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Bimba morta di malaria, se si trattasse di un errore umano al S. Chiara, non si colpevolizzi il personale

Il caso discusso in aula dal Consiglio provinciale, che ha così concluso i lavori di questa sessione

Bimba morta di malaria, se si trattasse di un errore umano al S. Chiara, non si colpevolizzi il personale

La richiesta della comunicazione dell'assessore in aula era partita dalle minoranze

​​Il Consiglio ha anche discusso in aula, come richiesto dalle opposizioni, del caso della bambina recentemente morta di malaria. Nelle comunicazioni a lui richieste, l’assessore Zeni ha ricostruito la vicenda confermando le notizie già diffuse e ricordando che le indagini non si sono ancora concluse. Le minoranze hanno lamentato con Cia la responsabilità della politica, perché se dalle relazioni degli esperti dovesse emergere la conferma che si è trattato di un errore umano commesso dai sanitari del S. Chiara di Trento, questo sarebbe da imputare alla scarsità del personale sanitario oggi gravato da eccessivi carichi di lavoro e per questo esposto a rischi di questo tipo


Zeni ha ricordato che l’iter attuale sul caso vede al centro dell’attenzione l’attività della Procura alla quale la Provincia ha manifestato la massima disponibilità a collaborare nella ricerca di risposte cche chiariscano questa vicenda. Ha aggiunto che l’Istituto superiore di sanità era stato incaricato di svolgere analisi per verificare se la bambina era stata contagiata dallo stesso ceppo della malattia che aveva colpito le altre due bambine ricoverate. “Abbiamo appreso dalla stampa – ha proseguito – le anticipazioni dei contenuti della relazione dell’ISS, da cui si evince che il ceppo è lo stesso. Il che dimostra che il contagio è avvenuto nella fase di ricovero all’ospedale di Trento”. Zani ha aggiunto tuttavia che comunque l’anticipazione dell’ISS non basta per capire come sia avvenuto il contagio. Quanto all’altra attività in corso, l’assessore ha citato l’incarico assegnato dall’Apss al prof. Ippolito, di Roma, per avere da lui un ulteriore supporto nella verifica delle procedure seguite e quindi sulle possibili cause del contagio. “La commissione incaricata di questa ricerca – ha concluso – sta terminando il suo lavoro e le conclusioni saranno subito trasmesse alla Procura”.

Civettini (CT) ha lamentato il fatto che alla Provincia le informazioni siano arrivate tardi. A preoccupare a suo avviso è il fatto che il contagio sia avvenuto all’interno dell’ospedale S. Chiara. “Non si tratta di cercare colpevoli – ha precisato – perché qui siamo davanti a una doppia tragedia: quella della famiglia e quella di chi dovesse aver involontariamente compiuto uno sbaglio”. Civettini ha aggiunto che dall’assessore si aspettava qualche parola in più per rispetto alla famiglia che ha pagato un prezzo altissimo in relazione ad un fatto non ancora chiarito. “Si tratta di evitare che casi come questi si ripetano”.

Degasperi (M5s) ha osservato che l’assessore non ha detto nulla di nuovo rispetto a quel che già si sapeva dai giornali. La Provincia potrebbe comunicare al Consiglio l’esito dei controlli effettuati dalla commissione incaricata. Le affermazioni della ministro sono pesanti: prima che lo sapessimo noi il Corriere della Sera scriveva che la risposta sta in ciò che è accaduto in laboratorio”. Oggi l’Ansa parla di “probabile macroscopico errore umano”. Per questo secondo Degasperi le risposte dell’assessore sull’argomento sono piuttosto deboli.

Cia (Misto) ha detto di prendere atto che saremmo di fronte ad uno stesso ceppo e quindi non alla puntura di una zanzara. “Mi dispiacerebbe apprendere – ha aggiunto – quando avremo in mano le relazioni, che è il personale sanitario il responsabile di quanto accaduto. Spero di no perché questo significherebbe che è venuta meno una procedura e l’utilizzo di strumenti monouso che l’azienda sanitaria non fa mancare agli operatori. Se è stato il personale la causa dell’accaduto, questo significa che il carico di lavoro attuale di questi operatori li espone a rischi di errori umani nello svolgimento delle loro funzioni. Per vari motivi (legittimi) al già ridotto numero di operatori dell’azienda sanitaria mancano ogni giorno un centinaio di professionisti. Su questo secondo Cia la politica deve riflettere ed intervenire, rispondendo alla richiesta di un maggior numero di operatori che garantiscano un’assistenza più sicura.

Civettini ha lamentato la sparizione dall’aula su un tema così importante di molti consiglieri della maggioranza e soprattutto del Patt.

Il presidente Dorigatti ha poi chiuso questa sessione in aula del Consiglio provinciale.