarla in
maniera originale con la propria esperienza.
Nonostante
la giovane età dei protagonisti (tra i 25 e 35 anni) ha osservato
Cossali, le chiavi di lettura di questa rassegna, sono la memoria, il
tempo, il senso della misura come possibilità di controllo
dell'esistenza, accanto al tema della relazione con la luce, che
emana dalla natura e che la attraversa.
A
Palazzo Trentini in Via Manci, 27 a Trento fino al 2 novembre
prossimo. Tutti i giorni esclusi festivi dalle 09 alle 19, sabato
fino alle 12.00